Erano passati
esattamente due settimane, da quel famoso
giorno in quel di Fell’s Church. Dove per via o colpa,
mettiamola come
vogliamo, di Bonnie. Ogni abitante, aveva scoperto qualcosa di nuovo,
dentro se
stesso. Chi aveva riscoperto l’amore, quello vero, chi aveva
pianto e chi altri,
aveva riso.
In particolar
modo, nel gruppo, ormai più che famoso, di
quel paesino assaltato da qualsiasi creatura soprannaturale e non, con
tanto di
umpa lumpa al seguito, si era scatenato un putiferio.
Damon, aveva
finalmente capito che il suo vero amore era
Bonnie, la sua dolce streghetta dai capelli rossi. Ovviamente
più felice di
Bonnie non c’era nessuno. Aveva fatto un incantesimo, che a
parte scatenare un
casino nella sua camera, non aveva avuto altri effetti. Ciononostante,
non
riusciva a capacitarsi degli avvenimenti improvvisi, piombati nella sua
vita.
Il ragazzo di cui era perdutamente innamorata da tempo, le aveva
confessato il
suo amore. La felicità che aveva toccato quel giorno, di
sicuro, non l’avrebbe
provata molto presto, o forse sì?
Ma se da un
lato, le cose erano andate per il meglio, sia
per Bonnie che per Damon. Dall’altra parte, dovevano fare i
conti con un’altra
coppia.
Stefan ed Elena.
Il piccolo dei
Salvatore, ricordava ancora la discussione
avuta con la bionda, lei era sempre l’eterna indecisa. Non
sapeva chi
scegliere, amava sia Damon che lui.
Ma come si
faceva? Nella vita non si potevano amare due
persone. L’amore è uno soltanto, raro e prezioso.
Lei invece l’aveva
trasformato in un menage a troi. Dove addirittura, non sapeva chi
scegliere.
Aveva preso la
decisione di darle un ultimatum.
Ma erano
successe tante di quelle cose, che non capiva
nemmeno cosa fosse successo.
Ricordava ancora
, due settimane fa, quando
improvvisamente si ritrovò con un mal di gola pazzesco e una
telefonata strana
di Damon.
- Fratellino,
sto arrivando. E con me porto notizie… Ah fratellino,
prepara anche del Tea con un bel po’ di miele. –
Stefan scosse la testa. Aveva capito ben presto, le nuove notizie di
Damon.
Solo, non
riusciva a capire come tutti e quattro, si
erano trovati improvvisamente quel mal di gola pazzesco.
Sospirò tristemente.
Oltre quello strano dettaglio, ricordava anche ciò che era
successo.
Lui ed Elena non
erano arrivati a nessun punto, anzi, se
fosse stato possibile avevano, addirittura, fatto dei passi indietro.
Soprattutto dal momento in cui suo fratello Damon aveva varcato la
porta del
pensionato.
- Ehilà?
Che brutte facce mamma mia. Sorridete
miei prodi. Il più bello, il più figo, il
più… -
una voce lo interruppe.
- Il più egocentrico, anche, se permetti. – il moro sbuffò divertito. Solo allora Stefan, notò che incollata al braccio del fratello, c’era Bonnie. Non riusciva a capire. Da quando in qua quei due stavano incollati?
--Fratellino,
inutile che aggrotti quella
fronte, ti dico subito ciò per cui sono venuto, allora: Io e
l’uccellino ci
siamo messi insieme, mmm beh, non gliel’ho ancora chiesto, ma
il bacio che le
ho dato doveva essere abbastanza esaustivo, credo…- Bonnie al suo fianco si diede una
manata in
faccia.
- No, ma ti prego,
continua pure. – disse una Bonnie,
imbarazza oltre ogni dire. Il bel moro sentendosi incoraggiato
continuò.
- Beh
sì, dicevo: ho capito di amarla. Ok non
fare quella faccia Stefan, so che hai sempre pensato che io amassi
Elena. –
tutti quanti si voltarono verso la ragazza in questione, la quale
fissava
Bonnie e Damon cinerea. Damon continuò comunque, stringendo
la sua Bonnie più
forte.
- -Mi dispiace
Elena. Sono stato così stupido a
venire dietro te. Ho capito, sono riuscito finalmente a capirne il
motivo. Io
non ti amavo. Io volevo soltanto l’amore che aveva Stefan. Lo
detestavo… Perché,
lui sì ed io no? Beh, adesso ho capito finalmente. Ci ho
messo tanto, ma ci
sono arrivato. E fortunatamente il mio uccellino mi ha aspettato.
