“Don’t Save Me,
‘Coz I Don’t Care”
Io non
merito di essere salvato.
Una nullità come me non può accampare un tale
diritto.
C’è
un’enormità di persone immensamente più
meritevoli di me di trovare la
salvezza.
Tutto ciò
che so fare è stare rinchiuso nella mia camera buia, come
una larva, a
disegnare mostri e supereroi, a scrivere storie senza futuro e ad
annegare i
pensieri nell’alcool.
E’ in quella situazione che dovrei trovarmi anche adesso.
Non riesco
a spiegarmi come io sia potuto arrivare fin qui, sui palchi dei
festival, a
cantare davanti a decine di migliaia di persone le mia patetiche
canzoni,
accompagnato dal suono della tua chitarra.
E’ stato un vero miracolo.
Ma non è stato merito mio.
E’ stato perchè sempre più persone
hanno iniziato a vedere in me una persona
più bella di ciò che sono in realtà.
E tu.
Tu non dovresti credere in me.
Non dovresti rivolgermi quello sguardo preoccupato, mentre ti avvicini
a me di
corsa e ti chini su di me, mentre ti guardo dal basso, collassato sul
marciapiede, troppo ubriaco per riuscire a stare in piedi.
Sento una
voce urlare “E’ vivo!”. Brian, il nostro
manager. Evidentemente ti ha
accompagnato.
Non dovresti chiamare insistentemente il mio nome in ansia per me.
Non
dovresti allungare la tua mano ad afferrare la mia per cercare di
aiutarmi a
rialzarmi.
Tu che sei
così fottutamente bello che a volte stento a credere che il
destino mi abbia
concesso di passare così tanto tempo al tuo fianco.
Una persona così meravigliosa come te potrebbe trovare una
marea di uomini migliori
di me. Eppure, ogni volta che crollo, ti ritrovo accanto a me, a
sostenermi e
cercare di rimettermi in piedi nonostante io sia più grosso
e pesante di te.
Non
dovresti.
Mi sono visto il mondo crollare davanti agli occhi l’11
settembre 2001 e non ho
potuto farci niente, solo assistere impotente e terrorizzato alla
distruzione
morale del mio Paese.
Ho cercato di reagire.
Ho cercato
di rialzarmi.
Ma non sono in grado di creare.
Tutto ciò che so fare è distruggere.
Distruggere ed autodistruggermi.
Per questo non merito di essere salvato.
Non lo merito e non merito te.
Ma tu non mi lasci mai andare.
Anche questa volta stringi saldamente la mia mano ed io stringo la tua
di
riflesso.
Mi trascini in piedi e lasci che io mi appoggi a te per mantenere
l’equilibrio.
”Starò bene...” cerco di farfugliare per
quanto la bocca impastata dall’alcool
me lo permetta.
E’ una
bugia.
So che non starò bene: mi sto autodistruggendo, mi sto
lentamente consumando da
solo.
Mi sorreggi col tuo piccolo corpo fino al tourbus, mi tieni aperta la
porta e
mi afferri al volo quando incespico sul gradino, tentando di entrare.
Mi trasporti praticamente di peso fino al divanetto e mi ci fai sedere
per poi
fiondarti subito al mio fianco.
Non dovresti. Non dovresti.
Davvero io non merito tutte queste attenzioni da parte tua.
Eppure tu mi avvolgi tra le tue braccia sottili ricoperte di tatuaggi e
mi
stringi al tuo petto.
Tutto ciò che riesco a fare è affondare il viso
nel tuo collo ed assaporare il
tuo profumo, sentire il tepore del tuo corpo contro il mio.
Sento le
tue carezze leggere lungo la schiena e la tua voce sussurrare
rassicuranti parole
appena udibili tra i miei
capelli.
E poi una tua mano si sposta fino al mio viso, costringendomi
delicatamente a
sollevarlo.
Mi specchio nei tuoi occhi limpidi, così vicini.
Le tue labbra morbide sulle mie.
Un bacio
leggero, ma forse molto più carico di significati dei baci
profondi che ci
siamo scambiati sul palco quando ero completamente fatto.
”Sono qui con te, Gee.” Mormori.
Mi accorgo
di stare sorridendo leggermente.
E’ incredibile l’effetto che mi fai.
La testa sta diventando insostenibilmente pesante, l’alcool
si fa sentire.
L’abbandono nuovamente sul tuo collo e lascio che le palpebre
cadano sui miei
occhi stanchi.
Non ho paura di addormentarmi questa volta.
So che non farò incubi.
Perchè so che
quando riaprirò gli occhi sarai ancora al mio fianco.
Eccomi qui sono tornata! ^^
So che questa OS, che forse è più un frammento,
un piccolo delirio non è particolarmente allegra. Temo
risenta un po' del mio umore quando l'ho scritta di getto, a
metà dicembre. L'ho ripresa in mano negli scorsi giorni per
trascriverla sul pc e risistemarla un attimino, ma non ho voluto
modificarla molto: lavrei rischiato di stravolgerla.
Non so bene perchè l'abbia scritta. So solo che un
pomeriggio piovoso di dicembre ho pensato di voler provare ad
immedesimarmi, voler provare ad immaginare cosa pensasse Gerard in uno
dei suoi momenti più bui, nell'estate del 2004.
Perchè io penso davvero che se Gerard non avesse avuto
sempre Frank al proprio fianco non ce l'avrebbe fatta. Forse non si
sarebbe salvato.
Ma Frank è sempre accanto a lui a tendergli una mano, per
aiutarlo a rialzarsi dal marciapiede.
L'ispirazione penso mi sia nata proprio da quella scena di "Life On The
Murder Scene", sì.
Comunque questa è la prima delle OS in arrivo: nei ritagli
di tempo ne sto sistemando un'altra, che è una songfic
ispirata a "The Light Behind Your Eyes".
E poi, prossimamente, vedrete il capitolo 8 di "Because the only hope
for me is you alone..." e una Frerard nuova di zecca,
sull'inquietante/misterioso, nata a partire da un incubo che ho fatto
tempo fa...
Vi ringrazio davvero tanto se mi se guite ancora anche se aggiorno con
tempi biblici causa esami universitari e lavoro!
Prometto anche che d'ora in poi mi impegnerò il
più possibile a rispondere a tutte le vostre recensioni (se
ce ne saranno)
Un abbraccio.
xoxo
Lù