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Autore: Enigmista96    18/01/2013    2 recensioni
Un rasoio, morfina e un paio di baffi.
Ecco la ricetta del dispetto per eccellenza.
Piccola rivincita di Holmes sul povero Watson.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Si sta per sposare, certo che sei autorizzato a farlo”
«Ma sono suo amico…non posso!»
“Andiamo, è uno scherzo a tempo limitato”
«Si arrabbierebbe»
“Sappiamo entrambi quanto ti piace farlo adirare”
«No, davvero, non posso»
“Ma si che puoi, solo qualche rapido movimento”
Questa era la discussione che Sherlock Holmes stava intrattenendo con…se stesso.
«Ma se ne accorgerà!»
“Non se la tua soluzione al 7% scivolerà nel suo bicchier…shh, sta arrivando”
Il buon dottor Watson fece il suo ingresso nel salotto di Baker Street.
«Holmes, con chi stava parlando? Credevo quasi ci fosse un cliente!»
«Stavo solo elucubrando su un nuovo piano»
«Sembrava più un litigio…»
«Io e il mio cervello eravamo in disaccordo su qualche particolare…se prenderlo a casa o in ufficio»
Mentì, chiudendo il discorso.
Il medico si sedette in poltrona, davanti al fuoco, con il suo taccuino e la fidata penna in mano.
«Sono pienamente d’accordo con lei, Watson, domani non sarà giornata di cricket»
«Ma come…?»
Fece quello scioccato.
«E’ molto semplice, invero, ma se adesso io glielo rivelassi, lei rimangerebbe il suo stupore»
«Le giuro che non accennerò a farlo»
«Beh, sedendosi al caldo del camino ha pensato che fuori c’è un tale tempaccio che certamente non migliorerà in un giorno e che le fa dolere la gamba ferita, non mi è sfuggito il suo zoppicare più marcato, poi il suo sguardo afflitto si è posato sulla sua vecchia fotografia con la squadra di cricket, seguito da un sospiro di rassegnazione.
Ecco tutto.»
«Ma è semplicissimo, Holmes!»
«Visto, dottore, che le avevo detto?»
Watson fece spallucce, concentrandosi sulla stesura della loro ultima avventura.
Dopo qualche ora la cena venne servita e i due coinquilini si sedettero a tavola.
«Beh, se non potrò giocare a cricket, vorrà dire che prenderò un tè con Mary»
“D’accordo, voci, lo faccio!”
Era bastato il nome di quella donna per renderlo lievemente più crudele.
Cenarono in silenzio e, quando ebbero terminato, Holmes offrì al suo amico uno Scotch corretto con morfina.
L’ignaro medico lo bevve, ringraziando.
In qualche minuto era già assopito ed Holmes aveva campo libero.
“Coraggio, ti tiri indietro proprio sul più bello?”
«Andiamo, non posso farlo…»
Sussurrò a se stesso.
“Zitto e agisci, codardo”
«Io non sono codardo»
“Dimostralo…”
Se la sua coscienza avesse avuto un volto, a quest’ora avrebbe un largo sorriso stampato su di esso.
Senza pensarci più, Sherlock Holmes preparò la schiuma da barba e si apprestò a passarla sui baffi del suo Boswell.
L'uomo mugugnò ed il detective esitò nuovamente, ma solo per qualche secondo.
Poi con movimenti sicuri del suo rasoio, cancellò ogni traccia dei mustacchi dell’ignaro amico assopito.
Un sorriso furbetto lo colse quando vide la sua opera completa.
Il dottore avrebbe rischiato l’infarto, al suo risveglio.
Soddisfatto della sua rivincita sul promesso sposo, si concedette qualche ora di riposo.
La mattina successiva il povero Watson si svegliò più intontito che mai.
Si accorse di essersi assopito in poltrona, ipotesi confermata anche dai dolori alla cervicale e ai reni.
Sbadigliò, alzandosi e dirigendosi verso la toeletta, invasa dai mille travestimenti di Holmes, per sciacquarsi il viso.
Ma vedendosi allo specchio trasalì, sbarrando gli occhi e sfiorandosi con una mano il labbro superiore.
«Holmes! Dove sono i miei baffi?!»
Gridò furibondo.
Il consulente investigativo, che dal canto suo se la rideva come non mai, uscì dalla camera da letto, divertito.
«Beh, non lo so, ma se vuole faccio denuncia di sparizione a Scotland Yard…»
Il medicò gli andò incontro come una furia.
«Lei, lei…»
«Sia gentile»
Altro sorriso da monello di strada.
«Mi dice come faccio ad uscire di casa?»
«Beh, ho un paio di baffi finti da prestarle…»
Detto questo prese dei mustacchi posticci alla Confucio e li applicò sul volto del povero Watson.
«Sa che le donano? Le danno un’aria esotica, vecchio mio»
Il medico non riuscì proprio a contenersi e menò un diretto al naso di Holmes.
«Magari i suoi baffi erano stanchi di dover baciare miss Morstan»
Ipotizzò, secco, il consulente investigativo.
«Non ci provi o domani si sveglierà completamente calvo»
Lo minacciò, uscendo e sbattendo la porta del salottino.
«Se rompe i cardini dell’uscio, dovrà pagarli e ripararli»
Gli urlò dietro Sherlock, ricevendo come risposta lo sbattere del portoncino d’ingresso.
Sempre più sorridente e soddisfatto, Holmes prese a fumare la sua pipa comodamente seduto nella comoda poltrona, con lo sguardo fisso nel crepitante camino dell’abitazione.

 


N.d.A.
Ebbene, eccomi di nuovo qui con un'altra delle mie piccole storielle su Holmes ma questa volta il caro detective è alle prese con il suo coinquilino.
Spero che la fic vi sia piaciuta e, se sì, lasicate una recensioncina (anche due righe) per farmelo sapere, ne so lasciate una recensioncina per dirmi cosa migliorare e se così così lasciate lo stesso una recensioncina :D
Alla prossima,
L'Autrice
   
 
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