Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    20/01/2013    0 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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XVII

Lezioni di dissezione 

 
« i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle
e si presero delle mogli fra tutte quelle che scelsero. »
-
Bereshit (Genesi) Bibbia ebraica-
 

Michel planò con le maestose ali bianche e prese il suo posto nel tribunale celeste accanto ai suoi fratelli Gabriel e Raphael.
Angeli appartenenti alle prime due sfere affollavano il concilio, avendo cura però di mantenere sempre l'ordine divino.
I Serafini si posizionarono con le loro immense ali, tre per parte, nei cori superiori insieme ai  Cherubini e agli Arcangeli.
Sotto di essi, la seconda Triade composta dalle Dominazioni, le Virtù, i Principati, le Autorità, le Potestà, e i Troni presero il loro posto.
La terza sfera, la più numerosa, composta dai semplici angeli custodi, non fu convocata.
 Quando tutti ebbero preso il rispettivi posti , insieme iniziarono a pregare alzando canti al Signore con le loro voci angeliche. Quando ebbero terminato le lodi, una Serafina che dalla Caduta ricopriva il ruolo di capo degli angeli, si alzò dal suo seggio  .
- Fratelli, siamo qui riuniti per discutere di una questione allarmante. Satan, il nostro antico fratello caduto, ha giurato amore eterno a una giovane donna umana e tutti noi sappiamo ciò questo fatto potrebbe comportare -
Tra le sfere si alzarono forti esclamazioni di stupore e orrore. Ci furono forti bagliori e lampi, come spesso accadeva quando gli animi degli angeli divenivano inquieti.
Michel si ritrovò a pensare che quando c'era Lucifero a detenere il potere sul tribunale, quei disordini non si sarebbero mai creati.
- Ciò non è possibile. - dichiarò un Trono alzandosi in piedi con la sublime calma che gli caratterizzava - Satan ha giurato odio verso le creature di Dio. Non sceglierebbe mai una donna umana come compagna. -  sentenziò.
- E' stato l'Arcangelo Michel a portarci la notizia. Qualcuno forse dubita di lui?-
Nessuno osò rispondere alla domanda.
- Micheal, esponi tu i fatti - lo esortò la Serafina.
L'Arcangelo si alzò in tutta la sua altezza e parlò - Ciò che Domangel ha riferito è la verità - disse mentre i suoi occhi dorati passavano su ogni angelo presente nel tribunale - Ho visto con i miei occhi Satan salire dagli inferi e fingersi uomo per rubare il cuore di una giovane donna umana -
Alle sue parole le voci si alzarono sempre più forti e intricate, tanto che la Serafina dovette sovrastarle alzando la voce - Fratelli, vi richiamo all'ordine! -
Le voce stemperarono, ma rimase comunque un basso brontolio di sottofondo che sapeva di paura.
La Serafina poi si rivolse ad un altro angelo del suo stesso ordine.
- Cosa proponi di fare Hamied?-
Il Serafino chiamato a parlare si alzò anche esso e con voce imperiosa disse - Non possiamo rischiare che si generi l'uomo-diavolo. Dobbiamo intervenire prima che avvenga l'irrimediabile. Io propongo di agire nell'immediato e portare via la ragazza dalle zanne del serpente -
- Non possiamo portargliela via. Se l’amore con cui è stato suggellato il giuramento è vero, noi non abbiamo modo d’intervenire - esclamò un Cherubino, creando una fiamma abbagliante.
- E allora dovremo toglierle la vita – sentenziò Domangel, esprimendo per la prima volta la sua opinione e rivelando la sua indole di angelo collerico.
A quelle parole, su tutto il tribunale scese un silenzio soffocante e carico di tensione. Fu spezzato improvvisamente dalla voce furente di Michel che parlò con un crescente senso di inquietudine nel petto:
- Non possiamo togliere la vita alla ragazza prendendo in considerazione eventualità che potrebbero anche non verificarsi mai! E’ solo una bambina. E’ stata soggiogata, non sa quello che fa!-
Alcuni angeli ammutolirono davanti alla reazione dell'Arcangelo, guardandolo incuriositi.
