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Autore: youmovemekurt    19/01/2013    3 recensioni
“Sai, Louis, si vede che lo ami.”
“Da cosa?”
“Dagli occhi. Lo guardi come se potesse cadere in pezzi da un momento all’altro. Lo guardi per salvarlo.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo guardi per salvarlo, Louis.




Quando, quella fredda mattina di Marzo, Louis aveva aperto gli occhi si era sentito stranamente felice, il cuore che stranamente batteva regolare, il sangue che scorreva in tutto il corpo, gli occhi lucidi.
Quando, però, aveva spostato gli occhi glaciali sulla sua destra, non aveva trovato niente: Harry Styles non c'era, di nuovo, se n'era andato ancora una volta.
E se Louis appena alzato stava davvero bene, quasi a tre metri sopra al cielo, nell'arco di due minuti si trovava con un incredibile vuoto nel petto, il respiro quasi affannato dall'agitazione, l'immagine di un Harry Styles della sera prima negli occhi, allora tutto aveva preso una piega negativa.
Ci era ricascato o aveva semplicemente sognato?
No, sognare era sicuramente l'ultima delle sue opzioni; quelle labbra che la notte prima aveva baciato quasi fino a farle sanguinare, quelle fossette che aveva timidamente morso e stretto tra le sue labbra sottili, quei baci che gli aveva fatto sul collo, quei ricci che aveva tirato, stretto, affusolato sulle dita non potevano certo essere un sogno.
E non poteva esserlo nemmeno lo sguardo del riccio, sicuramente, quei pozzi profondi che si scurivano a ritmo della mano di Louis, quell'eccitazione nei suoi occhi che lo faceva sembrare ancora più bello del solito, quello sguardo illuminato solamente dalla lampada presente sul suo (o loro?) comodino: beh, non poteva esserseli sognati.
E allora, perché? Perché se n'era andato? Perché non era al suo fianco, steso sul letto con le lunghe braccia decorate da tatuaggi lungo i fianchi, i ricci distesi sul cuscino e gli occhi semi chiusi? Perché Louis, nonostante si fosse ripromesso di non cascarci, aveva mandato tutto al diavolo?
Avevi promesso di non amare più, Louis.
Si contorceva, stringeva il cuscino con le esili braccia, nascondeva il viso in un incavo che ormai non esisteva più, lottava contro le lacrime salate -salate già, perché "Ehi Louis, le tue lacrime sono salate perché negli occhi hai il mare", gli diceva sempre Harry prima di addormentarsi- e continuava a chiedersi perché, nonostante tutto, non riuscisse mai a mantenere una stupida promessa.
Amare. Eppure non era così semplice innamorarsi, insomma, devi sentire le farfalle, i bruchi, qualsiasi tipo di volatile oppure insetto camminare dentro di te. Eppure amare, per Louis, sembrava così facile da quando Harry Styles era entrato nella sua vita.
Così, dopo una lunghissima ed estenuante doccia (passata per lo più e rimpiangere il passato, perché no, lui non meritava di essere preso in giro anche da lui, lui non era nessuno per farlo star male) aveva deciso di andare da Liam, perché lui aveva sempre tutte le risposte, o almeno ci provava.



