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Autore: grenade    18/01/2013    0 recensioni
dalla storia:Da piccola mi piaceva credere che fosse così , che i treni ripassassero .
Che la gente non ti abbandonasse così.
Che le bolle non scoppiassero all’improvviso .
Poi ho capito , finalmente .
I treni fuggono , le crisalidi non diventano farfalle .
Le bolle svaniscono in un lampo .
E soprattutto ho capito che non esistono cerchi né cornici , ma solo linee indefinite
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa piccola storia è solo uno sfogo , scritto in un momento di tristezza e delusione. L'ho scritta di getto e spero vivamente che vi piaccia.
Linee sparse


Le lacrime pèrcorrono lentamente il viso , come sempre.

Sono solo una persona triste , simile a milioni di altre.

Tutte con le stesse storie, drammi , preoccupazioni.

Tutte ugualmente diverse.

Tutte linee  sparse, in balia del destino.

Cadute, spazzate via dal vento , come bustine di plastica .

Vorrei correre. Urlare. Fuggire il più lontano possibile da questa realtà che non vedo più.

Che non riesco a sentire completamente mia.

Invece mi ritrovo qui a digitare dei tasti , inutile e patetica.

Si dice che i treni passano una volta sola nella vita.

Balle . Tutte enormi ed inutili balle.

I treni corrono , scalpitano , spariscono .

Ma non passano mai , a meno che non sia tu e coglierli e inseguirli .

Avevo fatto così anch’io , per un po’.

Correvo, fissando nella mente che era il mio progetto.

La mia cornice .

E allora mi adattavo , sorprendimi persino di me stessa.

Potevo essere tutto ciò che era giusto, indicato .

Un camaleonte che cambia colore in ogni foglia su cui si posa.

Non mi ero resa conto di perdermi .

In un labirinto intessuto di fili in districabili, intrecciati l’uno con l’altro.

Le persone erano solo capaci di guardarmi , scrutarmi dall’alto in basso .

Volevo chiedere il perché.

Perché non capivano che mi stavo sgretolando, a piccoli passi ma sempre più veloci .

Avevo deciso di aspettare il momento giusto .

Quello in cui avrei smesso di essere un camaleonte , ma semplicemente una piccola farfalla.

Unica ,nello stesso tempo identica.

Occasione sprecate,disdette dell’ultimo minuto : questa è la mia vita.

Potevo contare sulle punte delle dita i momenti in riuscivo ad essere felice.

Brevi come un attimo, eterni come il tempo.

Poi di brusco apri  gli occhi .

E cosa ti rimane ? . Nemmeno una briciola , a cui aggrapparti .

Tutto perso ,svanito.

Puoi solo aspettare e camminare  a piccoli passi , verso il prossimo .

Formando tanti minuscoli cerchi .

Da piccola mi piaceva credere che fosse così , che i treni ripassassero .

Che la gente non ti abbandonasse così.

Che le bolle non scoppiassero all’improvviso .

Poi ho capito , finalmente .

I treni fuggono , le crisalidi non diventano farfalle .

Le bolle svaniscono in un lampo .

E soprattutto ho capito che non esistono cerchi né cornici , ma solo linee indefinite.

Guardo la finestra , distrattamente .

Aspetto , che sia il mio momento.

Anche se so che probabilmente è già arrivato , ma non riesco a vederlo .

Ma non mi resta altro .

Se non la speranza e un’interminabile attesa, in cui forse riuscirò a ritrovarmi .

O forse  no .

Però mi piace ancora credere nell’esistenza di un principe su un cavallo bianco .

Di regge incantate e bacchette magiche .

Voglio ancora credere che un giorno avrò un mio colore, come le ali di una farfalla.

 

 

 

 

 

 

  
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