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Autore: KuromiAkira    18/01/2013    3 recensioni
Per tutta risposta Midorikawa prese un cuscino lì accanto dov’era seduto e lo lanciò addosso al ragazzo dai capelli rossi, a cui sfuggì una risata. Poi il più piccolo dei due si lasciò cadere disteso a terra, protetto dal freddo pavimento da altri guanciali.
Dopo un po’ di silenzio, sospirò. - Però... un po' mi sento come la Luna - mormorò.
[HiroMido]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Terra e Luna
Fandom: Inazuma Eleven
Personaggi: Kiyama Hiroto, Midorikawa Ryuuji.
Genere: romantico, sentimentale
Rating: verde
Avvertimenti: shounen-ai
Conteggio Parole: 1080
Note: Oggi mi stavo guardando un servizio su Saturno su Focus (anche se prima avevano parlato anche di Mercurio e Venere), e hanno nominato anche il satellite Pandora. Da lì mi è venuto in mente che, nella Gemini Storm, tre membri hanno i nomi di satelliti. Poi ho pensato che allora Reize potesse 'rappresentare' la Luna e poi ho pensato che, essendo stato il capitano della 'Gaia', Hiroto fosse allora la Terra. Da lì l'ispirazione. XD
A un certo punto si parla di una parola italiana che, per Hiroto e Midorikawa, è una parola straniera. Siccome la fiction è in italiano fa uno strano effetto XD
Dato che mi serviva un pretesto per parlare dello spazio, ho descritto Hiroto appassionato di astrologia, come l'ho visto rappresentato da molti fan artist giapponesi.






Sentì qualcuno bussare alla porta e fu stupito dal fatto che qualcuno fosse ancora sveglio, a quell'ora.
- Avanti - mormorò a bassa voce.
- Mi apri, per favore? - domandò qualcuno, e Hiroto riconobbe la voce di Midorikawa.
Si accigliò appena nel sentire la richiesta ma si alzò comunque dalla postazione e andò ad aprire.
Avendo lasciato la luce spenta nella propria camera, quella del corridoio infastidì per qualche istante Kiyama ma, immediatamente dopo, un gradevole profumo di cioccolato attirò la sua attenzione.
Ryuuji gli sorrise, piegando appena la testa come aveva, ogni tanto, l'abitudine di fare. Due tazze di cioccolata calda occupavano entrambe le sue mani.
- Posso entrare? - chiese.
Hiroto sorrise a sua volta. - Hai della cioccolata, come posso dirti di no? - scherzò, facendolo entrare.
Midorikawa rabbrividì, appena messo piede nella stanza.
Nonostante la luce spenta, la camera non era completamente al buio e il ragazzo con i capelli verdi riuscì ad orientarsi, raggiungendo senza problemi la parte opposta della stanza, dove coperte e almeno mezza dozzina di cuscini, probabilmente rubati dalle stanze inutilizzate e dai divani, erano stati adagiati a terra, proprio vicino ad una finestra aperta. Davanti a essa un telescopio.
- Sapevi che stavo guardando il cielo, vero? - chiese Hiroto, sedendosi vicino allo strumento.
Ryuuji annuì. - Il cielo è troppo bello e c'è la luna piena. Non potevi resistere - affermò con sicurezza. - Ultimamente ti sei appassionato molto - commentò poi, sedendosi a terra, accanto all'amico.
- Sì, fingermi alieno mi ha fatto quest'effetto - rispose il ragazzo dai capelli rossi, ridacchiando. Poi prese la tazza. - Grazie della cioccolata. -
- Di nulla, fa piuttosto freddo stanotte - disse Ryuuji, portandosi la bevanda alla bocca.
- Anche a te piace? - domandò poi Kiyama, guardando il cielo senza però usare il telescopio.
- Mh, diciamo di sì. Quelli della mia squadra si erano fatti un bel ripasso in materia per trovare i loro nomi alieni. Sopratutto Nozomi, Iderou e Shuntarou. -
- Giusto. Pandora, Ganimede e Io: tre satelliti. - rifletté Hiroto.
Midorikawa annuì. – Coinvolsero un po’ tutti, in quella ricerca. Pensa che poi Shun propose che tutti quelli della Gemini Storm usassero nomi di satelliti. Fortunatamente io avevo già scelto Reize - ricordò il più piccolo dei due. Dava sempre una strana sensazione, parlare del periodo alla Aliea con tanta spensieratezza.
- 'Fortunatamente'? - ripeté Kiyama, voltandosi a guardare l'amico.
Ryuuji sbuffò, vagamente infastidito al ricordo.
