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Autore: heigivemelove    20/01/2013    7 recensioni
Così tante cose che vorrei tu sapessi, così tanti muri che non riesco a distruggere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo.
Mi presento, mi chiamo Taylor Stevenson, ho diciotto anni e frequento l'ultimo anno di liceo. Insieme a mia madre vivo in un piccolo paese che si chiama Wyomissing, in Pennsylvania, non molto conosciuto. Mio padre se n'è andato quando avevo quattordici anni, poco dopo che mia mamma decise di denunciarlo. Mio padre era un alcolizzato ed ogni notte, tornato dal suo bar preferito, maltrattava mia madre e me. Quando ha deciso di andarsene, per qualche anno sono dovuta andare dallo psicologo, tre volte alla settimana per due anni, ma non era servito a tanto, non parlavo mai. Per il resto, non ho amici, non ho nessuno, ho solo la mia mamma che amo più della mia stessa vita e mi basta solo lei per essere felice. Sì lo so, avere qualche amico non sarebbe una brutta cosa, ma purtroppo non mi fido di nessuno e non voglio stare per qualcuno. In classe sembra che tutti mi odino, nessuno mi parla e l'unica volta che mi parlano è per chiedermi di copiare compiti. Ah dimenticavo, sono innamorato, ma questo lo scoprirete presto.


I used to think one day we’d tell the story of us.

- Chapter one -

Ore 7,30. Mi ero svegliata tardi quel mercoledì, non era mai capitato che mi svegliassi tardi durante l'anno scolastico, ma in quel periodo ero particolarmente stanca, a causa della scuola ovviamente. Ci tenevo ai miei voti scolastici, ma non volevo che influenzassero completamente la mia vita. Mi preparai velocemente, misi alcuni libri nello zaino e altri li tenetti in mano, non avevo tempo per fare colazione.
- Mamma io vado, ciao! - esclamai mandandole un bacio.
- Buona scuola tesoro. - rispose continuando a leggere il giornale.
Fortunatamente ero in tempo per prendere l'ultimo autobus che passava nel mio paese, Wyomissing. Stavo quasi per addormentarmi in autobus, nonostante tutto il rumore che faceva la gente, addirittura stavo per perdere la mia fermata ma me ne accorsi in tempo e scesi, quella non sarebbe stata una bella giornata. Corsi a scuola e non c'era più nessuno fuori, ormai tutti erano in classe.
Per sbaglio mi scontrai con qualcuno e tutti i libri che avevo in mano caddero. Era Charles Bradley, il più intelligente della classe o come lo chiamano gli altri, il 'secchione'. Era il ragazzo di cui ero innamorata, ma lui pensava solo allo studio e non sapevo come fare per farmi notare. Ho sempre fantasticato su di noi, ho sempre pensato che prima o poi qualcosa sarebbe successo.. Verso tutta la classe era sempre stato indifferente e a volte anche maleducato, ma non con me, perchè cercava sempre di evitarmi, ma non so per quale motivo.
- Scusami. - dissi raccogliendo i libri.
- Non ti preoccupare. - rispose mettendo a posto gli occhiali.
Entrammo in classe e tutti ci guardarono.
- I miei due studenti migliori che arrivano in ritardo? Mi sono persa qualcosa? - chiese ironicamente la professoressa.
- Mi scusi professoressa, la sveglia è suonata tardi. - risposi.
- Ed io ho perso il treno. - continuò Charles.
- Non vi preoccupate, andate al vostro posto. - finì la professoressa.
Andammo al nostro posto, Charles all'ultimo banco vicino alla finestra ed io da tutt'altra parte, vicino al muro sempre all'ultimo banco, ma questo non mi impediva di guardarlo come facevo sempre. Durante l'ora, ogni volta che i miei occhi cadevano su di lui il mio cuore batteva sempre più forte. Anche lui ogni tanto accennava uno sguardo, me ne accorgevo ma facevo finta di niente e quando i nostri sguardi si incrociavano ci sorridevamo a vicenda, nient'altro.
- Allora, Stevenson e Bradley. - sentii dire dalla professoressa.
- Cosa? - chiesi confusa.
- Sarete in coppia per la relazione. - rispose.
Guardai Charles sorridermi, a quanto pare la giornata non stava andando poi così male.
- Ma prof. mette i due secchioni insieme, così non è giusto. - disse un mio compagno al quanto stupido.
- Ho fatto in modo che tu cominci a studiare e non a chiedere agli altri. - rispose la professoressa prendendo i suoi libri e aprendo la porta.
Passarono le sei ore di scuola e finalmente potemmo uscire da quella prigione. Appena uscita dalla scuola sentii che qualcuno mi stava stringendo forte il braccio, era Charles.
- Senti, se vuoi la relazione la posso fare io e metto anche il tuo nome, va bene? - mi chiese.
- No, io voglio guadagnarmi la mia A. - risposi sicura.
- Sei sicura, per me non è.. - continuò lui.
- Sono sicura. - finii.
Restammo in silenzio qualche secondo e ci guardammo intorno, era un momento un po' imbarazzante.
- Quando dobbiamo portare la relazione? - gli chiesi per rompere il ghiaccio.
- Tra due giorni. - rispose.
- Ah.. - dissi nervosamente.
- Ti va se oggi ci vediamo in biblioteca? - mi chiese.
Si avvicinò a noi Allie, la ragazza più popolare della scuola, tutti ragazzi gli andavano dietro e a lei sembrava piacere. Con le persone che valevano a scuola era simpatica, gentile e disponibile, ma con me era la ragazza più cattiva che potesse esistere, mi ha sempre odiato e quando provavo a chiederle il perchè di così tanto odio lei se ne andava ridendo.
- Stevenson, hai un appuntamento finalmente, sei felice? - disse ridendo con tutto il suo gruppetto.
Stavo morendo dentro, poco a poco tutti quelli intorno a me cominciarono a ridere.
- Comunque va bene, alle quindici. - mormorai a Charles.
Me ne andai subito, vedere tutta quella gente ridere di me mi faceva sare male e non potevo sopportarlo. Allie aveva rovinato quel momento che era diventato quasi magico. Pensando in positivo, mi sarei vista con Charles.
  
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