“Ehi, Louis, sono qui” aveva detto Liam alzando un braccio fasciato dalla camicia a quadri -vagamente somigliante a quella di Zayn- e rivolgeva uno dei suoi splendidi sorrisi al castano, che intanto si accomodava e si toglieva la sciarpa verde.
“Ehi” aveva risposto lui passandosi una mano sulle palpebre, marcando ancor più il segno delle occhiaie che lo accompagniavano da tutta la mattina.
“Avevi bisogno, LouLou? Come stai?” gli aveva risposto appoggiando un braccio sul tavolo, sorreggendosi sul gomito e appoggiando il mento alla mano: un sopracciglio alzato, lo sguardo fisso sulla figura di Louis: le braccia abbandonate sul tavolo, i capelli scompigliati, il viso stanco, di nuovo. Chi era, quel ragazzo?
“Una merda” aveva risposto lui bevendo un sorso di caffè e leccandosi lentamente le labbra.
“Ti prego, dimmi che almeno questa volta non c'entra Harry, per piacere Louis” aveva ribadito quello fissandolo negli occhi color cielo, spenti.
“Se n'è andato. Stamattina, quando mi sono alzato, non era lì, Liam, capisci? Sono stanco, Liam, stanco di combattere per ricevere un po' di amore, lo odio” “Oh, Louis, ti prego, smettila con queste idiozie. Tu non puoi ridurti così per lui” aveva ribadito Liam prendendogli la mano, accarezzando il dorso col pollice mentre abbozzava un timido sorriso e scuoteva leggermente la testa, rassegnato.
Louis era strano, Liam l'aveva sempre saputo, ma non poteva ridursi così per un ragazzo: passava le notti insonni, si tirava i capelli mentre beveva, era distrutto e ciò distruggeva anche Liam.
“Non sto così per lui, in fondo, non è fondamentale no? Perché dovrebbe restare? Mi scopa e se ne va, è tutto normale, no? Non è lui che si sente morire ogni volta” aveva bisbigliato prendendosi il viso tra le mani mentre si tirava qualche ciocca. “Sai, Louis, si vede che lo ami.”
“Da cosa?”
“Dagli occhi. Lo guardi come se potesse cadere in pezzi da un momento all’altro. Lo guardi per salvarlo.” gli aveva risposto Liam mentre addentava un biscotto alla fragola: perché non riusciva a capirlo?
Lo guardi per salvarlo.
Lo guardi come se potesse cadere.
Louis, tu puoi salvarlo.
Ma lo guardava realmente così? Solo il pensiero lo fece rabbrividire e spostare lo sguardo verso un punto impreciso della strada: i passanti camminavano lentamente, i musicisti suonavano con la stessa passione di sempre, Louis guardava Harry quasi volesse salvarlo.
E forse era vero, perché quando quel ventitrè Luglio gli aveva rivolto per la prima volta lo sguardo, aveva trovato Harry rannicchiato su se stesso: le mani tremanti impigliate nei ricci, i denti torturavano il labbro inferiore, le lacrime sgorgavano dai suoi occhi così puri: Harry Styles era fragile, poteva cadere.
E quando lui si era accorto della presenza di Louis aveva sorriso, mostrando le fossette, si era alzato e l'aveva abbracciato fortissimo: Louis lo guardava, Louis col suo sguardo poteva salvarlo.
“Devo andare Liam, grazie di tutto”
“Devi dirglielo”
“Ciao, Liam” aveva detto prima di correre verso casa nella speranza di trovarci Harry.