- Nozomi mi prendeva in giro dicendomi di usare il nome 'Luna', così tutti mi avrebbero preso per una ragazza - spiegò, facendo una leggera smorfia. - Ah 'Luna' credo sia la luna in italiano o latino... -
L'ex-capitano della Genesis annuì. Poi ridacchiò. - Beh, avrebbe avuto ragione - commentò.
Per tutta risposta Midorikawa prese un cuscino lì accanto dov’era seduto e lo lanciò addosso al ragazzo dai capelli rossi, a cui sfuggì una risata. Poi il più piccolo dei due si lasciò cadere disteso a terra, protetto dal freddo pavimento da altri guanciali.
Dopo un po’ di silenzio, sospirò. - Però... un po' mi sento come la Luna - mormorò.
Hiroto si voltò leggermente verso di lui, incuriosito da quelle parole.
Ryuuji sembrò esitare; fissò il soffitto oscurato dalla notte, prima di riprendere a parlare. - È un semplice satellite senza atmosfera o vita che rimane lì, attratta dalla Terra senza riuscire ad allontanarsene - mormorò infine, serio. Poi si voltò a sua volta verso Hiroto. Lo sguardo del ragazzino era talmente intenso che il ragazzo dai capelli rossi si irrigidì. - La Terra... è così bella ed ospitale. È paragonabile a una persona bellissima e dal carattere gentile. Una persona talmente meravigliosa da essere amata da tutti. E io posso solo ammirarla, senza riuscire né ad avvicinarmi né ad allontanarmene. -
Il più grande dei due rimase a fissare l'altro, in silenzio. Chissà se Midorikawa si rendeva conto del messaggio che stava mandando. Perché il significato di quelle parole era ovvio, esattamente come lo era quello del suo sguardo. Forse lo stava facendo apposta. Forse aveva deciso di dichiararsi.
I due ex-capitani non erano stupidi, erano consapevoli da tempo che la loro amicizia si stava trasformando in qualcos'altro. Eppure nessuno dei due aveva ancora fatto nulla per cambiare quella situazione.
Non ci mise molto, a prendere la sua decisione. Tornò a guardare il cielo, più precisamente quello stesso satellite usato come paragone.
- Anche la Luna è speciale. D'altronde, sono secoli che noi la ammiriamo, dalla Terra -
- Sì, perché brilla della luce del Sole. Ma la Terra dovrebbe conoscere bene la Luna. Sa che non è come appare a noi umani. Dal suo punto di vista, la Luna non è nulla di speciale: è solo un ammasso roccioso, buio e desolato che gira attorno a lei da molto tempo. -
Hiroto si rattristò. Perché Midorikawa aveva risposto in quel modo? Possibile che fosse un modo per palesare le sue insicurezze? Chiuse gli occhi, respirò l'aria fresca della notte. Poi tornò a guardare Ryuuji.
Il ragazzo dai capelli verdi era rimasto steso; i capelli, che erano sciolti, gli incorniciavano quel viso solitamente sorridente. Eppure, in quel momento, Ryuuji sembrava triste. Hiroto si chiese perché l'amico non si considerasse degno di lui. D'altronde erano entrambi ragazzi come tanti. Nessuno dei due era perfetto o speciale.
- Chi ti dice che la Terra non ami la Luna così com'è? - chiese poi, dolcemente.
Midorikawa lo guardò stupito. Hiroto si stese accanto a lui, poggiando però le mani a terra in modo da poterlo guardare in faccia. Gli sorrise.
- E poi, sai, se la Luna non le stesse vicino, la Terra non sarebbe così ospitale - sussurrò, abbassandosi fino a far sfiorare il naso con quello di Ryuuji. Sentì l'altro trattenere il respiro. - La Terra impazzirebbe, se non avesse la Luna al suo fianco - concluse, in tono dolce ma quasi addolorato all'idea che potesse accadere davvero, naturalmente non pensando certo ai corpi celesti ma a loro due.
Subito dopo, Hiroto lo baciò. Sentì subito Midorikawa ricambiare e questo lo tranquillizzò. Data l'ora e la loro posizione, l'ex-capitano della Genesis non poteva vedere completamente il viso di Ryuuji; ma, quando si allontanarono, notò lo sguardo felice e seppe che stava sorridendo. Lo abbracciò, spostandolo leggermente per trovare una posizione comoda.
Improvvisamente gli astri luminosi del cielo non ebbero più importanza, per Hiroto. Preferiva mille volte perdersi negli occhi scuri, ma splendenti, del ragazzo che amava.
  
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