– finì baciando
Bonnie teneramente sulla guancia. La quale aveva prese tutte le
tipologie di
rosso esistente in terra. Tutti, erano rimasti ammutoliti, tutti tranne
Damon,
il quale fissava ognuno con un sopracciglio alzato.
- Ehi? Date un
segno di vita. Mi sono
fidanzato, non ho detto che mi faccio sacrestano. – Bonnie
gli diede uno scappellotto
dietro la nuca.
- Ti prego, non
aspettare che assimilino la
notizia sai? Potevi aspettare ci facessero accomodare, almeno.
– disse Bonnie
alzando gli occhi al cielo. Damon
l’abbracciò
forte sussurrandole all’orecchio.
- È che
voglio fare in fretta. Loro sanno. Io e
te ce ne andiamo. Ci abbracciamo, baciamo e facciamo cose da fidanzati
in amore…
- disse in toni molto maliziosi. Inutile dire l’imbarazzo di
Bonnie, fortuna
volle che Stefan, il dolce Stefan le venne incontro.
- Sono davvero
felice per voi. – disse con un
sorriso sincero. Bonnie si catapultò tra le braccia del suo
amico, il quale l’accolse
con infinita dolcezza. Una volta staccati, Bonnie poté
notare i fulmini che
mandavano gli occhi neri di Damon. Ma li ignorò, sapeva
benissimo che lei amava
soltanto lui e che Stefan era il suo più grande amico e
nulla più. Poté anche
notare lo sgomento nello sguardo di Elena. Un po’ le
dispiaceva, però un tempo,
quando lei era al suo posto. E cioè il pensiero centrale
nella mente di Damon.
A lei non le era dispiaciuto, anzi si era divertita a schiaffarglielo
in faccia
ogni qualvolta le stava bene. Tra loro le congratulazioni furono
fredde, ma
così dovevano essere. Damon adesso era suo e lei doveva
farsene una ragione.
Stefan
tornò di nuovo al
presente. Erano passate due settimane e lui ed Elena si erano sentiti
di rado.
La decisione era sua, non riusciva a guardarla negli occhi, oramai non
c’era
più nulla da scegliere e così facendo lui non
avrebbe mai saputo se fosse stato
lui la scelta di Elena. Non riusciva a capacitarsi di essere il suo
contentino.
Lui voleva essere il suo unico amore. Ma così non era stato,
nonostante la
ragazza avesse fatto di tutto per rintracciarlo, lui era finito con lo
spegnere
il cellulare. Ormai, era tutto finito.
E se da una
parte Stefan era
ormai rassegnato, chino sul suo diario a scrivere le sue disgrazie.
Dall’altra
c’era un Damon, felice come non mai.
Aveva passato le
due
settimane più belle della sua esistenza, accanto alla sua
streghetta. La quale
però, era ormai da tre giorni, che stava con la testa su
quei dannati libri di
magia.
- Streghetta,
potrei offendermi. Pensi più a
loro che a me. – disse il moro mettendo su un broncetto da
bimbo ferito. Bonnie
che sedeva davanti a lui, sul letto, gli diede un bacio tenero sulla
guancia.
- Mai. Tu sei
sempre il primo dei miei
pensieri, però sono preoccupata per Stefan ed Elena. Si vede
che si amano, ma
adesso lui ha paura ed Elena non sa che fare. Devo quindi trovare una
formula
per far andar bene le cose per loro. – Damon sorrise,
sfregò il suo naso sul
collo di Bonnie, la quale sospirò per poi saltare sul letto.
- Trovato!
Rifaccio la formula di due settimane
fa ma con una modifica, magari questa volta funziona! – detto
questo, prima
ancora che il bel moro potesse fermarla. La rossa pronunciò
poche parole,
incomprensibili. Chiuse gli occhi, stringendo la strega a sé
per proteggerla da
qualsiasi cosa potesse scatenare. Ma con grande stupore non successe
nulla,
almeno così pensò, fin quando improvvisamente la
finestra davanti a loro si
spalancò, facendo entrare un vento tremendo, che fece volare
via tutti i
foglietti che Bonnie aveva accumulato. Improvvisamente entrambi
tossirono.
Damon la prese in braccio e la portò fuori in giardino,
senza capirne il
motivo. Bonnie si guardò attorno per poi sorridere
imbarazzata a Damon.