L’Arcangelo Gabriel che era rimasto seduto accanto a Michel, parlò:
- L'età della ragazza non conta Michel. La Madre di Dio aveva appena sedici anni quando le io stesso, sotto l'ordine divino, le chiesi di scegliere. Anche lei era solo una bambina, ma ebbe il coraggio di scegliere il bene – disse con voce severa. Tuttavia lo sguardo che rivolse a suo fratello era di compassione.
- Io non avrò parte al questo ignobile assassinio!- ruggì l’Arcangelo furente - I nemici si affrontano sul campo di battaglia con le spade in mano, non si attaccano alle spalle! La giustizia, il non lasciarci andare ai bassi istinti ed il perseguire sempre ciò che giusto non è forse ciò che ci distingue dai demoni?- esclamò Michel, mentre la sua voce si innalzava oltre le volte celesti.
- Quindi cosa proponi di fare, fratello?- domandò la Serafina fissandolo.
-Il Padre ha forse dato ordini?- chiese incerto l'Arcangelo.
- No, e' ormai da due mesi che tace - sospirò la Serafina - assiste a tutto quello che succede, ma non ci da né consiglio, né conforto -
- Allora io propongo di attendere. Forse potrei riuscire ad allontanare la ragazza da Satan, ma avrò bisogno di aiuto-
- La Mediatrice, Michel?- chiese la Serafina guardandolo con cipiglio severo, come se fosse disgustata dalle intenzioni dell'Arcangelo.
- So che è indegno di noi, ma preferisco abbassarmi a collaborare con la Mediatrice, che far scorre il sangue di un innocente-
  
Ero seduta al secondo banco della fila centrale e nessuno sembrava accorgersi della scomparsa improvvisa di mio fratello. Di fatto, quando chiesi a Shizuko se sapesse qualcosa riguardo a lui, mi domandò se avessi la febbre.
Così, sollevata dal fatto che nessuno si ricordasse niente, mi sedetti nel secondo banco della colonna centrale, a fianco a un ragazzo che non avevo mai visto. Feci per presentarmi quando fece il suo ingresso nell'aula il mio nuovo professore  nonché fratello scomparso e... ragazzo?
Mi sentii strana a quel pensiero. Una stranezza che però mi piacque immensamente.
Con estrema eleganza, posò la borsa in cuoio nero sulla cattedra, poi con il gesso bianco, scrisse velocemente il suo nome alla lavagna.
- Il mio nome è Kai Sakurai, e sarò il vostro professore di biologia fino alla fine dell'anno -
“Kai Sakurai?E’ lo stesso nome che ha usato quando si è finto mio fratello”
- Sì, lo so, anche io gli ho detto di cambiarlo, ma lui mi ha risposto che non aveva importanza dato che Sakurai è un cognome abbastanza comune in Giappone.
Fu il ragazzo seduto nel banco accanto a me a parlare, lasciandomi basita.
- Che c'è?- mi domandò quello di fronte alla mia faccia sconcertata.
- Ma tu chi sei?- dissi avvicinandomi per scrutarlo meglio.
Era un ragazzo molto carino, con dei grandi occhi neri, molto espressivi e dei capelli dello stesso colore che davano l'idea di essere davvero molto soffici. Aveva una singolare attaccatura a becco di corvo.
- Stai scherzando vero?- disse quello ridacchiando, ma poi vedendo che la mia espressione diffidente non cambiava disse: - Davvero non mi riconosci!? Sono Tsubasa! Come fai a esserti dimenticata di me?- disse offeso.
- Tsubasa!? Ma tu eri un bambino! Ora sei più alto di me!-
- Beh, devi sapere che il padrone è terribilmente geloso  quindi mi ha detto che dovevo farti da guardi del corpo per non far avvicinare gli altri maschi. Si comporta da fidanzatino geloso- disse quello tutto allegro, quasi gridando e sventolando come sempre le braccia a mo di ali.
