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Autore: lu1980    19/01/2013    0 recensioni
Di me non si ha mai sentito parlare ma ......................
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A te'
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Ciao a tutti, mi presento, sono Ryoko Marshal.
Come si può intuire dal mio cognome, mio padre è quel Freddy Marshal che fu prima allenatore personale del SGGK Benjiamin Price ed ora allenatore in seconda della nazionale maggiore.
Ho deciso di uscire dall’ombra dopo che ho letto la poesia che il mio “portiere” mi ha fatto trovare stamattina in cucina, lui è fuori in trasferta con la squadra ed io, causa lavoro, non ho potuto seguirlo.
Di me non ne ha mai parlato in modo chiaro ma si è sempre potuto capire qualcosa, o no? … dai, bastava prestare attenzione al doppio senso di certe battute che i compagni di squadra gli tiravano o allo stesso di molte sue frasi o parole.
Io sono cresciuta a villa Price, dove ho fatto il mio ingresso circa a dieci anni, esattamente dopo che i miei genitori avevano definitivamente divorziato perché mia madre, ex modella e proprietaria di un’agenzia per modelle, essendo sempre in giro per il mondo non poteva occuparsi di me nel modo adeguato.
Le mie giornate non erano molto diverse da quelle di Benji, scuola al mattino nel pomeriggio lui gli allenamenti con la squadra , io il club della fotografia (per la cronaca, tutti gli scatti che vedete nel manga sono opera mia!), unica nota dolente era quella di dover tornare a casa prima degli altri perché lui aveva gli allenamenti con papà, non che la cosa mi spiacesse, con la scusa di recuperare i palloni ne approfittavo per tirare qualche calcio o fare un po’ di palleggi anch’io senza scordare che mi allenavo anche a scattare foto di soggetti in movimento.
Alle cinque ci si fermava, doccia e uno spuntino veloce poi ci si dedicava allo studio fino alle otto, ora di cena, questo per molti anni per la precisione fino a quando lui non partì per la Germania.
A quel tempo stavamo assieme già da un paio di anni, grazie alla moderna comunicazione via internet ci sentivamo praticamente ogni giorno! Ma si sa, la lontananza è una brutta bestia, e quando mia madre durante una delle sue brevi visite complici i leggeri abiti estivi si accorse di come l’allenamento avesse modellato il mio corpo, mi propose di entrare nella sua agenzia io, lì per lì, esitai ma dopo averne parlato sia con papà che con Benji e avendo ricevuto da ambedue un responso positivo decisi di andare con lei, e così mi ritrovai a passare l’ultimo anno di liceo in giro per il mondo a seguire le lezioni via internet.
Il brutto del fare la modella erano i tacchi alti, mia madre voleva a tutti i costi che imparassi a stare su quelli da quattordici! Premetto che io non sono altissima, insomma nella media, coi capelli scuri gli occhi nocciola. Dopo due ore di lite furibonda grazie anche all’appoggio delle altre ragazze dell’agenzia ottenni di sfilare a piedi scalzi a maggior ragione che si trattava di una campagna per i costumi da bagno e, diamine, io ero lì solo per provare se quel lavoro mi piacesse! Comunque mia madre usò la cosa a suo vantaggio adottando i piedi scalzi per tutte.
La sfilata venne presentata un po’ per tutta Europa, alla tappa di Amburgo ero euforicissima, avevo spedito a Benji e papà biglietti e pass per il back-stage, non vedevo l’ora di rivederli dopo tanti mesi. Non appena entrarono nei camerino, sotto le simpatiche battute delle altre ragazze baciai il mio ragazzo che mi guardò in modo strano mentre papà si faceva una bella risata.
In via del tutto eccezionale, quella sera, ottenni di dormire a casa di Benji dato che da lui dormiva anche papà, il quale durante la cena mi fece un sacco di complimenti, verso le undici ci lasciò per ritirarsi nella sua stanza.
-allora?- chiesi una volta rimasti soli.
