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Autore: i am a swaag    19/01/2013    6 recensioni
Lei. Una ragazza comune con un triste passato alle spalle, anche se pochi se ne rendono conto. Per anni ha dovuto mettere da parte i suoi sogni per far sì di rendere felici gli altri. Solo ora riuscirà a capire che realizzare i suoi sogni è più importante, ma forse sarà troppo tardi, i suoi sogni moriranno presto.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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When You Don't Smile, Stars Stop To Shine


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When You Don't Smile, Stars Stop To Shine


She had realized her dream. You can too.

Who says you can't be the best ?

Who says you can't pass the test ?

Who says you're not perfect ?



Sapevo che ,probabilmente, me ne sarei pentita e che tutto ciò, prima o poi, sarebbe finito, ma questa volta volevo buttarmi. Volevo, almeno per poco, illudermi in un sogno. Volevo farmi quel tatuaggio. Lo sognavo da una vita, ed ora stavo realizzando il mio sogno con la persona più speciale che ci potesse essere. Per una vita avevo messo da parte i miei sogni per realizzare su di me quelli che gli altri volevano, quelli che i miei genitori volevano. Poche ore prima una discussione accese un fuoco dentro di me, un fuoco che non avevo mai sentito prima. Per una volta mi sentii viva. Avevo frequentato un liceo classico, avevo dei capelli biondi naturali che odiavo, ero sempre vestita bene e tirata a lucido per volere dei miei genitori. Non ero io quella che ero stata per diciotto lunghi anni. Non ero mai stata me stessa. Le persone mi hanno costretto ad ibernare i miei sogni e i miei sentimenti per loro. Avevo sempre voluto fare il liceo linguistico per viaggiare nel mondo, avevo sempre voluto tingermi mora e tagliarmi i capelli, amavo i jeans strappati e le maglie scollate sulle spalle. Era quello il mio carattere, ma ho dovuto cambiare pure quello

Il mio sogno più grande da quando ero piccola era quello di farmi un tatuaggio, non sapevo quale, ma era sempre stata la mia ambizione sin da quando ero bambina. Quel giorno la discussione era nata dal fatto che i miei genitori volevano che io facessi medicina all'università, mentre io volevo viaggiare per il mondo. La mia ambizione era viaggiare, conoscere culture, posti, usanze diverse. Conoscere il mondo in cui vivevo
Ero sempre stata rinchiusa in quella piccola città d'Inghilterra da quando ero nata. Non avevo mai conosciuto veramente ciò che era oltre e ora cominciava a diventare una prigione. Ora ero dal tatuatore insieme a Zayn, il mio migliore amico, per cui ho sempre avuto una cotta. Non ero sicura di ciò che stavo facendo, ma volevo farlo, e in cuor mio, ero consapevole che quel tatuaggio era ovviamente dedicato al mio migliore amico. Avevo deciso di farlo sotto il seno a lato. Volevo scrivere in corsivo When You Don't Smile, Stars Stop To Shine ..Era una frase che amavo per il semplice fatto che mi faceva riflettere molto. 