Quella sera, mentre cenavano, l'impulso di prendere a pugni Harry Styles si impossessò di Louis. Se ne stava lì, il suo solito sorriso stampato in faccia mentre addentava una pizza, le labbra strette attorno alla bottiglia di birra, gli occhi pieni di malizia e superiorità rivolti verso di lui. Sospirò.
“Qualcosa non va, stasera?” gli aveva detto prendendogli il viso tra le dita che prontamente spostò.
Ti sta illudendo, Louis, di nuovo.
“Sai,” aveva risposto Louis con un ghigno sul viso “Liam dice che ti guardo per salvarti, lui pensa che io possa salvarti” aveva continuato a dire mentre scoppiava in una risata cristallina, nervosa quasi.
Harry tossicchiò, strinse leggermente gli occhi e si abbandonò sulla sedia. Liam aveva capito?
“Che intendeva dire, Louis?” aveva invece detto mentre si accarezzava il mento con la mano, lo sguardo fisso su Louis.
Il castano sospirò, il cuore che iniziava a battere irregolarmente, il fiato corto.
O la va o la spacca, Louis.
“Pensa che io possa salvarti da questo tuo muro che ti crei, pensa che sotto sotto tu sia fragile, pensa che tu sia te stesso solamente quando ti guardo io. Secondo lui riesco a metterti a nudo, a salvarti da questo carattere di merda che ti ritrovi” “Non ho un carattere di merda”
“Ah, no? Scoparmi quasi ogni notte e scomparire la mattina come lo chiami?” aveva ribattuto Louis, la delusione, la rabbia, la voce incrinata dal disappunto. L'altro strabuzzò gli occhi, poi li storse scuotendo la testa: sapeva che sarebbe uscita, questa storia, solo sperava il più tardi possibile.
“Avevo da fare” aveva risposto mentre buttava il cartone della pizza e si sedeva sul divano accendendo la tv.
Louis, che nel frattempo si era alzato, aveva approfittato dell'enorme coraggio e gli aveva spento la tv, il telecomando scagliato contro il muro e la rabbia negli occhi.
“Non puoi utilizzare la stessa scusa ogni volta, sono stanco.”
“Cosa vuoi che faccia, Louis?”
“Non lo so Harry, non lo so! Potresti iniziare dal farti salvare, il mio sguardo ti mette a nudo, Harry? Come ti senti quando ti guardo?” aveva sussurrato con i pugni stretti. Harry aveva abbassato lo sguardo mentre si torturava le mani.
Sei quello forte Harry, resisti, non devi mostrare i tuoi sentimenti.
“Quando mi guardi, Louis, provo un enorme senso di nostalgia.”
“Nostalgia?”
“Tu mi guardi come mi guardava mia madre quando stavo a casa mia. Sai quanto mi manca Louis, sai che mia madre è l'unica donna della mia vita, tu non puoi guardarmi come lei.”
“Lei era capace di salvarti, Harry?” aveva domandato Louis mentre si sedeva al suo fianco, la mano appoggiata sul suo ginocchio.
“Lo era”
“Perché non posso salvarti, Harry? Potrei farlo, sul serio, lo sai, potrei amarti”
“Avevi detto salvarmi, non amarmi, Louis” aveva ribattuto Harry fissandolo negli occhi per la prima volta: wow, Louis era così..nudo, poteva scorgere ogni sentimento nelle sue iridi, nelle sue pupille, ovunque.
Louis, cazzo, ti sei incastrato da solo.
“Potrei fare entrambe le cose se.. beh, se tu me lo lasciassi fare” aveva allora detto: cos'altro aveva da perdere, in fondo?
E il cuore di Harry Styles, quella sera, iniziò finalmente a battere.
“Tu mi ami già, Louis”
“Lo so, e voglio sapere se.. beh, se posso salvarti”
“Salvarmi o amarmi?” aveva ridetto Harry alzando un sopracciglio e abbozzando un sorrisetto.
“Cazzo, Harry. Me ne vado” aveva detto Louis alzandosi di scatto.
E nel giro di due secondi qualcuno gli stava stringendo possessivamente l'avambraccio, cosa diamine?
“No, ehy” aveva detto Harry contro il suo viso, naso contro naso, fronte contro fronte.
“Cosa vuoi ancora, l'ultima scopata?” gli aveva detto Louis poco prima che le labbra di Harry si infrangessero contro le sue, come quella notte, gli accarezzava il palato, diamine, era così bello.
“Prima di tutto, potresti salvarmi, amarmi, farmi quello che ti pare a patto che tu mi insegni ad amarti, perché voglio davvero amarti” aveva risposto lui prima di ribaciarlo di nuovo “Poi mi sembra ovvio che avremo la scopata, Louis” aveva continuato a dire mentre Louis rideva sulla sua bocca, baciandolo.



sono le... hmn, 11 e io non ho nulla da fare.
Quindi, amen, viva le Slash, la Larry, tutto.
  
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