- VOI DUE AL SECONDO BANCO! VI HO DATO FORSE IL PERMESSO DI METTERVI A PARLARE?!!- 
Fu un ruggito talmente forte da far invidia a un grizzly ci fece sobbalzare fino al soffitto, tanto che caddi dalla sedia con un tonfo.
- Lo dico per tutti una volta sola: non osate aprire bocca alla mia lezione e sopratutto astenetevi dal parlare con me, è chiaro?-
“Certo che più che un professore sembra un carceriere” pensai mentre m'issavo nuovamente sulla sedia.
Nessuno dei miei compagni ebbe tanto fegato da rispondergli, per fortuna, oserei dire.
- Bene, vedo che apprendete velocemente. Ora prendete il libro a pagina 66, leggetevelo e se non capite qualcosa rileggetevelo finché il vostro cervellino impedito non riuscirà a capirci qualcosa. Poi inizieremo la dissezione di una rana. Mettetevi a lavorare con il vostro compagno di banco. -
Alle sue parole, la maggior parte della classe inorridì, me compresa, al pensiero di dover sbudellare una rana.
In poco tempo, tutti ci mettemmo in coppia, ma ben presto mi pentii di essermi messa a lavorare con Tsubasa, che volteggiava il coltello in aria come un ventaglio tanto che fu un miracolo che non mi avesse dissezionata al posto della rana. 
Dopo circa 5 minuti dal comando, tutta la classe stava ormai lavorando; tutti tranne uno.
- Amamiya, poltrisci? Muoviti a dissezionare quell'anfibio- disse Kai avvicinandosi con fare apparentemente pacifico.
- Non posso - disse Amamiya con tono che non ammetteva repliche.
- Credo di non aver sentito bene. Ripeti-
Kai aveva parlato con voce tranquilla, ma di colpo gli altri ragazzi ammutolirono, perché nel suo tono, così come quello di Amamya, traspariva l'astio reciproco, chiaro e tagliante come una lama d'acciaio appena sguainata dal fodero.
- Ho detto che non lo farò - ripeté senza alcun tremito nella voce.
- Che infantilismo disgustoso - sospirò Kai con fare melodrammatico - L'evoluzione della scienza medica non sarebbe possibile senza dei sacrifici. O pensi che tutto ciò che ha dato sapienza all'umanità si trovi già tutto bello e pulito?-
Poi, avvicinò con fare confidenziale le labbra all'orecchia del ragazzo e lo sentii sussurrare dentro qualcosa come: - Come vedi, non c'è alcuna differenza tra il lato del bene e quello del male; dopotutto si sa che dove c'è più luce, l'ombra è inevitabilmente più nera -
A quelle parole, Amamiya si girò di scatto verso di lui, rivolgendogli uno sguardo inceneritore, carico di rabbia.
- Che cosa significa questo sguardo? Non te lo puoi proprio permettere, Amamiya - continuò lui con un sorriso beffardo sul volto. Lo stava provocando. Voleva che lo attaccasse e reagisse smascherandosi.  E Amamiya lo sapeva bene. Semplicemente afferrò lo zaino e senza dire un'altra parola se ne andò.
 Mi bastò un’occhiata. Kai stava a dir poco bollendo.
Alla fine della lezione, quando anche Kai uscì dall'aula, mi lanciai al suo inseguimento.
Non sopportavo il fatto che trattasse in quel modo Amamiya, perché dopotutto, non aveva fatto nulla di male.
Mi sembrava anche di aver sentito da qualche parte che gli angeli non potevano far alcun male alle creature di Dio, a meno che non fosse egli stesso ad ordinarglielo; quindi non lo si poteva biasimare del fatto che si sia rifiutato di eseguire una dissezione di una rana. 
