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Autore: Martina1DHoran    18/01/2013    2 recensioni
Erano tutti felici di essere lì, nessuno di loro era mai stato in Giappone, ovviamente Niall era felice per ovvi motivi.
«Niall stai correndo per tutto l'aereoporto»Nathalie cercava di far smettere di correre Niall
«Ma insomma siete lenti, fuori ci aspettano le nostre fan e..» Zayn lo interruppe «Qual'è il vero motivo?»
«Cioè siamo in Giappone, sushiiii!» scoppiarono tutti a ridere scuotendo la testa, era il solito Niall.
«Ti devo ricordare l'ultima volta che hai ordinato le escargots in Francia, non sapevi che cos'erano poi quando hai visto che erano lumache ne hai mangiata uno e poi l'hai vomitata sulla maglietta di Paul» Zayn ridacchiava al ricordo di quel giorno in Francia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The One Direction in Japan
So perfettamente che i ragazzi ieri hanno fatto la conferenza dopo che Zayn si è comprato un robot e che lui durante ad essa stava male, ma ho cambiato il tempo degli avvenimenti per adattarla alla mia idea.

 ONE SHOT

  Erano tutti felici di essere lì, nessuno di loro era mai stato in Giappone, ovviamente Niall era felice per ovvi motivi.

«Niall stai correndo per tutto l'aereoporto»Nathalie cercava di far smettere di correre Niall

«Ma insomma siete lenti, fuori ci aspettano le nostre fan e..» Zayn lo interruppe «Qual'è il vero motivo?»

«Cioè siamo in Giappone, sushiiii!» scoppiarono tutti a ridere scuotendo la testa, era il solito Niall.

«Ti devo ricordare l'ultima volta che hai ordinato le escargots in Francia, non sapevi che cos'erano poi quando hai visto che erano lumache ne hai mangiata uno e poi l'hai vomitata sulla maglietta di Paul» Zayn ridacchiava al ricordo di quel giorno in Francia.

Intanto Nathalie era andata a recuperare gli altri tre ragazzi che erano rimasti indietro.

«Cavolo ma come parlano questi qui» Harry era a dir poco spaventato sentendo tutti quelle persone parlare una lingua che era poco comprensibile a loro

«Harry! Questi qui sono persone e meritano rispetto» Nathalie era la loro segretaria, gestiva tutti i loro eventi e riusciva sempre a incastrarli al posto giusto, lasciando del tempo libero ai ragazzi di cui loro sentivano il bisogno spesso.

«La fai facile, tu sai parlare il giapponese» Liam,Harry e Louis tra tutti quelle scritte in giapponese e tutta quella folla si sentivano persi.

«Ma dov'è la macchina?» Nathalie indicò semplicemente una furgoncino malmesso che a occhio e croce avrebbe avuto almeno vent'anni.

«Di bene in meglio» Harry sbuffò salendo sul furgoncino seguito dagli altri.

Il tragitto durò meno di 10 minuti in cui stettero tutti zitti guardando da fuori dei finestrini gli imponenti palazzi pieni di cartelloni elettronici pubblicitari, Niall sembrava quello più felice tra di loro, infatti osservava meravigliato qualsiasi cosa si trovasse davanti.

«Ragazzi le stanze sono organizzate come al solito, ricordatevi che tra 20 minuti abbiamo la conferenza» tutti si diressero nelle loro stanze a disfare i bagagli e 20 minuti dopo si ritrovarono nel luogo dove ci sarebbe stata la conferenza.

«Ti prego vieni con noi là dentro»

«Harry dovete andare» Paul sbucò da dietro una porta incitando l'ultimo rimasto dietro le telecamere.

Nathalie passò tutto la conferenza ad osservare ogni minima espressione dei ragazzi, da Liam che era piuttosto imbarazzato e continuava a sussurrare a Louis a Harry che ogni tanto si girava verso di lei cercando rassicurazione, perchè tra la presentatrice che parlava giapponese e la speaker che traduceva con un accento incomprensibile, facevano fatica a capire cosa dicevano.

«Finalmente libero» Nathalie rise vedendo il riccio buttarsi a peso morto sul divano del camerino.

«Non siete andati poi così male»

«Spero che tu stia scherzando, è un miracolo se abbiamo capito qualcosa» Liam non era di certo più positivo di Harry.

«Ragazzi che ne dite se andiamo a un centro commerciale qui vicino? Così Niall potrà mangiare il suo amato sushi» Niall cominciò a saltellare felice convincendo così tutti ad andarci.

Salirono di nuovo sul furgoncino catalitico dirigendosi verso un enorme edificio.

«Oddio se sono tutti così i centri commerciali qui, io ci rimango a vivere» mormorò Zayn entrando di corsa dentro l'edificio.

«Forza vogliamo andare si o no?» Paul riportò tutti alla realtà facendoli correre anch'essi dentro il centro commerciale.

«Bene ragazzi abbiamo 2 ore per fare shopping sfrenato, poi si va a mangiare sushi e poi ancora shopping sfrenato per altri 40 minuti poi tutti di ritorno all'hotel che domani mattina ci si sveglia presto»

«Si mammina»

«E non prendetemi per il culo, il tempo si accorcia» Nathalie detto questo prese sottobraccio Liam e Louis mentre Harry, Niall, Zayn e Paul andavano dalla parte opposta.

 

«Guardate qui» Zayn mostrò a tutti uno scatolone marroncino.

«Che cosa sarebbe?» domandò Liam

«Uno scatolone mi sembra ovvio» Zayn guardò Harry accigliato per poi spiegare.

«E' un robot»

«Figo» borbottò Niall ingurgitando l'ultima porzione di sushi che gli rimaneva, mentre Zayn annuiva all'affermazione.

«Io ho già girato abbastanza credo che sarà meglio tornare in Hotel» Liam, Louis, Niall e Paul concordarono con Zayn.

«Io vorrei andare a prendermi un caffè, Harry vieni con me?» il riccio annuì semplicemente e seguito dalla bionda andarono all'ascensore. Schiacciarono il tasto "2" e il macchinario cominciò ad azionarsi, ma a metà tra il 4 e il 3 piano si bloccò.

«Merda» bisbigliò il ragazzo appoggiandosi al muro,scivolando fino a toccare il pavimento dell'ascensore, mentre la ragazza premeva insistentemente il tasto dell'allarme che scattò subito dopo. Si sentirono delle voci da fuori e mentre Nathalie cercava di parlare con una ragazza, si capiva sentendo la voce, Harry cercava di capire cosa dicessero ma dopo poco ci rinunciò.

«Siamo bloccati qui per ancora poco, stanno arrivando i soccorsi» sussurrò la bionda non accorgendosi fino ad allora che era praticamente a pochi centimetri dal ragazzo.

«Che altro potrà succedere di peg...» la ragazza lo fermò fulminandolo con lo squardo.

«L'ultima volta che l'hai detto siamo rimasti fuori di casa per un giorno intero, sotto la pioggia senza ombrello e con i cellulari scarichi» si zittì subito fissandola intensamente nei suoi occhi castani.

Ci misero poco e senza rendersene conto della poca vicinanza, si ritrovarono a baciarsi mentre le porte dell'ascensore si riaprivano lentamente.

  
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