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Autore: miaomimi    19/01/2013    7 recensioni
"Dopo innumerevoli preparativi con i becchini, i sarti e i fiorai. I continui cambi di testamento con i più affidabili notai.
La dipartita del Principe Bryce Jason Vandemberg è tristemente giunta.
I parenti e i più cari amici sono riuniti per l'ultimo saluto."
Dedicato a tutte le persone che ho conosciuto in questi mesi all'interno del Black Friars Gdr.
Dusca grazie per l'aiuto....
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Bryce Vandemberg, Eloise Weiss, Gabriel Stuart, Sophia Lord, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia batteva fitta contro i vetri della cappella. La navata era illuminata da molteplici candele disposte attorno al feretro e sui grandi lampadari che pendevano nella stanza. Molteplici mazzi di rose di diversi colori, provenienti dalla serra del defunto, erano stati disposti intorno all’altare maggiore, alla bara e ai lati delle panche. Il feretro in mogano posto ai piedi dell'altare era circondato dalle Prince Bryce, le sue rose.
Il profumo emanato da tutte quelle rose era intenso ed avvolgente e chiudendo gli occhi si era portati a credere di trovarsi nella serra di Bryce.
Tutti i presenti vestivano di nero, solo Gabriel Stuart indossava l’uniforme da alto ufficiale, mentre la maggior parte dei presenti sfoggiava abiti di gran sartoria. Le dame avevano il viso nascosto da una veletta e le mani coperte da lunghi guanti, rigorosamente neri.
Erano presenti tutti al triste evento; dopo innumerevoli preparativi e prove il momento era giunto.
 
Eloise sedeva nella prima fila di panche alla sinistra del feretro, vicino al principe Axel. Costui teneva la mano della ragazza quasi nascondendola aiutandosi con all’ampia gonna di lei. I volti tristi e gli occhi lucidi per la grave perdita, ricordavano quanto il defunto avesse fatto per loro, per unire due ragazzi innamorati divisi da incomprensioni che solo il tempo avrebbe potuto risanare.
Al fianco opposto del principe Axel erano presenti i cari amici Gilbert Cazanove Morgan e il tribuno Anthony Ross Granville.
Gilbert, che riceveva ogni tanto qualche gomitata furtiva da parte di Ross per ricordargli il luogo e il triste evento cosicché riportasse l’attenzione sul defunto, continuava quasi incessantemente a voltarsi per osservare Lara Delhia Degret, sperando in un suo sguardo, ma lei continuava a guardare avanti a sé incurante di lui; la fanciulla aveva dipinta sul volto un espressione triste e furiosa al tempo stesso: probabilmente non vedeva l’ora che tutto quello giungesse al termine.
- Secondo me, Lara sta pensando che avrebbe preferito trovare te all’interno di quella bara -
Farfugliò Antony Ross a Gil mentre questi con il cuore affranto si voltava per l’ennesima volta.
- Dici che sia il giorno giusto per chiederle di sposarmi? Magari a causa della tristezza potrebbe accettare. -
Rispose il ragazzo ricevendo una smorfia di disappunto dall’amico.
- Credo che l’unico modo perché lei accetti, sia vederti in punto di morte. -
Aggiunse il principe Axel con un sorriso divertito che nascose immediatamente tornando serio.
 
Antony Ross controllava Julian Lord, il presunto, fino a qualche tempo prima, fratello di Sophia Blackmore, il quale, al momento, sembrava più interessato a consolare Charlotte Granville, una delle innumerevoli cugine di Antony e della stessa Sophia, che a presenziare ad un funerale. La ragazza singhiozzava sulla spalla di Julian, mentre lui l’abbracciava sussurrandole paroline dolci all’orecchio. Dal sorrisetto fuori luogo che cercava di nascondere sembrava molto felice del suo ruolo
Jordan Constanten Vandemberg sedeva al fianco del suo inseparabile amico Julian mentre Fayette Georgia Mayfield, una delle cugine Mayfield, imparentate anch’esse con Sophia Blakmore oltre che con il Capitano Stuart, cercava di attirare la sua attenzione guardandolo e stringendosi sempre di più a lui, con la scusa di consolarlo. Jordan rimaneva impassibile di fronte alle attenzioni della ragazza e per gentilezza assecondava con sorrisi tirati i suoi riguardi.