-allora cosa-
-non mi hai ancora detto se ti sono piaciuta-
-stavi bene, non posso negarlo, ma con quel trucco così pesante e questi capelli troppo lunghi … in passerella ti ho riconosciuto solo perché eri in costume da bagno, se avessi avuto un vestito non ti avrei distinto dalle altre-
-ti sembrerà strano, però mi aspettavo questo tuo commento già da tempo … comunque quella che hai visto è solo una maschera di scena-
-lo so, la vera Ryoko … la mia “Ryo” è quella che ho davanti-
Detto questo mi diede un bacio e mi condusse in camera per mostrarmi una lettera della federazione, era la convocazione al World Youth che io lessi subito.
-ma è una cosa troppo bella! Un mondiale per le nazionali giovanili!-
-abbassa la voce, vuoi svegliare tuo padre?-
-ops! … tu ci andrai, vero?-
-la società non me l’ha negato, aspetto solo la risposta definitiva … dato che si giocherà in Giappone e durerà circa tre settimane, che dici di usarla come scusa per stare un po’ assieme?-
-lo farei volentieri, ma come la metti con la mamma, sai anche tu quanto è permalosa quando si mette-
-fai come Holly, lui in quei giorni darà gli esami per il diploma, basta che inoltri la domanda al ministero tramite la scuola-
Seguii il consiglio di Benji e feci la domanda che venne subito accolta e cosa più importante potei seguire tutte le partite, mi persi però il matrimonio di Holly e Patty, quel giorno avevo la prova orale.
Durante quel campionato avvenne anche ciò che mi fece prendere la decisione che cambiò la mia vita, e non solo quella, per sempre.
Assistetti impotente all’infortunio di Benji  immortalando ogni frammento di quell’attimo nella mia memoria e in quella della fotocamera.
Vederlo tornare alla villa con le mani fasciate mi fece uno strano effetto, anche se diceva che andava tutto bene vedevo la fatica e la sofferenza che provava nel compiere anche il più semplice gesto di tutti i giorni.
La mattina che prese l’aereo per tornare in Germania lo accompagnai e lì colse l’occasione per presentarmi ai compagni i quali restarono all’inizio un po’ stupiti, poi lo presero in giro con la scusa di sapere dove mi avesse tenuto nascosta in tutti quegli anni.
Seguii con lo sguardo il suo aereo finchè vi riuscii, poi andai alla biglietteria dovevo verificare una cosa, tre giorni dopo presi il mio solo che non tornai a Parigi ma la mia destinazione fu Amburgo.
Con un taxi andai direttamente al campo di allenamento, vi lascio immaginare la scena, io che arrivo con passo deciso trascinando il mio trolley, occhiali da sole a specchio capelli sciolti, bermuda al ginocchio e maglietta tattica, bastarono poche e chiare parole al custode per farmi accompagnare sul campo di allenamento dove i palloni smisero all’istante di rotolare.
-e tu che ci fai qui, non dovresti essere a Parigi?-
-al diavolo Parigi! Ora sono più importanti le tue ferite!-
-tua madre come l’ha presa?-
-non sa ancora nulla, le telefonerò più tardi-
-Ryo, sei tutta matta-
-no, sono la donna di un calciatore!-
-la donna di un calciatore!?-
-scusa è vero … SONO LA FIDANZATA DEL SGGK!- gridai in inglese rivolta alla squadra.
Allenatore e compagni lo presero in giro per una buona mezz’ora, al termine della quale ottenne di stare a casa per qualche giorno, tempo che impiegammo per visitare la città.
Prima tappa fu il parrucchiere dove diedi un taglio netto col passato, da quel giorno porto sempre i capelli piuttosto corti.
Neanche a dire che mia madre si arrabbiò parecchio e non mi parlò per mesi, al mio rientro aveva già preparato diversi contratti per la pubblicità dove mancava solo la mia firma.
Da quel giorno sono passati molti anni, ora Benji gioca nel Bayer e io … beh io mi alleno con i ragazzini della primavera, non tutti i giorni perché ho anche il mio lavoro da seguire.
Faccio parte dello staff tecnico della nazionale, il mio compito è quello di tenere aggiornate le schede di ogni singolo giocatore utilizzando il materiale che gli osservatori mi inviano.
