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Autore: Shunko    18/01/2013    1 recensioni
“Perché?! Perché deve accadermi tutto questo?!”
Ecco cos'è successo durante il trasferimento di Rena fuori Hinamizawa.
La canzone è Nosense Speaker/Tawagoto Speaker di Hatsune Miku (Vocaloid).
Genere: Angst, Dark, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rena Ryugu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Impacchettate dentro al mio cuore,
ho ucciso le mie emozioni una ad una.
Il sorriso che ho creato è odioso. Odiose lacrime


Un incubo. Un altro incubo. Rena si svegliò nella sua stanza con il viso bagnato dalle lacrime.
«Perché?! Perché deve accadermi tutto questo?!» disse con voce triste, mentre, reggendosi la testa tra le mani, continuava a piangere.
«Non è ti sembra ovvio?» Una voce sconosciuta risuonò per la stanza.

Le cicatrici che avevo inghiottito
fanno male, fanno male, ma non lo dirò.
Perché allora tu non le hai mai notate?


«Chi sei? CHI SEI?!» gridò Rena alzandosi dal letto.
«Oh? Non sai chi sono? Strano Reina, dovresti conoscere te stessa.» 
Quelle parole fecero innervosire Rena. Quel nome fece innervosire Rena.

Le tue parole sono rivolte a me, mi uccidono.
Tu non sai niente del mio cuore


«COME CONOSCI QUEL NOME?! DOVE SEI?! CHI SEI?!» Continuò a gridare.
Era nervosa. Era spaventata. Continuava a girare per la stanza lanciando tutto ciò che trovava.
Era impazzita. Come poteva quella persona conoscere il suo vero nome?
Stanca e affaticata si sedette a terra. Casualmente si fermò proprio davanti allo specchio, fissandolo. Quel riflesso l’aveva sempre guardata in quel modo? Sembrava strano, molto strano. Sembrava le stesse sorridendo. Anzi no, più che un sorriso sembrava un ghigno. Un orribile ghigno.

La luce che si sta spegnendo non brucerà più.
‘Io ho creato ‘me’ con le ‘bugie’.


Rena si avvicinò allo specchio. Ad ogni passo la paura aumentava. I suoi occhi fissavano quelli nel riflesso, non riusciva a credere che fossero i suoi.
«Finalmente mi hai trovata!»  La voce sembrava provenire dallo specchio.
«Io sono te e tu sei me, non è divertente? Siamo uguali, siamo la stessa persona. Conosco tutto di te, anche tutto quello che stai cercando di dimenticare. . .»  
Quelle parole avevano un tono sadico e freddo. Rena era sempre più spaventata. Iniziò a tremare.
«N-No, non è possibile, non ci credo. Tu non sei niente. T-Tu non esisti. TU NON ESISTI!»
Nel dire queste parole provò a lanciare qualcosa contro lo specchio, ma qualcosa la fermò.
«Cosa stai cercando di fare? Non puoi mandarmi via.»  
Il riflesso stava bloccando il suo braccio, la controllava completamente.
«Questo tuo gesto merita una punizione. Non devi fare la bambina cattiva.»
Alzò un braccio e Rena fu costretta a fare lo stesso. Iniziò a grattarsi il polso sinistro. Faceva male.

Quando i giorni s’interromperanno tu sarai andata, andata via.
Mi hai lasciato queste cicatrici che non guariranno mai.


«FERMATI! BASTA, BASTA!»
 Gridava Rena. Il riflesso non la ascoltò e continuò a grattare. Dalle ferite cominciarono ad uscire dei viscidi vermi che tentavano di rientrare nella carne. Erano orribili. Faceva male.
«COSA SONO? QUALCUNO MI AIUTI, AIUTO!  AIUTATEMI! FA MALE, FA MALE! BASTA!»
Le urla erano sempre più forti, ma nessuno venne a salvarla. Quella tortura continuò per tutta la notte. Il riflesso continuava a guardarla. Rideva. A lei piaceva vederla soffrire, le diceva sempre che doveva essere punita per quello che aveva fatto.
Finalmente riuscì a riprendersi per un attimo. Prese il primo oggetto che le capito a tiro e lo lanciò violentemente contro lo specchio che si ruppe in mille pezzi. Una risata pervase la stanza.
«Non è finita qui.»

Come al solito, stai ancora sorridendo per colmare il fatto
che io non possa sorridere sinceramente dal profondo del cuore
E’ difficile dire ‘fa male’

‘Io’ sono come una ‘buffona’ per il mondo
E rido e rido


Era quasi l’alba.
Quel giorno sarebbe dovuta tornare a scuola, facendo finta di nulla, come al solito.

Tu dici che il fatto che stessi scomparendo era una bugia, era una bugia?


Quel giorno portò con sé una mazza, non sarebbe andato tutto come al solito.

Le tue parole sono rivolte a me, mi uccidono
questo è imperdonabile

Ed è imperdonabile anche questa parte di me
Se tu vuoi uccidimi, fallo
Io ho creato me con le bugie
Quindi uccidimi


«Hai sentito cos’è successo a scuola? Una ragazza è impazzita ed ha rotto tutti i vetri della scuola!»
«Sì, ho sentito che ha ferito anche molti suoi compagni. Dev’essere proprio malata!»

Lei li osservava, ascoltando quello che dicevano.
«Al prossimo incubo Reina. Ops, volevo dire Rena. Ahahahahahah.»


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È la mia prima FanFiction, se dovete recensirla siate buoni per favore X°D
La canzone a destra è questa: 
http://www.youtube.com/watch?v=-k8fuxQXXOU (Nosense/Tawagoto Speaker - Miku Hatsune Vocaloid)
Non so, mi ha fatto venir voglia di scrivere.
Volevo raccontare cosa è successo per me durante il trasloco della famiglia di Rena fuori Hinamizawa, quando racconta dell'incidente in cui presa dalla pazzia rompe tutti i vetri della scuola e si graffia i polsi. 
Spero vi piaccia, ciao ciao <3
  
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