- Kai!- tentai di richiamarlo, mentre lui avanzava con grandi falcate veloci che mi costringevano a trotterellare per stare al suo passo.
- Che c'è?- mi rispose con voce incolore voltandosi verso di me e fermandosi.
- Sei rimasto nel mondo degli umani solo per dar fastidio ad Amamiya o per me?- gli domandai con tono aspro e arrabbiato. 
- Che domanda idiota - Si voltò e riprese a camminare, come a dire che per lui la discussione si chiudeva lì. Ma non aveva fatto i conti con la mia testardaggine.
- La devi smettere! Non voglio che lo tratti un questo modo, non ha fatto niente!- dissi continuando a tallonarlo per i corridoi quasi deserti.
Si voltò verso di me e con sguardo furenti mi avvicinò il viso al suo facendomi spaventare per l'intensità. Il mio cuore prese a martellarmi nel petto.
- Osa un'altra volta parlare di lui e giuro che ti stupro qui. -
 - Perché ti da tanto fastidio? -gli domandai incerta mentre la mia voce si incrinava e sentii il mio corpo scaldarsi inevitabilmente.
- Perché tu sei la mia donna - disse infine guardandomi negli occhi per qualche istante.
Poi se ne andò, lasciandomi con uno strano turbine di emozioni.
“E' geloso? O stava solo giocando come al solito?Possibile che non capisca mai quando è serio e quando non lo è?”
 
Il giardino era deserto, tutti i giovani umani dell'istituto si trovavano a lezione. Amamiya non era fra loro.
Era da più di 5 anni che si trovava in forma umana, ma nell'ultimo periodo gli era diventato sempre più difficile calmare le sue passioni, come se il continuo contatto degli umani avesse in qualche modo influenzato il suo lato angelico. E poi c'era Manami.
Come era possibile che una ragazzina umana avesse iniziato a provocare in lui emozioni così contrastanti?
Sospirò confuso, non sapendosi dare alcuna spiegazione.
Era vero che provava qualcosa per lei ma... era davvero amore?
A quel pensiero si sentì morire poiché ben sapeva quale era il destino degli angeli che s'innamoravano delle donne umane.
Era già accaduto che alcuni angeli, vedendo delle bellissime fanciulle, se ne innamorarono e le presero in moglie. Gli angeli sono spiriti puri ed immortali; il loro compito è di servire Dio e di sorvegliare i loro fratelli umani, ma non gli è concesso mischiarsi con loro. Il fatto non restò impunito e ad essi furono tolte le ali e la sapienza e dimenticarono per sempre di essere degli angeli, divenendo dei comuni mortali.
A l’Arcangelo ciò appariva orribile. Il solo pensiero di perdere le ali, di non poter più vedere il volto di Dio, di essere lontano dalla Sua grazia e dalla Sua luce lo fece fremere di paura. Ma allo stesso tempo ricordava bene la gioia di un suo fratello, quando strinse a sé il suo primogenito, frutto di quell’amore proibito che aveva portato alla sua caduta, ma che tuttavia non sembrava pesargli.
- Michel - una voce graffiante e femminile lo riscosse dai suoi cupi pensieri.
- Michel- lo richiamò nuovamente.
- Ti sento - disse andando incontro alla voce finché non vide un turbine di fuoco grigio che ardeva il tronco di un larice.
- E’ strano che tu mi abbia chiamato - disse la voce - Vuoi forse di nuovo convincermi a tornare da voi angeli? Sappi che la risposta è sempre no, siete troppo noiosi - continuò.
Era davvero strano il suono di quella voce: era sì pura come quella degli angeli, ma anche molto grave come quella dei demoni.
- No, ormai sappiamo tutti da che parte stai. Ti chiamo perché non posso stare a guardare mentre il cuore degli uomini si riempie di peccato -
- E cosa centro io con questo? Sai bene che degli umani m'interessa ben poco -
- E se ti dicessi che Satan si è innamorato di una donna umana?-
- Cosa!?- la voce della fiamma si alzò intensamente, così come il fuoco arse più violento, ricoprendo gran parte del tronco del larice, fino alle fronde e da un grigio intermedio, divenne scurissimo, quasi nero.
