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Autore: telesette    20/01/2013    0 recensioni
Jessica, Irene e Silvia, stanche di avere a che fare con certi tipi di commenti ed osservazioni eccessivamente critiche sulle loro storie, vorrebbero lasciare le fanfiction alle "esperte" e cambiare semplicemente aria. Tuttavia Federica ricorda loro che, a prescindere da ciò che pensano gli altri, una storia ha valore soprattutto per chi la scrive.
Modificando opportunamente una particolare scena di un vecchio film di Stallone ( "Sorvegliato Speciale" - 1989 ), ecco dunque una scenetta semplice su come prendere nel modo giusto certe cose...
Genere: Generale, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA

Nel film "Sorvegliato Speciale", un CULT interpretato da Sylvester Stallone nel 1989, vi erano molte scene crude e drammatiche. L'atmosfera di un carcere duro, specie quella che ci si aspetta di trovare in un film d'azione, non è certo quella dei giardini pubblici e la vicenda NON si presenta assolutamente come qualcosa di comico e divertente...
Tuttavia, tra le scene del film, è possibile trovare alcuni momenti di sincera armonia e di affiatamento reciproco tra amici.
Nonostante le sbarre, le prepotenze delle guardie, le liti con gli altri carcerati e un direttore che sembra uscito direttamente dal retto di un politico italiano ( interpretato da un bravissimo Donald Sutherland ), nel film vi è anche spazio per mostrare il lato emotivo, sentimentale ed umano dei protagonisti.
Di grande effetto carismatico, volto ad alleggerire la tensione con un brindisi tra i protagonisti, la poesiola che recitano i carcerati circa a metà del film. Un piccolo momento di irriverenza, nei confronti del sistema che li vede "inferiori" e sottomessi, semplice ma ugualmente in grado di strappare un sorriso.
Qui ho voluto appunto catturare quel particolare momento di irriverenza, con intento sfacciatamente satirico, e con qualche opportuna modifica sul tema. La storia dunque non ha nulla a che vedere col film di Stallone, questo è ovvio, ma confido che alcuni ne coglieranno il senso senza particolare sforzo...

COMMENTATO SPECIALE

- Basta - esclamò d'un tratto Jessica rassegnata. - Io smetto di scrivere, non ce la faccio più!
- Anch'io, ne ho abbastanza - fece eco Irene. - Tutte le volte che posto qualche fanfiction, o non la commentano o, se lo fanno, è solo per criticare qualcosa... Così non è possibile, io smetto di caricarle e punto!

Sia Jessica che Irene non avevano tutti i torti.
Anche le loro amiche erano consapevoli di non essere un granché con lo scritto ( il loro voto più alto in italiano era "quattro"... per tutte e quattro, però! ), e neppure Silvia o Federica riuscivano più a sostenere la situazione.
Giorno dopo giorno, le osservazioni e le critiche diventavano sempre più esagerate, sempre più ossessive...
All'inizio si dimostrarono anche piuttosto tolleranti, riconoscendo umilmente le loro lacune e i loro difetti, ma adesso la cosa aveva assunto una piega veramente insostenibile.
Ma cosa pretendevano da loro?
Passi il fatto di commentare negativamente per cose giuste ( un diritto più che legittimo ), ma certa gente finiva col risultare veramente asfissiante ed insopportabile.

- Chi ce lo fa fare di scrivere, se tutto quello che hanno le nostre storie sono le virgole fuori posto? - osservò Silvia amareggiata.

Le altre annuirono.

- L'ultimo commento che ho avuto era più lungo perfino della drabble cui era riferito - fece eco Federica. - Figuratevi: quattrocentosessantanove parole di critica, per centodieci parole di storia, e solo per aver scritto male un nome e sbagliato a mettere la punteggiatura... Ma la storia no, quella era "troppo breve", dunque non andava bene comunque!
- Che palle - sbuffò Irene. - Anche sulle mie storie, uguale: scrivo una long, e si lamentano che i capitoli sono troppo corti; scrivo una one-shot, e mi rinfacciano che non ho scritto una "vera" fanfiction... Ma se mi piace scrivere così, saranno cavoli miei o no ?!?
- E' perché, a detta loro, togliamo spazio e visibilità alle "vere storie" - sottolineò Jessica con una smorfia. - "Se non sei brava, o non ti impegni abbastanza per diventarlo, non hai diritto a scrivere nulla"... In pratica, è questo che intendono, anche se non ce lo diranno mai apertamente!
- Sentite, ma chi ce lo fa fare di metterci contro di loro? Lasciamo perdere tutto, togliamo il disturbo, e smettiamola di farci il sangue amaro!

