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Autore: Miss Craig 007    18/01/2013    0 recensioni
[Vittime Di Guerra]
Durante la guerra del Vietnam, il PFC Eriksson dovrà riuscire a superare molti ostacoli, ma grazie ad un'amicizia speciale... Leggete e spero che vi piaccia! Recensite in molti! :D
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Vi era un silenzio tombale quel giorno, a Tây Nguyên. Le foglie si muovevano al leggero fruscio del vento e il sole stava quasi per tramontare. A terra, giaceva morto un membro dell'LRRP, una squadra di soldati statunitensi. Il sergente Tony Meserve, si sentì il vuoto all'interno di sé e anche una profonda ferita. Addolorato per la morte, disse:- Uomini, non dobbiamo tirarci indietro. So che questo fatto è stato doloroso per tutti, ma dobbiamo andare avanti e finire questa missione. Tutti annuirono, ma solamente il PFC Sven Eriksson se ne stava in silenzio, a riflettere.
T:- Su, coraggio! Torniamo al campo base!
Tutti lo seguirono e si diressero a destinazione. Una volta arrivati, accesero un fuoco e si misero attorno ad esso a discutere dei futuri attacchi ai Viet-Cong. Sven invece se ne stava da una parte, per conto suo, perchè non era molto amato dal sergente. Poco dopo si alzò e se ne andò a dormire, mentre i suoi compagni continuavano a discutere.

Il giorno dopo, Tony si accorse di un intruso nella squadra, mentre faceva un discorso ai suoi soldati. Si avvicinò e gli chiese:- Tu chi sei e cosa ci fai qui?
Tutti guardarono con aria incuriosita il misterioso soldato.
SO:- Sono americano come voi, Signore! Non sono un alleato dei Viet-Cong!
Il sergente non disse nulla e gli tolse l'elmetto. Sotto di esso, vi era una ragazza, Alison Layton. Lei abbassò lo sguardo e non disse nulla.
T:- Una donna, nella nostra squadra?! Disse incredulo.
Cominciò un mormorio fra i soldati, ma Sven la guardava incuriosito. Si avvicinò e il sergente gli urlò:- Al tuo posto, Eriksson!
Lui non lo ascoltò e rimase a guardarla. Alison alzò finalmente lo sguardo e incontrò quello di Sven. Per un po' anche lei lo guardò incuriosita, ma il sergente si spazientì, prese lui per un braccio e lo riportò al suo posto. Poi ritornò da lei e le chiese:- Che cosa ci fai qui?
A:- Mi sono nascosta a Tây Nguyên, dopo che l'ultima spedizione mi aveva abbandonata lì. Quando ho visto voi, avevo pensato di arruolarmi, però con il Suo permesso, Signore.
Il sergente rivolse uno sguardo di ghiaccio verso la ragazza, ma poi pensò: “Potrebbe essermi utile!” quindi le disse:- Va bene, puoi rimanere.
A:- Grazie, Signore. E riabbassò lo sguardo.
Lui la squadrò dall'alto verso il basso e, dopo aver fatto un cenno ai suo soldati di seguirlo, si allontanò. Sven li guardò mentre se ne andavano e intanto Alison gli si avvicinò e gli chiese, con voce tremolante:- S-Scusami, ma fa sempre così lui?
S:- Si, facci l'abitudine già da subito! Si capisce subito se gli piaci oppure no. Da come ti ha guardata sembra che tu non gli sia molto simpatica.
A:- M-Ma se sono appena arrivata! Non può giudicare una persona prima di conoscerla!
S:- Cerca di farglielo capire! Se ci riesci, allora diventerai il mio idolo!
Lei fece una risatina e lui rise a sua volta.
S:- Comunque, io mi chiamo Sven, Sven Eriksson, piacere!
A:- Alison. Alison Layton. Piacere mio!
S:- Non ti devi preoccupare di Tony. Se fai il tuo lavoro e se lo fai bene, allora potresti anche piacergli!
A:- Ah, allora è così che funziona...
S:- Eh, si! Se ti vuoi guadagnare la sua fiducia, devi farti notare!
Lei si mise a camminare lì intorno trascinando i piedi, ma ad un certo punto gli chiese:- Senti, non è che per caso sai che fine ha fatto la spedizione che c'era prima di
voi?
S:- A dire il vero non ne ho idea. Ho sentito che se ne sono ritornati a casa, ma questa è solo una delle voci che ho sentito.
A:- Ah, capisco... E riprese a camminare.
Lui la guardava, ma poi la fermò e le disse:- Forse è meglio che andiamo anche noi...
A:- Tu dici? Stavo così bene qui!
S:- Si, anch'io. Ma come ti ho detto dobbiamo fare il nostro lavoro. Su, forza! Andiamo!
Lei, sbuffando, prese la sua arma e seguì il ragazzo fino a raggiungere il gruppo, che nel frattempo era impegnato in uno scontro. Appena lo vide, Tony gli andò incontro e gli urlò:- Dove sei stato?! Avevi forse paura, fifone?!
S:- No, Sergente! Sono stato trattenuto!
T:- Si, certo! Ci stavi provando con quella, ecco cosa facevi! Guarda che lei è mia!
S:- Non stavo facendo nulla, Signore! Stavamo solo parlando!
Il sergente scosse la testa e riprese a combattere. Il giovane si voltò e non vide più lei. La cercò, fino a quando la trovò dietro ad un muretto. Alison lo vide e gli disse:-
Scusami se sono sparita così all'improvviso!
