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Autore: JuliAngel    17/01/2013    3 recensioni
Gli Umanoidi ormai hanno popolato l'intero pianeta, uccidendo o trasformando tutti noi, infatti sono pochi i sopravvissuti, che vivono in miseria e povertà, combattendo e resistendo contro di loro. Alcuni hanno perso del tutto la speranza, ma altri continuano a lottare e lottare, e se perdono, si rialzano e ci riprovano, e lo fanno per un unico motivo: ritrovare la Libertà.
Che significa Libertà? Questa parola racchiude diverse parole: felicità, goia, speranza, ma soprattutto Vita!
Noi continueremo a combattere per la Libertà di tutti, per ricostruire un nuovo futuro, pieno di sogni e speranze, dove la gente vivrà felice e in compagnia della famiglia e degli amici.
Ma nessuno se mai chiesto: cosa sono gli Umanoidi? Precisamente, chi erano? Già, perchè loro erano come noi, degli umani che avevano una loro vita, strappata via con crudeltà e dolore.
Io mi sono sempre chiesta chi è l'artefice di tutto questo. So solo una cosa: lo scoprirò, ma soprattutto mi vendicherò!
Ed ecco che inizia la Guerra Decisiva!
Genere: Guerra, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Luogo pieno di macchine e computer molto avanzati, dove sugli schermi di quest'ultimi continuano a girare dei numeri in senso sparso. Si può solo leggere una parola in alto, scritta molto grande: Progetto U. Presenti a lavorare sui computer delle donne, tutte vestite di grigio che lavorano senza sosta da ormai tre giorni. Su una poltrona in alto seduto c'è un uomo, molto alto con in braccio un animaletto bianco. Questo tizio è vestito di nero, faccia seria e capelli e pizzetto neri. I suoi occhi sono coperti da un paio di occhiali scuri, ma si capisce che scrutano attentamente il lavoro, che avrebbe cambiato il futuro.
- Signore, abbiamo finito con l'infuso! Cosa dobbiamo fare ora?- da una porta entra una donna con i capelli dorati raccolti in un chignon. Ella è vestita da scienziata e porta in mano dei fogli che consegna subito all'uomo seduto sulla poltrona.
Lui guarda i fogli, leggendo attentamente ogni parola, poi sul suo volto appare un ghigno malefico.
- Perfetto! Iniziate subito l'operazione!- e con questo ordine la donna esce dalla porta scorrevole.
 
Invece in un'altra stanza regna la tranquillità. Le pareti blu, decorate con stelline illuminate, danno un aspetto bello e sereno. Ci sono due lettini, posti vicino alle pareti, uno da una parte, e uno dall'altra. E per finire degli armadi pieni di vestiti da soprattutto di giochi e un tappeto. La stanza è illuminata da un lampadario a forma di Sole e con attorno i nove pianeti del sistema solare. Sparsi qua e la, dei giocattoli: trenini, macchine, bambole e trottole.
Intenti a giocare due bambini, un maschietto e una femminuccia. Il maschio ha i capelli azzurri con un piccolo ciuffetto giallo scuro un pò più sopra gli occhi, che a prima vista sembrano freddi, ma appartengono a un ragazzino dolce e scherzoso. Indossa una maglietta azzurra e dei pantaloncini blu e per finire dei polsini neri. La bambina gli assomiglia molto: capelli azzurri un pò corti, una parte lasciata libera che arriva quasi alle spalle, mentre l'altra parte è raccolta in due codini alti. Due teneri occhi dolci, color ghiaccio, come il bambino. Porta solo un vestitino azzurro che gli è lungo. Dall'aspetto sembrano gemelli, e infatti, lo sono; mostrano nove anni. Entrambi sono intenti a fare un puzzle con tranquillità. Nessuno dei due vuole rompere il silenzio che si è creato. Ormai i loro occhi sono concentrati su quei pezzi che pian piano stanno formando un disegno, precisamente l'universo. Ma vengono distratti dal rumore della porta che si apre.
- Mizuki, vieni ti vuole papà!- la bambina smette di fare il puzzle e si avvicina saltellando allegramente verso la donna che ha appena fatto il suo ingresso.
- E io?- la donna girandosi trova il piccolo che la guarda con occhi tristi, che a chiunque farebbero tenerezza.
- Damian, tu aspetta qui! Giocherai più tardi con tua sorella!- e finta la frase prende la piccola in braccio.
Damian guarda con i suoi occhietti azzurri la figura della sorella, finchè non sparisce dietro alla porta di legno.
Non sa che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe vista.
 