La fila di panche sulla destra era occupata dai Blackmore. La famiglia era al completo, o meglio, quello che rimaneva di essa. La cerimonia funebre era stata organizzata al crepuscolo proprio per permettere a questi di presenziare.
Ashton Mikhael Blackmore bello come sempre, in un abito nero, che metteva in risalto ancora di più i suoi occhi viola e i capelli neri, osservava con la coda dell’occhio e senza essere visto il principe Axel ed Eloise. Rimanendo con il volto tirato e affranto, nascondeva dentro sé un sorriso compiaciuto, mentre osservava i due che cercavano di non farsi vedere, mentre il giovane principe con il pollice accarezzava il polso della ragazza. Con tutti gli anni passati a camminare su quel mondo, era sempre grato di vedere il sentimento dell’amore a ricordargli cosa fosse ciò che riusciva ad affascinarlo nell’umanità. Una testa bionda gli sedeva vicino. Il giovane Haydan Lusian Cain Blackmore con espressione impassibile guardava davanti a se. Non mostrava nulla in quel momento, fermo come la statua di un bellissimo angelo, simile a quelle che si possono trovare in una chiesa. A fianco a lui sedeva il parente Adrian Damon Mayfield Blackmore, nessuno dei due sembrava molto turbato da quello che stava avvenendo attorno a loro, probabilmente a causa delle perdite alle quali Adrian aveva dovuto assistere o forse perché era riuscito a reprimere i sentimenti umani fino al punto di non provare più nulla.
Dietro di loro sedevano le cugine Caroline Louisia Mayfield e Alexandria, i gemelli Sinclair e l’avvenente Gareth Phoebus Eldrige. Gareth avvolgeva con il braccio Alexandria cercando di consolare la ragazza e questa sembrava apprezzare a giudicare dai sorrisi compiaciuti che gli rivolgeva. I gemelli stranamente erano silenziosi e con l’espressione afflitta sul volto.
Presumibilmente la causa del loro inusuale atteggiamento era più dovuta alla presenza di Gabriel, che sedeva davanti a loro in compagnia della fidanzata, che non ad un reale dispiacere per la dipartita del defunto che praticamente non conoscevano.
Sophia Blackmore era in prima fila e dava le spalle ai suoi parenti. Il volto impassibile, le mani incrociate in grembo, lo sguardo assente, osservava l’esterno grazie a una finestra riccamente decorata posta dietro l’altare maggiore, dalla quale entravano una luce soffusa ed il rumore della pioggia. Gli occhi erano velati e cercava di nascondere le lacrime che a breve avrebbero rigato il suo viso. Indossava l’ennesimo abito che Bryce le aveva fatto confezionare appositamente per il triste evento. A differenza degli altri che vestivano abiti neri, il suo era di un blu notte, talmente scuro da poter essere quasi scambiato per nero. Il suo Tutore l’aveva lasciata basita al momento della scelta del vestito, considerando che generalmente le faceva confezionare abiti neri per la triste occasione ma, in quel caso, quello chiffon di seta impalpabile lo aveva conquistato e, di conseguenza, fatto impazzire il sarto. Era strano pensare che dopo tanti vestiti provati, tante ore passate immobile sotto le mani esperte dei sarti, il giorno della dipartita del suo Tutore fosse giunto.
Gabriel teneva la mano di Sophia intrecciata con la propria.
Silenzioso osservava, così come la fidanzata, l’acqua battere contro i vetri, e stringeva la presa sulla sua piccola mano; la stessa mano alla quale lei portava l’anello che le aveva regalato in occasione del loro fidanzamento.
Non si erano detti neanche una parola da quando erano giunti dal Collegio di Altieres alla cappella. Sophia era riuscita a nascondere dietro la veletta la sorpresa nel trovarsi di fronte Gabriel in alta uniforme e il dolore al petto che aveva provato nel constatare quanto fosse bello. Non era la prima volta che lo vedeva in quegli abiti, ma l’effetto che la sua bellezza operava su di lei la faceva sentire sempre come fosse la prima volta.
 
Bryce Jason Vandemberg era circondato dal suoi fiori oltre che dai suoi amici e parenti. La bara scelta per sua dipartita finale era in mogano in tinta naturale ma lucidata per accentuare i riflessi bronzei dei suoi capelli biondi. Mentre i rivestimenti interni erano in raso damascato di colore beige, al fine di attenuarne il pallore del volto. L’abito ricercato e riccamente lavorato ne smorzava il colorito cereo: a colpo d’occhio poteva sembrare che dormisse.