S:- Non fa niente.
Lei non disse nulla e riprese a sparare.
S:- Però! Hai una bella mira! Commentò.
A:- Grazie! Il mio allenamento è pur servito a qualcosa!
Lui fece un sorriso, ma fu costretto ad abbassarsi dopo che lei gli ebbe urlato di stare giù. In quel momento esplose una granata, ma né Sven né Alison vennero feriti.
Una volta che si rialzarono, anche lui iniziò a sparare, mentre la giovane ricaricava l'arma. Nel farlo, guardò lui e ne rimase attratta, ma non si accorse di aver fatto cadere
i proiettili. Disse:- Accidenti! Al diavolo!
Lui si voltò e chiese:- Che c'è?!
A:- Mi sono caduti i proiettili! Guarda che macello!
S:- Dai, raccoglili e rimettiti in pista!
A:- D'accordo!
Detto fatto, aiutò Sven, ma venne il momento della ritirata. Stava quasi per fare buio e i soldati camminavano silenziosamente verso il loro accampamento. Una volta
arrivati, si misero tutti a fare quello che di solito facevano, mentre Sven e Alison se ne stavano in un angolo a parlare.
A:- Accidenti! I Viet-Cong sono davvero agguerriti!
S:- Sì, lo so! Se vogliamo vincere avremo bisogno di più forza!
A:- Hai ragione... Comunque, parlando d'altro, tu di dove sei?
S:- San Francisco. E tu?
A:- Anch'io! E sorrise.
S:- Che coincidenza! Disse sorridendo a sua volta.
Lei non disse nulla e si grattò la testa.
S:- Quanti anni hai?
A:- Non si chiede l'età alle donne! Disse guardandolo nei suo bellissimi occhi blu.
S:- Si, scusa! Sono un po' impacciato con queste cose! Disse mettendosi una mano dietro la testa.
A:- Non fa niente. Prova ad indovinare!
S:- 25?
A:- No!
S:- 40?
A:- Ti sembro così vecchia?! Disse ridendo.
S:- No, stavo scherzando! E rise a sua volta.
A:- D'accordo, te lo dico io: 31. E tu?
S:- 32.
A:- Beh siamo vicini con le età, per 1 anno di differenza! E sorrise.
S:- Si, hai ragione! Disse, fissandole le labbra.
Lei rimase in silenzio, lui lo stesso. Spesso la guardava, ma ad un certo punto ne rimase completamente attratto. Gli sembrava strano che una ragazza conosciuta da poco, potesse fargli provare una sensazione così grande e mai provata prima. Continuarono a parlare per un altro po' e poi se ne andarono a dormire.

Il giorno dopo, tutti si svegliarono molto presto, verso le 6:00. Sven, mezzo addormentato, andò a farsi una doccia e intanto si mise a parlare con i suoi compagni. Alison passò e lo vide. Rimase un po' imbarazzata e un po' attratta. Lui la guardò a sua volta, sentendosi un po' in imbarazzo, ma abbassò lo sguardo e continuò a lavarsi. La giovane si voltò e andò nella sua tenda, ripensando a lui con tenerezza e da quel momento in lei, nacque un nuovo sentimento: l'amore. Era così potente, che la ragazza non sapeva cosa fare: dirglielo o non dirglielo? Che bel dilemma! Ma non si curò di questa domanda e si preparò per affrontare la giornata. Il giovane uscì dalla doccia e andò a vestirsi, pensando a quell'attimo per lui così magico. Anche lui finalmente iniziò a provare qualcosa per lei e pensava se rivelarle quello che provava o aspettare. Uscì e si scontrò con lei.
S:- Scusami! Non ti avevo vista! Disse grattandosi la testa.
A:- N-Non fa niente.... È colpa mia.... Disse lei guardando in basso.
S:- Non è colpa di nessuno, si vede che magari eravamo entrambi sovrappensiero e quindi non abbiamo fatto caso l'un l'altra!
A:- Si, forse hai ragione. E sorrise.
S:- Scusami....
A:- Per cosa?
S:- Per prima... Ti ho guardata come se volessi dire: “Ma cosa guardi?!”
A:- Non fa niente, sono stata io a guardarti in un modo un po' strano...
S:- Strano?
A:- Si, strano... Beh, comunque lasciamo perdere. Come stai?
S:- Bene e tu?
A:- Bene, grazie! E sorrise.
Mentre parlavano, il sergente arrivò e li interruppe dicendo:- Allora vogliamo finirla di conversare allegramente e cominciamo il nostro lavoro?
S & A:- Si, Sergente!
Dopo essersi allontanato, pensò: “Quei due non mi piacciono, sono sicuro che diventeranno dei buoni a nulla!”
S:- Al diavolo! Disse a bassa voce.
A:- Ma complimenti! E si mise a ridere.
S:- Grazie! Voglio dirglielo una volta per tutte, ma non saprei... Se glielo dico potrebbe cacciarmi e quindi io perderei la possibilità di stare con i miei compagni, ai quali mi
sono affezionato.
A:- Ti capisco. Comunque sono sicura che un giorno o l'altro glielo dirai.
S:- Lo spero. E iniziò a camminare.
Lei lo seguì fino al campo di battaglia e iniziò lo scontro. Questa volta gli americani sembravano più agguerriti, ma i Vietnamiti non gliela darono per vinta. Dopo la
sconfitta, ritornarono al campo base e Sven raggiunse Alison, la quale era molto strana.
