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Autore: Temari    19/01/2013    4 recensioni
- Non riusciva a credere di aver saputo della sessione di autografi per puro caso [...] lo infastidiva semplicemente il fatto di non esserne stato a conoscenza! -
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Hiroki Kamijō, Misaki Takahashi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! =D
La storia che segue è nata dopo aver letto (finalmente in inglese) l'act. 33 della Romantica. Doveva essere una mini-flash, invece mi sono dilungata fino a 900 e passa parole (anche se non sembra)... ^^"

Note: la parte finale riprende qualche frase del capitolo--ho fatto a memoria, quindi magari non sono proprio identiche, ma giusto perché lo sappiate. XD Oh, Potrebbe esserci un po' di OOC...

Ja ne,
Temari

A True Smile



        "Venirlo a sapere origliando per caso le inutili chiacchiere dei miei studenti... Ch', maledetto Akihiko, me la pagherà cara!" Pensò Hiroki, uscendo dalla stazione della metropolitana e marciando a passo spedito verso la libreria Marimo, quella domenica pomeriggio. Ripensando al giorno prima, l'espressione accigliata sul volto del professore si tramutò in una truce, in netto contrasto con la bella giornata e con l'aria allegra che lo circondava.
        Non riusciva a credere di aver saputo della sessione di autografi per puro caso, proprio mentre stava tornando a casa dall'università, passando accanto ad un gruppetto di studentesse del suo corso di letteratura; per un momento era stato sul punto di urlare loro contro per gli schiamazzi isterici, prima di cogliere il nome di 'Usami-sensei' fra i numerosi versi da oca che non facevano che emettere.
 
-x-
 
        «Oi, voi quattro.» Aveva detto, interrompendo la loro conversazione e rimanendo indifferente allo sguardo carico di terrore che le ragazze gli rivolsero. «Di cosa state parlando?» Nessuna delle interpellate rispose per un paio di minuti poi, indispettito e irritato, il professore aveva ulteriormente insistito. «Muovetevi a rispondere, non ho tempo da perdere!»
        Una delle ragazze, quella con abbastanza neuroni funzionanti da capire che era meglio rispondere il più in fretta e il più sinteticamente possibile, si era decisa a parlare. «Ecco... Stavamo solo dicendo che è un peccato non aver fatto in tempo a prendere un biglietto per la sessione di autografi di Usami-sensei...»
        «Sessione di... Cosa?!» Aveva sbottato—che storia era?! Perché lui non ne sapeva niente...? Quell'idiota non aveva mai fatto nulla del genere durante i quindici anni da che aveva iniziato a pubblicare i suoi libri, e ora che si era deciso, Akihiko aveva pensato bene di non avvertire Hiroki.
 
-x-
 
        Chiaro, non che al professore fregasse davvero qualcosa dell'evento: non ci sarebbe andato comunque.
        No, quello che lo infastidiva era semplicemente il fatto di non esserne stato a conoscenza! Non era forse Hiroki il primo a leggere i lavori dello scrittore, prima ancora che li consegnasse alla sua editor?!
        Dunque si era fatto dire il luogo e l'orario della sessione e si era diretto alla Marimo. «Wah!» Sbottò d'un tratto, finendo contro quello che credeva essere un muro, prima di fare un passo indietro e rendersi conto che si trattava invece di una lunghissima fila di gente - soprattutto donne di varie età - che aspettava di entrare nella libreria. «Ma che diavolo?!» Borbottò, facendosi strada a forza e rispondendo in malo modo a chi lo accusava di cercare di barare sul suo turno... «Tacete! Non me ne frega niente di quello stupido autografo!! Voglio solo entrare!!»
        Sbucando infine dentro alla libreria, Hiroki prese fiato. Con tutta quella calca di fan sarebbe stato impossibile parlare con Akihiko.
        Gettando un'occhiata al tavolo imbellito da fiori, palloncini, striscioni ed il resto, il professore alzò gli occhi al cielo disprezzando quell'inutile sfarzo e quella pompa magna che gli faceva venire mal di testa. In mezzo a tutto ciò, Akihiko se ne stava seduto a firmare libri ed a sorridere—quel suo sorriso finto, tirato, che però quasi nessuno riusciva a vedere attraverso... Sicuramente non la gente che era lì in fila e che conosceva solo ciò che il trentaduenne dagli occhi viola lasciava che vedessero.
Hiroki era abituato a vedere quell'espressione.
        "Nonostante tutto, fa ancora stranamente male vedere quel sorriso." Si ritrovò a pensare, le sopracciglia aggrottate. Gli ricordava fin troppo vivamente il periodo in cui non aveva potuto fare altro che osservare l'amico d'infanzia - la prima persona di cui si era innamorato - soffrire per qualcuno che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti... Troppe volte aveva visto quel sorriso finto e sapere che Takahashi non si accorgeva di cosa nascondesse lo aveva ferito quasi quanto sapere che il suo, di amore, non aveva possibilità con Akihiko.
        Certo, ora quell'espressione era meno sofferente... Lo scrittore era semplicemente irritato dalla folla, ma Hiroki non poté che chiedersi se l'altro avesse infine trovato un po' di tranquillità e di felicità—si ricordò che Akihiko gli aveva riferito di vivere con uno dei suoi studenti, Takahashi, che non faceva altro che disturbare sempre le sue lezioni... che fosse parente di quell'altro Takahashi? «Heh, sarebbe davvero ironico.»
 
        Ci volle più di un'ora perché la folla si diradasse lasciando Akihiko circondato solo dai responsabili della libreria e dai collaboratori della casa editrice. Trovando il momento adatto, Hiroki decise di farsi avanti e dire due parole al suo amico d'infanzia—
        «Scusate...!» La voce affannata apparteneva ad un ragazzo che era corso oltre le porte scorrevoli come un razzo, sudato e chiaramente sfinito. Il professore lo riconobbe senza troppe difficoltà, era proprio Takahashi, il suo studente che viveva con Akihiko. «Sono in ritardo ma... Per favore, Usag—Usami-sensei, mi autografi il libro...!» Pregò, facendosi avanti.
        Seguendo la scena da lontano, Hiroki sentì il proprio respiro fermarsi involontariamente e, per un attimo, il cuore accelerò i propri battiti. Akihiko si era sciolto in un sorriso alla vista di Takahashi.
        Era la prima volta che vedeva quell'espressione, così raggiante, così felice, sul suo volto... E mentre osservava i due litigare, pensò che in fondo non gli importava di aver ricevuto o no notizia di quell'evento, perciò girò i tacchi e uscì dalla Marimo, un piccolo e discreto sorriso sulle labbra che non si accorse nemmeno di avere e che si allargò nel leggere il messaggio che gli arrivò poco dopo: - Hiro-san, dove sei? È parecchio che sei fuori... Nowaki. -
        - Chi sei, mia madre?... Sto tornando. Cosa vuoi per cena? Mi fermo al conbini vicino casa... -






Note 2: giusto per chiarire: quando Hiroki ha incontrato Misaki e Usagi per strada, un paio di volumi indietro, Akihiko non ha detto chi fosse esattamente Misaki--Hiroki l'aveva solo riconosciuto come uno dei suoi studenti; inoltre 'Takahashi' non credo sia un cognome poi così raro quindi Hiroki può non aver fatto la connessione, anzi dubito sappia che Takascemo ha un fratello. Se però ricordo male - che può essere - fate finta che Usagi non avesse detto nulla. XD
   
 
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