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Autore: LadyBracknell    17/01/2013    2 recensioni
Il detective spalancò gli occhi, voltando la testa verso l'amico
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock...devo parlarti."
Il moro sembrò non accorgersi nemmeno delle parole che gli furono dette da John. 
Il dottore si schiarì la voce, guardandolo da dietro il divano dove il detective stava sdraiato con le mani poggiate morbidamente sulle labbra.
"Sherlock. È una cosa importante."
Incrociò le braccia e sospirò, colto dalla voglia di tirargli un cuscino... O magari qualcosa di più pesante.
Il detective spalancò gli occhi, voltando la testa verso l'amico.
 
Si erano conosciuti durante un caso da lui rinominato "Il tratto dei Quattro".
Mary Mortsan, giovane e bella ereditiera era rimasta colpita dalle premure del dottore e dal suo carattere forte, deciso e ironico.
Dal canto suo, John la aveva vista e ne era rimasto piacevolmente impressionato; aveva scherzato e ronzato attorno a lei come un'ape fa con un fiore, l'aveva un po' corteggiata, com'era sua consuetudine fare con ogni bella donna con cui aveva il piacere di parlare.
Il guaio per lui si rivelò quando si accorse che non era un fiore come gli altri; una pianta dal dolce succo velenoso, e lui era caduto nella sua bella trappola di sguardi e baci lievi.
 
Sherlock se n'era accorto da tempo. Quei due erano troppo vicini e lei rispondeva alle provocazioni del moro con sfacciataggine nascosta dietro un velo di eleganza.
Non poteva che essere perfetta per uno come il Dottor Watson.
 
"Spero siate felici assieme".
Avvertì un lieve cenno di amarezza nelle sue parole, ma tentò di non farci caso, tornando a contemplare il soffitto annerito.
 
 
 
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Era passato un anno.
John ave a chiesto a Mary il permesso di assentarsi, andandosene di casa prima che lei gli rispondesse.
Entrato nel giardino di alberi spogli e nebbia fitta, il dottore si era diretto verso la lapide di nero marmo con passo sicuro, girando fra le statue grigie e i viottoli di ghiaia con automaticità spaventosa.
Era lì.
Ogni volta sperava che fosse stato tutto un sogno. Un orrendo, lunghissimo incubo.
Ogni volta, la gola gli bruciava di fronte alla gelida verità, riflessa sulle lettere dorate in rilievo.
 
"Avrei voluto tu mi facessi da testimone" mormorò all'erba imperlata di rugiada "...Scommetto l'avresti fatto, anche se odi le cerimonie."
Lasciò cadere una rosa bianca ai piedi della pietra.
 
"John caro, farai tardi..."
"Arrivo. Grazie, Mrs.Hudson"
 
Aveva rimandato di troppo il matrimonio.
Stretto nel suo panciotto nero, varcò la soglia della chiesa, sistemandosi davanti all'altare, con lo sguardo basso.
Mormorii sommessi, il peso degli sguardi su di lui.
Harry gli si avvicinò all'orecchio.
"Sei uno schianto."
John non rispose che con un sorriso accennato.
 
Non lontano, seduto all'ultima fila di panchine, un uomo con un cappotto nero osservava.
  
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