S:- Qualcosa non va?
A:- Non mi sento molto bene...
S:- C'è una causa per la quale stai così?
A:- Forse sì... Forse no... Chi lo sa...
Lui scosse la testa e riprese a camminare. Lei fece lo stesso, ma si isolò dal gruppo e si allontanò. Il giovane la vide e la seguì. Per un attimo la perse di vista, ma poi la
ritrovò seduta su un tronco a piangere. Si avvicinò, si sedette e, dopo averle messo un braccio attorno alla spalla, le chiese:- Va tutto bene?
A:- No... Disse appoggiando la testa contro il suo petto.
Per un attimo il ragazzo si sentì strano, perchè avendola così vicino a sé, lo faceva sentire bene.
S:- Su, dimmi cos'hai!
Alison si alzò, si asciugò la faccia e iniziò:- Durante il combattimento, ho ricevuto delle brutte notizie...
S:- Di che si tratta?
A:- Tutta la mia famiglia è stata uccisa dai Vietnamiti... địa ngục !
S:- Ma che cos'è?! La guardò stupito.
A:- Eh, eh! È lingua vietnamita! Vuol dire: “Al diavolo!”
S:- E così parli la lingua vietnamita...
A:- Si! Anche lo spagnolo!
S:- Interessante! E sorrise.
Lei dapprima fu felice, ma ritornò ad essere triste pochi secondi dopo.
S:- Tranquilla, vedrai che ti passerà!
A:- Grazie... E si appoggiò nuovamente a lui.
Sven non disse nulla e le accarezzò la testa. Poi la sollevò e senza rendersene conto, la baciò.
La ragazza lo baciò passionalmente e rimase di ghiaccio, fino a quando lui si ritirò dolcemente. Per un po' si guardarono e alla fine, ritornarono dal gruppo. Durante il
tragitto, rimasero in silenzio, fino a destinazione. Se ne andarono entrambi a dormire, ma lei quella notte non chiuse occhio. Avrebbe avuto paura del fatto che lui il giorno
dopo si fosse già dimenticato di lei, quindi cadde in insonnia. Lui invece se ne stava supino sul suo letto, a pensare a quel momento così bello, magico e nuovo.

Il mattino dopo, Alison si alzò con il malumore. Camminava a testa bassa, senza provare a guardare in alto. Sven invece, guardava fuori dalla tenda e non appena la vide, si avvicinò e le chiese:- Ciao! Come va? Ti sei ripresa un po'?
A:- Si... Diciamo di si...
S:- Sappi che se avessi bisogno di qualcosa, non esitare a chiedermelo. Ci sarò sempre per te.
A:- Grazie. E lo abbracciò.
Lui non sapeva cosa dire, l'emozione gli tolse la parola. Dopo l'abbraccio, la guardò dolcemente e le accarezzò la guancia. Lei gli prese la mano e gliela baciò e la
rimise sulla guancia. Il giovane provò a baciarla, ma Tony arrivò e si annunciò, schiarendosi la gola.
S & A:- Buongiorno, Sergente. Dissero una volta distanziati.
T:- Ancora insieme voi due? Ricordati che tu sei qui per un lavoro e tu sei qui perchè mi servi. Quindi, al lavoro!!!
E dopo di che si allontanò.
A:- Non so più cosa fare... Disse versando qualche lacrima.
S:- Non ti preoccupare, troveremo una soluzione! Disse cercando di abbracciarla.
Lei rifiutò l'abbraccio e lo baciò. Dopo il bacio, il ragazzo la guardò un po' perplesso, ma poi sorrise e si allontanò, lasciando la ragazza assorta nei suoi pensieri.
Il sergente la vide, si avvicinò furiosamente e la prese per un braccio, dicendole:- Forse prima non mi hai sentito, ma ti ho detto di metterti al lavoro!
Alison non disse nulla e abbassò lo sguardo.
Tony le mollò uno schiaffo e le disse:- E adesso muoviti! Vai a lavarmi questi! E le sbattè fra le braccia alcuni panni.
Lei, senza esitazioni si diresse al fiume, mentre il suo innamorato la seguì. Si nascose fra gli alberi e rimase a guardarla per tutto il giorno. Quando la giovane ebbe
finito, lui uscì dal suo nascondiglio e le corse incontro, dicendole:- Aspetta!
Dopo che ebbe alzato lo sguardo, lei vide il ragazzo e scosse la testa.
S:- Non puoi farti trattare così, Alison! Devi reagire!
A:- Senti, Sven... Non posso competere contro di lui... Sarebbe anche capace di uccidermi...
S:- Deve prima passare sul mio corpo, se vuole ucciderti!
Lei lo guardò incredula.
S:- Ho detto veramente quelle cose? Dovevano rimanere dentro di me... Disse abbassando lo sguardo.
A:- Grazie! Disse baciandolo sulla guancia.
S:- Io faccio solo quello che mi sembra giusto fare.
A:- E quello che fai è giusto!
Lui sorrise e lei gli mise un braccio attorno alla vita, facendogli un cenno di andare.

Con il passare dei giorni, la relazione dei due sembrava migliorare di volta in volta. Accadde però un brutto fatto: mentre Sven se ne stava nel suo nascondiglio sul campo di battaglia, venne scoperto e venne ferito con un colpo di arma da fuoco. Si alzò e camminò faticosamente, ma Alison lo vide, si avvicinò e gli disse:- Aspetta, ti aiuto io! E gli mise un braccio attorno alla spalla per sostenerlo.
