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Autore: Satyros_    20/01/2013    1 recensioni
{dal capitolo cinque}
-Charles, ti imploro, fa il dito medio a John Lennon, e scappiamo! – disse preoccupata la ragazza. Charlotte la guardò stranita. Che andava farneticando?
Charlotte guardò gli occhi pieni di lacrime della ragazza. Ora aveva capito. Si voltò verso Lennon, che si stava facendo spazio tra la folla, nel vano tentativo di raggiungerle. Lo fulminò con gli occhi, ed alzò il dito medio. Dopo di che prese Eleanor e la portò via di lì.
Quell'idiota di Lennon l'avrebbe pagata cara.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo.


Mi chiamo Eleanor Rigby, figlia adottiva del reverendo McKenzie. Sono nata molti anni fa, per la precisione in una tempestosa serata d'Ottobre,
l'ottobre del Millenovecentoquarantuno.
Santa Barbara( N.d.A. Los Olivos, California, Stati uniti d'America.), allora, era solo una piccola cittadina, fredda e sola. Allora avevo solo sette anni,
quando mia madre morì di Febbre e, Allora la medicina era molto avanti,
Ma non abbastanza da poter curare persone che non potevano permettersi le cure.

***
Era una serata del millenovecentoquarantanove, Eleanor aveva solo otto anni, per la precisione era venerdì. Il giorno del mercato, a St. Barbara.
- Padre McKenzie, c'è il mercato in città! Posso farvi un salto, solo per vedere com'è? - domandò la piccola bimba dai capelli color rame,
le innumerevoli lentiggini e quell'eterocromia, come il grande Alessandro Magno, d'altronde. Quella ragazza era destinata alla grandezza, proprio
come il grande condottiero Macedone?
- No, Eleanor, puoi scordartelo, sai quanta gente malintenzionata gira, a quest'ora? - Autoritario, rispose il sacerdote.
La verità era che quella bimba era diventata quasi la sua ossessione, l'unica cura per la sua Agorafobia. ( N.d.A. Agorafobia: contrario della Claustrofobia: Paura degli
spazi aperti, praticamente deriva dall'Agorà, l'antica piazza romana.) Probabilmente per qualche strano motivo di psiche disturbata, Padre McKenzie era convinto che la sua figlioccia Eleanor, soffrisse delle sue stesse paure, e la sola idea di vederla sola, in mezzo a tutta quella gente lo avrebbe fatto impazzire.
Lei si trovava bene, nella sua piccola stanza, sul campanile,e li doveva rimanere! Ma Eleanor era una visionaria, le sarebbe piaciuto viaggiare, andare in altri mondi, ed invece si trovava sempre li, aspettando alla finestra, lei Vive in un sogno.
* Ah, guarda tutte quelle persone che rimangono da sole*
Quella serata era particolarmente temperata, forse se avesse aperto quella finestra, senza che Padre McKenzie se ne accorgesse, avrebbe potuto guardare meglio, quel raro cielo stellato.
* tutte quelle persone sole, da dove vengono?*
Eleanor appoggiò il suo fragile corpicino al balcone della finestra, le pupille erano dilatate per il troppo buio. Ormai il suo sguardo era perso fra le stelle.
- stelle del cielo, vi prego, portatemi via da qua! - implorò la piccola, con le mani congiunte. C'era qualcosa dentro di lei che la spingeva a ritirarsi, quelle preghiere erano tanto vane quanto proibite, sentiva che stava facendo qualcosa di sbagliato.
Ma fu in quel preciso istante che qualcosa si mosse in celo: una stella cadente!
- Oh, grazie stellina! Ti prego, esaudisci il mio desiderio: Voglio avere una vita normale, conoscere tanta gente e sposarmi, non voglio finire come Padre McKenzie, completamente solo! Ti prego stellina, esaudiscimi! - pergò vano la Bimba. Sapeva che era una stupidaggine, che lassù non c'erano le stelle, ma Dio.
* Sister Christian Oh, the time has come, and you know that you're the only one, to say OK. [ N.d.A. Night Ranger, Sister Christian]*
Resò il fatto che Eleanor aspettava alla finestra ogni notte, che la sua preghiera venisse esaudita.

NOVE ANNI DOPO.

