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Autore: RubyChubb    08/08/2007    10 recensioni
Una rivista, una ragazza incasinata e casinista, il suo coinquilino gay, la sua collega pazza... e tanti guai! 'scusate la stupidità del titolo e della presentazione, ma ho trenta gradi di caldo in casa....'
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Life, Love and Hate by Tom and Mac' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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AND TIME GOES BY

Entrò nel negozio di dischi, il suo preferito. Salutò il proprietario alla cassa con un cenno della testa e si aggiustò i Rayban sul naso. Era in trattativa per l'acquisto di un vinile pregiato, un vecchio album dei Black Sabbath, autografato da tutti i componenti della band, ma quella volta non si fermò a parlare con lui perchè doveva semplicemente comprare un disco per un regalo. 
La mania del collezionare i vinili era nata da un paio di anni a quella parte e fino a quel momento ne aveva acquistati molti di valore. Magari un giorno, se avesse avuto dei problemi economici, li avrebbe rivenduti ed avrebbe potuto guadagnarci diverse migliaia di euro. Aveva imparato a 'dividere i rischi', investendo in cose che potevano sembrare inutili, ma che ad un occhio attento e informato sicuramente non lo erano affatto.
Ma non era lì per quello scopo. Andò verso la sezione rock ad occhi chiusi, la conosceva come il palmo della sua mano e si mise ad osservare le nuove uscite. Non c'era niente di suo gradimento, ma doveva fare un regalo ad una sua amica e scelse l'ultimo disco dei 'The Killers', sperando che lei non lo avesse già acquistato.
C'erano altre persone nel negozio di dischi e tutte erano intente ad osservare gli altri scaffali. Stava quasi per raggiungere la cassa, ma si fermò ancora un attimo, per curiosità, al reparto dvd. Un rumore irritante proveniva da un gruppetto di altre persone nei suoi pressi. Sembrava che qualcuno si divertisse a scoppiettare la chewing gum, senza accennare a smettere. Cercò di ignorare quello 'stick stick stick' anche quando lo sentì avvicinarsi. Poi il fastidioso rumore si interruppe a tre passi da lui. Tirò un sospiro di sollievo e tornò con gli occhi sui cofanetti dei telefilm.
'STICK!'
Si voltò, deciso a fare notare a chi di dovere che quel rumore era molto fastidioso. Dietro di sè una ragazza, di spalle, capelli biondi a caschetto nascosti sotto un cappello. Stava per voltarsi quando vide lo strano tatuaggio tra le sue scapole. 
Rimase stupito. Senza fiato.
Le dette due colpetti sulla spalla.
"Sì...", fece lei, voltandosi senza interesse.

Chissà se questo cd ce l'aveva, pensava, mente se lo rigirava tra le mani. Non si ricordava quale album dei Metallica mancava ancora alla sua collezione, avrebbe dovuto controllare meglio per evitare di comprare un doppione, ma poteva anche prenderlo e magari farselo cambiare. 
Alternava i suoi pensieri allo scoppiettio della sua chewing gum. Stick stick stick stick...
Poi sentì due dita tamburellare sulle spalle. Si voltò ed osservò lo sconosciuto davanti a lei.
"Mackenzie?", la chiamò l'uomo. Era alto un po' più di lei, capelli a spazzola, occhiali da sole sulla faccia.
"Ci conosciamo?", fece lei, con aria interrogativa.
"Temo proprio di sì.", fece lui, togliendosi gli occhiali.
La ragazza lo guardò meglio.
"Tu sei... oh mio dio! Georg!", disse lei, portandosi le mani alla bocca, "Non ti avevo riconosciuto con i capelli corti!"
"Già... li ho dovuti tagliare per aver perso una scommessa, altrimenti li avrei sempre lunghi come prima.", disse lui, passandosi velocemente una mano sulla testa
"Cavolo... ma quanti anni sono passati!", ricordò improvvisamente Mac.
"Beh... penso cinque o sei", disse lui.
"Madonna santa... come stiamo invecchiando bene!", fece lei ridendo, "Posso offrirti un caffè da Starbucks qui all'angolo?"
"Certo che sì, ma vorrei offrirtelo io!"
"Allora facciamo così: io pago il tuo e tu paghi il mio!", disse Mac, avviandosi verso l'uscita.