Camminarono fino all'accampamento, e una volta giunti sul posto, lei lo portò nella sua tenda per medicarlo. Gli tolse la giacca e la maglietta e, dopo aver individuato la ferita, iniziò a curarla. Sven la fissava e ad un certo punto si alzò a sedere.
A:- Stai giù! Disse cercando di farlo sdraiare nuovamente.
Lui le bloccò la mano, e la giovane perse la parola. Senza che se ne rendesse conto, lo baciò.
Dopo il bacio, il giovane si sdraiò e lei continuò con il suo lavoro, facendo in modo di non incrociare lo sguardo di lui. Una volta che ebbe finito, gli disse:- Fatto! Fra una settimana torna da me e ti toglierò i punti.
S:- Va bene. Disse lui guardandola intensamente negli occhi.
Alison cercava di evitare in tutti i modi di guardarlo negli occhi, ma per qualche secondo lo guardò, ma poi se ne andò. Mentre se ne andava, il giovane la guardava e
ogni tanto la ragazza si voltava a guardarlo, per poi rigirarsi sorridendo.

Durante la settimana, ogni volta che lo vedeva, ogni volta che stava vicino a lui e ogni volta che stava per parlargli, lei cercava sempre di evitare il suo sguardo, lasciandolo sempre un po' perplesso. Un giorno poi, Sven andò da Alison per la ferita, ma scoprì che si era infettata.
A:- Che bel problema! Disse mentre prendeva alcune medicine.
S:- Si può fare qualcosa o è troppo tardi?
A:- Per fortuna che sei venuto da me subito, altrimenti l'infezione poteva ingrandirsi e...
S:- E...?
A:- … E tu saresti potuto morire...
S:- Non ci credo... Disse grattandosi la testa.
A:- Credici... Per fortuna non è grave.
S:- Si, infatti.
Lei non disse nulla e si voltò a prendere una crema, mentre lui si alzò a sedere.
A:- Accidenti! Disse mentre le cadde la scatoletta.
Sven si chinò per raccoglierla, ma anche Alison si chinò e in quel momento i loro sguardi si incrociarono. Lei rimase attratta dai suoi occhi profondi e ad un certo punto lui le chiese:- Tutto apposto?
A:- S-Si... Disse alzandosi con la scatoletta in mano.
S:- Bene! Disse sistemandosi i capelli.
A:- Adesso stai giù, così ti posso curare.
Senza esitazioni, il ragazzo si sdraiò e continuò a fissarla. Fissò soprattutto la sua agilità e la sua grazia nel compiere gesti. Dopo che gli ebbe messo una nuova benda, gli disse:- Così dovrebbe passare.
S:- Quanto tempo devo aspettare?
A:- Più o meno un mese.
S:- Ok. Disse rialzandosi e rivestendosi.
A:- Di sicuro entro un mese la ferita guarirà...
S:- Lo spero! Disse guardando fuori.
Anche lei, una volta avvicinatasi a lui, iniziò a guardare fuori. Sven era completamente attirato da tanta bellezza, che la prese e l'abbracciò.
A:- Perché questo abbraccio?
S:- Perché mi mancava il calore dei tuoi abbracci...
A:- Sei così dolce... Disse appoggiando la testa contro il suo petto.
Lui l'accarezzò, ma la giovane si divincolò dall'abbraccio dicendo:- Devo andare! E si allontanò velocemente.
S:- Aspetta! Perché devi sempre andartene ogni volta che ti do un bacio o ti abbraccio? Disse seguendola.
A:- Scusami, ma il fatto è che... Io ho paura...
S:- Di che cosa?
Lei fece un respiro profondo e rispose:- Ho paura che se un giorno, noi due ci mettessimo insieme... Ho paura che duri poco, cioè... Mi capisci?
S:- Si, ti capisco, ma se ti va possiamo provare. Poi vediamo come andrà...
A:- Provare che cosa, scusa?
S:- A stare insieme!
La giovane si voltò incredula e rimase a riflettere in silenzio per un po', mentre Sven la guardava. Poco dopo, lei lo guardò e senza dirgli nulla, lo abbracciò forte.
S:- Devo prenderlo come un “si”? Disse accarezzandola.
A:- Si, aspettavo questo momento da un po' di tempo ormai! Disse sorridendo.
Si divincolarono dall'abbraccio e si guardarono intensamente negli occhi, quando lui fece un respiro profondo e le disse:- Alison... Devo confessarti una cosa...
A:- Che cosa? Chiese lei spaventandosi un po'.
S:- Io... Ti amo...
La ragazza rimase senza fiato e non riusciva a crederci, mentre il giovane fece un sospiro. Dopo un po', lei disse:- Non so cosa dire...
S:- Mi ami anche tu?
A:- Si... No... Forse... Non lo so... Ma che sto dicendo?!
S:- Devi solo rispondere a questa domanda: mi ami?
A:- Ma certo che ti amo, tesoro.
Lui non disse nulla e la baciò.