- Che confusione,
sarà perche ti amo. É
un'emozione, che cresce piano piano. Stringimi forte e stammi
più vicino, se ci
sto bene sarà perche ti amo. – Damon le sorrise,
la prese per la vita e la fece
volteggiare.
- Io canto al
ritmo del dolce tuo respiro, è
primavera, sarà perche ti amo. Cade una stella ma dimmi dove
siamo? – Bonnie rise
alle parole di Damon.
- Che te ne frega?
Sarà perche ti amo.
Nel frattempo
alla pensione,
Elena aveva deciso che era arrivato il momento di agire. Erano passate due settimane e Stefan
l’aveva ignorata. Ma a
lei non stava bene. Aveva sbagliato sì, ma finalmente si era
resa conto di
quanto lo amasse. Glielo avrebbe fatto capire, volente o nolente.
Decise così,
di entrare senza neppure chiedere permesso.
Lo
trovò davanti la finestra,
con lo sguardo perso nel vuoto. Non le importò di apparire
maleducata o di
sembrare una pazza. Lei aveva capito di amarlo e lui doveva parlarle,
dirle
qualcosa. Qualsiasi cosa. Si avvicinò di corsa, lo
afferrò per un braccio e lo
fece voltare.
- Parlami, parlami
adesso, che io ti sento che
non sei più lo stesso. Che me ne frega di esserti amica? Mi
sembra assurdo solo
a pensarci cosa che vuoi che dica? – Stefan la
guardò, era bella come se la
ricordava, l’aveva sentita già da fuori. Sapeva
fosse lei, riconosceva persino
il battito del suo cuore. Ma quelle parole… Cosa doveva
dirle? Che si sentiva
come uno straccio usa e getta? Si sentiva come la ruota di scorta di un
auto
malmessa? Decise che era ora di affrontarla a muso duro. Basta
tergiversare,
doveva lasciarla andare. Si era comportata subdolamente con lui. Ma era
ora di
finirla. Per sempre. Prese così il braccio della ragazza e
lo scansò, per poi
guardarla freddamente negli occhi.
-
-Ma di questo
nostro amore così tenero e
pulito, non mi resterebbe altro che un lunghissimo minuto di violenza.
E allora
ti saluto... Bella stronza. – Elena sussultò a
quelle parole piene di astio.
Mai, aveva sentito Stefan, rivolgersi a lei in quel modo. Scosse la
testa. Aveva
capito di averlo ferito. Era logico la trattasse così, forse
era stato pure
troppo magnanimo. Gli si avvicinò di nuovo e gli prese la
mano che lui aveva
allontanato.
- Se ho sbagliato
un giorno: ora capisco che
l'ho pagata cara la verità, io ti chiedo scusa e sai
perchè? Sta di casa qui la
felicità! Molto, molto più di prima io ti
amerò, in confronto all'altro SEI
MEGLIO TU! Ed ora in avanti, ti prometto che quel che ho fatto un
dì, non farò
mai più. – finì cercando di scuotere il
suo animo, ma Stefan ormai
sembrava un
estraneo, la guardava, ma
era come se davanti a loro ci fosse un muro. Non demorse, nonostante le
lacrime
premessero per uscire, Elena continuò.
- Dimenticherai
queste lunghe ore, che hanno
ucciso amore e felicità. Ma non andare via, non andare via,
non andare via. –
si era ripromessa di non piangere, ma a nulla valsero gli sforzi fatti.
Per un
attimo pensò di scorgere un breve lampo di tenerezza negli
occhi di Stefan, ma
purtroppo lui si allontanò così velocemente, che
non seppe dire se lo avesse
immaginato o meno. Stefan la guardava, doveva resistere.
L’amava sì. Ma lei lo amava
davvero? Stava per carezzarle la nuca ma ritrasse la mano come scottato
e si
decise a parlare.
- Stare insieme a
te è stata una partita, va
bene hai vinto tu, e tutto il resto è vita.
Ma se penso che l'amore è darsi tutto dal profondo. In questa nostra storia
sono io che vado a
fondo. – finì con amarezza. Elena non ci vide
più. Era disperata. Aveva capito
di amarlo e che senza lui non avrebbe mai potuto sopravvivere. Si
inginocchiò,
non le importava di essere patetica. Iniziò a supplicarlo.
