Incontrarsi
Era una bella giornata estiva, con tanto sole e temperature miti.
Remus John Lupin, un
giovane mago di 26 anni con capelli castani e occhi color ambra, stava
camminando nella strada di una cittadina vicino Londra.
D’un tratto vide una massa di capelli scuri e sentì un dolore alla gamba. Un
piccolo bambino, di massimo quattro o cinque anni, gli era andato addosso. Il
bambino aveva i capelli tutti spettinati e dei bellissimi occhi verdi. Remus
aveva già visto quei occhi, ma era impossibile, decisamente incomprensibile, non
poteva essere.
“Mi scusi signore, non
volevo” mormorò il bimbo.
“Non fa niente, piccolo. Ti sei fatto male?” chiese Remus, alzando il bambino e
mettendolo sul muretto accanto alla strada.
“No, signore. Sto bene” disse il piccolo.
“Come ti chiami?” chiese Remus, sorridendo. Aveva bisogno di sapere, doveva sapere che le sue impressioni non era solo frutto della sua mente.
“Harry, signore. Sono
Harry” disse il bambino.
No! Non può essere pensò Remus non può essere davvero lui. Ma una
leggera brezza di vento mosse i capelli del bambino e si poté intravedere sulla
fonte una cicatrice a forma di saetta. Questo tolse tutti i dubbi a Remus. Quel
bambino era proprio Harry Potter, il figlio dei suoi migliore amici morti
quattro anni prima.
“Io sono Remus, piacere” disse il giovane, mentre il suo cuore accelerava.
“Piacere, signor Remus”
rispose Harry, sorridendo.
“Il piacere è tutto mio, piccolo Harry. Ma dimmi, come mai tutta questa fretta?”
chiese Remus.
“Scappavo da mio cugino Dudley, signore. MI faceva i dispetti,m me li fa
sempre”.
“Ma scommetto che tu sei abbastanza furbetto da sfuggirlo, vero Harry?” disse
Remus, mentre il sorriso sul suo volto si faceva più ampio. Ricordava bene che
piccolo birbante furbo rea quanto aveva solo un anno, figuriamoci adesso che ne
aveva cinque.
“Sì, signor Remus, Dudley non è molto sveglio! Solo quando c’è qualche suo amico
rischio un bel dispetto” rispose Harry.
“Sei un bravo bambino, Harry” disse Remus, sentendo la commozione che saliva.
“Grazie! Ma posso farti una domanda, signor Remus?!” disse il bimbo.
“Ma certo, Harry”
“È solo che mi sembra di
averti già visto, signor Remus. Non ci conoscevamo prima?” chiese Harry. Il
cuore di Remus perse qualche battito. Harry sapeva di averlo già visto, nel
profondo della sua mente del suo cuore il bambino si ricordava di lui, lo zio
Remus.
“Forse… in un’altra vita, Harry…” rispose giovane mago., con l’emozione che gli
premeva il cuore.
“Come? Una vita prima di questa di adesso?” chiese Harry, un po’ confuso.
Remus sorrise “Sì Harry, proprio così! Un’altra vita prima di questa”
“Harry Potter!” strillò
una donna dalla faccia cavallina, che li stava raggiungendo.
“Quella è zia Petunia, mi sa che è arrabbiata con me, di nuovo” disse Harry,
sconsolato.
“Allora meglio che tu vada, Harry. È stato bellissimo incontrarti, grazie. Sento
e spero, che un giorno ci rivedremo, fino ad allora ti porgo i migliori saluti
di Remus John Lupin” disse remus, facendo scendere il bambino dal muretto.
“Ciao, signor Remus” rispose Harry, per poi correre dalla zia.
“Chi era quello?” chiese bruscamente Petunia, guardando storno il giovane Remus.
“È il signor Remus, zia
Petunia” rispose Harry.
“Remus? Mpfh! Che nome da strambo, si vede che è un poveraccio! Un pezzente”
rispose la zia.
“No invece! È bravo e
gentile!! E poi mi ha detto che ci conoscevamo in una vita prima di adesso!”
“Che Cosa?? Fila in subito in casa, Potter! Rimarrai chiuso in camera tua per
una settimana! E ti proibisco di parlare ancora con gente del genere! Questa è
la punizione per i bambini cattivi!” disse Petunia. La sua voce suonava molto
arrabbiata, ma si poteva leggermente sentire anche paura.
“Ma zia…” tentò Harry.
“Niente ma!” lo interruppe Petunia “E ora fila subito in camera tua!”
Harry obbedì, ormai aveva capito che era inutile protestare ed andò in camera
sua, il ripostiglio del sottoscala, rassegnato e sconsolato.
Ma questi sentimenti non riuscivano comunque a contrastare la gioia di aver incontrato il signor Remus. Un’uomo che a differenza di tutti quelli che aveva conosciuto, sembrava davvero apprezzarlo, così com’era.
FINE