Quando il tatuatore fece per iniziare strinsi i pugni, avevo paura. Notai che Zayn, di fronte a me, mi sorrideva per incoraggiarmi e continuava a tenermi una mano stretta. Non fu molto doloroso, lo furono di più tutti i ricordi che mi tornarono alla mente, tutti i miei sogni infranti e pestati da persone che non ne capivano il valore. I miei occhi cominciarono a pizzicare, ma non volevo piangere. Il mio passato mi aveva insegnato ad alzarmi e guardare avanti. Mi aveva insegnato di camminare a testa alta, senza paura di cadere. Nella vita avevo sempre avuto l'appoggio dei miei amici, le uniche persone che avevano capito quanta imporanza avevano per me i sogni. Molte mie ambizioni erano strane, ma era questo che caratterizzava la mia persona. Avevo conosciuto Zayn in prima superiore; all'inizio non siamo mai andati d'accordo: le nostre discussioni erano unicamente battibecchi e insulti. Ora eravamo inseparabili. Era lui che mi aveva aiutato a superare gli ostacoli che mi sono stati posti dai miei genitori e lui stesso mi ha portato dal tatuatore. Era la persona più importante che avessi. Non avevo mi avuto una migliore amica, e lui ha rimpiazzato tutto il vuoto che avevo dentro, è stato capace di ascoltarmi quando stavo male e sorridere con me quando ero felice. Insieme ne avevamo passate di tutti i colori. Una volta mi ha anche convinta a buttarmi in piscina con i vestiti per una scommessa persa, e buttandomi mi ero dimenticata di togliere il cellulare, il quale si era rotto. Sorrisi impercettibilmente a quel ricordo. Avevamo passato giornate e giornate a parlare e ridere. Era da quelle esperienze che è nata la mia cotta per lui, ma ho sempre preferito che rimanessimo migliori amici. Nel caso ci fossimo lasciati il nostro rapporto,k costruito su anni, si frantumerebbe, e non era questo che avrei voluto. Sorrisi a Zayn per dimostrargli la mia gratitudine e la mia felicità mentre gli stringevo la mano.

"Ho finito" mi avvisò il tatuatore il quale ringraziai prima di mettermi la maglietta. Con Zayn non mi vergognavo: mi aveva visto varie volte in intimo, dato che passavamo molto tempo insieme e io spesso dormivo da lui, nonostante le sue battutine.

"Potevi semplicemente tirartela su la maglia, non c'era bisogno che facessi la spogliarellista davanti a quello" sbuffò Zayn alzandosi, mentre si portava, come suo solito, le mani in tasca.

"Ma se non fai altro che fare battute sulle mie tette dalla mattina alla sera" rimproverai il moro incamminandomi verso l'uscita, seguita da lui.

"Malik può" si difese pavoneggiando.Era un caso perso quel ragazzo "Comunque il tipo non faceva altro che guardarti le tette, Elizabeth"

"Ow, ma che carino, è geloso" gli schioccai un bacio sulla guancia "E non chiamarmi più con quel nome orrendo. Te l'ho già detto"

"Sei antipatica" sbuffò. Feci il muso mentre lo superavo, spingendolo leggermente. Eravamo sempre così: pasta e ciccia.

Solo quando salimmo sulla macchina di Zayn, riflettei su cosa avrei fatto ora e dove sarei andata. Mi rabbuiai all'istante e non parlai per tutto il lungo tragitto verso la casa di Zayn in cui viveva da solo.

"Ehi, non mi dirai che sei ancora offesa perchè ti ho detto antipatica? Stavo scherzando, piccola" amavo quando mi chiamava con quel diminutivo.

"No.. solo che .. ora.." cominciai non sapendo quali erano le parole giuste perchè non potessi sembrare una barbona che non ha pagato l'affitto ed è stata cacciata.

"Stai da me, tranquilla" mi interuppe il moro, rivolgendomi un dolce sorriso, per tornare a concentrarsi sulla strada.

"Sei un amore" mi fiondai su di lui e lo abbracciai stile koala, non preoccupandomi del fatto che stesse guidando. Amavo il profumo di quel ragazzo. A dirla tutta lo amavo tutto.

"Dai, entriamo, che tra un po' si fa buio" disse Zayn scendendo dalla macchina seguito da me. Aveva una casa davvero grande in cui viveva da solo. I suoi genitori viveno all'estero per lavoro, mentre lui studiava qui in Inghilterra. E' sempre stato un ragazzo particolare. Da piccolo non aveva mai avuto un sufficente amore da parte dai genitori, o meglio, non gli sono state date abbastanza attenzioni. Fino a qualche anno fa era un ragazzo chiuso, con pochi amici. Era davvero un bel ragazzo, ma non aveva mai voluto avere una vera e propria relazione, aveva paura di soffrire. L'ultima volta che si era messo con una tipa, lei l'aveva tradito con un altro e lui ci aveva sofferto molto. Pochi lo conoscevano bene come me: con me lui aveva abbassato la sua corazza senza accorgersene, e io feci lo stesso e, in un modo e nell'altro, capimmo di avere la stessa storia. E' così che è iniziata la nostra amicizia. Arrivati in salotto, mi stravaccai sul divano mentre Zayn andava a cambiarsi "Fa pure come se fossi a casa tua" sbuffò ironico, dirigendosi verso la sua stanza.

