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Autore: Nocturnia    18/01/2013    4 recensioni
Sfogliando un album di foto è possibile tornare là, dove tutto era iniziato e nulla si era mai davvero concluso.
È possibile morire e tornare, ancora e ancora.
È possibile vivere.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Catwoman aka Selina Kyle
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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sdjoff
Disclaimer: Bruce Wayne, Selina Kyle e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell’autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.

"Una parola muore appena detta: dice qualcuno.

Io dico che solo in quel momento comincia a vivere. "
- Emily Dickinson -


Stagioni diverse


Foto #1

"Quindi questa è Firenze."
Inclina il mento Selina, ombreggiandosi con la tesa del cappello.
Annuisci, raccogliendo la tua valigia dal nastro trasportatore e fissandola.
È bella Selina alla luce del tramonto, un riflesso sanguigno e morbidamente caldo.
"Bruce..."
Ti avvicini, sfiorandole il volto in una carezza incerta.
Ti restituisce un sorriso ambiguo, poggiando la guancia contro la tua mano.
"Non la prendi la mia borsa?"
Alzi un sopracciglio, interdetto.
"Forse dopo." mormori prima di baciarla "Forse."
E il gatto aveva appena trovato il suo nuovo topo.

Foto #2

"Ti piace?"
Selina incrocia i tuoi occhi, avvicinando la tazza alle labbra.
"Non male."
Sorridi, stornando lo sguardo e poggiandolo sul cielo invernale di Firenze.
Nevica debolmente e sulla tua pelle si dissolve tutta quella massa bianca e silenziosa, diventando un filo d'acqua e cristallo.
Con un gesto rapido e preciso, Selina butta nel cestino il suo bicchiere, fissando ingorda il tuo.
"Lo vuoi?"
Non risponde Selina, ma ti basta il sapore del caffè caldo sulle sue labbra per sentirti sciogliere anche il cuore.

Foto #3

È un vento tiepido quello che ti sfiora il viso, colmo di troppi odori e troppi rumori.
Firenze è caotica ti avevano detto Firenze è una pietra dai mille colori e che ti stordisce con le sue luci.
Selina appoggia una gamba sul tuo fianco, rotolandoti addosso e schiacciandosi contro di te.
È calda sulla tua pelle, nuda e spietatamente umida tra le cosce.
Ti sfiora il braccio con i polpastrelli, inspirando sulla tua nuca.
"Si chiama primavera, Bruce. L'hai mai vista?"
E fiorisce un cuore che era ancora preda dell'inverno.

Foto #4

È piccolo e nero.
È molesto e fastidioso, sgarbato e sleale.
Ti miagola a pochi centimetri dall'orecchio, conficcandoti bene bene una discreta, ma affilata, unghia nell'avambraccio.
"Piantala."
Miagola più forte e questa volta sputacchia anche qualche goccia di saliva felina.
Ti alzi di scatto, facendolo sussultare.
"Lo sai cosa fanno i pipistrelli ai gatti, Amleto?"
"Proprio niente, Bruce. Di solito, è il gatto a catturare il topo."
E sono denti di donna quelli che affondano, impietosi, nella carne tenera della tua spalla.

Foto #5

"Chi era?"
Abbassi la forchetta, poggiandola sul tavolo e fissando il piatto vuoto.
Selina sposta un pomodoro e lo divide in due, mangiandolo con lentezza assassina.
"Di chi parli?"
Un sorriso derisorio si fa strada sul suo volto, adombrandola.
"La donna per cui ti sei seppellito al Manor."
Volgi lo sguardo all'Arno, una superficie inquieta e torbida.
"Rachel. Si chiamava Rachel."
Selina chiude gli occhi, ma ti porge la mano, raccogliendo l'eredità di un uomo rotto e spezzato.
"Raccontami."
E il tuo cuore aveva ripreso a sanguinare.

Foto #6

Un fulmine divide il cielo di Firenze, mentre il rombo del tuono vomita tutta la sua potenza.
Quando la pioggia comincia a cadere, violenta e rumorosa, allarghi le braccia e te ne lasci colpire, quasi i pugni implacabili di Bane.
Non la senti arrivare, ma ne percepisci la presenza quando ti stringe la camicia bagnata.
"Sta arrivando una tempesta, Signor. Wayne." mormora debolmente.
Abbassi lo sguardo, capelli d'ossidiana e l'iride artica di chi è nato predatore tra le pecore impotenti di una città corrotta.
Selina non trema, non chiede perdono.
Selina concede, lasciandosi investire dal temporale e abbandonandosi sotto i tuoi fianchi.
Concede e ti regala un futuro da difendere e da vivere.