Passò il tempo e i due erano più innamorati che mai. Si notava subito che erano fatti l'uno per l'altra, visto l'amore che provavano. Purtroppo però, un giorno qualcosa sconvolse tutto: il sergente ebbe l'idea di rapire una ragazza, alleata dei Viet Cong, per scopi principalmente personali. Sven era contrario a quell'idea e iniziò a proteggere la ragazza, solo che la sua fidanzata, cominciò ad insospettirsi. Un pomeriggio, mentre lui stava camminando lei era appoggiata dietro ad un albero. Ad un certo punto il giovane si fermò e chiese:- Cosa ci fai tu qui?
A:- Ti stavo aspettando. Disse avvicinandosi a lui con le braccia incrociate.
S:- Qualcosa non va?
Facendo esplodere la rabbia che aveva accumulato dentro di sé, lei gli rispose:- Qualcosa non va?! Qualcosa no va?! Certo che c'è qualcosa che non va!! Come
potrebbe non esserci?! Quella ragazza, ecco cosa non va!
Lui, con calma provò a risolvere la situazione:- Senti, non devi pensare che io e quella stiamo insieme, perché non è affatto vero! Io voglio solo...
A:- Stare con lei! Lo interruppe con un tono seccato.
S:- Accidenti! Quando vuoi sai essere una testa dura, eh?! Disse spazientito.
A:- Ah, e la testa calda sarei io?! Ma grazie! Anzi, me ne vado! Non ce la faccio più a sentire le tue sciocchezze! Non voglio più avere nulla a che fare con te, addio! E si
allontanò in fretta.
Il ragazzo ci rimase male. La guardò allontanarsi e poi si allontanò anche lui con un passo piuttosto pesante. Una volta arrivata nella sua tenda, Alison si sedette sul
letto e rimase lì tutto il giorno a riflettere. Sven, invece fece un giro al di fuori dell'accampamento per cercare di tranquillizzarsi un po', ma nulla gli faceva dimenticare
quello che provava per lei.

Passò un mese, e nessuno dei due dette segni di arresa. Ogni volta che il ragazzo voleva parlare con lei, c'era una voce nella sua testa che continuava a ripetergli: ”Non andare, ti farà ancora più male!”
Un giorno, vide Alison allontanarsi e decise di seguirla. Lei camminava velocemente, quindi Sven faceva un po' fatica a starle dietro. La giovane arrivò ad una rotaia. Cercò di attraversarla, ma il piede rimase incastrato in un binario e vi era un problema: stava per arrivare un treno. Lei fece di tutto per liberarsi, ma appena mancava poco all'avvicinamento del mezzo, lui la prese e saltò dall'altra parte della rotaia. L'impatto con il suolo fu pesante. La ragazza chiuse gli occhi per la paura, mentre lui si riempì di lividi. Caddero lungo una discesa che parve infinita, ma si bloccarono in mezzo ad un mucchio di cespugli. Una volta terminata la corsa, Alison riaprì gli occhi e un po' spaventata, si chiese: ”Dove mi trovo?”
Provò ad alzarsi, ma il dolore alla caviglia si fece sentire, quindi cercò di tranquillizzarsi. Si voltò di pochi centimetri, e vide Sven sdraiato, con gli occhi chiusi e pieno di lividi. Provò una sensazione di rabbia, ma provò anche un po' di pena per lui. Mentre cercava qualcosa per curarsi la caviglia, il giovane si svegliò e lei gli chiese, con un tono piuttosto duro:- Perché diavolo mi hai seguita?
S:- Volevo vedere dove stessi andando.
A:- Non sono affari che ti riguardano, ciò che faccio!
S:- Se non fosse stato per me, a quest'ora non saresti qui! La incalzò.
La giovane non disse nulla. Provò solo una sensazione di immensa tristezza e anche di gratitudine verso il suo eroe. Abbassò quindi lo sguardo, mentre lui continuò:-
Ritieniti fortunata per essere ancora viva!
Detto questo si avvicinò a lei, la quale lo guardò negli occhi. Si fissarono per un po', ma ad un certo punto Sven mise il suo braccio attorno alla sua spalla, si alzò e
disse:- È meglio se iniziamo a muoverci, tra poco sarà buio e dobbiamo trovare un luogo adatto per accamparci!
Alison non disse nulla e iniziò a camminare, sorreggendosi a lui. Camminarono in silenzio per un bel po', fino a quando lei chiese, un po' spaventata:- S-Sven?
S:- Si?
A:- C-Ci possiamo fermare? Non ce la faccio più...
S:- Ce la fai a camminare per altri 2 minuti? Il tempo di trovare un posto.
A:- D-D'accordo...
Ripresero a camminare ed infine si accamparono. Si fece notte e lui accese un fuoco, mentre Alison guardava un rametto.
S:- Così dovrebbe bastare! Disse gettando nel fuoco altri 2 pezzi di legno.
A:- E se i Viet Cong dovessero trovarci, stanotte?
S:- Resterò sveglio tutta la notte.
A:- Ah, davvero?
S:- Sì.
Lei non disse nulla e gettò il rametto nel fuoco. Poco dopo, sbadigliando, disse:- Ora mi metto a dormire. Buonanotte...
S:- Buonanotte...
Dopo che Alison si addormentò, Sven rimase a guardarla con tenerezza. Dopo averle medicato la caviglia, le mise un'altra coperta e si appoggiò al tronco di un albero a guardare le stelle, e in poco tempo, si addormentò anche lui.