"Ovvio" risposi prendendo il telecomando in mano per accendere la televisione. Non c'era niente di interessante. "Zayn! Mi annoio!" mi lamentai come una bambina di pochi anni.

"Cresci" si lamentò il moro alzando gli occhi al cielo.

"Ho diciotto anni. Non ti basta ?"

"Con il cervello di una bambina di quattro" mi rimbeccò trattenendo una risata per la stupida battuta.

"Simpatico"sbuffai buttandomi a peso morto sul mio migliore amico che non fece altro che maledirmi in tutte le lingue possibili.

"Tutte queste dimostrazioni di affetto ?" chiese ironico, cercando di spostarmi.

"Zitto, terrorista" ed io stessa continuavo a chiedermi da dove potesse essermi uscita.

"Mo' da dove ti è uscita questa ?" Legge nel pensiero ?

"Ho una mentalità aperta" mi pavoneggiai, alzandomi a sedere sulla sua pancia. Era abituato, ormai.

"Ecco spiegato il perchè del fatto che il tuo cervello è scappato" scoppiò in una vivace risata, che costrinse pure me a mettere giù quell'espressione fiera. Sentivo crearsi una certa armonia tra le nostre due voci, mentre il suo ventre si abbassava e si alzaa ritmicamente su di me.

"Sei di una dolcezza che commuove, Jawi" feci gli occhi dolci, pur sapendo che odiava quel nomignolo, che cominciavo ad apprezzare sempre di più.

"No, non Jawi" strabuzzò gli occhi, notando che mi ricordavo ancora di quel soprannome, che lui definiva rozzamente "schifoso".

"C'è qualcosa che non va, Jawi ?" feci la finta innocente, mentre assottigliavo gli occhi, in segno di sfida.

"Certo che no Elizabeth" colpita ed affondata.

"Ok, basta, scusa. Ma non chiamarmi così" mi arresi immediatamente. Il moro scoppiò nuovamente in una grassa risata. Non era fastidiosa, anzi. Era dolce .. mi metteva allegria il fatto che fosse felice. Smise di ridere improvvisamente, così mi girai di scatto verso di lui, mentre la sua mano calda e delicata mi attirava verso di lui, intenta a cercare di farmi sdraiare di fianco a lui. Non mi opposi, così mettendo la testa sul suo petto. Mi era sempre piaciuto accoccolarmi a lui mentre giocava con i miei capelli. Mi rilassava.

"Cos'hai ?" chiesi mentre il moro era intento a giocare con la mia orribile chioma bionda. Zayn si risvegliò da quello stato di trance e mi sorrise.

"Niente, piccola. Perchè ?" sorrise dolcemente, ma con un'espressione sconsolata sul viso.

"Sembravi giù" rimasi sul vago, pur sapendo che qualcosa non quadrava.

"No" mi liquidò semplicemente, riprendendo a giocare con una mia ciocca di capelli distrattamente.

"Bugiardo" Il moro fece una pausa, mettendo giù i miei capelli. Sapevamo entrambi che avevo ragione.

"Hai mai pensato a noi due come coppia?" chiese con una risata nervosa, per nascondere la sua serietà, mentre portava lo sguardo al soffitto. Non era mai stato capace di mentire, non con me.

"Non lo so, tu ?" volevo prima sapere cosa ne pensava lui, non volevo rovinare la nostra amicizia per una stupida cotta.

"Forse" rimase sul vago, non degnandomi di uno sguardo.

"Anch'io. Intendo, anche io ci ho pensato qualche volta" dissi evitando di incrociare il suo sguardo. Stavo arrossendo. Stupida me.

"Io ti piaccio ?" chiese puntando il suo sgaurdo su un punto indefinito della stanza. Quella domanda mi spiazzò.

