Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Ailis_    19/01/2013    3 recensioni
[Storia partecipante al "Once upon a time contest" di Soskyn]
Qua e là, tra i rovi, facevano timidamente capolino i boccioli di rosa. Rosso, giallo, rosa e bianco sbucavano qua e là, svettando contro il verde intenso.
Le labbra di Gerta, rosse come le rose, si aprirono in un'espressione di sorpresa.
Non solo perché finalmente i boccioli erano comparsi, ma perché lo avevano fatto proprio in pieno inverno.
Era magia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prickle Buongiorno!
Alcune piccole premesse prima di lasciarvi alla storia.
In primis, è la prima storia -scusate l'infelice gioco di parole- che scrivo su questo fandom al quale mi sono avvicinata molto di recente.
In secundis, questa storia sta partecipando all'ancora in corso Once upon a time contest di Soskyn, indetto sulla sua pagina FB e sul forum di EFP.
Il contest aveva come tema lo scrivere una storia i cui protagonisti fossero personaggi di fiabe non ancora comparsi nel telefilm.
Io ho scelto Gerta e Kay, i protagonisti della favola “ La regina delle nevi ”, di cui vi ho inserito il link, nel caso vi interessasse.
Ultima nota: il banner è opera mia.
Detto questo, vi auguro buona lettura!





Image and video hosting by TinyPic

Prickle


Will you return?
And remind me who I really am
Please, remind me who I really am

Everybody’s got a dark side
Do you love me?

Kelly Clarkson, “Dark Side”




Nessuno a Storybrooke, nel Maine, aveva un giardino di ciliegi bello come quello di sua nonna.
Era lì da che avesse memoria, così immutabile e bello da sembrare appena uscito da uno dei libri per bambini che la nonna le leggeva quando era piccola.
Era sempre stata brava a raccontarle le fiabe, questo Gerta lo rammentava bene, come i pomeriggi trascorsi ad ascoltarla.
Non sapeva cosa avesse quel giardino di tanto speciale, ma c'era qualcosa in quel luogo che la attraeva a sé come una calamita.
C'era un piccolo appezzamento di terra, un po' nascosto dietro il tronco imponente di un ciliegio, in cui la nonna aveva fatto piantare delle rose.
Non erano mai fiorite e a Gerta la nonna aveva detto di non riuscire a capire perché. Tutte le altre piante erano rigogliose e bellissime a vedersi, con colori così sgargianti da ricordare le piume degli animali esotici, tranne quelle rose, come se un incantesimo le avesse congelate per sempre.
Oramai aveva perso le speranze di vederle nascere, ma Gerta non era della sua stessa opinione. Segretamente, continuava ad augurarsi che le rose crescessero. Non era sicura che fosse solo perché adorava i fiori: ogni volta che passava di lì aveva la sensazione che qualcosa di più la legasse alle rose, come un ricordo sopito che aspettava di ridestarsi insieme a quei boccioli.
Sentiva senza averne la certezza che l'ultima rosa fiorita aveva avuto un significato particolare: quel giorno era accaduto qualcosa, un cambiamento che tuttavia non riusciva a ricordare.
Ogni volta che si avvicinava all'argomento le sembrava che qualcosa deviasse i suoi pensieri e si accorgeva di vagare con la mente solo dopo ore, a volte giorni.
Quel pomeriggio sua nonna non era in casa e lei ne approfittò per infilarsi di nascosto nel giardino.
Non si aspettava di vedere nulla di nuovo, ma quella giornata era destinata a cambiare la sua vita per sempre.
Canticchiava distrattamente una vecchia canzone mentre svoltava l'angolo che l'avrebbe portata proprio di fronte a quello sterile cespuglio di rose.
Non si rese subito conto che qualcosa era mutato, troppo abituata a vederlo spoglio e nudo. Si voltò di nuovo e i colori esplosero di fronte ai suoi occhi.
Qua e là, tra i rovi, facevano timidamente capolino i boccioli di rosa. Rosso, giallo, rosa e bianco sbucavano qua e là, svettando contro il verde intenso.
Le labbra di Gerta, rosse come le rose, si aprirono in un'espressione di sorpresa.
Non solo perché finalmente i boccioli erano comparsi, ma perché lo avevano fatto proprio in pieno inverno.
Era magia.
Accarezzò i petali con la delicatezza del fedele che sfiora con la punta delle dita la statua del santo e sentì che c'era qualcosa che doveva ricordare.
Qualcosa che era lì, dentro di lei, appena al di là del velo che lo nascondeva: senza sapere come, capiva che era importante, forse ciò che aveva animato parte della sua vita.
Le sfuggiva come sabbia tra le dita.
Scosse appena i capelli; lo chignon dondolò pericolosamente fino a sciogliersi e una nuvola di fili dorati si sparse lungo le spalle mentre il pettine che con cui li aveva raccolti cadde a terra con un tintinnio.
Come mille lampi di luce bianca, i ricordi le inondarono la mente e in un attimo seppe cosa aveva dimenticato. Qualcuno che pensava avrebbe fatto parte della sua vita per sempre e che si era ripromessa di non abbandonare mai, neanche quando era cambiato.
Era diventato una persona totalmente diverso, ma aveva giurato a se stessa che lo avrebbe amato comunque e lo avrebbe fatto tornare il suo Kay.
E invece lo aveva messo da parte, dimenticato come se non contasse nulla. Aveva pensato che quel desiderio di redenzione che l'aveva animata fosse il sentimento più puro che avrebbe mai potuto provare; fu strano scoprire che era bastato davvero poco per farglielo dimenticare e che, dopotutto, anche l'idea più nobile restava pur sempre solo un'ideale.
Ma non si sarebbe pianta addosso, non lei che era sempre stata così pronta a rimediare agli errori e alle ingiustizie.
Kay la prendeva sempre in giro per il suo innato senso del giusto e si chiedeva fino a che punto sarebbe riuscita ad andare.
Non lo sapeva neanche lei, ma Gerta era certa che non avrebbe permesso a niente di tenerla lontana da lui ancora.