Il giorno dopo, il giovane si svegliò molto presto, verso le 5:30. Guardò la ragazza, la quale dormiva come un angioletto. Poco dopo, iniziò a medicarsi i lividi, ma ad un certo punto si sentì bruciare la spalla. Si tolse la maglietta e vide un taglio molto profondo. Si aggirò lì intorno per cercare qualcosa per curarsi, mentre Alison si svegliò.Sentendo che la caviglia stava meglio, la guardò e vide che era fasciata. Si girò, ma non vide Sven. Andò alla ricerca di lui e lo trovò a pochi passi da lei, mentre si curava
la spalla. Lo guardò con interesse e iniziò ad avvicinarsi, ma a pochi centimetri dal giovane, la caviglia cedette e lei rischiò di cadere, ma lui la prese appena in tempo.
Per un po' si guardarono, ma la ragazza continuava ad abbassare lo sguardo per non incrociare quello di lui. Pochi minuti dopo, il ragazzo la mise a terra e le disse
seriamente:- La prossima volta, stai più attenta. Lo sai che la tua caviglia non è ancora del tutto guarita.
A:- S-Si... Scusami... Disse tristemente.
Sven non disse nulla e continuò a curarsi, mentre Alison continuava a guardarlo. Una volta che lui ebbe finito, guardò la ragazza che lo fissava con interesse. Le chiese:-
Hai già visto abbastanza? Ti sei rifatta gli occhi?
A:- S-Si! Ma in realtà voleva dire: “Rimettiti la maglietta e ti uccido!”
Lui non disse nulla e si rimise la maglietta e la giacca. Poi si avvicinò a lei e la fece alzare e mentre la faceva sorreggere a lui, iniziò a camminare e continuò fino al tardo
pomeriggio, con qualche sosta di tanto in tanto. Quando si sentì stanco, si accampò e si sedette su un tronco caduto. La giovane si avvicinò e chiese con un po' di
timore:- P-Posso sedermi qui?
S:- Si, certo.
Si sedette e stette in silenzio per un po'. Ad un certo punto gli chiese:- Facciamo un giochetto?
S:- Di che si tratta?
A:- Tu devi dire un pregio ed un difetto che mi riguardano. Poi io faccio lo stesso con te.
S:- D'accordo, inizia tu.
A:- Allora, un tuo pregio è il fatto che sei simpatico e fai di tutto per far stare la gente a proprio agio. Un tuo difetto è il fatto che non sai difenderti, devi farti sentire e devi
fare in modo che nessuno ti tratti in questo modo... Ora tocca a te.
S:- Posso iniziare dai difetti?
A:- Si.
S:- Allora, uno dei tuoi difetti è il fatto che sei troppo vanitosa e anche il fatto che pretendi di avere sempre tutto.
A:- I pregi?
S:- Uno dei tuoi pregi... È il fatto che sei una persona fantastica, sai come far ridere gli altri. Non so cos'altro ci sia di bello in te, perché sei perfetta così... E nel frattempo
si avvicinò a lei e provò a baciarla.
Lei lo bloccò, mettendogli una mano sulla bocca e gli disse:- No, è meglio di no... Ci ho pensato sai? Ma è meglio di no. Non sono ancora pronta per perdonarti...
S:- Capisco... Disse allontanandosi e guardando per terra.
Alison non disse nulla e anche lei guardò per terra. Ad un certo punto, si alzò e iniziò ad allontanarsi, quando lui le chiese:- Dove stai andando?
A:- Ho bisogno di fare un giro per schiarirmi le idee...
S:- D'accordo, ma stai attenta alla caviglia.
La giovane annuì e si allontanò, ma lui la seguì. La trovò seduta accanto ad un pino e sentì che canticchiava. La guardò da dietro un albero, ma mosse alcune foglie e si
dovette nascondere per sfuggire al suo sguardo. Lei si alzò e chiese:- C'è qualcuno?
Nessuna risposta. Tornò a sedersi e a riflettere, mentre Sven continuò a guardarla, ma ripeté lo stesso gesto di prima e stavolta lei lo vide. Sentendosi sconfitto, si
avvicinò ed Alison gli chiese:- Perché mi hai seguita?
S:- Volevo solo assicurarmi che non ti succedesse nulla.
Dopo che lui ebbe detto questo, lei scoppiò in lacrime e si appoggiò a lui.
S:- Che succede?
A:- Sto malissimo... Mi sento un senso di colpa dentro di me, perché ti ho trattato male...
S:- Calmati.. Ora proviamo a risolvere la situazione: tu hai detto che io stavo insieme a quella ragazza. Io stavo con lei non per amore, ma per proteggerla dal quel
maniaco di Tony! Devi stare tranquilla, non ti lascerò nemmeno per tutto l'oro del mondo!
A:- Grazie... Disse mentre si avvicinò faccia a faccia con lui.
Sven non disse nulla e la baciò passionalmente. Alison si sentiva felice in quel momento e dopo il bacio, lo accarezzò.
Si alzarono e ritornarono al loro accampamento. Una volta arrivati si addormentarono abbracciati.
Il giorno dopo, ripresero il loro cammino e finalmente, dopo qualche ora, ritornarono dal loro gruppo. Tony, infuriato più del solito, andò loro incontro e sbraitò:- Dove
diavolo siete stati voi due?!
A:- È colpa mia, Signore... Disse abbassando lo sguardo.
Lui non disse nulla e la picchiò. Sven lo bloccò, dicendogli:- Non provi a torcerle un capello!T:- Sennò che mi fai?! Disse sarcasticamente.
