Crede, il bambino di un futuro ancora lontano?
La
risposta alla domanda “Credo?” è no. Sono un
“Cattolico in Culla”. Per quanto ricordi, gli
insegnamenti del Cattolicesimo sono statimi impressimi nella testa
con tanto di quell’impeto pur di rendere tale dottrina la mia
seconda natura: fosse stata pure assiomatica, non importava. Ma io
sono figlio della Logica. Crescendo, ponevo dubbi su tutto. Ai miei
professori di religione non piacque.
I miei credi, secondo quegli
esaltati, mi avrebbero condotto ad ardere tra le fiamme degli inferi.
Mi spaventarono con le loro storie su Belial, Arastoth, Lucifero e
gli altri demoni.
La ragione, però, mi permise di
oltrepassare la fede e di continuare a integrarmi in questa ipocrita
istituzione qual è la chiesa cattolica. Per meglio
comprendere da dove provenga è qualcosa di criptico, eccetto
se qualcuno possegga abbastanza esperienza religiosa pari a quella a
cui fui costretto. Ogni anno c’era la classe di religione ed
ogni hanno imparavo sempre un po’ di più, mi si chiariva
sempre qualche dubbio rimasto. Gli anni più influenti furono
quei quattro allo York Catholic. Imparai di più sulla fede di
una persona, così tanto che dubito molti possano, nel corso di
un’intera vita, anche con intensa devozione, possano
eguagliare. Un processo costante che non iniziò bene, però.
Durante le elementari ero un’anima innocente. Innocente per
quanto un bambino possa esserlo.
Odiavo la classe di religione
con molta verve... la maestra era monotona, e per via della
semplicità del corso religioso, mi basta prendere qualche
appunto occasionalmente, mentre pensavo a leggermi l’ultimo
numero di Yellow Kid senza farmi vedere. Un giorno, però, mi
dimenticaii di comprare il nuovo numero, e dovetti ascoltare. Per
quella casaualità, tutto cambiò.
“Come
Cattolici, dobbiamo distaccarci da tutti quegli atti sessuali che non
sono fini alla procreazione e quindi il controllo delle nascite è
un peccato”.
Mi interessai, non perché fossi
propenso all’opposto di quello di cui si stava parlando oppure
perché approvassi, ma perché, anzi, recepivo tutto
completamente falsato.
“Maestra, che c’è di
male con il controllo delle nascite?
Il sesso può essere
un legame importante in una relazione matura, e delle volte l’avere
dei è dispendioso. Sarebbe male abortire e non controllare le
nascite.
Ero solito ascoltare e non parlare, rimase stupita
del mio intervento, mi guardò con estremo dispiacere, alcuni
secondi le vollero per riprendersi.
“Julia, Dio vuole
che noi uomini continuiamo a portare nuova luce al mondo. Il
controllo delle nascite è una distorsione verso il suo
volere”.
“Lo stesso vale per la Chiesa, che ha
affermato le teorie del sistema eliocentrico solo nel 2007*?
Dopo
questa mia risposta, volle ignorarmi per tutta la lezione… e
per tutto l’anno. Da credente iniziai a pormi tantissime
domande.
Iniziai a realizzare quante menzogne, anche in buona
fede e con convinzione, gli adulti dicessero.
L’anno
continuava ed io continuavo a porre domande, e più chiedevo
domande, più gli insegnanti mi imponevano il silenzio o il
“rispetto verso il prossimo”. Alquanto ironico, siccome
il mio carattere audace mi faceva porre domande correttissime nel
pieno rispetto degli altri.
*Data immaginaria, siccome nel 1935, anno in cui sto scrivendo, la terra è ancora riconosciuta, dalla chiesa, come pianeta al centro dell’universo
Durante
le scuole medie, imparammo del “salto della fede”.
Secondo il mio professore, non c’è prova concreta di
Dio, quindi è necessario saltare la fede per salvarsi. Ci
rimuginai a lungo su ciò. Dopo molta deliberazione, decisi di
non venerare un Dio egoista ed egocentrico che affamava glorie e
doni.
Ormai ero troppo sprofondata in quella forma mentis.
La
Bibbia, il libro sacro dei Cattolici, fu scritto tra i settantacinque
e i centocinquant’anni dalla morte di Gesù Cristo, è
stata tradotta in più lingue ed ha subito numerose
alterazioni, eppure, essa insegna la verità assoluta,
letterale, quando per lo più è figurativa (nella Genesi
ci sono due versioni conflittuali sul mito della creazione, assumo
che la verità assoluta non possa essere letterale allora,
perché il libro stesso sarebbe posto in discussione per via
della mancata validità).
Da adolescente, so che un
concetto tende a cambiare di significato quando raggiunge l’altro
lato della stanza e ho difficoltà a trovare corretto un libro
che implica come sia nato il mondo quando questo stesso libro risulta
essere stato scritto miliardi di anni dopo l’evento
interessato.
Nonostante
il mio disprezzo per le religioni tutte e per le istituzioni ad esse
affini, sono al corrente, oggi, che non mi acceca l’avversione:
ci sono molte buone anime fedeli, oneste e meritevoli di rispetto.
Non apprezzo, però, chi mi impone di seguire un precetto
solo perché, teoricamente, sia corretto o sbagliato. Le
religioni sono degli enigmi: ancora meglio, è un Enigma.
Nessuno può comprovare al cento per cento quanto sia scritto
nei libri sacri, perciò è ingiusto minacciare qualcuno
di decadenza negli inferi solo perché credono nel razionalismo
oppure in un idolo diverso dal proprio Dio.
Da parte mia ho
visto moltissimi Cristiani comportarsi così e ne incontrerò
molti di più, ne sono certa. Mi ricorda il Padre della Nazione
Indiana, Gandhi, il non-violento, di cui cito una frase:
“Mi
compiaccio del vostro Cristo; non mi compiaccio di voi cristiani. Voi
Cristiani non rassomigliate Cristo”.
L’esperienza in
ambito religioso in questo mondo moderno, colmo di tecnologie e
macchinari di cui ignoriamo i fulcri di funzionamento, mi ha aiutato
a plasmare meglio il concetto religioso... e ad esserne carente al
contempo. Sentii una volta una persona pronunciare questa frase –
non ricordo chi fosse:
“Credi in niente. Il credere
affievolisce la mente”.
Non riuscii a comprendere il
senso di questa sentenza la prima volta. Ancora oggi penso di averne
compreso solo un superficiale significato, se non, addirittura, un
significato frainteso.
Inizia ad avere un significato, comunque.
La mente non cresce se non si esplorano i cambiamenti che avvengono
intorno e dentro di noi. Sebbene io sia un atea, nessuno potrà
negarlo negli anni a venire. Non mi convertirò ad una
religione formale: non mi limiterò a credere a quello e
questo. Il futuro, noi non lo sappiamo a che ci condurrà.