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Autore: JustNiki    18/01/2013    3 recensioni
Il sangue ancora scorre dal mio polso sul pavimento e ho la vista annebbiata mentre qualcuno bussa insistentemente alla porta del bagno. Non ho le forze per alzarmi. Sento la voce di mia madre che urla il mio nome. " Hopee! Hopeeee! Hopeee! Ti prego aprimi mi sto preoccupando! "
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Medicine

Leggete lo spazietto autriceeee?! Grazieeee ! Giuro che vi costerà pochi minuti! ;) 
 

Sono a casa da sola. C’è silenzio, troppo silenzio. Il silenzio mi fa venire mal di testa. Il silenzio permette alle mie ansie e paure di prendere il sopravvento su di me. Il mio respiro si fa sempre più corto. Cerco di pensare a qualcosa di bello ma ormai è tardi. Continuo a pensare a quanto io sia sbagliata! Sbagliata per lui, sbagliata per mia madre, sbagliata per i miei amici. Sbagliata per il mondo. Ogni tipo di imperfezione sembrava appartenermi! E allora vado in bagno e la vedo lì. Scintillante e attraente. Ora è la mia tentazione ad assalirmi ma io la lascio fare, lascio che mi pervada e mi avvicino sempre di più all’oggetto del mio desiderio. Solo alla vista di quell’arma provo i brividi. Alzo la manica fino al gomito, ho la pelle d’oca. Il mio corpo si rifiuta ma il mio cuore ed il mio cervello ne hanno bisogno! Sul polso ci sono ancora i segni dell’ultima volta. L’ultima volta è stata devastante. Ogni volta è sempre più devastante della precedente! Prendo la lametta e me la rigiro tra le mani! Poi con il dito traccio sul polso il percorso, lungo la cicatrice, che la lametta dovrà tracciare. Punto la lametta all’inizio della vena e affondo la mia arma con forza nella mia candida pelle. Il sangue inizia a uscire e il contrasto del sangue rosso sulla pelle bianca mi ricorda i petali di rosa caduti sulla neve.

Quei petali di rosa che avevo visto in modo sfuocato a causa delle lacrime che scorrevano incessanti dai miei occhi. Quei petali di rosa sulla neve che erano il risultato dell’ennesima litigata e del mio ennesimo sfogo contro di lui! Quando suonò alla mia porta con un dolce sorriso disegnato sulle labbra e tanta speranza di far pace. Non so cosa mi prese… Presi le rose e gliele sbattei addosso con forza colpendolo ripetutamente finché quelle rose non persero tutti i petali che caddero come coriandoli sulla neve delicata. Lui non disse niente ma mi guardò e lessi dell’amarezza nei suoi occhi. Poi salì sulla sua bellissima Range Rover nera e scompari per sempre dalla mia vita. Prima desideravo colpirlo e lo odiavo ma quando se ne andò si creò un vuoto in me, nel mio cuore e l’unica cosa che volevo era raggiungerlo  e chiedergli scusa per tutto il male che gli avevo procurato. Non c’era un valido motivo al mio sfogo anzi sarei dovuta essere felice lui era tornato da me. L’aveva lasciata ed era tornato per stare con me, con il suo primo amore ma per me aveva aspettato troppo a fare questa scelta. Ora non credo più che sia così darei tutto affinché lui possa tornare da me.
La mia psicologa chiama questo episodio uno sfogo nevrotico. Lei da la colpa del mio atteggiamento allo stress causato dallo studio. Io do la colpa a me stessa perché non dovevo permettere che lo stress mi facesse agire come ho agito! Mi odio con tutta me stessa per averlo ferito. Per aver ferito l’unico ragazzo che io sia stata in grado  di amare. Ogni giorno torno indietro a quel giorno di dicembre in cui lui si presentò alla mia porta.

Il sangue ancora scorre dal mio polso sul pavimento e ho la vista annebbiata mentre qualcuno bussa insistentemente alla porta del bagno. Non ho le forze per alzarmi. Sento la voce di mia madre che urla il mio nome. << Hopee! Hopeeee! Hopeee! Ti prego aprimi mi sto preoccupando! >> poi visto che non le apro prova a scassinare la porta ed al secondo tentativo ce la fa!
 