Il giovane bolliva di rabbia e gli sferrò un pugno che gli ruppe il naso. Il sergente si coprì il naso e urlò:- Questa me la pagherai cara, Eriksson! E gli sferrò un pugno nello
stomaco.
Sven, dolorante, cadde a terra, mentre Alison gli disse in tono preoccupato:- Sven, alzati!
S:- Non posso... Mi fa troppo male!
T:- Così impari, bastardo! E gli sferrò un calcio. Dopo di che si allontanò.
La ragazza non riusciva più a sopportare tutto ciò e quindi aiutò il suo innamorato ad alzarsi.
S:- Non posso credere che sia arrivato a tanto... Disse mettendosi una mano sulla parte colpita.
A:- È colpa mia, è solamente colpa mia!
Lui si voltò verso di lei, e dopo averle messo una mano sulla guancia, le disse:- Tu non hai fatto nulla, ok?
A:- Ma io mi sono allontanata, e...
S:- Non importa! Ma mi chiedo come si sia permesso di picchiarti!
A:- Lasciamo stare, ti prego... Non voglio ricordarlo...
S:- D'accordo. E le baciò la fronte.
Dopo di che, si ritirarono nelle rispettive stanze.

Il tempo passò, il loro amore continuò ad ardere più che mai. La guerra stava per finire, ma un giorno Alison scomparve. Non appena Sven se ne accorse, si preparò per
andare a cercarla, ma Tony, vedendolo che stava per allontanarsi, gli chiese con tono seccato:- E tu dove credi di andare?!
S:- Non sono affari che la riguardano, Sergente.
T:- Se stai andando a salvare quella sgualdrina, ti proibisco di andarci! Non ci serve a nulla quella!
S:- Me ne infischio del suo divieto, Signore! E si allontanò velocemente.
Dopo aver attraversato cespugli, rovi e tronchi d'albero caduti, il giovane cominciò a sentirsi stanco e quindi si accampò per progettare un piano per salvare la ragazza.
Il mattino seguente, riprese a camminare. Dopo alcune ore di ricerca, arrivò in un villaggio di Viet Cong. Prese quindi il binocolo e cercò Alison. La vide inseme ad alcuni
uomini che la stavano portando in una tenda: aveva le mani legate ed una corda al collo. La seguì con lo sguardo e iniziò a prepararsi per attuare il piano. Si cambiò con
dei vestiti che riuscì a rubare e si mischiò con la folla. Cercò la giovane dappertutto e, quando la trovò, la vide legata ad una sedia.
A:- Sven! Urlò lei per la gioia.
S:- Shhhh!!! Abbassa la voce! Disse sottovoce.
A:- Scusami! Comunque sono così felice di vederti!
S:- E io di averti trovata! Disse mentre la slegava.
La giovane si alzò e si allontanò furtivamente con lui. Una volta fuori dal villaggio, tirò un sospiro di sollievo. Sven, invece le disse:- Aspetta un secondo che mi cambio.
Lei non disse nulla continuava a guardarlo. Ad un certo, lui la guardò male e la giovane disse:- Va bene, non ti guardo! E si voltò.
Lui si cambiò, ma prima di mettersi la maglietta le chiese:- Per caso ti sono mancato?
Alison si voltò e rimase a bocca aperta, ma gli rispose:- Si, molto!
S:- Ci avrei scommesso! Disse avvicinandosi a lei.
Le prese una mano e la fece alzare. Dopo di che, si baciarono. Più tardi, lei si risvegliò e vide lui sdraiato accanto a lei, addormentato. Si rivestì in fretta e lo svegliò.
S:- Che c'è? Disse strofinandosi gli occhi.
A:- Forse è meglio che ci avviamo!
S:- D'accordo! Disse rivestendosi anche lui.
Lasciarono la zona e si avviarono verso il campo base. Mentre camminavano, sentirono dei rumori e si nascosero. Sbirciarono fuori e videro gli uomini del villaggio.
S:- Maledizione, ci hanno seguiti!
A:- No, non può essere!
S:- Muoviamoci furtivamente, mi raccomando!
A:- D'accordo.
Poco dopo, uscirono dal loro nascondiglio senza farsi notare. Camminarono per un po', ma ad un certo punto sentirono una voce dietro di loro che diceva:- đưa họ! (Prendeteli!)I due iniziarono a correre, seguiti da una folla inferocita. Dopo un po', Sven si bloccò e si guardò le spalle. Alison lo vide e gli urlò:- Muoviti! Altrimenti ci uccidono!
Lui non la stette a sentire e continuò a rimanere immobile. Lei si avvicinò e gli disse:- Andiamo!
S:- Vai tu, io resto qui!
A:- Come sarebbe a dire?!
S:- Tu vai, mettiti in salvo!
A:- No, io non ti lascio...
S:- Sei come un leone, non ti arrendi facilmente. Disse prendendole il viso.
A:- Sven... Io ti amo... Disse tristemente.
S:- Anch'io ti amo, ragione della mia vita. Ti ho sempre amata. E la baciò.
A:- Vieni via, ti prego!
S:- No... È tutto inutile... Non vengo!
A:- Ma, Sven...
S:- Niente “ma”, Alison! Vai!
Lei partì velocemente, ma fra le lacrime, ritornò indietro e lo baciò ancora una volta, e lui le disse:- Se non dovessi farcela, sii forte e vai avanti! Fatti una nuova vita e trova
una persona che ti ama. Prendi questa per ricordarti di me! E le mise una delle sue collane attorno al collo.
