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Autore: emyJly    20/01/2013    2 recensioni
La mia vita nel regno di Zarddra non era mai stata facile, non lo era mai stata per nessuna creatura magica.
Contro ogni creatura era aperta una caccia senza fine, ogni arte magica era vietata e per chi veniva scoperto a servirsi di magia era punito severamente con torture e infine con la morte sul rogo.
Mi presento, sono Janerris Loreweaver, e non sono esattamente umana… o almeno ne ho l’aspetto, le abitudini, i sentimenti… ma rispetto a loro ho alcuni doni che fanno di me una creatura magica, una strega per essere più precisi. E il dono della magia mi costringe a nascondere il mio essere, a non ricorrere ad essa quando sono in difficoltà, mi costringe alla paura costante di essere scoperta e di esser bruciata sul rogo. Ma la vita a Zarddra non è sempre stata così…
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Fino a qualche decennio fa la vita a Zarddra era pacifica per tutte le creature, umane e non. Ricordo che potevo far affidamento sulla magia in qualsiasi situazione e che potevo sentirmi sempre libera di mostrare me stessa senza dover provare paura o vergogna. La vita nel regno era pacifica e ognuno godeva della propria libertà personale.
Il re permetteva a ciascuna strega o stregone di poter praticare le proprie arti magiche senza doversi preoccupare delle conseguenze.
A quel tempo ero allieva del mago Angaros uno dei più potenti in circolazione, fu lui a insegnarmi a preparare le pozioni più efficaci, ad evocare gli spiriti della natura e a usare alla perfezione il Grimorio di famiglia.
Fu lui inoltre a mettermi in guardia su Kackon, fratello del re. Mi raccontò che Kackon era conosciuto tra la popolazione per la sua malvagità, il suo nome era sempre stato sinonimo di sopprusi ed era odiato da tutto il regno. Suo fratello, il re Luxtos, era l’esatto opposto, era un uomo disposto a tutto per il suo regno ed era amato da tutti, poneva limiti all’aristocrazia e cercava di aiutare i più poveri attraverso grandi donazioni e proteggeva noi streghe. Purtroppo però il re soffriva da tempo di un raro male, che neanche il mio maestro Angaros riusciva a curare. Il sospetto di tutti era che Kackon avvelenasse re Luxtos per poter ereditare il trono e tutti i beni del regno ed era un idea che aveva un grande successo tra noi streghe e stregoni.
Ogni giorno il re peggiorava e la morte di Luxtos non si fece attendere molto. Ricordo perfettamente quando seppi di quella tragica perdita. Erano i primi giorni di primavera e io come mio solito ero in una delle biblioteche del palazzo a studiare uno dei tanti grimori contenuti nelle antiche librerie. Ricordo che Angaros entrò nella biblioteca con il fiatone e con lo sguardo perso, la frase che non scorderò mai fu:
“Re Luxtos è morto…”
Lo guardai incredula sperando che stesse scherzando, ma Angaros non era mai stato il tipo da scherzi. Mi guardai attorno disperata, la morte di re Luxtos significava una cosa solo per noi streghe e stregoni: una vita dominata dalla paura di esser scoperti e quindi di esser condannati al rogo.
Dopo quella giornata la mia vita iniziò a essere scandita dalla paura, cercavo di ricorrere raramente alla magia e speravo di non dover mai usarla.
Dopo quella giornata divenni una delle tante sguattere di corte, e Angaros venne chiuso nelle segrete. Non mi vergognavo di essere una serva, mi vergognavo del fatto che ero costretta a nascondere me stessa e ciò che ero in grado di fare.
Mi sentivo impotente, Angaros marciva nelle prigioni del castello colpevole soltanto di essere stato se stesso in pubblico, io ero costretta a dover svolgere le mansioni più umili e Kackon spadroneggiava sul regno senza che nessuno gli ponesse limiti.
  
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