* You Cried the long night throught| Well, you can cry me a river| Cry me a river| I Cried a river over you. [N.d.A. Ella Fitzgerald, Cry me a river]*
Eleanor era ancora li, alla sua finestra che cantava questa canzone malinconica, Cry me a river. Era il giorno del suo compleanni, il 31 ottobre, ed anche quell'anno non era accaduto nulla. Avrebbe dovuto dar retta a Padre McKenzie, e lasciar perdere il futuro, la sua vita, tanto ci avrebbe pensato Dio!
Eleanor fissava li fuori, in tutti quegli anni, era scesa in città sì e no, Dodici, tredici volte in vita sua. Addio, oh sogni di gloria, ed addio mondo! Pensò Eleanor. Era il Millenovecentocinquantotto, la guerra era già finita da un pezzo, ed Eleanor sapeva già parlare Latino, Greco, Francese, Inglese, Italiano ed Olandese, come credete che abbia passato gli utlimi nove anni della sua vita?
Padre McKenzie era un ex professore universitario, ed aveva sprecato tutta la sua vita ad istruire Eleanor alla perfezione, impedendole praticamente di condurre una vita normale come le altre sue coetanee.
Ora mai, Eleanor era cresciuta, ed ogni minuto che passava diventava sempre più bella, forse perchè la semplicità rendeva belli. Il fatto di avere a mala pena il pane per mangiare, rendeva tutta la vita un continuo sforzo per la soppravvivenza, così, quando meno te lo aspetti, se accade qualcosa di bello, beh lo sai apprezzare diecimila volte fdi più rispetto a chi possiede tutto.
- Eleanor Rigby! Dannazione è il tuo compleanno! - si sentì urlare dalle cucine: Padre McKenzie!
- Avete bisogno di aiuto, padre? - domandò di tutta risposta la ragazza
- Corrì giù, ragazzina scalpestrata che non sei altro! Ho un regalo per te, dannazione! - Ora mai padre McKenzie era anziano, ma non troppo da varcare quella soglia di età che ti impedisce di fare tutto!
Eleanor scese sfiorando il corrimano delle lunghe scale a chiocciola.
Padre McKenzie era seduto, intento a pelare patate assieme alla sua Perpetua, Rosalie.
- Eccomi Padre, avevate bisogno? - chiese la ragazza, con quella sua vocina così timida, Eleanor è sempre stata una ragazza timida, forse perchè non aveva mai visto il mondo in vita sua.
- Ma come? - domandò Un Reverendo infastidito - Ti ho appena detto che è il tuo compleanno oggi, Figliola! Cos'hai nelle orecchie? Topi? - domandò Brusco l'uomo, ma Eleanor sorrise, quell'aspetto burpero del suo tutore non le era mai andato giù, ma sapeva bene quale fosse il suo timore, Padre McKenzie era pieno di fobie, che involontariamente proiettava su Eleanor. Era convinto che avrebbe potuto colmare quei vuoti con la sapienza, ma una volta entrati nel circolo della sapienza non vi è più alcuna uscita: Più scopri, e più vorresti scoprire.
- Perdonatemi Padre, pensavo vi servisse un aiuto in cucina! -
- Oh! Non importa quello che pensavi, ecco il tuo regalo! - Esclamò McKenzie, leggermente turbato. Le porse una busta già strappata e letta da qualcun'altro. Eleanor non ci fece caso, tirò fuori la piccola lettera ingiallita da gli anni ed intonò la lettura: " Cara Eleanor ti scrivo questa lettera in letto di morte. So che Jack McKenzie saprà allevarti come io non potrò mai, e nemmeno tuo padre. Adesso dovresti aver compiuto ben Diciassette anni, cara! Sono un'eternità, e non sprecare mai, l'eternità, è un dono Divino! Ascoltami bene, e leggi attentamente. Il tuo desiderio è stato esaudito, hai dicassette anni, ed è ora di smetterla con lo studio individuale, voglio che tu vada in un College degno dell'istruzione Universitaria che ti ha donato Padre Jack, non che mio carissimo amico. Se mancano i soldi, beh, c'è sempre la tua parte di eredità. Forse nessuno te lo ha mai detto, ma tre quarti dei miei beni sono tuoi, figlia mia. E basteranno per almeno dieci anni, perchè erano gli averi di mio padre, e del padre di mio padre, e miei. Tutti assieme per te, Eleanor. Spetta a te, come impiegarli cara. Segui i tuoi sogni, non smettere mai di aspettare, prima o poi succederà qualcosa che ti cambierà la vita. Il treno delle occasioni è uno solo, piccola mia! Attenta a non perdere la tua corsa!
Che dio abbia in gloria la tua anima, per sempre
Sinceramente, Ada Rigby,
Mamma
."
Eleanor smise di leggere quelle righe ingiallite e pallide. Nove lunghi anni; ce ne aveva messo di tempo, quella stella! Infatti Eleanor non lo aveva mai dimenticato, quel giorno.
Padre McKenzie non potè obbiettare contro il volere della madre defunta, e fu costretto a ritornare nella sua solitudine straziante, nonostante la sua nuova perpetua,
non valeva più nulla. L'unico motivo che lo spingeva a comvbattere le sue fobie, era in camera sua, a fare le valigie. L'avrebbe vista si e no tre volte l'anno. e qualche mese nel periodo natalizio. Non ci sarebbero più state quelle lunghe estati ad imparare la cultura Egizia tra una tazza di Thè, e qualche risata spezzata dal suo tono burbero e maldestro.