Lei lo abbracciò e, dopo l'ultimo bacio, si allontanò. Sven rimase lì, ed infine venne preso e deportato dai Viet Cong.
Alison continuava a correre ed arrivò all'accampamento ansimante.
T:- Dove diavolo è il tuo amichetto?! Disse andandole incontro.
A:- Lui... Non tornerà...
T:- Cosa intendi dire?!
A:- Lui ha rischiato la vita per salvare la mia... È un eroe, non so come lei non lo abbia notato! Ha fatto talmente tanto per noi, che lei non se ne è nemmeno accorto! Ed
ora sarà da qualche parte... Sperduto...
Il sergente si fece meno duro del solito (cosa mai successa) e disse:- Forse hai ragione... Lui è uno dei soldati migliori...
A:- Certo che lo è... E sempre lo sarà... Disse allontanandosi.

Il tempo passò e del giovane nessuna traccia. Alison continuava a mantenere viva la speranza che lui fosse vivo. La guerra finì e gli americani ritornarono a casa. Pochi
giorni dopo l'arrivo, la giovane ricevette una lettera, nella quale vi era scritto che Sven era morto. Non appena la lesse, si sentì morire. Pianse tutte le sue lacrime e non
uscì di casa per quasi un mese.
Un giorno si diresse al cimitero per cercare la sua tomba. Non appena la trovo, si chinò ed iniziò a parlare:- Sven, sei sempre stato un ragazzo fantastico. La prima volta
che ti ho visto, mi sono innamorata di te al primo sguardo ed ho continuato ad amarti fino a quando ci siamo persi di vista. In quel momento ho pensato “Ovunque tu sia,
sappi che sarai sempre nel mio cuore”, e così è stato. Ora sono qui, a guardare la tua tomba e ancora non riesco a placare il dolore che mi sento dentro. Sappi solo una
cosa: io ti amo più di quanto tu possa credere.
Detto questo, pianse in silenzio. Poco dopo, si avvicinò a lei una persona misteriosa, vestita con un cappotto, con il cappuccio sulla testa. Le disse:- Vieni con me.
A:- C-Chi sei?! C-Che cosa vuoi?! Chiese spaventandosi.
P:- Vieni con me. Ripeté.
A:- No... Non vengo...
P:- Andiamo.
La ragazza non disse nulla e si rimise a guardare la tomba. Allora quella persona la prese per un braccio e la portò con sé.
A:- Lasciami, lasciami andare! Continuò ad urlare.
P:- Sta buona, non ti farò nulla!
Lei non volle saperne, quindi sferrò un pugno nel suo stomaco e cercò di allontanarsi, ma questa persona la bloccò.
S:- In effetti me lo sono meritato! Disse togliendosi il cappuccio.
La ragazza lo guardò stupita. Non riusciva più a parlare.
S:- Sorpresa! E fece una risatina.
A:- Sven!!
S:- Si, sono io.
Lei non disse nulla e gli saltò addosso, con le lacrime di gioia.
S:- Mi sei mancata.
A:- Ma... Ma... Quella lettera...
S:- Quale lettera, scusa?
A:- Questa! E gliela porse.
Lui la lesse e, una volta strappata disse:- Menzogne! Ora sono tornato!
A:- E questo è importante! Disse sorridendo.
Lui sorrise a sua volta. Poi lei gli disse:- Forse è meglio se andiamo da me, perché questo non mi sembra il luogo adatto per parlare.
S:- D'accordo.
Si avviarono verso destinazione e, una volta arrivati, iniziarono a parlare.
A:- Ma come hai fatto a sopravvivere?
S:- Quando mi hanno preso, mi hanno portato nel loro villaggio e sono stato legato. Pochi giorni dopo, sono riuscito a prendere il coltello dalla mia cintura e a tagliare la corda. Sono fuggito furtivamente e mi sono fatto mandare un elicottero. Ed ora eccomi qui.
A:- Per fortuna stai bene. Disse accarezzandolo.
S:- Si, certo. Disse baciandole la mano.
A:- Senti, Sven.. C'è una cosa che voglio dirti...
Ma prima che lei finisse di parlare, lui la baciò. Poche ore dopo, si risvegliò nel suo letto, con il ragazzo accanto: sembrava che tutto si stesse ripetendo per una seconda volta. Sven era già sveglio e le disse:- Ehi, dormigliona! Dormivi come un sasso! E rise.
A:- Sta zitto! Disse ridendo anche lei.
Lui la guardava mentre rideva: non aveva mai sentito un suono migliore.
A:- Comunque, dicevo... Devo dirti una cosa...
S:- Dimmi.
Dopo aver fatto un respiro profondo, la giovane disse:- Sono incinta.
S:- C-Che cosa?! Disse stupito.
A:- L'hai sentito bene, sono incinta.
S:- Ma è una cosa bellissima! Disse abbracciandola.
A:- Lo so. Comunque ora sono stanca e mi rimetto a dormire, notte!
S:- Notte!
Dopo di che, si addormentò e lui fece lo stesso.

Passò un po' di tempo e i due finalmente si sposarono. Poi, più in la nel tempo, nacque una bella bambina, che chiamarono Julia e nacque anche un bambino che chiamarono Oliver. Con una bella famiglia e un amore ben saldo, i nostri innamorati, vissero per sempre felici e contenti.

 

The End

  
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