"Sei la migliore persona che io conosca" risposi con i miei stupidi giri di parole, consapevole che avevo semplicemente paura di affrontare la realtà. Non volevo essere diretta. Lui mi piaceva, molto. Ma se non avesse ricambiato ?

"E io ?" volevo togliermi il dubbio, e mi buttai. Chiusi gli occhi, stringendo i pugni, spettandomi una delle peggiori risposte, una tra le quali poteva essere semplicemente una grande risata dopo avermi sputato in un occhio.

"Se ti dicessi di sì ? Che mi piaci tanto ?"sentii la sua mano passare leggera sulla mia: gesto che mi fece solo irrigidire maggiormente e avvampare del tutto. Fa che non mi stesse guardando.

"Che anche a me piaci tanto .. ma che non saprei se vale davvero la pena di rischiare di rovinare la nostra amicizia." rimasi, fingendo che fosse solo una stupida ipotesi.

"Mi piaci" disse fermo mentre, finalmente, si voltava verso di me e mi guardava negli occhi. Vedevo una luce nei suoi occhi, era insicuro, ma il profondo dei suoi occhi brillava, come quando parlvamo dei nostri sogni, stesi sul prato.

Passavamo pomeriggi interi a parlare dei nostri sogni sdraiati sull'erba di una collina, in cui non andava nessuno, sulla riva di un fiume. Andavamo lì ogni pomeriggio per vedere il tramonto. Tutti credevano che noi fossimo una coppia, ma non ci siamo mai considerati tali. 

Passavano secondi che a me parevano ore, continuavo a non aprire bocca. Dalle mie labbra non usciva alcun suono. Cosa gli avrei dovuto rispondere ? Che mi piaceva da impazzire ma che ero troppo codarda per una relazione seria ? .. Era questa la verità .. Non volevo mentirgli, non l'avevo mai fatto, e questa non era un scusante per farlo. Non sarebbe stato giusto nei suoi confronti, che mi ha sempre detto la verità.

Mi alzai di scatto dal divano, mettendomi seduta, mentre osservava ogni mio movimento. Lo guardai in quegli occhi in cui potevi affogare se non distoglievi lo sguardo. Avrei rischiato, avrei naufragato insieme a lui. "Zayn, anche a me piaci. Mi pianci tanto, davvero. Non sono capace di mentire, e questo lo sai anche tu. Non voglio perderti. E se un giorno rompessimo ? Succederebbe che perderei anche te. A quel punto da chi vado ? Chi sarà lì a consolarmi ed accogliermi a braccia aperte in quel momento ? Capisci Zayn ?" chiesi per poi abbassare lo sguardo .. Avevo paura, paura della sua risposta. Ero stata egoista, avevo pensato solo alle mie conseguenze, e non a quanto ci potesse soffrire lui. Semplicemente non volevo rovinare il nostro rapporto, ma forse è proprio questo che stava succedendo. Scoppiai a piangere, coprendomi il viso con le mani, per evitare che potesse vedermi in quello stato ridicolo. Di solito piangevo tra le sue braccia, ma ora era, in un certo senso, lui la causa delle mie lacrime. 

"Ehi piccola, vieni qui" disse con tono dolce attirandomi verso di sè per un braccio. Mi accoccolai a lui come facevo sempre e mi strinsi al suo petto. 

"S-scusa" sussurrai tra un singhiozzo e l'altro. E fu in quel momento che scoppiai in un pianto disperato. Perchè doveva sempre andarmi male qualcosa. Per una volta che ero riuiscita a dire "sono felice. Lo sono veramente", tutto crolla. Un crollo senza rimedio, peggio del precedente.

"Ehi, va benissimo per me. Tranquilla" mi rassicurò il moro, ma lo vedevo nei suoi occhi che non era vero. Non volevo che stesse male per me: nella vita non avevo fatto altro che metterlo nei guai insieme a me, non avevo fatto altro che farlo preoccupare quando stavo male. Lui se l'era sempre cavata da solo, ero state sempre solo d'impiccio. Per una volta che potevo fare qualcosa, volevo farlo stare bene. Anche io lo volevo, da fin troppo.