Le mani giunte sul petto racchiudevano una delle rose di sua creazione.
Morton con il volto tirato era in piedi vicino al feretro. Ad un osservatore attento, in realtà, in quell’occasione sarebbe parso meno serio del solito, quasi allegro per la dipartita del suo amato Principe; quasi certamente la causa di tanta malcelata felicità era da attribuirsi alla buona riuscita del funerale tanto atteso e preparato nei minimi dettagli.
Il feretro era giunto alla cappella in una carrozza nera, tirata da quattro cavalli dal mantello anch'esso nero.
Un lussuoso coupé e sul sedile a foderino di velluto nero, con nappe color oro intorno alla bordatura, erano seduti i fidati becchini del defunto.
Sulle porte della carrozza era presente lo stemma della casata dei Vandemberg messo in risalto dalla stuccatura in oro sul legno nero. Quattro angeli in preghiera erano posti sui lati della carrozza ed arricchivano i vetri laterali ornati da tende in pizzo bianco, tirate per nascondere il feretro.
I passanti si erano fermati ad ammirare la bellezza della carrozza, incuriositi dai presenti al funerale e riconoscendo la casata avevano seguito la processione fino alla cappella, rimando in fondo alla navata per scoprire chi fosse deceduto.
Le campane avevano suonato a morto, mentre il feretro veniva portato all’interno della Cappella e da un organo, posto sulla balconata sopra la porta principale, si era diffusa la musica di un brano scelto esplicitamente da Bryce per l’occorrenza, aumentando l'emozione dei presenti.
La cassa era stata portata in spalla dalla carrozza fino ai piedi dell'altare da Axel e Jordan, gli amati fratelli del defunto e dagli amici fidati Antony Ross, Gilbert e Gareth. Stephen Dalton Eldrige il fratello di Gareth non era presente al momento, cosi che i giovani si erano trovati in difficoltà nel trasportare la bara, sballottandola leggermente mentre salivano i gradini sotto la pioggia battente tanto che, per poco, non avevano anche rischiato di ribaltarsi con essa. Numerose fanciulle del Collegio piangevano silenziosamente al passaggio delle spoglie, tutte con il cuore infranto per aver perso il loro “caro” amico, e soprattutto per la tristezza per non essere riuscite ad accasarsi con lui.
 
Eloise si asciugava gli occhi con un fazzoletto di pizzo, sul quale erano incise le sue iniziali. Era stato Bryce a regalarglielo e nel veder passare il feretro non aveva potuto trattenere oltre le lacrime. Bryce era un componente importante della sua famiglia, lo considerava come un fratello oltre che un amico e perderlo a quella giovane età le spezzava il cuore.
Il primo ad alzarsi fu Antony Ross per recarsi al leggio ad esprimere il suo ultimo saluto al caro amico. Le porte della chiesa vennero chiuse, allontanando i curiosi e lasciando solo i parenti e gli amici.
- Cari amici e parenti, siamo qui riuniti per porgere l’ultimo saluto al nostro caro amico e fratello Bryce Jason Vandemberg.
Bryce, che lascia nel profondo dei nostri cuori un vuoto che non verrà mai più riempito.-
Il tono utilizzato dal Tribuno dimostrava quando fosse provato per quella perdita.
- Sicuramente il vuoto lo lascia nel portafoglio del becchino, del fioraio e del sarto -
Sussurrò Julian cercando di tirar su di morale Jordan mentre questi osservava, seduti poche panche più indietro, i servitori fidati del fratello con viso tirato e occhi lucidi.
- Già, direi che sono molto provati dalla scomparsa di mio fratello. Sicuramente non troveranno più un cliente come lui. -
Aggiunse Jordan impassibile.
- Ricordo ancora i giorni felici passati insieme... –
Continuò Ross nel suo discorso.
- Sì quando mi svegliava dopo dodici ore di servizio alla Misericordia, perché sentiva strani dolori al petto. –
Sussurrò a bassa voce Eloise all’orecchio di Axel, mentre questi si tratteneva dal ridere e cercava di restare serio.
- Però, magari ogni tanto erano vere. -
Aggiunse con tristezza la ragazza. Axel le accarezzò il volto, asciugandole una lacrima, sperando che il suo tocco potesse tranquillizzarla.
