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Autore: dorklea    16/01/2013    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Cristina Yang avesse avuto un figlio? Beh, non vi resta che leggere cosa mi sono inventata! Aspetto con ansia le vostre recensioni :)
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristina Yang, Meredith Grey, Owen Hunt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Cristina Yang. Un segreto. Un grande peso sul cuore e nella mente.

DUE MESI PRIMA
Era una giornata piovosa a Seattle, più del solito. La sveglia di Cristina suonò ed era ora di andare al lavoro, di cercare un caso clinico che avrebbe necessitato di un intervento. Un intervento al cuore, sì Cristina amava il bisturi quando serviva per aprire un torace. Amava il rumore delle lame che tagliano la cassa toracica. Amava poter toccare quel cuore che pulsava sulle sue mani. Ma quel giorno non sarebbe andata in ospedale. Owen, che ancora stava nel letto, con gli occhi aperti ma ancora immerso nel sonno, la tirò a se. Lei fece per liberarsi dal suo abbraccio, ma non riusciva a sopraffare la forza di quell'uomo, era pur sempre stato un soldato, aveva bicipiti forti come rocce. Owen la baciò. Un bacio passionale, di quelli che solo al ricordo ti fanno venire i brividi. Cristina lo guardò e disse: "Ho capito, oggi ci daremo per malati. Mmmh, sai c'è quel virus che gira in ospedale e credo ci abbia contagiati!" , aveva quel suo fare malizioso che mandava Owen in estasi. Owen la guardò ed esplose in una fragorosa risata e le rispose:"Cristina Yang, cardiochirurgo per eccellenza del Seattle Grace, che rinuncia a degli interventi per del sesso?". Cristina lo guardò contrariata:" Beh, se la metti così, sono guarita. Vado a farmi una doccia.". Owen la bloccò:"Non cogli mai la mia ironia eh?! Dove pensi di andare? A fare una doccia? Ti accompagno con piacere!". Si scambiarono sguardi ammiccanti, si baciarono ancora e si diressero verso il bagno. Entrarono nella doccia e iniziarono ad insaponarsi a vicenda. E poi fecero sesso. Sesso strepitoso, inebriante, estasiante. Cavolo, si divertirono davvero.

OGGI
Cristina era chiusa nel bagno di casa sua. Tremava e sudava freddo. Aveva ben tre settimane di ritardo. Erano troppe per lei, che era sempre stata un orologio svizzero. Teneva in mano quello stupido Clear Blue. Ci aveva appena urinato e stava aspettando con ansia l'esito desiderato. Ma qualche minuto dopo ottenne esattamente l'opposto. Sul piccolo display c'era scritto chiaro e stampato: INCINTA. Cristina fu presa dal panico. Lei era la Yang, il cardiochirurgo, viveva per la chirurgia, non sarebbe mai stata all'altezza di crescere un figlio. Non lo avrebbe mai amato quanto il suo lavoro, sarebbe diventata un'altra Ellis Grey. Non le piaceva. Ora doveva parlarne con Meredith assolutamente. Sì, prima di Owen. Dopotutto la Grey era la sua persona, sua sorella, la sua famiglia, il suo tutto.
Andò subito a casa di Mer. Bussò freneticamente alla porta finchè non venne aperta. Si precipitò praticamente tra le sue braccia. Cristina non era una da abbracci, non amava molto i contatti fisici. Quindi Meredith capì che c'era qualcosa di veramente importante che le tormentava l'animo. Andarono in salotto e iniziarono a parlare. Cristina svuotò il suo peso, mentre le lacrime le rigavano il viso. Piangeva. Erano lacrime di tristezza, perchè sapeva che sarebbe stata un fallimento come madre, perchè non sapeva cosa avrebbe dovuto fare con questa gravidanza indesiderata. Ma erano anche lacrime di gioia, perchè pensava che un qualcosa cresceva dentro di lei, anche in quel momento mentre parlava con Meredith, miliardi di cellule si aggregavano. Impazzite. Meredith rimase sconvolta. Lei non riusciva ad avere un bambino, il suo utero era ostile, aveva detto quella ginecologa, come parlasse di niente. Le veniva da piangere. Era contenta perchè se Cristina avesse portato avanti la gravidanza avrebbe avuto un "nipotino", ma voleva piangere perchè lei voleva un figlio e non poteva, e chi non voleva lo aveva, così per caso. Era così ingiusta la vita. Ma lasciò alle spalle l'egoismo che le era nato dentro e si concentrò sull'amica.
Dopo ben quattro ore di consulti tra amiche, o sorelle, Cristina giunse alla conclusione che quella gravidanza andava portata avanti.

La sera Owen tornò tardi dal lavoro, aveva avuto una dura giornata a causa di una stupida corsa di ciclisti spericolati che ogni anno finiscono all'ospedale. Chi se la cava con del semplici punti di sutura e chi, invece, ha bisogno di un intervento grazie ai raggi delle ruote conficcati nello sterno. Cristina lo aspettava sveglia. Era seduta sul letto quando lui entrò in camera. Hunt notò che era agitata, strana. Si avvicinò:" Cri, tutto ok?", lei lo guardò negli occhi e senza pensarci sparò fuori quelle due parole:"Sono incinta..". Owen sobbalzò, si alzò in piedi, portò le mani alla testa e iniziò a camminare su e giù per la stanza. Si fermò. Rapì il suo sguardo e finalmente disse qualcosa:"Ti amo Cristina Yang, e amerò anche nostro figlio.". Lui sapeva che Cristina non desiderava avere figli, ma quando vide la sua bocca curvarsi in un sorriso e gli occhi riempirsi di lacrime, capì che aveva cambiato idea. Si abbracciarono forte. Owen accarezzò il ventre di sua moglie, vi si avvicinò e sussurrò:"Ehi campione! Benvenuto in famiglia!".