POV Hope's Mum 

La vedo lì accasciata a terra, mia figlia, ha gli occhi chiusi e dal polso scorre un rigagnolo di sangue che ha creato una pozza per terra vicino ai suoi piedi. Vado in panico, comincio a darle degli schiaffetti sul viso cercando di svegliarla. Ma niente da fare. Allora le fascio il polso e chiamo un ambulanza. Mentre aspetto l’arrivo dell’ambulanza affianco al suo corpo inerme, mi ricordo di lui. Lo avevo lasciato davanti alla porta e probabilmente impaurito dalle mie urla era entrato ed ora guardava il corpo di Hope con terrore. Quei due si erano sempre amati ma non erano mai riusciti ad intendersi. Io da brava madre, o almeno così credevo, avevo sempre cercato di non mettermi in mezzo per lasciare fare a Hope. Gli infermieri arrivano e pongono Hope su una barella. Vedere mia figlia incosciente su quella barella mi devasta. Mi accascio a terra piangendo e mi giro verso lui. Sta piangendo silenziosamente mentre vede gli infermieri che la portano via. Mi alzo e lo raggiungo. << Vuoi venire con me in ospedale, Harry? >>

Mi abbraccia ancora piangendo e annuendo alla mia domanda. Seguivo con la macchina l’ambulanza, correvano come matti. Voleva dire che c’era ancora una speranza per la mia piccola? Gli infermieri non mi avevano detto niente a parte una ragazza molto giovane che mi aveva dato delle pacche sulla spalla mentre caricavano Hope in ambulanza. Harry non aveva ancora smesso di piangere e da quando aravamo entrati in macchina continuava a ripetere << Mi scusi, signora, sarei dovuto arrivare prima. Magari non sarebbe finita così! Non posso credere che Hope sia mor…. >>

<< Non ti permettere di dire che Hope è morta. Perché mia figlia non può essere morta, è giovane e ce la farà! È colpa di tutti non solo tua. Tutti non ci siamo accorti di quello che le stava accadendo. Credevamo tutti ai suoi finti sorrisi e ai suoi “sto bene”  anche se evidentemente non era così! Ora ti prego l’unica cosa che non devi fare quando lei si riprenderà, perché lei si riprenderà, è abbandonarla. Non le permettere di cacciarti. Sta  sempre vicino a lei perché ne avrà bisogno. >>

<< Certo, non la abbandonerò mai più l’avevo capito già prima di vederla in quello stato ed ora ne sono ancora più convinto! >>  Nel frattempo eravamo arrivati in ospedale.
 

Hope's POV 

Avevo male dappertutto , aprii gli occhi e vidi una stanza bianca con delle tendine panna, come quelle degli ospedali ma non era possibile! Io ero morta! Neanche il tempo di realizzare dove fossi che vidi Harry seduto su una sedia di fianco al letto dove mi trovavo. Stava dormendo con la testa poggiata sul mio fianco e con una mano stringeva dolcemente il mio braccio destro. Cosa ci faceva lui lì? Quindi non ero morta? Cos’era successo? Magari avevo sognato tutto? Gli ultimi due mesi erano stati un incubo? Lo speravo tanto! Ma il dolore come le cicatrici sul braccio sinistro mi ricordavano che tutto ciò che ricordavo era veramente successo!Tutti questi interrogativi mi fecero venire un gran mal di testa.

<< Ti sei svegliataaaa! >> Harry mi si butto addosso abbracciandomi. Non mi ero accorta che si era svegliato. Sorrisi, il suo profumo mi sembrava più buono del solito. Forse perché non lo sentivo da tanto tempo. Come avevo fatto a sopravvivere tutto questo tempo senza sentire il suo profumo?! Tutto questo tempo senza di lui?! Ricambiai il suo abbraccio che sembrava non dovesse terminare mai! Quando finalmente ci staccammo ci guardammo per un tempo infinito. Ogni volta mi perdevo nei suoi dolci occhi verdi, come il primo giorno in cui lo vidi.

