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Autore: Gulminar    17/01/2013    6 recensioni
“Sei una guerriera?”
Rivolse uno sguardo privo di emozioni in direzione della voce, una ragazzina sui dodici anni la osservava incuriosita dalla sedia accanto. Aveva lunghi capelli neri e occhi verde scuro, con una sfumatura di giallo. Una bellezza strana, selvatica.
“Sono un medico ninja.” Rispose.
“Non ho mai visto un medico ninja con la spada.” Osservò divertita la ragazzina.
“Era di una persona a cui volevo molto bene.”
“Il tuo ragazzo? È morto in battaglia?”
Alla sua età, Sakura non si sarebbe mai sognata di porre una domanda del genere con tanta leggerezza. Fu tentata di tirare un ceffone a quella ragazzina impertinente.
“Sì.” Rispose, riportando l’attenzione al proprio bicchiere.

Sono passati anni dalla fine della quarta grande guerra ninja, la pace regna ma non per Sakura. Nonostante le promesse fatte agli amici e gli impegni presi con se stessa, c'è qualcuno che non può dimenticare. Quando la speranza si riaccende, seppur flebile e quasi assurda, non può fare a meno di partire per una misteriosa destinazione.
Personalissima interpretazione del mondo di Naruto.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Un nemico dal passato

 

“Dov’è Keiji?”

Sakura non si preoccupò di capire chi, per primo, avesse sollevato il problema fra quanti la circondavano, il colpo non sembrava in grado di mandare al tappeto il giovane. I lupi ninja avevano formato una sorta di testuggine intorno a lei, proteggevano l’attuale capo branco. Era calato un silenzio inquietante, Sakura percepì la tensione dei compagni.

Lo avvertirono molto prima di vederlo, qualcuno si faceva largo nel sottobosco, senza preoccuparsi di nascondere la propria presenza. Teneva le mani alzate, palesando l’intenzione di parlamentare. Sakura sentì il cuore sprofondare, quando capì di chi si trattava. Fino all’ultimo, aveva sperato di non vedere amici coinvolti.

Rock Lee si fermò a una decina di passi, doveva conoscere più o meno la distanza minima a cui i lupi ninja diventano letali senza margine d’errore. L’emblema dei Santi distruttori in bella vista sul torace, anche quello non lasciava margini d’errore. Se non ci fosse stato, avrebbe potuto pensare che Konoha era finalmente giunta in loro aiuto. La mente di Sakura fu avvolta dall’orrore più cupo, dovette concentrarsi per non lasciar cadere la spada.

Il ninja della foglia guardava soltanto lei, come se il branco che la attorniava non fosse stato presente. Sakura capì che i lupi ninja erano pronti ad attaccare, fece un cenno con la mano perché rimanessero fermi e loro s’immobilizzarono. Per il momento avrebbe ascoltato.

“Mi fa piacere vederti in salute.” Un preambolo totalmente fuori luogo, ma parve sincero.

“Mi dispiace di non poter dire lo stesso.” Rispose dura. “Che cosa vuoi?”

“Darti l’ultima possibilità. Questa gente è condannata, lasciala perdere, tu puoi salvarti se vieni con me, adesso.”

Sakura sentì il desiderio di sangue riacutizzarsi, sarebbe scattata in avanti per uccidere se qualcuno, forse Kinuye, non l’avesse trattenuta.

Non è del tutto sincero.

Percepì chiaro il messaggio telepatico di Koshiro, non ebbe tempo di sorprendersene.

Non ascoltarlo.

Kinuye, a metà strada fra il consiglio e la supplica. Avrebbe tanto voluto rispondere nella stessa maniera ma non ne era capace.

“Tranquilli, ho già fatto la mia scelta.” Parlò a bassa voce perché solo i lupi sentissero. “E non intendo tornare indietro.”

Rimase al suo posto, bilanciando meglio la spada, che funzionasse come risposta.

“Ha fatto il suo tentativo signor Lee. Ora lasci il campo ai professionisti.”

Quella voce.

Sakura sentì le viscere diventarle acqua, strinse i denti fino a farli scricchiolare.

Non quella voce, non di nuovo!

Terrore puro già conosciuto.