Il ragionamento non faceva una piega.
Il pubblico di internet voleva solo storie scritte in un certo modo?
Benissimo allora, contenti loro!
Evidentemente le quattro amiche avevano sbagliato a prendere tutta la faccenda come un gioco, visto il modo in cui certa gente si prendeva invece così tanto sul serio. Loro quattro avevano in mente soltanto le serie e i personaggi che adoravano, a prescindere dall'originalità o meno delle situazioni da loro descritte, e non pretendevano certo di competere con altri per bravura, talento, o chissà che cosa... volevano solo e semplicemente scrivere.
Ma se condividere le loro storie in pubblico significava avere a che fare solo con critiche, per quanto giustificate o meno, non valeva certo la pena di restare a tutti i costi dove non erano accettate.
Dovevano andarsene, era l'unica soluzione buona per loro.
Restare significava sopportare e ingoiare, senza possibilità di replica alcuna, o peggio avere a che fare con la malignità di certe vipere.
Non ne valeva la pena.
Non era una cosa importante per loro, erano solo fanfiction, non aveva senso stare a discutere.
Insistere a voler imitare Don Chisciotte, non portava ad altro che a scontrarsi inevitabilmente contro i mulini a vento.
Non potevano impedire alla gente di sputare loro addosso tutto il veleno possibile, indipendentemente dal motivo, perché ciò faceva parte delle regole. Restare significava accettare il gioco, adeguarsi alla situazione e alla maggioranza, oppure rompersi la testa contro un muro solidissimo di mattoni.
No, decisamente non ne valeva la pena.

- E' stato un bel gioco - sospirò Irene. - Ora però lasciamo perdere, e cerchiamo di fare altro!

Jessica e Silvia annuirono.
Peccato, insieme avevano scritto anche delle cose carine.
Non erano dei "capolavori" certo, questo no, ma avevano personalità.
Erano le loro storie, nel bene e nel male, anche se non se le filava nessuno e rappresentavano comunque qualcosa.
Federica non era poi così convinta di volersene andare.
In fondo nessuno le aveva detto esplicitamente di andarsene, anche se glielo avevano fatto ugualmente capire in molti modi, e voltare adesso le spalle sembrava quasi dare la conferma di una situazione che non era possibile mutare.
Perché lei e le sue amiche non potevano scrivere come volevano?
Perché i consigli e i suggerimenti dovevano obbligatoriamente "incidere" sul loro modo di intendere una storia?
Era davvero giusto lasciare tutto così, senza nemmeno provare a difendere le loro idee e le loro convinzioni ?

- No, cacchio!

Jessica e le altre si voltarono sorprese.

- C'è qualcosa che non va, Fede?
- "Qualcosa"... Tutto - rispose lei. - Insomma, che cacchio, ma che ci facciamo scoraggiare da quelle lì ?!?
- E che altro possiamo fare?
- Non ci vogliono, lo vedi anche tu, non ha senso restare!
- Perché no? Anche se non ci commentano, nessuno può impedirci di scrivere: le storie sono nostre, anche se a loro non piacciono, non vedo perché non dovremmo metterle e condividerle con chi ci pare!
- Beh, non hai tutti i torti - fece eco Silvia. - Non l'avevo vista sotto questo aspetto!
- Neanch'io - disse Irene. - E' che ci rimani male, quando il pubblico ti critica oppure ignora persino che esisti...
- E tu lasciali ignorare - proseguì Federica. - Intanto noi le "nostre" storie le continuiamo a scrivere, alla facciaccia loro, e se non vogliono commentarle pazienza!

Jessica pareva ancora un tantino scettica.
C'era del vero, nelle parole di Federica ma... Insomma, Jessica era stanca di avere a che fare con quella gente.
Subito Federica l'abbracciò per le spalle e le sorrise.

- Ci siamo noi, no? - mormorò. - Siamo poche, ma ci piace quello che facciamo... Il resto non conta!
- Giusto - esclamò Irene.
- Sapete che vi dico - fece allora Silvia. - Al diavolo le recensioni, scriviamo quello che ci pare e dove ci pare!

Jessica sorrise debolmente.

- Allora ci vuole un brindisi, no?

Tutte e quattro scoppiarono a ridere.
Avevano fatto un dramma gigantesco, per una questione veramente ridicola, e quasi avevano dimenticato il piacere di mettere i loro pensieri per iscritto.
Non era di commenti o di visualizzazioni che avevano bisogno, bensì di chiudere gli occhi e vivere la loro storia con gli occhi della mente.
D'ora in poi avrebbero dato ascolto al loro istinto, senza farsi smontare dalle opinioni negative, e scrivendo ciò che ognuna di loro sentiva dentro di sé.
Non era molto.
Non era un capolavoro.
Ma era comunque un angolo tutto per loro, pieno di cose da raccontare, ove poter sorridere e divertirsi assieme.
E nello spazio di un brindisi, sentendolo proprio dal cuore, tutte e quattro espressero ad alta voce il proprio pensiero.

***

CANZONE DELL'AUTRICE
( versione modificata della "Canzone del Carcerato" - dal film: "Sorvegliato Speciale", 1989 )

Quando non scriviamo
noi sempre tristi siamo
ma quando le storie leggiamo
ridiamo e allegre siamo...
E se non conoscete il motto
che la critica certo stroncherà
distendeteci a pancia sotto
così la recensione le chiappe ci bacerà!

Foto

FINE 

   
 
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