Era sempre la solita, nemmeno il suo look era cambiato: pantaloncini corti e canotta, semplice come se la ricordava. Solo il taglio dei capelli era diverso, un caschetto sbarazzino che le contornava una faccia altrettanto simpatica. Anche Mac lo aveva trovato uguale a come lo conosceva, solo che la sua faccia era molto più mascolina di un tempo. Nel complesso era cresciuto bene, pensò.
Dopo che loro erano ripartiti, quel giorno di diversi anni fa, i contatti tra lei ed i ragazzi erano stati sporadici fino a non sentirsi più del tutto. Non era stata di certo una cosa voluta, ma legata soprattutto ai rispettivi impegni, e nessuna delle due parti aveva fatto veramente qualcosa per tenere vivi i rapporti.
"Allora? Come vanno i Tokio Hotel? Ancora non vi siete ritirati dal mercato?", gli chiese lei, dopo che ebbero ordinato due tazze di caffè fumante..
"Per adesso sì... sai, abbiamo preso un anno o due di tempo per dedicarci alla nostra vita e ai progetti privati.", fece lui, "Invece tu? Come va con il lavoro? Alla fine è andato tutto per il verso giusto vero?"
"Sì, mi sono davvero licenziata da quella stupida rivista e sono andata a lavorare come apprendista da un mio amico fotografo che, guarda il caso, lavorava al piano di sotto rispetto alla redazione. Alla fine sono rimasta sempre nel solito palazzo!", disse ridendo.
"E adesso?", le domandò lui.
"Adesso ho uno studio indipendente, sto cercando di affermarmi come free lance, di farmi un nome. Ma per ora collaboro con riviste di ogni genere. Mi è anche toccato andare ad una fiera canina internazionale... non ti dico!"
Il ragazzo si mise a ridere, ma si interruppe quando vide il tatuaggio che la ragazza aveva la braccio sinistro. Lesse chiaramente una frase a lui conosciutissima: 'Rock my life'. Rimase interdetto, totalmente, e per qualche secondo la sua mente rimase ingarbugliata in una miriade di pensieri.
"Quando te lo sei fatto quel tatuaggio?", le chiese, quando riuscì a trovare il bandolo della matassa.
"Questo? Poco dopo che siete partiti. L'ho impressa per sempre qui. Oltre che a ricordarmi di voi, segna anche un punto di svolta fondamentale nella mia vita."
"Ah... interessante.", fece Georg, sorseggiando il caffè che gli era stato appena servito dalla cameriera. 

Ancora, di nuovo, la riprova che lei non ricordava assolutamente niente.
"Raccontami un po' di te.", gli disse Mac, cambiando discorso.
"Beh... è strano che non ci siamo incontrati prima, io mi sono trasferito qui da qualche mese.", le rivelò Georg, sorseggiando il caffè.

"Davvero?!?", esclamò Mac, "Io abito sempre nel solito appartamento, a quattro passi da qua, e praticamente non ci siamo mai 
visti!"
"E' vero! Siamo terribili!", disse Georg, ridendo.
"Come mai proprio qua? Non c'à praticamente niente!", disse Mac.
"Perchè la zona è tranquilla, la gente è simpatica. E perchè la mia fidanzata è di qua."
"La tua fidanzata?!?", disse Mac, con aria stupita, e poi si fece due conti in testa, "Vuoi dire che... ti stai per sposare!"
"Sì, proprio così. Si chiama Jasmine."
"No... non ci credo.", fece Mac, portandosi la mano davanti alla bocca.
"Guarda.", fece lui, frugandosi nelle tasche dei pantaloni e tirando fuori una coppia di anelli.
"Gesù... hai già le fedi in tasca. E quando sarà l'evento?"
"Tra sei mesi. Visto che ti ho incontrato ne approfitto per invitarti."
"Verrei molto volentieri.", disse Mac, "Ma non conosco nessuno..."
"Non ti preoccupare, saremo in pochi. E poi sarà una buona occasione per incontrare anche gli altri. Cerchiamo di rimanere in contatto, non come abbiamo fatto in questi anni."
"Hai ragione...", disse Mac, frugando nella sua borsa per dargli un suo biglietto da visita.
"Ma allora sei proprio una professionista! Anche i biglietti con il tuo nome!", esclamò Georg, rigirandoselo tra le dita.
"Già... tanto per fare bella figura..."
"Magari potrei anche ingaggiarti come fotografa per il giorno del mio matrimonio."
"Non ti deluderei, ho fatto anche quello per sopravvivere!", disse Mac ridendo.
"E tu, invece? Nessun principe azzurro in vista?"
"No, nessuno oramai da diverso tempo.", gli rivelò lei, facendo spallucce, "E poi una mattina di sei anni fa mi sono svegliata tra i due Kaulitz.... il mio analista ha fatto i milioni con le mie sedute!"
"Davvero? Eppure ci sono ragazze che pregano tutti i giorni per una cosa del genere!", fece Georg ridendo.
"Ed io che non ci spenderei manco un centesimo... comunque ora è difficile svegliarsi in una situazione del genere.", disse Mac, con sguardo malizioso.
"Intendi che scegli accuratamente le sigarette che ti passano tra le mani?", colse la palla al balzo Georg.
"Anche!", fece Mac, scoppiando in una risata. Poi guardò distrattamente l'orologio, accorgendosi che era l'ora per lei di andare.
"E' stato un piacere ritrovarti Mac!", disse Georg, davati all'uscita di Starbucks.
"Anche per me..." fece lei. Si scambiarono un abbraccio amichevole.
"Ti chiamerò io allora!"
"Perfetto, non vedo l'ora di conoscere questa Jasmine.", disse Mac.
E si allontanarono l'uno dall'altra. 
Georg fece qualche passo poi, in un gesto irrazionale, si voltò. 
"Mac!", la chiamò.
"Dimmi!", fece l'altra, girandosi dalla usa parte.
"Devo dirti una cosa.", disse lui, raggiungendola.
"Certo...", fece lei, attendendolo a braccia conserte.
Gli ci volle un attimo prima di trovare le parole giuste.
"Mac... proprio non ti ricordi cosa significa quella scritta... Rock my life?"
La ragazza lo guardò: per un attimo il suo sguardo si scurì, poi un grande sorriso apparve sulla sua faccia.
"Quanti giorni ha resistito l'inchiostro indelebile?", fece lei, mettendogli l'indice sul petto.
La faccia di Georg si distese... lei se lo era sempre ricordato.

FINE

Spero di aver fatto un buon lavoro di correzione! La storia è la solita, non ho aggiunto niente, solo la grammatica, la sintassi e le correzioni dovute XD alla prossima!

 

   
 
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