Orochimaru emerse alla luce delle stelle esattamente come lo ricordava, solenne, potente, terribile a vedersi. Un incubo già vissuto, un fantasma dal passato che faceva gelare il sangue. Sakura percepì il timore e la tensione pervadere il branco, lei conosceva il nemico, loro avevano inteso per istinto quanto fosse pericoloso. Orochimaru teneva Keiji per il collo nella mano sinistra, il ragazzo penzolava inerte.

“Potete tenervelo.”

Gettò Keiji in mezzo a loro, Sakura lo afferrò al volo, evitando che si schiantasse al suolo.

“Cosa gli hai fatto?” Gridò, stringendo al petto la testa del giovane.

Non di nuovo, non un’altra volta!

“Tranquilla Isteria, ho provato a imporgli il marchio maledetto, il suo sangue di lupo ha opposto un’ottima difesa. Lui non mi serve, come non mi servite voi.”

Un solo gesto della mano sinistra, i lupi ninja volarono via, colpiti da una forza invisibile, e rovinarono a terra presi alla sprovvista. Sakura rimase sola, ancora avvinghiata al corpo di Keiji.

Che potenza pazzesca!

Più di quanto ricordasse. Orochimaru aveva avuto tempo di affilare le armi, durante l’esilio.

“Seduti! Da bravi cagnolini!”

Un altro gesto della stessa mano, i lupi ninja che cercavano di rialzarsi volarono di nuovo. Li sentì schiantarsi a terra o contro gli alberi, fece cenno a tutti di non riprovarci. Se conosceva ancora Orochimaru, non faceva mai niente per niente, doveva capire quale fosse il suo scopo.

Non si era resa conto che Kinuye e Koshiro si erano riaccostati in silenzio, strisciando. Keiji uscì dal suo abbraccio senza preavviso, i compagni scattarono ai lati e lo afferrarono per le spalle.

“LAMPO DISTRUTTORE!”

Orochimaru sparì nella luce. Keiji sfogò tutta la rabbia, l’umiliazione per ciò che aveva appena subito e l’odio istintivo che provava per l’essere immondo.

Fu un Lampo distruttore come Sakura non aveva ancora visto.

 

Fluttuava sospeso in un mondo fatto di nulla, nell’oscurità di un limbo apparentemente senza fine. Aveva solo un vago ricordo di ciò che era successo nel bosco, la sensazione terribile di qualcosa che lo ghermiva privandolo di ogni forza. Vedeva volti, riviveva ricordi in un delirio continuo fatto di luci e ombre. Se mai aveva provato a immaginare la morte, non l’aveva vista così.

Rai e Soma, non riusciva a ricordare perché li avesse perduti, in quali circostanze. Sapeva solo che loro non c’erano più e faceva male. Reira, la piccola sorella adottiva, Makiko e Aso Shuzen, i suoi nuovi genitori, erano tutti a casa in attesa del suo ritorno. Keiji, Koshiro e Kinuye, il suo team, i suoi allievi, stava tradendo la fiducia di tutti. Hiki Danjyo, l’ultimo maestro, forse non il migliore ma di certo il solo cui aveva obbedito di buon grado. E Sakura, sopra tutti gli altri, Sakura. La sensazione dolcissima del suo corpo morbido sotto le sue rudi attenzioni da lupo, si spegneva in lontananza come tutto il resto.

Sakura.

Un lampo di lucidità in una mente in procinto di svanire.

Se fossi in te, mi terrei ben stretto quella ragazza.

L’ultimo consiglio di Hiki Danjyo, il più prezioso. Nell’attimo di annebbiamento più totale e mortifero, la consapevolezza più importante che risplende con disarmante chiarezza.

Un’altra scena, l’arena delle sfide, la piattaforma, Keiji che lancia il Lampo distruttore coadiuvato da Kinuye e Koshiro.

Ogni cosa si concatena, tutto acquista un senso.

Sasuke sentì le lacrime scorrere.

Keiji.

Altre lacrime, più rapide, più copiose.

Proprio tu me lo hai insegnato.

Nel momento di massima difficoltà, hai superato ampiamente il tuo maestro.

Lacrime di gioia, cariche d’orgoglio.

Una sfera di luce abbagliante si gonfiò fino a disintegrare per intero la trappola di magma verde, accendendosi come un sole notturno nel cuore tenebroso del bosco.

 

Orochimaru era intatto, esattamente come prima del Lampo distruttore che avrebbe dovuto annientarlo, perfetto nella sua potenza.

“Questo sarebbe il terribile Lampo distruttore? Davvero aria fresca.” Commentò.