Anche se il mio ruolo nella nazionale è molto importante io continuo a sentirmi la donna di un calciatore, o meglio, la fidanzata del SGGK.Ciao a tutti, mi presento, sono Ryoko Marshal.
Come si può intuire dal mio cognome, mio padre è quel Freddy Marshal che fu prima allenatore personale del SGGK Benjiamin Price ed ora allenatore in seconda della nazionale maggiore.
Ho deciso di uscire dall’ombra dopo che ho letto la poesia che il mio “portiere” mi ha fatto trovare stamattina in cucina, lui è fuori in trasferta con la squadra ed io, causa lavoro, non ho potuto seguirlo.
Di me non ne ha mai parlato in modo chiaro ma si è sempre potuto capire qualcosa, o no? … dai, bastava prestare attenzione al doppio senso di certe battute che i compagni di squadra gli tiravano o allo stesso di molte sue frasi o parole.
Io sono cresciuta a villa Price, dove ho fatto il mio ingresso circa a dieci anni, esattamente dopo che i miei genitori avevano definitivamente divorziato perché mia madre, ex modella e proprietaria di un’agenzia per modelle, essendo sempre in giro per il mondo non poteva occuparsi di me nel modo adeguato.
Le mie giornate non erano molto diverse da quelle di Benji, scuola al mattino nel pomeriggio lui gli allenamenti con la squadra , io il club della fotografia (per la cronaca, tutti gli scatti che vedete nel manga sono opera mia!), unica nota dolente era quella di dover tornare a casa prima degli altri perché lui aveva gli allenamenti con papà, non che la cosa mi spiacesse, con la scusa di recuperare i palloni ne approfittavo per tirare qualche calcio o fare un po’ di palleggi anch’io senza scordare che mi allenavo anche a scattare foto di soggetti in movimento.
Alle cinque ci si fermava, doccia e uno spuntino veloce poi ci si dedicava allo studio fino alle otto, ora di cena, questo per molti anni per la precisione fino a quando lui non partì per la Germania.
A quel tempo stavamo assieme già da un paio di anni, grazie alla moderna comunicazione via internet ci sentivamo praticamente ogni giorno! Ma si sa, la lontananza è una brutta bestia, e quando mia madre durante una delle sue brevi visite complici i leggeri abiti estivi si accorse di come l’allenamento avesse modellato il mio corpo, mi propose di entrare nella sua agenzia io, lì per lì, esitai ma dopo averne parlato sia con papà che con Benji e avendo ricevuto da ambedue un responso positivo decisi di andare con lei, e così mi ritrovai a passare l’ultimo anno di liceo in giro per il mondo a seguire le lezioni via internet.
Il brutto del fare la modella erano i tacchi alti, mia madre voleva a tutti i costi che imparassi a stare su quelli da quattordici! Premetto che io non sono altissima, insomma nella media, coi capelli scuri gli occhi nocciola. Dopo due ore di lite furibonda grazie anche all’appoggio delle altre ragazze dell’agenzia ottenni di sfilare a piedi scalzi a maggior ragione che si trattava di una campagna per i costumi da bagno e, diamine, io ero lì solo per provare se quel lavoro mi piacesse! Comunque mia madre usò la cosa a suo vantaggio adottando i piedi scalzi per tutte.
La sfilata venne presentata un po’ per tutta Europa, alla tappa di Amburgo ero euforicissima, avevo spedito a Benji e papà biglietti e pass per il back-stage, non vedevo l’ora di rivederli dopo tanti mesi. Non appena entrarono nei camerino, sotto le simpatiche battute delle altre ragazze baciai il mio ragazzo che mi guardò in modo strano mentre papà si faceva una bella risata.
In via del tutto eccezionale, quella sera, ottenni di dormire a casa di Benji dato che da lui dormiva anche papà, il quale durante la cena mi fece un sacco di complimenti, verso le undici ci lasciò per ritirarsi nella sua stanza.
-allora?- chiesi una volta rimasti soli.