"Zayn" lo chiamai flebilmente per richiamare la sua attenzione.

"Dimmi, Liz" Sussurrò a sua volta, per poi stringermi maggiormente a sè. Amavo la dolcezza di quel ragazzo.

"Volgio provarci" dissi decisa, ma con la voce che tremava comunque per la tensione. Mi allonatanai leggermente da lui per guardarlo negli occhi. Li vidi brillare nuovamente .. erano particolari. 

"Non sei obbligata" disse guardandomi negli occhi, lo faceva spesso .. cercava di capire cosa provavo guardandomi le pupille. Ora poteva solo vedere insicurezza e amore, ne ero consapevole. "Certo che non lo sono. Lo voglio" dissi sorridente. Vedevo nella sua espressione e nel suo sorriso una gioia che provava poche volte, quasi mai. A quel punto mi prese per i fianchi avvicinandomi di più a sè, se era possibile, dato che eravamo attaccati come sardine. Allacciai le braccia intorno al suo collo, e fu allora che annullammo le distanze. Non era un bacio troppo passionale. Era lento e profondo, come se volessimo assaporare le nostre labbra per l'ultima volta. Nessuno dei due accennava a staccarsi dalle labbra dell'altro, sembrava che quel bacio durasse da ore interminabili. Avevamo perso il senso dello spazio e del tempo. Eravamo tutti e due senza fiato e fummo costretti a staccarci. Mentre riprendevamo fiato ci guardammo negli occhi e istintivamente sorridemmo. "Ti amo" sussurrò mentre affogavo in quegli occhi color nocciola. "Io di più" dissi a mia volta catapultandomi addosso al moro schiacciandolo col mio peso mentre lo abbracciavo. Sentii all'improvviso il cellulare vibrarmi in tasca. Proprio ora dovevano rompere ? E poi chi è che voleva me a quest'ora ? Diedi un'occhiata al cellulare. Mamma. 

"Non rispondi ?" chiese il moro notando che non accennavo ad accettare la chiamata e mi ero persa nei miei pensieri guardando lo schermo del telefono. Mi girai verso Zayn e un solo sguardo bastò per fargli capire tutto. 

"Zayn, io esco a farmi un giro. Ho bisogno di cambiare aria" affermai alzandomi mentre prendevo la giacca e la borsa.

"No, tu a quest'ora non vai da nessuna parte" si piazzò davanti a me, bloccandomi la strada.

"Aha, e chi lo dice ?" Dissi con tono di sfida, cercando di spostarlo.

"Io" disse il moro, fiero.

"Tsè. E chi sei tu ?"

"Sono ufficialmente il tuo ragazzo" continuò a pavoneggiarsi.

"Io vado" urlai, passando nello spazio stratto tra il suo corpo e il muro, per poi prendere le chiavi della macchina dal mobile vicino all'entrata. Dopo aver chiuso poco delicatamente la porta, sentii Zayn lamentarsi e chiamarmi. Fastidioso, ma lo amavo. Avevo bisogno di uscire un po' per calamare i nervi: erano successe troppe cose in una sola giornata. Partii con la macchina, avevo la patente, ma guidavo di rado, solo quando Zayn me lo permetteva. In effetti aveva sempre paura che gli rovinassi la macchina. Cioè, preferiva la sua machina a me ? Mi diressi verso un parco in periferia: avevo sempre amato quel parco. Non c'era mai nessuno, a parte per il fatto che ora era notte. Era lì dove io e Zayn ci parlammo per la prima volta, o meglio, litigammo per la prima volta. All'inizio lo consideravo un montato egocentrico, ma col passare del tempo l'ho conosciuto veramente per la persona che conoscevo ora. In quel parco avevo dato il mio primo bacio ad un ragazzo con cui ero stata in seconda superiore, il quale di punto in bianco mi ha lasciato. Perchè ? Mistero. Figo, no ?