*FLASHBACK *
Stavo correndo verso la classe di chimica, ero in ritardo a lezione e il prof mi avrebbe ucciso sicuramente. Quando andai a sbattere contro qualcuno. Mi chiesi perché avevo il brutto vizio di camminare a correre sempre a testa bassa andando così a sbattere contro la gente. Quando alzai il viso per vedere su chi ero andata a sbattere vidi due pupille di un verde intenso e fu li che mi innamorai di lui.

<< Hey, tutto bene? Non ti ho provocato un trauma cranico, vero?! >> disse mentre mi sventolava una mano davanti agli occhi.

Cazzo, mi ero incantata per troppo tempo. << Si, scusa… i tuoi occhi… >> tappai immediatamente la mia brutta boccaccia.

 << Cos’hanno i miei occhi che non va? Sei sicura di stare bene? >>

<< No, assolutamente niente! Non potrebbero essere più perfetti! >> Ancora?! Boccaccia di merda che parla a vanvera!

<< Oh, grazie! Non me lo aveva mai detto nessuno! >>

<< Già. Scusa ma ora devo scappare perché sono in ritardo! Ciaoo!! >>

<< Hey cenerentola, hai perso la scarpetta! >> disse piegandosi a raccogliere un foglio caduto nello scontro e porgendomelo. Avvampai immediatamente.

Stavo sognando?! Il ragazzo dagli occhi più belli del mondo mi aveva chiamato cenerentola?! << Grazie, principe azzurro! >>

<< Allora ci si vede in giro! Ciaoo! >> mi girai riprendendo a correre ma prima di svoltare l’angolo mi girai a vedere bene quel ragazzo perché in tutta la conversazione il mio sguardo era rimasto incatenato ai suoi occhi e non avevo visto il ragazzo in se! Lui mi stava ancora guardando. E… Beh… Era proprio uno SCHIANTO!

*FINE FLASHBACK*


Li persa nei suoi occhi mi dimenticai del male che provavo, lui era la mia medicina. Mentre ci guardavamo negli occhi ci avvicinammo sempre di più. Le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza, non volevo mantenere quella distanza. Volevo sentire ancora quelle labbra morbide e dolci sulle mie. Volevo sentire il dolce sapore delle sue labbra e volevo sentire le sue grandi mani stringere con passione i miei fianchi e giocare con i miei capelli durante quei baci passionali che eravamo soliti darci. Le nostre labbra erano troppo vicine, stavo per annullare la distanza quando….

<< Oh mio dioooooo! Ma sei scema?! Non farmi più questi brutti scherzi! >> El, la mia migliore amica mi stritolò a se, scacciando letteralmente Harry che era al mio fianco. Dopo un lungo abbraccio e un lungo pianto da parte di entrambe, sciogliemmo quell’abbraccio! Avevamo litigato qualche giorno prima e quello era il nostro modo di riappacificarci. Io, El e Harry iniziammo a parlare finche poco a poco la stanza si riempì di parenti e amici! Tutti lì per me. Che ipocrisia. Davvero tutte quelle persone tenevano a me? Molti di loro non mi vedevano ne sentivano da anni e quelle poche volte che ci eravamo visti non mi avevano neanche considerata e ora… tutti lì!

Quando arrivò mia madre, uscita di fretta dall’ufficio, mi abbraccio piangendo e si sdraiò sul letto insieme a me tenendomi stretta a se finche tutti se ne andarono. Lei c’era sempre stata per me. Era mia madre, la mia confidente e mi faceva anche da padre. Nonostante i frequenti litigi sapevo di essere ciò che più amava e per me lei era lo stesso. Come avevo fatto ad essere così egoista pensando di togliermi la vita? Non avevo pensato a lei! A quanto avesse potuto soffrirne.
 

1 MESE DOPO ... 


Ero tornata a casa proprio quella mattina dopo una lunga convalescenza di 3 settimane in centro di riabilitazione. Tutti quegli incontri con gli psicologi mi avevano distrutta. Parlare di se e dei propri sentimenti non è mai facile ma mi era servito e anche se all’inizio mi ero opposta avevo imparato ad apprezzare i loro consigli. Sentii il campanello di casa suonare! Mi affacciai alla finestra e lo vidi lì! Bellissimo come sempre mentre aspettandomi si friziona i capelli. Scendo volando dalle scale, apro la porta e lui mi lancia un sorriso fantastico. Indossa dei jeans strettissimi, t-shirt blu, camicia di jeans e sopra una felpa blu larga.
<< Ciaoo! >> dico mentre mi attacco al suo collo abbracciandolo.