-allora cosa-
-non mi hai ancora detto se ti sono piaciuta-
-stavi bene, non posso negarlo, ma con quel trucco così pesante e questi capelli troppo lunghi … in passerella ti ho riconosciuto solo perché eri in costume da bagno, se avessi avuto un vestito non ti avrei distinto dalle altre-
-ti sembrerà strano, però mi aspettavo questo tuo commento già da tempo … comunque quella che hai visto è solo una maschera di scena-
-lo so, la vera Ryoko … la mia “Ryo” è quella che ho davanti-
Detto questo mi diede un bacio e mi condusse in camera per mostrarmi una lettera della federazione, era la convocazione al World Youth che io lessi subito.
-ma è una cosa troppo bella! Un mondiale per le nazionali giovanili!-
-abbassa la voce, vuoi svegliare tuo padre?-
-ops! … tu ci andrai, vero?-
-la società non me l’ha negato, aspetto solo la risposta definitiva … dato che si giocherà in Giappone e durerà circa tre settimane, che dici di usarla come scusa per stare un po’ assieme?-
-lo farei volentieri, ma come la metti con la mamma, sai anche tu quanto è permalosa quando si mette-
-fai come Holly, lui in quei giorni darà gli esami per il diploma, basta che inoltri la domanda al ministero tramite la scuola-
Seguii il consiglio di Benji e feci la domanda che venne subito accolta e cosa più importante potei seguire tutte le partite, mi persi però il matrimonio di Holly e Patty, quel giorno avevo la prova orale.
Durante quel campionato avvenne anche ciò che mi fece prendere la decisione che cambiò la mia vita, e non solo quella, per sempre.
Assistetti impotente all’infortunio di Benji  immortalando ogni frammento di quell’attimo nella mia memoria e in quella della fotocamera.
Vederlo tornare alla villa con le mani fasciate mi fece uno strano effetto, anche se diceva che andava tutto bene vedevo la fatica e la sofferenza che provava nel compiere anche il più semplice gesto di tutti i giorni.
La mattina che prese l’aereo per tornare in Germania lo accompagnai e lì colse l’occasione per presentarmi ai compagni i quali restarono all’inizio un po’ stupiti, poi lo presero in giro con la scusa di sapere dove mi avesse tenuto nascosta in tutti quegli anni.
Seguii con lo sguardo il suo aereo finchè vi riuscii, poi andai alla biglietteria dovevo verificare una cosa, tre giorni dopo presi il mio solo che non tornai a Parigi ma la mia destinazione fu Amburgo.
Con un taxi andai direttamente al campo di allenamento, vi lascio immaginare la scena, io che arrivo con passo deciso trascinando il mio trolley, occhiali da sole a specchio capelli sciolti, bermuda al ginocchio e maglietta tattica, bastarono poche e chiare parole al custode per farmi accompagnare sul campo di allenamento dove i palloni smisero all’istante di rotolare.
-e tu che ci fai qui, non dovresti essere a Parigi?-
-al diavolo Parigi! Ora sono più importanti le tue ferite!-
-tua madre come l’ha presa?-
-non sa ancora nulla, le telefonerò più tardi-
-Ryo, sei tutta matta-
-no, sono la donna di un calciatore!-
-la donna di un calciatore!?-
-scusa è vero … SONO LA FIDANZATA DEL SGGK!- gridai in inglese rivolta alla squadra.
Allenatore e compagni lo presero in giro per una buona mezz’ora, al termine della quale ottenne di stare a casa per qualche giorno, tempo che impiegammo per visitare la città.
Prima tappa fu il parrucchiere dove diedi un taglio netto col passato, da quel giorno porto sempre i capelli piuttosto corti.
Neanche a dire che mia madre si arrabbiò parecchio e non mi parlò per mesi, al mio rientro aveva già preparato diversi contratti per la pubblicità dove mancava solo la mia firma.
Da quel giorno sono passati molti anni, ora Benji gioca nel Bayern e io … beh io mi alleno con i ragazzini della primavera, non tutti i giorni perché ho anche il mio lavoro da seguire.
Faccio parte dello staff tecnico della nazionale, il mio compito è quello di tenere aggiornate le schede di ogni singolo giocatore utilizzando il materiale che gli osservatori mi inviano.
Anche se il mio ruolo nella nazionale è molto importante io continuo a sentirmi la donna di un calciatore, o meglio, la fidanzata del SGGK. 
 
  
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