- Ha giurato amore eterno a una giovane ragazza umana che lo ha invocato - replicò l'angelo.
- Tu menti!- ruggì la voce, mentre perdeva ogni suo delicatezza.
- Se non ti fidi della mia parola di Arcangelo chiediglielo tu stessa!-
La fiamma rimase un attimo traballante, ma poi un'intensa folate di vento la spense, e di lei non rimase neppure la voce.
- E’ per il tuo bene, Manami -
 
Rientrai a casa e passai in cucina per scusarmi con la mamma, portandole il suo dolce preferito che avevo comprato lungo la strada di casa.
Mi scusai dicendo che con tutte queste verifiche e lo studio mi stavano stressando.
Mia madre fece un po' di resistenza, ma poi cedette e mi disse che era tutto a posto e di non preoccuparmi.
Contenta di ciò, dopo aver cenato, mi buttai a pancia in giù nel mio letto senza neanche accendere la luce.
Aguzzai le orecchie, ma non sentii nulla, cosa che di solito non capitava quando c'erano anche Kai e Tsubasa; infatti quando abitavamo tutti insieme si potevano costantemente sentire la voce gracchiante di Tsubasa, così come quella rocca e calda di Kai. Era un dolce sottofondo sopra cui vivere.
Ora però c'era solo un silenzio sterile.
“Siamo tornati alla vita di sempre. Non so perché ma mi sento triste”.
Poi all'improvviso, qualcosa di soffice che si posò sulla mia mano mi ridestò dai miei pensieri.
Una piuma nera.
Sorpresa, mi girai di scatto in posizione supina.
Mi ritrovai di fronte a due occhi cerulei che brillavano nell'oscurità come quelli di un felino.
- Kai! Cosa ci fai qui !?- dissi mettendomi a sedere e notando che il ragazzo si trovava sospeso a mezz'aria sopra di me, con una camicia di seta nera e dei pantaloni attillati dello stesso colore.
Quello sorrise maliziosamente, vedendo il mio occhio indugiare inconsapevolmente sui primi tre bottoni della camicia studiatamente sbottonati per mostrare una piccola ma perfetta porzione di pelle.
- Anche se non siamo più fratelli ciò non significa che non posso venire a trovarti. O vuoi che me ne vada?-
Il solo pensiero che se ne andasse mi fece scattare; gli gettai gli braccia al collo, stringendolo più forte che potevo, sapendo che tanto non gli avrei potuto fare nulla.
- Credevo che ti fossi arrabbiato per prima - dissi sorridendo contro il suo collo d'avorio.
- Questo perché sei stupida - lo sentii rispondere con fare scherzoso e stranamente dolce.
Sorrisi di nuovo, mentre sentivo il mio cuore che palpitava nel petto, leggero e allegro come il canto di un usignolo.
- Lo sai che adoro infastidirti - mormorò mentre già cercava con prepotenza le mie labbra. Da prima fu un bacio tranquillo e delicato, ma poi iniziò a mordermi le labbra, quasi a volermi incitare ad attaccarlo.
Senza che neanche me ne accorgessi, presi a baciarlo con foga, a mordergli le labbra. Mi spinse sotto di lui sdraiandomi.
Tenni le miei mani agganciate al suo collo mentre lui continuava a baciarmi con rinnovata ferocia e violenza, facendomi tremare.
Sentii una fame animale prendere possesso del mio corpo, un istinto primordiale che pur assopito rimane in fondo all'animo di ogni essere e che muove le mani di ognuno di noi, senza che venisse impartita alcuna educazione. Spinta da questa strana frenesia gli finii di sbottonare la camicia, lasciandomi vedere il suo petto marmoreo.