Arrivai al parco e mi sdraiai su una panchina abbastanza appartata, era tutto buio, ma non avevo paura. Il buio metteva più in risalto le stelle, come quelle che vedo negli occhi di Zayn quando siamo insieme. Mi alzai di scatto dal legno freddo e mi tolsi le scarpe dai piedi. Mi diressi verso un tronco di un albero, messo orizzontalmente. Esso era posizionato su due alberi tagliati alla base. Era come una trave. Sin da piccola provavo sempre ad attraversarlo, non ci riuscivo: il legno non era preciso ed era sottile. Spesso cadevo e mi sbucciavo le ginocchia, ma in certo senso, mi sentivo soddisfatta di me stessa, perchè ci mettevo tutta me stessa, e potevo dire fieramente di averci provato, di non essermi tirata indietro.

Mi diressi verso il punto dove era situato il tronco, sperando che non l'avessero spostato - era da tanto che non venivo in quel parco e ne avevo nostalgia – ma lo trovai ancora lì, fermo. Non era cambiato nulla, se non le scritte sulle panchine; salii delicatamente a piedi nudi sul tronco freddo e ruvido che mi solleticava la pelle e nel frattempo mi graffiava. Feci dei primi passi desti e sicuri, era da anni che provavo quel pezzo, e ora mi veniva facile. Pian piano il tronco si faceva più rugoso ed irregolare, così mi aiutavo con le braccia per tenermi in equilibrio. Giunsi alla fine del tronco senza cadere, ed ora arrivava il pezzo decisivo che non ero mai riuscita ad affrontare. Caricai le gambe moleggiandole, mentre le accompagnavo con le braccia, e saltai velocemente capovolgendomi in aria atterrando a piedi uniti e con le braccia tese verso l'alto. Erano due le possibilità : o ce l'avevo fatta o ero morta prima di atterrare. Mi diedi un pizzicotto sul braccio ed imprecai per il dolore e la mia stupidità. Ero viva. Figo. Ce l'avevo fatta. Sentii la tasca vibrare e presi fuori il cellulare. Zayn.

Accettai la chiamata appoggiando il telefono all'orecchio.

"Dio, Liz ! E' un'ora che chiamo e non rispondi ! Tutto a posto ?" chiese dall'altra parte del telefono con voce allarmata.

"Sì, è tutto posto" lo rassicurai con voce tremante. Cosa mi prendeva ora ?

"Ehi, cosa c'è che non va ? Ti vengo a prendere ?"

"La tua macchina ce l'ho io" affermai colpevole.

"Ti sei allontanata a quest'ora della notte ?" chiese la voce metallica preoccupata.

"Ehi, tranquillo, sono viva. E poi che ore saranno ?"

"E' mezzanotte passata" affermò il moro con tono di rimprovero.

"Scusa" abbassai leggermente il tono, capendo che preoccupazione avevo causato a Zayn.

"E' tutto a posto. Ma ora vieni, è pericoloso stare fuori a quest'ora della notte"

"Ok, mamma" sbuffai. Sentii una risata dall'altro capo del telefono ed attaccai. Rimisi le scarpe e presi in mano le chiavi per poi dirigermi verso la macchina. In effetti era l'una, mi dispiaceva di avere fatto preoccupare Zayn, in più era stato sveglio fino a quest'ora per me. Da qualche anno Zayn mi aveva fatto da madre, padre, migliore amico e fidanzato. Avevo trovato in lui tutto ciò di cui avevo bisogno per essere felice. Accesi il motore e partii spedita verso casa, sarei arrivata comunque verso l'una e mezza .. ero parecchio fuori città. Sentii di nuovo la tasca vibrare. Eh adesso esagerava ! Sbuffai tirando fuori il cellulare e accettai la chiamata senza guardare il mittente. "Zayn sto arrivando " sospirai.

"Elizhabet" mi sentii chiamare dall'altra parte del telefono.

"Ti ho detto che non voglio che mi .. Mamma ?" mi accorsi dopo che la voce non era di Zayn, ma di mia madre. E cosa voleva ora ? Che tornassi a casa come se nulla fosse ? Loro avevano perso la mia fiducia, e non era comandandomi che la avrebbero riavuta. Ma ovviamente non mi conoscevano ..avevano passato tutti questi anni troppo occupati a progettare il mio futuro e modificare il mio presente..