Gerta non ricordava di aver mai visto una tempesta di neve più violenta a Storybrooke.
Avrebbe dovuto rimanere in casa, magari seduta di fronte al camino con un bel libro e una tazza di latte e miele in mano, invece che ritrovarsi di fronte alla porta della stanza di Kay stringendosi nel cappotto alla disperata ricerca del coraggio di bussare a quella maledetta porta.
Non era difficile, si disse: lo aveva fatto così tante volte quando era bambina.
Eppure, all'improvviso la sua mano sembrava terribilmente pesante e la porta un mostro pronta a divorarla.
Fuori cadeva la neve e a Gerta non piaceva.
Ricordava vagamente, come fosse un flash appartenente a un passato remoto e forse addirittura a un'altra vita, che c'era stato un tempo in cui le piaceva giocare sotto i fiocchi, ma poi era cambiato tutto.
Non sapeva cosa gli fosse successo né quando: sapeva solo che il giorno prima lui era lui e quello successivo era un'altra persona, una che non era il suo Kay.
Era passato così tanto tempo... Gerta non riusciva a capire perché avesse aspettato tanto per andare da lui, come avesse potuto dimenticarsi di Kay.
Le sembrava di essere vissuta immersa nella nebbia per anni e all'improvviso questa avesse iniziato a diradarsi.
Sentiva che qualcosa stava cambiando: era nell'aria, ne avvertiva l'eco nel petto.
Prese il coraggio a due mani ed entrò. Era tutto come lo ricordava, con le pareti di quel azzurro ghiaccio e il lampadario di vetro sembrava creare mille aurore boreali sui muri. C'era profumo di fiori.
La camera di Kay era sempre la stessa, con quegli stupidi poster alle pareti, gli scaffali pieni di libri e il letto grande adornato dai peluche che lei gli aveva regalato.
Kay era proprio lì, steso sul letto. A vederlo così, le sembrava proprio il suo Kay. Gli carezzò il viso e si accorse che le tremavano le mani.
Come aveva potuto dimenticarlo? No, si disse, non era quello il problema. Kay era sempre stato da qualche parte dentro di lei e anche quando era diventato cattivo e irriconoscibile non aveva smesso di amarlo: era sempre lì, radicato sotto la sua pelle così in profondità che niente avrebbe potuto scacciarlo.
Era un tipo di amore intenso da far paura, come trovarsi di fronte a uno strapiombo o a un uragano: terrificante e bellissimo.

Pensavo che mi andasse bene così” sussurrò mentre si stendeva con la testa sul petto di lui, la voce tremante e le guance solcate dalle lacrime “ma sei sempre stato tu, la cosa di cui avvertivo la dolorosa assenza. Mi manchi così tanto...”
Le ultime parole furono un gemito strozzato tra le lacrime e finalmente si sentì libera da un peso opprimente. Sì, un buco nero si era spalancato nel suo petto, ma almeno ora poteva tentare di ricucirlo, anche se ci sarebbe voluto tanto tempo e tutte le sue forze.
La distruggeva ricordare cosa Kay fosse diventato e sapere che non sarebbe tornato ad essere com'era, ma la verità era che la realtà non sarebbe cambiata perché a lei non piaceva.
Perciò aveva solo bisogno di un attimo in cui raccogliere le energie per dire addio a Kay, un momento per assaporare i ricordi di un tempo, quando erano solo Gerta e Kay e giocavano con lo slittino dietro casa.
Quando fosse passata oltre lo avrebbe fatto per sempre: non sarebbe più tornata indietro e i suoi ricordi sarebbero stati accantonati come fotografie in una soffitta. Per questo aveva bisogno di un momento in cui indugiarvi ancora un po', crogiolandosi in essa e sentendoli con tutta l'intensità prima di lasciarli andare.
Chiuse gli occhi e serrò le labbra per non gemere, ma un singhiozzò le sfuggì lo stesso e cercò di soffocarlo nel maglione di Kay.

Mi stai inondando il maglione di lacrime”
La voce impastata dal sonno di Kay la fece quasi cadere dal letto, ma le sue braccia la afferrarono prontamente. Una mano le strinse la nuca mentre Gerta alzava lo sguardo su di lui.
Seppe subito che era di nuovo lui, che era il suo Kay e scoppiò a piangere. Era passato così tanto tempo eppure lui era di nuovo lì, proprio come non aveva osato sperare.
Lo baciò; non avrebbe mai più dovuto dirgli addio, non ci sarebbe più stato un vuoto da colmare.
Sarebbe andato tutto bene fino a quando le labbra di Kay avrebbero continuato a baciarla come se fosse l'ultima volta.



The End.


   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Ailis_