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Autore: Far away    20/01/2013    2 recensioni
Dal capitolo 14:
“Io ho dei tagli sui polsi Zayn.” Dissi cercando di tirare fuori tutta me stessa ormai con le sembianze di una fontana. “E tu hai solo uno stupido orgoglio dietro.”
Zayn: “Questo non dovevi dirlo.”
“Certo che non dovevo dirlo, guai che ti disturba. Abbi almeno il coraggio di dirmi perché mi stai trattando così.
Zayn: “Mi da fastidio tutto, stasera io non c’ero per te, Louis e Harry, si Harry lui è venuto da te ad aiutarti, ma per favore…”
“E tu mi stai facendo questa scenata per pura gelosia?”
Zayn: “Non è gelosia.” Disse annoiato.
“E se non è gelosia, non è amore. Grazie Zayn, mi mancava da parte tua sentirmi dire che non mi ami.”
Gli diedi le spalle ma lui mi prese a se tremando.
“Che vuoi adesso?” Mi strinse più che mai, sentivo il suo respiro sul mio collo, il mio battito era il suo solo che io stavo soffrendo troppo.
Zayn: “Mi dispiace.”
“Che hai Zayn? Perché mi tratti così?”
Zayn: “Ho paura…”
“Tu paura? Di che cosa?”
Zayn: “Di perdere la ragione per cui vivo.”
“….”
Zayn: “Te.”
Spero vi piaccia, godetevi la storia, visitate il mio profilo e recensite!
1 capitolo alla fine!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. La ragazza con le cuffie
 
Papà: “Chanel, sei pronta?”
“Si papà, un attimo e arrivo.” Scesi le scale più in fretta possibile ero davvero in ritardo, il tremo sarebbe partito fra mezz’ora e io ero ancora a casa.
Mamma: “Vuoi una mano?”
“Nono, ce la faccio tranquilla.”
Papà: “Forza, dammi le valigie.”
“Quindi, è arrivato il momento di salutarci.”
Mamma: “Sembra di si.”
“…”
Papà: “Chanel, sbrigati.”
“Mi mancherai tanto mamma.” La abbracciai mentre una lacrima mi rigò il viso.
Mamma: “Anche tu Margot.”
“Mamma, ti prego non quel soprannome….”
Mamma: “Ok scusami tesoro, fa buon viaggio e chiamami sempre. Buona fortuna.”
“Ti chiamerò sempre, ora devo andare grazie mamma.” Uscii di casa con le lacrime che non smettevano di scendere, appena fuori di casa e già sentivo la mancanza di mia madre; salii in macchina e una volta arrivata alla stazione scesi, salutai mio padre e mi diressi di corsa verso il treno.
Una volta sistemata sopra mi infilai le cuffie, mi alzai il cappuccio della felpa e cominciai ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino, osservavo ogni minimo dettaglio e pensavo a quanto mi sarebbe mancata Bradford, insomma era la cittadina in cui ero cresciuta. Non avevo molti amici, preferivo stare sola a casa ad ascoltare musica o a suonare la mia chitarra, ma ogni tanto uscivo la sera  e qualche amica l’avevo anche io, anche se con tutti i problemi che mi portavo dietro, divertirmi il sabato sera era l’ultimo dei miei pensieri.
Ora ero sul treno che mi avrebbe portato a Londra a cominciare tutto da capo e lasciarmi alle spalle la vita inutile che mi portavo dietro.
Tornai alla realtà e mentre mi abbandonavo ai ricordi pensai a quello che mi avrebbe aspettato in accademia, perché era lì che ero diretta, pronta a sviluppare la mia passione per la musica e migliorare la mia voce e sperare anche di diventare qualcuno un giorno, era un’occasione che non potevo perdere, essere ammessa a quell’accademia era stato un grande traguardo e non potevo mandare tutto all’aria solo per la nostalgia di casa.
Alzai il volume nelle cuffie, appoggiai la testa al finestrino, chiusi gli occhi e addio mondo.
 