- Le ore trascorse nella sua adorata serra... –
Proseguì il tribuno con voce squillante.
- E le ore passate dal sottoscritto a rubargli le rose da regalare a Lara. –
Sghignazzò sotto voce Gilbert rivolto al principe Axel non riuscendo a trattenersi a quel ricordo così divertente.
- E tutte le volte che lei calpestava le rose e i tuoi mantelli mentre Bryce sveniva sgomento nel vedere le sue creature gettate a terra. –
Sghignazzò anche lui in risposta. Entrambi non riuscivano a rimanere serie a quei dolci ricordi.
- Shh –
Lara alle loro spalle cercò di farli stare zitti, probabilmente dopo aver udito il suo nome.
- Sono desolato Onorabile Lara –
Si affrettò a dire Gil girandosi con un sorriso affascinante e cercando di non perdersi l’occasione di poter parlare con lei, ma questa aveva già riportato la sua attenzione verso Ross, non degnando neanche di uno sguardo il povero ragazzo, che affranto tornò a voltarsi.
- I preziosi consigli che ci ha dato... –
Il discorso procedeva.
- Preziosi e sicuramente alla moda, doveva aggiungere.-
Sussurrò Emily Granville comparsa in quel momento vicino alla cugina Charlotte.
- Sei in ritardo. –
Commentò quest'ultima con voce strozzata dalle lacrime.
- Sono dovuta andare a cambiarmi, vedi? – indicò l’abito nero che indossava. - Non trovi che sia bellissimo vestito in nero e cosi elegante? –
Continuò Emily sussurrando all’orecchio della cugina.
- Ma chi, Bryce? Si hai ragione anche da lì è bellissimo. Neanche la morte può nulla contro la sua bellezza. –
mormorò con sguardo sognante la ragazza mentre l’altra sbuffava.
- Ma no parlavo di Ross! –
Aggiunse esasperata.
- Ancora con questa storia? Fidati, Nanà non ti darà mai il permesso di sposare nostro cugino; e poi non capisco cosa ci trovi di tanto interessante in lui, in qualsiasi modo sia vestito. –
Rispose Charlotte riportando l’attenzione sul defunto e sperando che la cugina facesse altrettanto.
- I valori che ci ha insegnato... –
Nella voce di Ross una leggera incrinatura aveva preso il sopravvento nel vedere entrare Emily in ritardo, distratto dalla sua fugura e dal pensiero che al termine della funzione l’avrebbe dovuta riprendere per il suo sfoggio di cattive maniere.
- Credo che, se non ci sbrighiamo, a breve il defunto dovrà cambiarsi d’abito. –
Sussurrò con voce calda Gabriel all’orecchio di Sophia. Lei alzò lo sguardo incontrandone gli occhi grigi e aggrottò la fronte, non riuscendo a comprendere a cosa si riferisse.
- Ha smesso di piovere. - Continuò il Capitano indicando con un leggero cenno del volto la finestra.
- Stavo pensando alla stessa cosa. Smettendo di piovere, le nuvole scompariranno e la luce della luna entrerà dalla finestra illuminando troppo il volto di Bryce. –
Sussurrò Sophia al giovane che aveva avvicinato il volto al suo.
- Dobbiamo far accelerare il Tribuno, mi sembra di sentire il tuo Tutore che dice “ c’è troppa luce e mi crea troppa ombra sul volto”. –
Continuò Gabriel sorridendo leggermente mentre Sophia cercava di nascondere il tonfo al cuore che provava ogni volta che vedeva il suo fidanzato sorridere; si voltò verso Antony Ross e gli fece segno con la mano di accorciare, sperando vivamente che il gesto non fosse visto da nessun’altro, poiché temeva che la luce sbagliata potesse rovinare la cerimonia.
- Le notti brave passate in sua compagnia... –
Ross non degnò Sophia di uno sguardo.
Fortunatamente Morton sembrò accorgersi del segnale della ragazza e con molta discrezione si avviò a tirare un tendaggio sulla finestra, risolvendo il problema della possibile luce esterna.
- Pericolo scampato. –
Le sussurrò divertito Gabriel all’orecchio, osservandola tirare un sospiro di sollievo.
- Sarebbe stato un disastro e non possiamo permetterci errori, non oggi. –
Disse Sophia stringendo maggiormente la mano del fidanzato.
