Il protettore, il consigliere, il re, l’entità Oscura: origine
"C’è
quiete," pensò il protettore studiando nuovamente la
notte piovosa. Il segretario del re era nuovamente direttosi nei
bagni del palazzo per “la toeletta pubblica”, ovvero
l’assunzione, a scapito della sua reputazione di buon uomo, di
veleni demoniaci macinati da meretrici di cui solo lui conosceva
l’esistenza, dalle quali riusciva a ottenere tali polveri
magiche inviando messi ignoranti che credevano tali polveri fossero
semplici incensi da usare per profumare gli appartamenti,
effettivamente profumanti di incenso arso, del mentore. Il protettore
per cinque hanni tentò, avendo studiato molto sui cantici e
sui breviari, di trovare un rimedio per il segretario – era pur
sempre suo fratello e ci sarebbe stato un modo per pulirlo dalle
tentazioni del diavolo – ma ancora non c’erano risultati.
Poteva non interessarsene, perché comunque riceveva
salario sufficiente per mantenere la propria famiglia, ma gli avevano
sempre detto “quando possibile fai del bene e non desistere,
anche se il bene non si vede subito”. Iniziò a
riflettere sul suo re, anfitrione della festa nella quale proteggeva
il suo illustre consigliere, ospite particolare, perché riuscì
a consigliargli bene durante la guerra e potette vincere anche i
ribelli interni, lasciando tracce insignificanti di malcontento. Il
Re era una persona carismatica, altruista, grasso, scabro, lercio,
scozzese, sadico, feticista, omidica.
Il Re dall’accento
scozzese sapeva sfruttarla bene, la voce, se si circondava di beltà
nonostante la sua bruttezza. A pensare alle concubine del Re, il
protettore ebbe un fremito lungo la colonna vertebrale, per poi
riconcentrarsi sui propri doveri. Passarono alcuni minuti, e
nuovamente crollò in un sonno leggero, appiedato.
Passano
ulteriori minuti, e, ripresosi, nota il consigliere ancora nel bagno.
Pensando che il demonio avesse rapito il consigliere, aprì la
porta immediatamente e vide immeditamente, laddove doveva esserci il
suo protettore, vomito e feci contro il muro e il pavimento.
Non
c’era traccia dell’uomo. Toccò alla porta
successiva, più difficile da aprire. In mente sua, il
protettore si pose in dubbio il perché di quella porta chiusa,
quindi calciò poderosamente la porta, trovandosi innanzi una
coppia appartata. Rinchiuse la porta senza imbarazzo – stava
svolgendo il suo dovere, difendere il consigliere del re – e
l’ultimo stallo doveva essere quello in cui il consigliere era
intento nella sua “preghiera”. La porta si aprì
con un crepitio e vide l’uomo steso a terra, tra feci e urine,
con la polvere sparsa tutta sul corpo.
Il protettore stette per
estrarre l’elsa della spada per affrontare un entità
demoniaca, quando poi, ecco una mano umana, Oscura, stringergli da
dietro, silente, il collo, fino a farlo cascare in un sonno eterno.