Scesi dal treno con la faccia assonnata e ancora le cuffie nelle orecchie, feci controllare ancora una volta il mio biglietto e uscii dalla stazione di Victoria. Sembrerà strano ma non ero mai stata a Londra, ne avevo sentito parlare e avevo visto diverse foto ma stare lì era una magia, un sogno.
Feci il biglietto per il pullman e una volta salita mi sistemai al piano superiore che era scoperto, mi sedetti e cominciai a guardare la città mentre il pullman continuava ad andare avanti; era tutta piena di luci, ormai era quasi completamente buio e tutto sembrava un paradiso, decorazioni e insegne luminose ovunque, negozi con insegne enormi pieni di gente che camminava da una parte all’altra e faceva spese, artisti di strada che dipingevano e suonavo per la gente, era una città stupenda e tutto era illuminato ed enorme, non avevo mai visto una metropoli, ma soprattutto non avevo mai visto la città più bella del mondo.
 
X: “Il suo nome signorina?” Davanti a me avevo una donna alta, vestita con gonna e giacca, era una bella signora, sulla trentina ma aveva l’aria un po’ confusa e disorientate.
“Dawson, Chanel Dawson.”
X: “Oh si l’ho trovata…. Ehm c’è stato un problema con l’iscrizione.”
“Come un problema? Di che si tratta?”
X: “La sua iscrizione è stata inserita all’ultimo momento e l’ultimo posto è stato preso da una ragazza arrivata poco fa.”
“Cosa? E io ora dove dovrei dormire?”
X: “Se aspetta un attimo signorina vado a controllare le stanze e torno subito.”
“Va bene….  Accidenti.” Mi squillò il telefono.
Mamma: “Tutto bene tesoro, sei arrivata?”
“Ehm si sono arrivata ma sembra che ci sia un problema con la stanza.”
Mamma: “E cosa farai ora?”
“Non lo so, sto aspettando che risolvano questo problema.”
X: “Signorina… oh mi scusi.”
“Mamma devo attaccare, ti chiamo dopo, Ti voglio bene, ciao.” Chiusi la telefonata.
X: “Abbiamo trovato una camera, speriamo che le vada bene, altrimenti dovrà aspettare il prossimo semestre, dato che è tutto pieno.”
“Come tutto pieno? Posso avere le chiavi?”
X: “Tenga, secondo piano, camera 125.”
“La ringrazio. Scusi ma, c’è qualche altra cosa che dovrei sapere?”
X: “Per il momento è sola in camera ed è in una stanza con due letti singoli, è probabile che in seguito avrà una compagna di stanza.”
“Va bene la ringrazio.” Presi le valigie e mi diressi verso l’ascensore; una volta arrivata al secondo piano e arrivata alla stanza 125 aprii la porta e mi ritrovai davanti ad una stanza meravigliosa e enorme. Aveva due letti singoli, due scrivanie, un bagno grande e una finestra con vista sul parco, semplicemente qualcosa di straordinario, era il triplo se non il quadruplo della mia stanza a Bradford.
Mi sistemai in camera, sistemai i vestiti nei cassetti e verso le 21.00 qualcuno bussò alla mia porta.
X: “Sig.na Dawson potrebbe venire alla Reception per favore?”
“Certo, c’è qualche problema?”
X: “No, nessun problema le devo presentare una persona.”
“Sig.na Dawson le presento il suo nuovo compagno di stanza.”
Zayn: “Piacere di rivederti Chanel. Zayn Malik.” Avevo davanti un ragazzo più o meno alla mia altezza, castano e occhi scuri ma meravigliosi, aveva un bel fisico e aveva l’aria di un ragazzo che non da molto peso ai problemi della vita ma la affronta con un sorriso.
“Tu? Cosa ci fai qui?”
CONTINUA…

THE VOICE CARRIES A DREAM
Bene questa è la mia prima FF su EFP quindi scusatemi se immagini e cose varie non sono perfette. Spero che vi piaccia perchè ci metto il cuore a scrive i capitoli. Recensiteeeeeeee tanto e aspetto voi, grazie e buona lettura a tutti.
Twitter: @xxharrysgirl
  
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