– Non abbiamo neanche la possibilità di una replica o di rimandare. –
Aggiunse Gabriel, cercando di nascondere il fastidio che provava a stare lì, quando avrebbe preferito fare qualsiasi altra cosa in sua compagnia piuttosto che accompagnarla al funerale del suo Tutore, ma, come le aveva detto il giorno precedente, era suo preciso dovere accompagnarla e stare al suo fianco in un giorno così triste.
Sorprendentemente era divertito nel vedere la cura e la preparazione di tutti per riuscire in quello che doveva essere il funerale del secolo. Dando il massimo per rendere felice l’ultimo desiderio del loro amico.
- Vi ricordate quella volta che siamo entrati in quel convento di suore carmelitane ?-
domandò ad alta voce Ross rivolgendosi ai suoi amici di avventure.
- Sì e quella volta che Bryce si è travestito da prete entrando nella stanza di quella suora? - Commentò Gareth mentre Alexandria emetteva risolini vicino a lui.
Il vociare all’interno della sala aumentò e le parole di Ross vennero quasi coperte.
Gilbert si era spostato a sedere vicino a Lara, con la scusa di consolarla. Gareth raccontava aneddoti passati insieme a Bryce alle cugine Mayfield. Eloise chiacchierava con Axel ricordando finti dolori inventati dal defunto. Le cugine Granville parlottavano con Juju e Jordan mentre questi raccontava dei posti in cui Bryce l’aveva trascinato.
Sophia sospirò rumorosamente scuotendo la testa esasperata. Gabriel vedendola nascose il divertimento sul suo volto nel sentire certe storie. Sicuramente essere informato di certe avventure del Tutore della sua fidanzata sarebbe stata un’ottima arma a suo favore, ma vedere la sua Sophia cosi triste per quello che stava avvenendo attorno a loro gli era difficile da sopportare. Alzandosi si recò in mezzo alla navata salendo i primi gradini dell’altare maggiore.
- Adesso basta! – Urlò mentre tutti i presenti si giravano sbigottiti verso di lui.
- Vi devo forse ricordare che siamo a un funerale?! - Fulminò con i suoi occhi grigi e freddi tutti i presenti, mentre questi riprendevano posto e riacquistavano un’espressione tetra, degna del momento.
- Granville, prego continuate.- Si rivolse a Ross. – E vi prego anche di fare in fretta. –
Aggiunse risedendosi vicino a Sophia, che chinò la testa per nascondere il sorriso che le era apparso sul volto.
Il tribunotossì leggermente prima di ricominciare
- Bryce ci mancherai molto, sarà mio preciso interesse far giungere sulla tua tomba rose fresche tutti i giorni e non temere per l’istruzione della tua Pupilla, Axel sarà un ottimo insegnante per la futura regina di Altieres.
Non preoccuparti inoltre della tua amata Serra perché tutti noi ci impegneremo a custodirla nel migliore dei modi. -
Avvicinandosi al feretro Ross mise una mano sul legno freddo, quasi accarezzandola prima di tornare a sedersi con espressione triste vicino agli amici.
 
- Dobbiamo rifare tutto da capo. - Una voce cupa si levò dall'interno della bara.
Tutti i volti si alzarono osservando Bryce che si metteva a sedere scrutando a sua volta i presenti.
- Ma se fossi realmente morto, voi vi mettereste a chiacchierare così al mio funerale? E poi, avete quasi rischiato di farmi cadere portandomi su per le scale. Sarei potuto morire! -
brontolò arrabbiato portandosi una mano alla fronte e scuotendo la testa.
- Bryce noi ti avevamo detto di rimanere fuori dalla bara perché eravamo dispari ma non hai voluto e non hai voluto nemmeno che qualcuno sostituisse Steph. -
Commentò Axel rassegnato.
L’organo smise di suonare e un viso si affacciò dall’alto del cornicione.
- Bryce devi deciderti! Non posso suonare l’organo e portare anche il tuo sarcofago. -
Brontolò dall’alto Stephen sentendosi chiamato in causa.
- Sophia ricordami che dobbiamo trovare una soluzione a questo problema. - Commentò Bryce rivolto alla sua pupilla che nel frattempo si era tolta la veletta e aveva un’espressione imbronciata.
- Comunque genio, io non sono una mummia. Io viaggio in una elegantissima bara. - Continuò il presunto defunto elogiandosi.