5 MESI DOPO
La gravidanza era al sesto mese, all'incirca. La linea sinuosa e perfetta del corpo di Cristina era sparita e aveva lasciato posto ad una rotondità solida e uniforme. Non lavorava ormai da mesi, il suo era un mestiere troppo rischioso per poter essere svolto durante una gravidanza. Ma tutte le mattine Cristina era lì, in ospedale. Non voleva passare le sue giornate a casa, mentre suo marito e i suoi amici si divertivano a fare i chirurghi. Quindi passava tutti i giorni in ospedale per non restare indietro con i pettegolezzi, per non perdersi rarissimi interventi, che seguiva dalla galleria, e per poter ricordare a se stessa che era un chirurgo di successo e che non sarebbe cambiato niente nè ora, nè dopo il parto.

4 MESI DOPO
Era una calda giornata di luglio, il 14, quando Cristina avvertì dei sussulti nel suo ventre. Era un medico, sapeva cosa preannunciavano. Chiamò Meredith, subito.
Poco dopo erano in auto sulla strada dell'ospedale. Owen lavorava e non sapeva cosa stava succedendo. Durante il tragitto Meredith chiese a Cristina:"Allora, è giunto il tuo momento. Il tuo bambino, o bambina sta per nascere. Cosa ti passa per la mente adesso?". Cristina guardava il mondo sfrecciare attraverso il finestrino dell'auto, osservò il cielo grigio di Seattle e rispose:"Mi sento come se il tempo stesse correndo velocissimo. So che tra qualche ora avrò un figlio, da brava madre dovrei essere felice, giusto? E invece mi sento cupa, come questo cielo. Come se stesse per accadere una tempesta. Non riesco a gioire.". Meredith si girò per guardarla negli occhi, perchè era rimasta stupida dalle parole fredde e apatiche dell'amica e replicò:"Beh Cris, devo ammettere che non ti ho mai vista davvero gioire per qualcosa. Fa parte di te, del tuo carattere. Tu sei triste e cupa. Ricordi? Secondo me questo bambino sarà come un nuovo inizio. Sarà una sorta di sole, che spazzerà via le nuvole della tristezza dal tuo essere e tu sarai felice. Avrai Owen, il tuo bambino, la tua famiglia. Poi ci sono io, mi odierai perchè vizierò tuo figlio. Sarà sua zia giusto? Quindi ne avrò tutto il diritto. E insieme lo indirizzeremo fin da piccolo verso la chirurgia. Anche se è un maschio, gli regalerò la mia Jane Anatomica e crescerà ben educato!". Le due si guardarono e scoppiarono a ridere.

Erano giunte all'ospedale e le doglie di Cristina erano aumentate. Ma non aveva il parto aperto. Owen arrivò di corsa e l'abbracciò in preda all'agitazione. Qualche ora e sarebbe stato padre. Aveva una scarica di adrenalina in corpo, che avrebbe potuto scalare una montagna senza fatica.

Il travaglio di Cristina fu lungo. Doloroso. Estenuante. Ma finalmente, la mattina del 16 luglio, era pronta per dare alla luce una creatura. Erano le 13.00 quando Cristina era in sala operatoria a spingere. "Spingi! Di più! Ancora!" le dicevano le ostetriche, e solo ora capiva quanto era difficile essere dalla parte del paziente. Spinse così tanto che sentiva il sangue arrivare al cervello, le meningi che sembrava scoppiassero da un momento all'altro, i capillari del viso si ruppero. Ma alla fine nacque. Era una bambina. "E' una femmina! Come la chiama?" chiese la ginecologa. Cristina emise un sospiro e riuscì a dire con un filo di fiato:"Alexis..". Poi i valori sul monitor iniziarono ad alterarsi. Iniziarono a suonare. Bip. Bip. Bip. La frequenza cardiaca diminuiva. Bip. Bip. Bip. E poi silenzio.

33 ANNI DOPO
Eccomi qua. A raccontare questa storia. Me la sono fatta ripetere migliaia di volte da mio padre. Sono Alexis. E Cristina era mia madre. Non l'ho mai conosciuta ma zia Meredith ogni tanto mi racconta ancora qualche aneddoto che le ha legate quando avevano la mia età. Era una gran donna, mi dicono. Piena di grinta, carisma, talento. Era un cardiochirurgo. E ora lo sono io. Ho deciso di seguire le sue orme. Nel mio sangue, scorrono i geni Yang, io sono una Yang.

NOTE DELL'AUTORE: Beh, spero vi sia piaciuta. Io ho finito di scriverla e ho pianto. Tengo troppo alla mia Cristina, però mentre scrivevo le idee venivano da sè e non ho potuto fare altro che trascriverle. Grazie.
  
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