- Vai Straiker! Continua così!- un bambino ordina al suo bey ad attaccare più forte il suo avversario.
- Non ti arrendere Wolf!- un coetaneo del bambino incita il suo bey a continuare a girare, anche se si può notare che sta barcollando.
La scena si sta svolgendo in uno stadio molto grande. Sugli spalti c'è molta gente che guarda l'incontro con il fiato sospeso, i più interessati due bambini che guardano il proprio amico vincere. Invece i due blader che stanno combattendo si trovano uno di fronte all'altro, in un grande stadio da combattimento, mentre due bey continuano ad attaccarsi senza sosta. Il primo blader è un bambino di nove anni, capelli strani neri con i bordi bianchi, e un ciuffetto nero che arriva a toccare il naso, due enormi occhi color cioccolato che fissano attentamente il bey verde, con disegnato sopra la testa di un unicorno. Indossa una felpa rossa e dei pantaloni beige larghi e infine delle scarpe nere e dei mezzi guanti. Invece il suo avversario ha dei capelli di color biondo platino e degli occhietti azzurri. Ha una semplice maglia azzurra e dei jeans scuri e infine delle scarpe nere. Il suo bey è grigio e rappresenta l'immagine di un lupo, esso ormai barcolla, se il bey verde mette a segno un altro attacco, sarebbe stata la sua fine.
Si sta svolgendo la finale del torneo Junior, in America, precisamente a New York.
- Vai Masamune! Finiscilo!- dagli spalti due ragazzini urlano al proprio amico di finire quella battaglia e di portarsi a casa la coppa d'oro, che è il premio del torneo.
- Vai Straiker! Lamp..- ma Masamune viene interrotto da uno strano rumore, ed non è l’unico ad averlo sentito. Tutta le gente lì presente si guarda attorno, spaesata.  Si vede qualcosa piombare dal cielo, come un meteorite, che finisce direttamente nel centro dello stadio, provocando un grande nuvolone di sabbia. Tutti cercano di capire che sta succedendo, mentre i due blader che stavano combattendo richiamano i loro bey e si allontanano dallo stadio.
Ecco spuntare due occhi rossi, che mettono paura. Un urlo feroce spazza via il nuvolone di sabbia e che rivela un essere spaventoso: sembra un umano, ma è molto più grande, pelle chiara e occhi ricoperti di sangue. Dalla sua bocca colava la stessa sostanza che c'è negli occhi. Guarda attentamente le persone li presenti, che non riescono a muoversi dalla paura. Poi parte alla carica: salta sugli spalti e con ferocità di divora la gente che cerca di scappare. Infatti, le persone cercano di scappare, ma altri esseri spuntano fuori dal nulla e che con una velocità pari a quella di un leone, sbranano vive le persone che ormai non hanno più via d'uscita.
Masamune non si è ancora mosso da li, guarda con terrore quei esseri che inseguono le gente, quella gente che conosce molto e che era venuta li solo per vedere la finale del torneo, che si sta trasformando in un cimitero di persone che stanno morendo davanti ai suoi occhi.
Il dolore che in quel momento prova è terribile, che non riesce manco a descrivere. Vedere tutto quello, per un bambino è una cosa tremenda, che non si dimentica facilmente. Ma da una parte si sente arrabbiato, vuole sfogare quella rabbia verso il creatore di quel disastro. Stringe i pugni e abbassa la testa. Le lacrime sono troppo forti da trattenere, e iniziano a rigargli il volto. Nella sua testa rimbombano le urla della gente terrorizzata che provano a scappare, ma sono senza via di fuga, allora perdono la speranza di vivere. Tutto attorno a lui va a rallentatore. Rabbia, dolore e paura. Emozioni brutte e indescrivibili, che non si possono fermare facilmente, difficili da dimenticare.
 
Quello è solo l'inizio..... di una grande guerra.
 
Cinque anni dopo...
 