- No infatti mummie lo diventeremo noi attendendo che tu sia realmente morto. -
Aggiunse Axel.
- Quindi mi vorresti dire che non era tutto perfetto?! Ho persino pianto! - intervenne Eloise con voce esasperata.
- Ma vi pare che fosse tutto perfetto? – Domandò indignato Bryce che oramai era uscito dalla bara, aiutato dal fedele Morton e si aggiustava i pantaloni e la giacca. - Il discorso era orribile. - Continuò disgustato nel vedersi i pantaloni spiegazzati.
- Ma se sei stato tu a scrivermelo. –
Urlò Ross dall’altra parte della navata.
- Allora non sei capace di interpretarlo. - Ribatté Bryce con ovvietà. - Non c’erano né enfasi né musicalità; sembrava stessi leggendo la lista della spesa di una massaia. -
Sbuffò affranto e annoiato, gesticolando e scuotendo la testa.
- Tutore, Adrian potrebbe suonare l’organo. –
Disse con tono deciso Sophia che si era allontanata dalle panche per avvicinarsi alle cugine.
- Sicuramente Adrian sarà l’unico ancora vivo quando ci sarà la tua vera dipartita.-
Sghignazzò Gareth.
- Direi che è un’ottima idea Sophia. Almeno la luce dei miei stanchi occhi mi comprende.- rispose Bryce guardando in male modo Gareth. - Però non è ancora buio, quindi abbiamo ancora tempo. - Protestò Bryce incrociando le braccia davanti al petto.
- Tutore oggi non è possibile ripetere la funzione, sarebbe inutile, non c’è più la luce giusta per i vostri abiti e poi conviene rimandare per il nuovo itinerario. –
Si affretto a dire Sophia con sguardo preoccupato, sperando di essere riuscita a convincerlo a cambiare idea.
- Anche perché noi abbiamo un ballo fratello, quindi dobbiamo andare. –
Era stato Jordan a parlare mentre faceva l’occhiolino a Sophia avendo capito il suo intento.
- E siamo già in ritardo. –
Aggiunse Justin Sinclair che improvvisamente aveva riacquistato la solita espressione divertita che caratterizzava lui ed il fratello.
- Va bene. - Sospirò Bryce e mosse una mano come per cacciare una mosca. - Andate al vostro ballo e... - Sorrise serafico verso il giovane Stuart. - Capitano state attento alla mia adorata pupilla. -
- Come sempre. - Rispose Gabriel rimanendo impassibile. - Signore e signori è stato un piacere, anche se poco gradito. –
Fece un cenno col capo per salutare i presenti.
 – Sofia... - Girò la testa verso la fidanzata sorridendole e porgendole il braccio che, dopo aver salutato i parenti, l’ultima dei Blackmore prese per dirigersi insieme a tutti gli altri festaioli all’esterno,
I curiosi erano andati via e una sfilata di carrozze con lo stemma dei Blackmore attendeva in fondo alle scale.
- Ho seriamente temuto per un momento che volesse ricominciare tutto da capo. –
Disse Julian alle spalle della sorella.
- La prossima volta sarà anche peggio Juju. –
Sospirò questa scuotendo la testa sconsolata.
- Ma dove ha trovato questa cappella mio fratello?- Domandò Jordan fermandosi in fondo alla scala insieme a tutti gli altri. – E’ la prima volta che veniamo qui.-
Aggiunse incuriosito mentre Fayette si stringeva sempre più a lui.
- E’ una proprietà della nostra famiglia, ovviamente è sconsacrata ma, sia Adrian che Ashton non ne ricordano la storia.
- Quando Bryce ha sentito che la cappella era sconsacrata ha preteso una doppia funzione, per permettere anche a noi redivivi di presenziare alla cerimonia. – Comunicò Cain con aria divertita.
- Mi spiace sorellina. - Sorrise dolcemente e con affetto alla fanciulla.
- La sua nuova idea è quella di far arrivare il carro funebre nella Reggenza di Aldenor, recarsi alla cappella di famiglia dei Vandemberg e poi venire a questa. –  Aggiunse Sophia spiegando la nuova idea del suo Tutore e gesticolando nervosamente con la mano guantata.- Poi le spoglie verranno portate al Mausoleo di famiglia. Ma Bryce non ha ancora avuto il tempo di studiare i dettagli di tutta la funzione per cui abbiamo ancora un po’ di tempo a disposizione prima di dover rifare tutto. - Aggiunse con un sorriso tirato.