- Perdono,
perdono, perdono! Io soffro più
ancora di te! Perdono, perdono, perdono, il male l'ho fatto
più a me! – Stefan rimase
colpito. Mai aveva visto un’Elena così disperata.
La prese tra le braccia e la
cullò come si faceva coi bambini. Lei singhiozzava senza
fermarsi, mentre lui
teneramente le carezzava i lunghi capelli.
- Ti
lascerò andare, ma indifesa come sei,
farei di tutto per poterti trattenere. Perché dovrai
scontrarti con i sogni che
si fanno quando si vive intensamente la tua età. –
ed era vero. Avrebbe dato e
fatto qualsiasi cosa pur di trattenerla con sé. Ma si rese
conto che era da
egoisti. Lui l’amava, ma era giusto che vivesse la sua vita,
senza lui, da
umana. Elena iniziò a piangere disperata, aggrappandosi a
lui come se fosse la
sua unica ancora di salvezza.
- E resto immobile
qui. Senza parlare, non ci
riesco a stancarmi di te. E cancellare tutte le pagine con la tua
immagine! E
vivere… Come se non fosse stato mai amore. E vorrei fuggire
via, vorrei
nascondermi , ma resto ancora così, senza parlare, senza
dirti ¨ Non te ne
andare ¨ . Non mi lasciare! – detto questo lo
baciò. Se in un primo momento,
Stefan rimase sbalordito, quello dopo ancora gli fece scaldare il
cuore. L’amava
e lei lo stava supplicando. Ricambiò quel bacio che da
disperato divenne dolce.
Dopo un tempo indeterminato si staccarono, si sorrisero e si
riabbracciarono ancora.
Dopotutto, nella vita, le seconde possibilità tutti la
meritavano, persino loro
due.
Nel frattempo
tra Damon e
Bonnie le cose procedevano per il meglio.
I due
piccioncini erano sdraiati
sul prato della rossa, l’uno accanto all’altra.
Damon prese una ciocca color
delle fragole e l’attorcigliò sul suo dito.
Guardava la sua streghetta. Era
così bella da mozzare il fiato.
- Eccoci qua, a
guardare le nuvole su un
tappeto di fragole.. Come si fa, a spiegarti se mi agito e mi rendo
ridicolo… -
era vero. Lui non era mai stato bravo ad aprirsi ai sentimenti. Aveva
cominciato a farlo solo da poche settimane e tutto era dovuto
all’amore che
provava per il suo uccellino. Lei gli prese la mano e la
portò sul suo cuore
facendolo sussultare.
- La confidenza
mischierà le carte, da non
capire mai qual è il punto di confine
e non saper distinguere il tuo corpo, dove finisci tu, comincio io. E
questo è
il senso di un momento già perfetto, è questo il
punto da cui inizia tutto
quanto… Arrivi tu.. – Damon a quelle parole si
sciolse. Si alzò
improvvisamente, facendo nascere sul viso di Bonnie un espressione
interrogativa. Non le diede tempo di capire che
l’attirò a se stringendosela
nel petto.
- Ti tengo stretta
sul mio petto, poi ti bacio,
poi ti graffio poi ti dico che ti amo e ti proteggo e poi ti voglio e
poi ti
prendo, poi ti sento che impazzisci se ti parlo sottovoce, senza luce
perché
solo io lo so quanto ti piace e ora dimmi che mi ami! –
Bonnie respirava
affannosamente, il moro accompagnava le parole ai gesti, le baciava il
collo e
con i canini la graffiava dolcemente sul collo facendola impazzire di
desiderio. Bonnie si spostò, facendo mugugnare Damon. Gli
prese il viso tra le
mani e gli sorrise dolcemente.
- Dio, come ti
amo. Non è possibile avere tra
le braccia tanta felicità, baciare le tue labbra che odorano
di vento. – Damon non
fece in tempo a risponderle che la rossa lo baciò. I baci
con lei erano sempre
bellissimi. Ti facevano volare.
Una volta
staccati, Damon la
prese in braccio e la vece volteggiare per aria.
- Sono un ragazzo
fortunato perché mi hanno
regalato un sogno. Sono fortunato perché non c'è
niente che ho bisogno e quando
viene sera e tornerò da te, è andata
com'è andata la fortuna è di incontrarti
ancora. Sei bella come il sole, a me mi fai impazzire… -
finì il moro,
sussurrandole quelle dolci parole sulle sue labbra. Una forte raffica
di vento
li avvolse. Ma loro ormai erano intenti ad avvolgere le loro anime.