<< Ciaoo bellezza! >> lui mi stringe a se.

<< Entra! Non restiamo fuori a congelare. >> dico mentre mi sciolgo dall’abbraccio.
Entriamo in casa e lo conduco in sala. Ci sediamo sul divano. MADONNA QUEGLI OCCHI!! Mi ci perdo ancora. Dopo un paio di minuti di silenzio, mi mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio e gli sorrido.

<< Siamo a casa da soli? >>

<< Si >>

Mi prende e mi bacia. Un bacio tenero ma allo stesso tempi passionale. Le nostre lingue si toccano, giocano e si rincorrono. Un bacio che lascia senza respiro. Io sorrido sulle sue labbra e lui mi morde il labbro inferiore. Non era il primo bacio che ci davamo da quando mi avevano dimessa dall’ospedale ma sicuramente era più spinto di tutti gli altri.  Mi prese in braccio e avvinghiai le mie gambe intorno ai suoi fianchi mentre lui iniziò a salire le scale. Quando entrammo in camera Harry picchiò la gamba contro lo spigolo del comò e iniziò a imprecare mentre io me la ridevo  con la testa nell’incavo del suo collo.  

<< Aaah si?! Te la ridi?! Brava, brava, brava! Ora te la faccio pagare!  >> disse  buttandomi malamente sul letto.

<< Aah, cosa vorresti farmi?! A questi occhi dolci, a questa ragazza che ami tanto… non oseresti mai fare niente! >> dissi ridendo.

<< Vedremo. >> si avvicinò a me facendomi sdraiare sul letto e nel contempo sdraiandosi lui stesso su di me. Quando le nostre bocche quasi si sfioravano, iniziò a solleticarmi i fianchi, conscio che io non avrei resistito a quel tocco. Così iniziai a dimenarmi e ridere nel contempo. Non sopportavo il solletico sui fianchi e solo lui e mia sorella erano a conoscenza di quel particolare. Povera me. Ogni qualvolta volevano stuzzicarmi mi facevano sempre il solletico.  Con le braccia ai lati delle mie spalle mi impediva di fuggire da quel subdolo attacco.
<< Mi arrendo, mi arrendo!! Smettilaaaa! >> dissi prima di morire di mal di pancia.

<< La smetto solo se mi dici la parolina magica. >>

<< MAI! >>

<< Allora continuo! >>

<< No, no, ok. Smettila dai PERFAVORE! >> riuscì a prendere fiato tra le risate per pronunciare quel grido d’aiuto.

La smise subito e entrambi ci guardammo per un tempo infinito, cercando di riprendere fiato. Finalmente le nostre bocche si toccarono e le nostre lingue iniziarono a giocare tra loro, mentre le sue mani entravano sotto la mia maglietta e io gli sfilavo la felpa.  Le sue mani fredde al contatto con la mia pelle mi provocarono uno strano brivido d’eccitazione. Da troppo tempo non lo sentivo così vicino. Lo volevo subito. Mano a mano iniziammo a spogliarci e rimanemmo nudi tra le coperte del mio letto. I nostri corpi a contatto l’uno dell’altro sembravano completarsi, i nostri baci si fecero sempre più appassionati e noi continuavamo a sorridere l’uno sulle labbra dell’altro consapevoli di non poterci staccare neanche per un attimo. Io non esistevo senza di lui e lui non esisteva senza di me. Solo quando eravamo insieme i nostri corpi, le nostre menti, i nostri cuori e le nostre anime prendevano significato. 







 

* Spazzietto autrice da strapazzo! * 
=) 
Buongiorno o sera bellezzeeee! Inizo col ringraziarvi di aver letto questa OS! Ce l'avevo pronta da un pò, dovevo solo rifinirla ma non avevo tempo. Tra poco publicherò anche il prossimo capitolo della mia FF! Comunque vi chiedo di recensire, mi farebbe mooooolto piacere. Poi rispondo a tutti quelli che recensiscono SEMPRE! Vi salutoooo 
Buon 2013! 
RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE....... ;) 

   
 
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