- Andiamo?-
Domandò Caroline che era rimasta in silenzio tutto il tempo.
Si divisero; su una carrozza salirono i gemelli Sinclair, Gareth che aiutò a salire Alexandria , Fayette e Caroline, seguiti da Julian e Jordan.
Cain insieme ad Adrian era già salito su una prima vettura, che era partita per controllare la strada che avrebbe condotto tutti al borgo di Altieres.
Sophia aiutata da Gabriel entrò in una terza carrozza. Mentre si accomodava Sophia udì le voci di Ross e Bryce ancora intenti a litigare per come Ross avrebbe dovuto tenere il discorso.
Gilbert stava già per iniziare la sua dichiarazione a Lara, ma questa lo aveva anticipato rispondendogli con un “NO!” secco che non lasciava spazio ad alcune replica.
Ashton si era offerto di accompagnare Eloise, Lara e le cugine Granville al Collegio di Aldenor e Axel, stranamente, non aveva controbattuto, ma aveva ringraziato il redivivo ed aveva salutato Eloise.
Mentre la carrozza partiva, Sophia non poté fare a meno di notare i cinque giovani rimasti a parlare mentre un dubbio continuava ad attanagliarla. Ross e Bryce sembravano averla colta mentre li osservava e contemporaneamente le sorrisero con fare innocente.
Una mano le prese il mento, facendole voltare il viso e incontrare due occhi grigi, limpidi, che la osservavano. Con un sorriso compiaciuto il possessore di quegli occhi l’attirò a se con l’altro braccio e si chinò per baciarla dolcemente.
- Grazie. –
Sussurrò contro le labbra di Gabriel, quando lui allontanò leggermente la bocca dalla sua.
- Per cosa? Non per il bacio, è un tuo diritto essere baciata da me. –
Sussurrò con voce calda e suadente sorridendo contro le sue labbra e provocandole brividi alla schiena come riusciva a fare sempre. Erano passati diversi mesi da quando stavano insieme e si erano fidanzati ufficialmente, ma le emozioni che i suoi baci le provocavano non erano mai cambiate.
- Per avermi aiutato oggi.-
Sussurrò Sophia
- Avrei preferito accompagnarti in qualsiasi altro posto ma... è stato divertente.- Appoggiò la fronte contro quella di lei continuando a guardarla negli occhi. – Quel giorno, se mai arriverà, io verrò con te e devo essere pronto al grande evento. -
- Prevedo che noi due saremo già morti quando realmente avverrà la dipartita di Bryce, o comunque saremo talmente vecchi che saranno Ashton e Cain a doversi impegnare per far stare in silenzio i nostri nipoti, che giocheranno e si arrampicheranno per le statue della cappella insieme ai nipoti dei nostri parenti. –
Disse Sophia e dopo un momento entrambi scoppiarono in una sonora risata. Gabriel la strinse contro di sé, mentre lei appoggiava il viso contro il suo torace. Dopo qualche attimo di silenzio Sophia continuò a parlare.
- Adrian suonerà l’organo, trasmettendo emozioni ancora più forti di quelle che ho provato oggi.
Gilbert forse avrà finalmente sposato Lara. Eloise e Axel si terranno per mano guardando i loro nipoti giocare con i nostri.
Antony Ross avrà forse sposato Emily.
Charlotte forse sarà riuscita a conquistare il cuore di Bryce, ma non credo, piuttosto immagino che, se sarà ancora in vita, piangerà reali lacrime per la sua perdita.
Gareth forse avrà messo la testa a posto oppure morirà per averne combinata una delle sue.
Non mi stupirebbe essere informata della sua dipartita, causata dal crollo di un muro o da un marito arrabbiato; e suo fratello, subito dopo, forse inventerà una cura per non morire. –
Parlava con uno sguardo sognante, sperando in cuor suo che realmente la dipartita del suo Tutore giungesse il più tardi possibile.
 –  Sai perché abbiamo organizzato questa prova generale? –
Domandò Sophia.
- Perché ogni primo del mese Bryce richiede una prova? –
Disse Gabriel baciandole i capelli.
- No. Oramai sono sempre più convinta che Bryce quando si sente solo, decida di organizzare queste “riunioni di famiglia”, alle quali nessuno potrebbe mai rifiutarsi di partecipare. -
 
   
 
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