Ormai la sua piccola aveva preso il volo.

*One of these mornings
You're gonna rise, rise up singing,
You're gonna spread your wings, child,
And take, take to the sky
[ N.d.A. Remake di Summertime di Ella Fitzgerald, cantata da Janis Joplin in persona]*

CAPITOLO SECONDO - Atto Primo.

* I lived to be the very Best *
[ Whitney Huston, One moment in time, N.d.A.]

Los Angeles, Los Angeles Music Academy of Music, Novembre Millenovecentocinquantotto.

Eleanor Rigby, mai in vita sua aveva viaggiato tanto! Un'ora e Quarantacinque minuti, per l'esattezza! In pratica aveva girato quati mezzo mondo, in così poco tempo, poi! Per quegli occhi differenti, era un miracolo divino tutto ciò. Ora si trovava difronte ad un enorme prato verde da mozzare il fiato, ed un castello quesi fosse millenario, così imponente da farle venire i brividi lungo tutto il corpo.
- Miraccomando, Eleanor, va a messa ogni domenica, e non dimenticare di onorare nostro signore, tutto questo è un miracolo! - esclamò padre McKenzie. Accanto a lei passarono una decina di ragazze, tutte vestite in egual modo, ma diversamente.
- Certo padre, starò attenta a non dimenticarmi di Nostro Signore! Anche se sarà davvero difficile! - esclamò entusiasta la ragazza, saltellando lievemente sulle punte dei piedi, quasi le scappasse da andare in bagno da un momento all'altro.
Quella giornata aveva indossato il suo vestito speciale, un abito sulle tonalità del rosso, con decori fluoreali che ritraevano rose e fiori rossi. Il rosso era il colore di sua madre.
***
- Hey Johnny! Guarda quella che parla col prete! - esclamò Nathan (n.d.a. Random Name, Random Guy!) al suo amico, intento ad ammaliare le donne, come diceva lui, con quel suo aspetto alla Elvis Presley, e daltronde, chi non aveva un aspetto alla Elvis, in quel tempo?
John girò il volto in direzione di Eleanor. Lentamente tolse i ray-ban da sole per dare meglio un'occhiata.
- è incredibile, Nath! Tu sì che hai occhio per le pollastrelle! - esclamò il ragazzo. Eleanor si girò in quell'istante, in modo da incrociare il suo Casto sguardo, con quello decisamente meno casto del ragazzo da gli occhi color ebano, ma la ragazza distolse subito lo sguardo, lievemente arrossito.
- Eleanor?! Eleanor per l'amor del cielo, sei viva?! - una voce davvero irritata la riportò alla realtà
- Hem sì, padre, starò attenta eccetera, eccetera, arrivederci! - esclamò dando un leggero bacio sulla guancia del prete, e stringendo la mano a Rosalie, la perpetua. Detto questo, Padre McKenzie si portò le mani ai capelli
- Ah! I ragazzi d'oggi! - esclamò esasperato.

Angolo d'autrice!

Salve popolo! Un ave a tutti voi! Anzi tutto premetto che questa sarà una storia DECISAMENTE complicata. Nel mio cervello frullava l'idea di trasformarla in un musical, voi che ne direste?
Post Scriptum, gli errori di battitura ignorateli, purtroppo mi è scaduta la versione in prova di Word, quindi ho dovuto arranguiarmi senza corretore automatico é.è Perdono!
ATTENZIONE IMPORTANTISSIMO: questa storia era nata nella sezione “romantico”, visto che non la cacava nessuno mi sono detta “perché non trasformarla in una fiction sui fab”? ed eccomi qui, con Eleanor Rigby e John Lennon!

Buon proseguimento della giornata.

ed ecco le foto dei personaggi principali di questo capitolo u.u


questa ragazza di cui non so il nome è Eleanor Rigby;

John Lennon è John Lennon.
   
 
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