"Che c'è ? " chiesi fredda, 

"Dove sei ora ?" ignorò la mia domanda, come suo solito.

"Fuori " era una palese presa in giro, si notava.

"Mi stai prendendo in giro ? A quest'ora ?" allora sapeva anche pensare, wow.

"Sì, ti ricordo che adesso sono maggiorenne, piantala di manipolare la mia vita. Smettetela. Non sarò quello che volete voi. E' inutile che tentate di farmi essere qualcosa che non sono. Quindi smettila con questa scenata, perdi solo tempo"

"Mi hai delusa" il suo tono era .. amareggiato ?

" Le tue parole non mi fanno nè caldo nè freddo. Ok ?" non era vero. Ero rimasta ferita da ciò che mi aveva detto. Avevo soffocato per anni i miei sogni per avverare ciò che volevano loro su di me. Non potevo continuare. Avevo tentato per anni di fare sempre la cosa giusta, ma sembra che non sia servito a nulla. " Per anni e anni, ho realizzato solo ed unicamente i vostri sogni su di me. Non ho fatto altro che soffrire in silenzio per far sì di ricevere un complimento meritato, cosa che non è mai uscita dalla vostra bocca. Ho sentito solo critiche. Avete sempre voluto di più da me, non capendo quale fosse il percorso da affrontare e quanto fosse difficile per me fare qualcosa che non volevo ed eliminare i miei sogni, sapendo che non sarei mai riuscita a realizzarli. Sai cosa ? Oggi mi sono fatta un tatuaggio" continuai. Sentii un urlo soffocato da parte sua. Le avrei detto tutto. Che motivo c'era di nasconderlo? Nel frattempo una lacrima solcò la mia guancia ormai rossa per la tensione. " Ne sono felice. Tutt'ora non sono pentita. Sono felice. Capisco che tu non lo voglia. L'ho sognato sin da piccola. Quello è stato il primo, il primo sogno che ho realizzato. Sono riuscita ad attraversare il mio tronco. Ho trovato l'amore nel mio migliore amico che tu chiami simpaticamente terrorista o bullo. Avanti, giudicami, urla. Dì quello che vuoi. Ti ascolto" il mio tono si era leggermente alzato. Sentii un suono sordo e lungo. Cosa stava succedendo ? Mi guardai intorno. Vidi una luce accecante per poi abbandonarmi al buio totale. Sentivo una voce lontana di persone parlare, cose confuse. Cos'avevano? Sentivo la voce di mia madre continuare a parlare dal telefono, nonostante fosse lontana. Era preoccupata. Mi voleva bene ? Io sì, sono sempre stata una persona che perdona. Ma ora stava finendo tutto. Mi abbandonai al nulla.



Pìèssè (?): Per i ritardati come me. Liz è crepata in un incidente con la macchina. *la mia finezza spacca*

Ciao a tutte. Sono qui con una nuova One Shot.
A differenza dell'ultima che avevo scritto questa si conclude tragicamente. Ho trattato un argomento che spesso viene sminuito ed ignorato, ma che per molti è importante. Spesso ci troviamo a dover vivere in un mondo dettato per noi. Ma non è così la vita. Non tutti riescono a raggiungere la libertà e l'autonomia. Nel caso della nostra Liz è finito tragicamente. Sono l'unica che ha un problema simile ? Non credo. E' un tipico scoglio che si deve affrontare nell'età dell'adolescenza. Si ha quel bisogno di sentirsi, almeno per una volta, liberi e se stessi. Qualche recensione me la lasciate ? *fa la faccia da cucciolo *


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La mia long su Zayn e Lilith :I'll never fall in love again

La One Shot :

L'altra One Shot :Same Mistakes





Amore, niente di personale, ma cambia spacciatore. Ahahahaha




Sembrano degli agenti segrete che stanno

andando in missione segreta .. Con il casco (?)






Ragazze. Ci sta provocando ! All'attacco !!!

  
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