Sakura, pur senza sangue di lupo, percepì a pelle il terrore che attanagliò i tre giovani.

“Bene bambini, avete fatto la vostra, adesso fatevi da parte e lasciate lavorare gli adulti.”

Orochimaru si stava divertendo da matti, quando avrebbe deciso di smetterla con le battute e fare sul serio, avrebbe scatenato l’inferno. Sakura si avvicinò ai ragazzi e mise le mani sulle loro spalle. Doveva sfruttare il tempo che le stava concedendo, ma non le veniva in mente niente.

“Perché non li hai ancora uccisi?”

Un’altra voce conosciuta, un’altra scarica di adrenalina nello scorrere lento dei secondi. Neji Hyuga uscì dall’oscurità del bosco puntando Orochimaru, che gli rivolse uno sguardo di sorniona superiorità, quasi non fosse altro che un insetto fastidioso.

“Che stai aspettando?”

“Li ucciderò quando lo riterrò opportuno.” Orochimaru, serafico.

“L’Uchiha è quasi uscito dalla tua ridicola trappola!”

“Niente che non avessimo messo in conto.”

“Vuoi aspettare che arrivi qui? Uccidili! Te lo ordino!”

Orochimaru parve divertito dal patetismo insito nelle ultime parole.

“Un gatto che ordina a una tigre. Credo siate stato sollevato dal comando, signore.”

Un sorriso in tralice, Neji volò via com’era successo ai lupi ninja, sparì alla vista. Orochimaru si volse a Rock Lee, curioso di vederne la reazione a quanto era appena avvenuto, il ninja della Foglia si limitò a distogliere lo sguardo e ad allontanarsi di qualche passo. Quando aveva detto a Neji che era più pazzo di tutti i Sasuke Uchiha del mondo, non si era reso conto di aver ragione fino a quel punto.

“Ragazzi, ce la fate a lanciare un altro Lampo?”

Sakura approfittò delle schermaglie fra gli avversari per sussurrarlo a Keiji e compagni. Avevano dato fondo alle risorse per il primo, le rivolsero occhiate incerte, quasi spaventate.

Forse, se ci aiutano anche gli altri…

Kinuye, poco convinta.

Sakura fece un giro con lo sguardo alle proprie spalle, i lupi ninja rimanevano stesi a terra obbedendo al suo ordine.

Dobbiamo poterci toccare perché la comunione del potere sia veramente efficacie.

Keiji, ancora ansante in mezzo a loro.

“E facendolo così?” Volle sapere Sakura.

Keiji scosse la testa.

Possono passarci il potere a distanza, ma poco.

“Ho detto seduti!” Tuonò Orochimaru.

Alcuni lupi ninja volarono di nuovo, questa volta ferendosi seriamente contro i tronchi degli alberi. Dovevano aver captato i pensieri dei ragazzi e tentato di avvicinarsi.

“In effetti potrei uccidere qualcuno di voi, tanto per riprenderci la mano. Che dici Isteria? Comincio dai ragazzini?”

Sakura balzò oltre il terzetto, spada in posizione di difesa.

“Non ti azzardare a toccarli!” Intimò.

“E chi me lo impedisce? Tu?”

Orochimaru fece un primo passo verso di lei.

“Io, se preferisci.”

La voce inattesa bloccò Orochimaru a metà del movimento, Sakura trasalì. Era apparso un nuovo imprevisto, anzi, due nuovi imprevisti, vestiti con anonime tuniche grigie, nessun emblema che ne esplicasse l’appartenenza a qualcosa o qualcuno.

“Un po’ troppo affollata questa foresta.” Commentò Orochimaru.

“Il mondo è piccolo.” Rispose il secondo degli incappucciati.

Entrambi rimossero ciò che gli copriva il volto. La mente di Sakura sprofondò nel caos in maniera definitiva, Orochimaru non si scompose.

Nasuto e la Sai l’ultima, che bella riunione! Manca solo Sasucchiamelo e ci siamo tutti.”

“I tuoi giochi di parole sono peggiorati dall’ultima volta.” Commentò Naruto, andando a posizionarsi al fianco di Sakura. “La permanenza nell’altra dimensione ti ha mandato in pappa il cervello? Oppure hai digerito male le ultime batoste? Sasuke e Itachi ti hanno già preso a calci in culo, che cazzo ci fai ancora in giro?”

Ancora quel maledetto sorriso in tralice.

   
 
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