Aprire pian piano gli occhi e vedere sempre il buio é stancante. Il semiterrato è scuro e freddo, le piccole finestre sono chiuse e tappate con vari oggetti per non far passare la luce. L'unica cosa che illumina la stanza è una piccola candela vicino ai dei piedi, che è da un pò che è accesa. Ormai i suoi occhi si sono abituati al buio, ma non può andare avanti così.E’ già due giorni da sola, chiusa in quel postaccio, ma che ci può fare, è l'unica stanza che è rimasta intatta della casa, precisamente la sua. L'unico suono che regna è il ticchettio di un vecchio orologio di legno, abbandonato in un angolo della stanza e dimenticato, come lei; va avanti a malapena. Non ha molto per riscaldarsi e non può fare altro che raggomitolarsi sempre di più, stringendo le gambe al petto e avvolgendosi con quella sporca coperta che gli è rimasta. Spostando lo sguardo un pò più in la dei suoi piedi e trova un'altra coperta, simile alla sua, ma non copre nessuno. E' sparito da un giorno e mezzo, e non è più tornato. “E se è stato anche lui mangiato? Oppure trasformato in quei brutti esseri? No, non è possibile. Lui è forte, se la sa cavare nelle strade di Los Angeles, ormai sa già cosa fare. Non può lasciarmi così, da sola e affamata” sono questi i pensieri che rimbombano della sua testa, ormai da quando se ne era andato.
Lo stomaco inizia a brontolare. L'unico modo per farlo smettere e dormire, ma di certo non può sempre dormire. Di nuovo il brontolio. La fame e la sete sta prendendo il soppravvento. Tutte le scorte sono finite. E' per questo che lui è uscito, ma di solito è una cosa veloce. “Dovrei raggiungerlo? Ma lui mia ha raccomandato di stare qui, fino al suo arrivo” stringe ancora di più le gambe al petto, come per trattenersi. " Aspettami qui, io tornerò subito. Non uscire che è troppo pericoloso" e così l’ ha lasciata. Non sa come passare il tempo, perchè si sente troppo stanca e annoiata, ma soprattutto affamata. Non ha altra scelta: deve uscire da quel posto!
 
Strade desolate e sporche, tutto è sottosopra, come se è passato un uragano, ma è così ormai da cinque anni. Cartelli rotti, macchine distrutte, corpi di persone morte che giacciono a terra. Il cielo grigio e la bassa nebbia danno ancora a questo posto un aspetto tenebroso, come una città fantasma. Il vento gelido muove i capelli castani. Esso le provoca la pelle d'oca. Riesce a camminare a malapena dalla stanchezza, se qualcuno l’avesse vista, di sicuro penserebbe che è uno zombie. Ma non c’è nessuno, se non lei. Le nuvole sono così grigie e scure che non si capisce se è giorno, pomeriggio o sera, ma lei spera tanto che ci sia ancora il sole. Ma a che serve? Tanto le nuvole non fanno passare manco un raggio di luce. Con i suoi occhi tristi e stanchi un piccolo negozio, trovandolo alla sua destra. Le vetrine tutte spaccate, come se ci fosse appena stata una rapina. Non serve manco aprire la porta perchè è già a terra, tutta spaccata. Tutti gli scaffali mal ridotti, e stessa cosa le robe in vendita, cioè di quel che è rimasto; infatti di cibo non ne trova, e manco dell'acqua. Cosa fare ora? E' l'unico negozio dove pensava di trovare qualcosa, ma non c'è niente. Non le resta altro che tornare indietro.
Uscendo, una follata di vento la costringe a coprirsi gli occhi fiammanti dalla sabbia. Poi con passi lenti, va in mezzo a quella strada grigia e sporca. Guardandosi attorno, sente il suo cuore stringersi in una morsa, come un fiore che sta appassendo. Abbassa lo sguardo verso una pozza d’acqua sporca sotto i suoi piedi. Riflessa, l’immagine di una ragazza dagli occhi fiammeggianti, ma tristi e fuggitivi, dei ciuffi ribelli che li coprono e dei lunghi capelli castani muoversi in sintonia con il vento gelido. Tra di essi si può notare un nastro color rosso inglese. A coprirgli solo un top bianco e sopra solo una felpa leggera nera, dei jeans strappati qua e la, e delle scarpe delle All Stars bianche alte, che arrivano a metà polpaccio. Continua a fissarsi lì, come se la pozza d’acqua e il suo specchio. Chiude gli occhi e dopo un po’ di secondi gli riapre, ma rivede sempre la sua immagine di una ragazza triste e abbandonata. Vuole tanto tornare indietro nel tempo e rivivere quei bei momenti con la sua famiglia, i suoi amici e far avverare il suo sogno, che è stato spezzato per sempre: quello di diventare la migliore blader del mondo. Tutto stava andando alla perfezione, come in un bellissimo sogno: viveva felicemente una vita bella e avventurosa, viaggiando con la sua migliore amica in giro per il mondo, ma un giorno tutto è volato via. Tornando a trovato tutto e tutti andati, la città distrutta e la sua famiglia morta. E da lì si voleva risvegliare, voleva che tutto quello che stava vedendo fosse solo un brutto incubo, ma per sua sfortuna, non lo era.
Uno strano la risveglia dai suoi pensieri. Non ha il coraggio di guardare. Il suo cuore inizia a battergli forte dalla paura, e il suo corpo trema. Poco più in la, vicino a una macchina rossa, un essere sta divorando il corpo di un uomo morto. Sembra un leone, o molto peggio. Gli occhi ricoperti di sangue, denti aguzzi come uno squalo, la pelle chiarissima. Era un umano, come lei, prima di essere contagiato da quella maledetta malattia che ormai a rovinato tutto e tutti. Una malattia che si contagia solo attraverso un morso. Sono degli esseri carnivori, mangiano qualsiasi essere vivente, sparsi in tutto il mondo, continuando a uccidere o trasformare la poca gente che è rimasta in vita. Lui non tarda ad accorgersi della presenza della ragazza, e punta il suo sguardo verso di lei. Un brivido le percorre la schiena. Cerca di trattenere il fiato e rimanere immobile come una statua. L’essere continua a tenere lo sguardo puntato nel suo. Vuole tanto scappare, ma non ha le forze per farlo, e sa che di sicuro l’avrebbe raggiunta velocemente. La cosa che gli da fastidio in quel momento è la sua memoria. Già, perché non ci ha manco pensato di portarsi dietro la sua fedele pistola, per attacchi improvvisi come quello.
Ed ecco che inizia a correre verso di lei, già con la bocca aperta per divorarla. Corre dalla parte opposta, senza fermarsi e voltarsi, tanto sente benissimo i passi svelti dell’essere che la sta ancora inseguendo. Le lacrime avvolgono i suoi occhi. Sa già che questa è probabilmente la sua fine e che non ci sarà ritorno. Dalla stanchezza inciampa a terra. Il ginocchio inizia a grondare di sangue e le cerca di tamponare la ferita con la mano e prova a rialzarsi, senza successo. Con lo sguardo terrorizzato cerca il suo inseguitore. “Dove si è cacciato?” Neanche il tempo di pensarci che una figura sta per saltarle addosso. La paura non si trattiene e caccia un urlo. Chiude gli occhi aspettando la sua ora. Uno sparo e poi niente. Un lamento arriva alle orecchie. Con un po’ di timore apre gli occhi, ancora lucidi dalle lacrime e si rende conto di essere ancora viva. Il corpo morente dell'essere le è accanto e si allontana di scatto, spaventata. Ma chi ha sparato?
- Ehi! Ti avevo detto di non uscire!- una voce di rimprovero che arriva da una figura dietro di lei.
E' tornato! Come dimenticare la sua voce forte e sicura. Si avvicina un ragazzo dai capelli blu opaco e carnagione scura, gli occhi di un bel blu cobalto. Porta una giacca rossa e dei pantaloni neri attillati e delle semplici scarpe greche. Dalla felicità non riesce a trattenersi e gli corre incontro per abbracciarlo, ma lui rifiuta, schivando il suo gesto d’affetto. Le prende le spalle e la scuote.
- Ma ti rendi conto che stavi per rischiare la vita?! Eh?! Tu mi dovevi aspettare nel semiterrato e non uscire per essere ammazzata! Non ti sei manco porta la pistola dietro! Sei una incosciente!- gli urla. I suoi occhi blu penetrano nei suoi con rabbia. “Non ha tutti i torti” pensa lei “ Dovevo aspettare solo il suo ritorno”, ma la fame aveva preso il soppravvento.
Abbassa la testa, cosciente del fatto di aver sbagliato. Lui sospira rassegnato. Le braccia forti di King l’avvolgono in un abbraccio caldo e rassicurante, e sembra chiedere scusa per il rimprovero. “Lui era solo preoccupato per me, non voleva tenermi chiusa per sempre nel semiterrato”.
- Torniamo a casa, Amy! Ho trovato qualcosa da mangiare- la sua voce ora è dolce e riscalda il cuore; si allontana da Amy e le mostra un sacchetto pieno di roba. 