2 mesi
dopo…
Damon stava
aspettando il suo uccellino che scendesse.
Ancora non si capacitava di tutti gli avvenimenti successi. Il suo
fratellino
era partito assieme a Elena per un viaggio a Londra, mentre lui e il
suo
uccellino erano rimasti a casa a tubare come piccioncini. A lui
ovviamente non
dava per niente fastidio. Anzi, trovava la cosa molto, ma molto
eccitante. C’erano
però, ancora alcuni dubbi che vorticavano nella sua mente.
Ad esempio il
terribile mal di gola che era preso, di nuovo, a tutti e quattro.
Iniziava a
sospettare c’entrassero gli incantesimi andati storti, della
sua streghetta.
Ignorò
comunque tutte quelle domande, non appena vide
Bonnie, varcare l’uscio di casa. Era bellissima ed era sua.
Totalmente sua.
- Dieci ragazze
per me, posson bastare! – disse
improvvisamente, facendo bloccare Bonnie a pochi centimetri da
sé.
- Scusami? -
Damon l’attirò a sé e
continuò.
- Però
io muoio per te nananana Però io muoio
per te nananana però io muoio per te! – Bonnie lo
guardava allucinata.
- Damon ma ti
senti bene? – Damon scosse la
testa.
- Amore, giuro che
non so da dove mi sia
uscita. – disse stralunato. Bonnie scoppiò a
ridere. Forse il suo vampiro
iniziava a perdere colpi? Non le importava lei lo amava sempre e
comunque.
- Hai una
bellissima voce però.. – Damon sorrise
pomposo.
- Dolcezza, io
sono bellissimo. – Bonnie lo
attirò a sé
- E sei mio!
– Damon sorrise sulle sue labbra.
- Per sempre.
– Un per sempre suggellato da un
bacio.
Il bacio del
vero amore. Quello che supera ogni cosa,
quello che dura per sempre.
☽°o¤ø★ø¤o°☾
Salve Salvino a
tutti/e DI
NUOVO! Sì lo so quando mi ci metto sono davvero allucinante
O.O” Ma giuro che
questo è davvero l’ultimo sclero. È che
mi sembrava di aver lasciato qualcosa
in sospeso. Insomma, povero Stefan u.u’ meritava anche lui un
lieto fine ù.ù
spero davvero che vi piaccia. Sinceramente mi sono divertita a scrivere
di un
Damon che canta l’Amoroso u.u’ ma penso che se
esistesse mi squarterebbe senza
pietà ahahahah vabbè detto questo, vi ringrazio
di cuore a tutte quante, siete
sempre dolcissime con me. Risponderò al più
presto a tutte le recenzioni
arretrate. Promesso. Ringrazio Marta (Betrayed_89) per la bellissima
locandina.
Grazie tesoro! Adesso scappo, ma non prima di aver messo la playlist :
Sarà
perché ti amo. ( Ricchi
e poveri) Damon e Bonnie.
Estranei
a partire da ieri. ( Alessandra
Amoroso) Elena.
Bella
stronza. (Masini) Stefan.
Nessuno mi può
giudicare. ( Caterina Caselli) Elena.
Non andare via.
( Patty Pravo) Elena.
Ci vorrebbe un
amico. ( Antonello Venditti) Stefan.
Perdono.
(Caterina Caselli) Elena.
Ti lascerò. (
Fausto Leali e Anna Oxa) Stefan.
Come se non
fosse stato mai amore. ( Laura Pausini) Elena.
Tappeto di
Fragole. ( Modà) Damon.
Arrivi tu. (
Alessandra Amoroso) Bonnie.
Sono già solo. (
Modà) Damon.
Dio, come ti amo.
( Domenico Modugno) Bonnie.
Ragazzo
fortunato. ( Jovanotti) Damon.
Dieci ragazze. (
Lucio Battisti) Damon.
Io e la mia
amica Marta abbiamo messo su un gruppo su fb,in cui si parla di
libri,spoiler
delle nostre storie,giochi,quiz,film,o semplicemente ci si conosce,ci
si
scherza e si fa amicizie! Sietele benvenute vi aspettiamo ;)
Betrayed and Lilyanne's Stories
Per chi invece volesse aggiungermi su fb io sono
Lily Masen
Che dire?
Spero vi piaccia. Adesso scappo. Grazie per l’attenzione ^_^
Kiss kiss Lily!