Rimase incantata a guardarlo, gli accarezzai la pelle, come a constatare con mano che fosse davvero una creatura reale.
Era tutto un fascio di nervi e muscoli,  molto diverso da quello che spesso troviamo nelle riviste di moda in corpi scolpiti dal sudore e degli steroidi dei modelli.
Lui era un opera d'arte vivente, una statua appena scappata dal Louvre.
La sua pelle, chiara e immacolata, non aveva nemmeno un' imperfezione e al tocco era liscissima come se fosse stata levigata dal mare. Ogni suoi più piccolo muscolo era un capolavoro di proporzione e bellezza, frutto di chissà quale antica armonia.
Vedendomi così incantata a guardarlo sorrise 
- Visto qualcosa di interessante?-
Risi, ma continuai a guardarlo come una maniaca.
Lo volevo, diavolo se lo volevo! Ma allo stesso tempo non sapevo cosa aspettarmi. Avevo bisogno di tempo, dopotutto ero giovane, molto giovane.
Lo vidi girare di scatto la testa come ho visto fare solo ai rapaci nei documentari, guardando in maniera indecifrabile la finestra, che infatti si spalancò di botto facendo entrare l'alito fresco della notte e con esso un grosso corvo imperiale.
- Mio Signore! Abbiamo un problema!- gracchiò il corvo, ma vedendoci l'uno sopra l'altra rimase un po' interdetto e borbottando qualche scusa sconnessa.
- Devi sempre apparire nel momento meno opportuno. Che cosa vuoi?- ringhiò seccato Kai alzandosi dal letto e offrendo il suo polso come trespolo per il volatile, che infatti gli si posò sopra richiudendo le ali scure.
 - E' appena arrivato un avviso dal Pandemonio: si comanda il suo immediato ritorno al castello-
disse il corvo titubante nascondendo la nera testolina tra le ali lucenti, come se conoscesse in anticipo la reazione del suo padrone.
Esso infatti ruggì talmente forte che sentii il pavimento tremare e la lampadina che avevo cambiato il giorno dopo il nostro primo incontro, scoppiò facendo volare da ogni parte le schegge di vetro.
- Kai! L'avevo cambiata da poco!- mi lamentai.
Ma lui parve non sentirmi e con un motto di ira, acchiappò per il timoniere Malpass.
- Chi cazzo ha osato darmi ordini ?! Baal? Lo ammazzo! Giuro che l’ammazzo! -
- Non lo so, mio Signore! Non credo sia stato un principe infernale. Il messaggio è stato recapitato da un altro corvo messaggero… un pennuto piuttosto stupido a dir la verità- si scusò quello mentre si liberava le penne della coda dalla stretta di Kai.
- Fottuto rompi palle - continuò quello in preda alla rabbia, mentre i suoi occhi si tingevano di un rosso granata e tutto il suo corpo prendeva proporzioni più longilinee e aggraziate  facendo fuoriuscire dalla sua schiena due immense e lucenti ali nere, così grandi che dovevano essere ripiegate per poter stare nella stanza.
Una stratta di paura mi prese nel petto e lui parve accorgersene perché il suo sguardo si posò su di me con un bagliore sanguigno.
- Tornerai nel mondo dei demoni?- chiesi con la voce incrinata dalla tristezza e dalla paura di non rivederlo mai più.
La creatura rimase ferma e in assoluto silenzio, come fanno le fiere prima di aggredire la preda.
Poi con uno scatto fulmineo mi acchiappò il polso.
- Tu vieni con me -

 
 
Ciao ragazze/i!
Mi rendo conto di aver fatto una carognata ad aver interrotto il capitolo sul più bello però ... insomma sto studiando pubblicità! Dovrò pure applicarmi da qualche parte :) 
Scusate ma ora vado di fretta, per qualsiasi dubbio, lamentela e sopratutto se mi dovete inviare soldi lasciate un messaggio dopo il bip.
Ciao e alla prossima !!!!!!
  
     BIP...
 
  
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