Foto #7

Ti osservi intensamente nello specchio del bagno, le mani gelide e sudate, il cuore troppo pieno e la mente un deserto di macerie e rimorsi.
Bruce è un'ombra sfuggente alle tue spalle, una giacca chiusa a metà e il profumo di un maschio dalle geometrie impossibili e durissime.
Ti sei ferita più volte nel cercarlo tra le lenzuola sgualcite del vostro rapporto, sopportando - condividendo - i suoi incubi e i suoi demoni personali.
Lo senti borbottare qualcosa circa le scarpe ed è allora che ti alzi per andargli incontro, baciandolo con forza improvvisa.
Bruce ti squadra interdetto, scostandoti i capelli dalla fronte.
"Selina..."
Una prima lacrima ti solca lo zigomo, poi un'altra e un'altra ancora.
Alla fine della serata sei un'emorragia di dolore e tormento, una donna svuotata e libera.
Libera dal proprio passato, libera dalla paura.
Libera d'amare.

Foto #8

Firenze è un manto d'arancione e rosso, simmetrie d'oro brunito e il primo alito freddo che inasprisce l'aria ancora dolce.
"Ha fatto male?"
"Cosa?" gli domandi avvolgendoti la sciarpa attorno al collo.
"Bane. Dagget. Miranda. Tutto quanto."
Abbassi il capo, continuando a camminare.
"Ha fatto male essere spedito in un buco sperduto nel mondo e vedere Gotham morire?"
"Sì."
Non c'è menzogna nelle sue parole, nessun inganno.
"Credo che ci siamo feriti abbastanza, io e te."
Una foglia cade ai tuoi piedi, sancendo l'inizio dell'autunno.
"Lo credo anche io." mormora sulla tua bocca, prima di reclamarla ancora.
E l'inverno non faceva più tanta paura.

Foto #9

È una notte silenziosa e attutita dalla neve, il cielo una coperta scura e priva di stelle.
La lingua di Selina è una scia rovente e umida sul petto, una carezza morbida e che non demanda pietà alcuna.
Fa l'amore con la disperata urgenza di chi ha già perso troppo Selina, cosce tese e mani pronte ad accoglierti.
Il vento sibila fuori dalla finestra, vibrando di furia repressa e facendo tremare debolmente i vetri.
Selina si inarca sotto di te e trova il cordolo biancastro dello sfregio inflitto da Talia.
Vi scorre sopra con le dita, raggiungendoti poi i fianchi.
"L'avevo detto che era un manichino rigido e antipatico quella donna."
Liberi la tensione dell'amplesso in una risata, prima che l'orgasmo ti monti addosso, lasciandoti incerto sulle gambe e svuotato d'ogni pensiero.
Di Talia, la polvere del ricordo e di un tempo solitario.

Foto #10

"Cosa leggi?"
"Racconto di due città."
Bruce non storna lo sguardo e nemmeno lo abbassa, ma sfiora la copertina con le dita.
"E ti piace?"
Scosti il libro, poggiandolo sulle ginocchia.
"Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi; eravamo tutti diretti al cielo, eravamo tutti diretti a quell'altra parte." replichi piano, nella mente una tomba vuota e un dolore il cui eco non si era mai spento veramente.
Bruce ti cerca la mano e la stringe, negli occhi una malinconia soffusa e celata.
"Forse è tempo di dirglielo."
Tace il pipistrello, annuendo.
Tace e comprende: è tempo di spiccare l'ultimo volo.

Foto #11

È infine accaduto.
Lo capisci da come Bruce si inclina alla tua destra, dal leggero tremore che gli scuote le dita.
Ha un sorriso che è l'ultimo punto di una sutura impossibile, in quell'iride artica il riflesso di un uomo che è stato tutto: padre e amico, consigliere e compagno fedele.
L'Arno si muove quieto al vostro fianco, un mormorio pacato e gentile, il sapore di una promessa mantenuta e di una vittoria conquistata con il sangue.
Congedi il cameriere, buttando uno sguardo oltre la tua spalla.
Alfred è un pallido stirar di labbra e un silente messaggio d'amore.
Sono contento. paiono sussurrare le pieghe eleganti del suo viso Sono contento, Bruce.
Dietro gli occhiali scuri il sole è un pugno rovente, nell'aria il profumo dell'estate e di un anniversario che è ormai leggenda.
Sospiri, sfiorandoti il filo di perle che ti cinge il collo.
Sfiorando la catena di un nuovo amore.

Foto #12

È una storia vecchia quella tra te e la gatta.
È una storia piena di graffi e morsi voraci, brani di cuore e lacrime umide di desiderio.
È una storia che è iniziata ancora prima che te ne accorgessi e non è mai davvero finita.
È una storia e, in quanto tale, possiede il frasario nascosto di una pelle sotto la quale vi eravate amati più di quanto avreste voluto.
Quando si raggomitola contro il tuo petto, nuda e indifesa, l'accogli tra le tue braccia di uomo e pipistrello, chiudendola in un guscio d'ossidiana.
Scoppia il primo fuoco d'artificio nel cielo, ma non te ne curi affatto.
Scoppia il secondo e non importa, perché è in quella stanza che hai imparato ad amare.
A vivere.



Nota dell'autrice: il titolo, 'Stagioni diverse', non è farina del mio sacco, ma del bravissimo Stephen King.
*si inchina*

"Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi; eravamo tutti diretti al cielo, eravamo tutti diretti a quell'altra parte."
Questa frase è tratta da 'Le due città' di Charles Dickens, il libro di cui si parla alla fine di "The Dark Knight Rises"
   
 
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