Angolo Autrice:
salve a tutti voi del popolo di Beyblade!
Il mio nome è JuliAngel e sono nuova qui!!
Potete chiamarmi Julia o Angel, per me è uguale ;)
Qui ho visto molte storie belle e divertenti che ho letto! Credo che questa è la prima fic della serie Metal un pò triste!
Ginka: Ovvio! Parla di una guerra!
Lo so! Mi sono ispirata ai film horror che vedo sempre, quelle dove esseri spaventosi che prima erano esseri umani, poi sono stati geneticamente modificati! 
Nei prossimi capitoli appariranno anche gli altri personaggi, e perchè no, anche nuovi come Amy!
Non pansate che sarà sempre triste, malinconico e brutto, si sarà anche storie d'amore e qualche scena comica! (almeno credo)
Questa storia probabilmente non vi piacerà, ma se mi lasciate anche una piccola recensione, che sia negativa (di sicuro) o anche positiva, mi rendete comuque soddisfatta del mio lavoro!
Non sono brava in grammatica, quindi avrò di sicuro fatto qualche errore! Ma ho solo 11 anni.. Devo aver il tempo di migliorare!
Vi prego recensite!
Ma ringarzio comunque chiunque leggerà questa schifezza!
 
Arrivederci
JuliaAngel! ;)
  

  
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