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Autore: AppleVodka    20/01/2013    1 recensioni
Tutto va, come deve andare. Se il mondo aveva riservato qualche piano, per me, almeno lo stavo compiendo.
- ti prego portami via- sussurrai al vento.
Ma non mi ascoltò.
SakuNaru
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Saku-Naru
(per raccontare una storia, forse bisogna partire dalla sua fine)



Gli angeli vengono se tu li preghi, e quando arrivano ti guardano, ti sorridono, e se ne vanno..
per lasciarti il ricordo di un sogno lungo una notte, ma che vale una vita
Vivilo in fondo, perché lui, non torna più.

[Angelo Mio- Tiziano Ferro]

Ti guardai quella notte. Dietro quel marmo scuro. Chino.
Io immobile, aspettai per secondi un tuo respiro, stando attenta a controllare che il mio,
in qualche modo, non facesse troppo rumore.
Qualche minuto dopo, non c’eri nemmeno più.
Scossi la testa, succedeva spesso quel periodo.
Come se servisse a qualcosa. Come se mi facesse stare bene.
Stavo solo maledettamente male. – male di te?-

Un giorno, sai, ricordo di aver letto che i Déjà vu si hanno quando il tuo destino è in perfetta linea con il presente.
Per i giorni successivi non ho sperato altro di averne uno.
Forse l’altro pomeriggio ci sono quasi riuscita..quasi.
il desiderio di averne uno può trarre in inganno al mente?
Dovrei rassegnarmi a credere che il destino non esista, che in fondo, decido io.
Difficile. Il pensare ad un fine, ad un percorso, potrebbe essere la via più facile.
Questo spiegherebbe almeno perché cosi tante persone lo cercano e ci sperano.
Un continuo bisogno di risposte per troppe affollate domande.

- Déjà vu?-
- Déjà vu-
Mi osservò quasi compassionevole.
- c’è qualcosa che non va? Non sai di cosa si tratta?-
le chiesi spostando una ciocca di capelli rosa caduta davanti agli occhi, dietro l’orecchio sinistro.
- no tesoro, è che io non credo..-
- lo so- la interruppi – non ti sto chiedendo di credere, ma di dirmi se ne hai avuto uno di recente.
Anche tu eri li no?-
Mi sorrise.

Una volta a casa cominciai a scrivere e scarabocchiare da tutte le parti.
Giorno dopo giorno. Settimana dopo settimana.

Non so se credo al tuo Dio.
Se questo era davvero il suo volere o se semplicemente sono io che mi sto facendo mille paranoie perché non riesco più a vederti.
Ogni giorno chiudo gli occhi, e più i mesi passano, più il tuo ricordo diventa vago nella mia memoria.
Ricordo come sei fatto, ma non il suono della tua voce.
Tu che avresti fatto?


Non ce la facevo più.
Il solo respirare mi pareva difficile, mi faceva sentire in colpa.

Cominciai a provocarmi il vomito volontariamente.
Non volevo farmi male, volevo solo sentirmi meglio.
Eppure sentirmi male, era l’unica cosa che mi faceva stare bene, in quel momento.
Perché il mondo se ne fregava? Andava avanti.

Dissero che avevo un problema. Mi mandarono dai migliori professionisti.
Era ovvio, che avessi un problema..fatto sta che mi obbligarono a smettere, mi ‘controllarono’
-come stai?-
mi chiedevano sempre.
-secondo lei?- uguale a ieri. Cambiava forse qualcosa?
Non gli interessava sul serio, era una domanda di routine.
-bene- imparai a rispondere tempo dopo.
Loro mi guardavano incerti, poi sorridevano, ipocriti.

Esattamente un anno dopo ritornai di fronte al freddo marmo, di quella notte.
Trattenni per la seconda volta il respiro, ma non sentii il tuo.
Non ti vidi nemmeno, e qualche minuto dopo, non era cambiato nulla.

Mi sentii una stupida. Mi sentii stanca, magra, affaticata, senza forze.
Non mi importava niente. Chiusi gli occhi, contai fino a tre, e li riaprii. Niente.
Ancora niente.

Mi fa paura la notte. Non riesco a vedere niente.
A volte sto nel buio con gli occhi sgranati, in cerca di qualche rumore. Ti cerco.
Magari mi appari nella camera, di fronte al letto, come in quei film paranormali.
Non succede.


Mi lasciai andare, caddi a terra, battei i pugni sul terreno sporco, urlai.
Mi feci un male boia, ma continuai lo stesso a picchiare qualcosa di invisibile.
Le nocche mi tremarono, forse il nervoso, forse per il male.
Che importava? tu non c’eri
c’era il freddo marmo scuro e tu non c’eri
come quella notte là, ma tu non c’eri

eppure sto bene

Sorridevi, mi guardavi! E sorridevi.
Come prima, sempre lo stesso, in quella foto, dallo sfondo bianco.

Se solo avessi potuto almeno salutarti.

Tentai di alzarmi, ma le gambe mi cedettero dopo qualche secondo,
cosi ancora una volta, priva di forza mi trovai a terra.

Sospirai e mi girai a guardare il cielo.
C’era un cielo bellissimo quel giorno, una giornata stupenda.
Il vento soffiava leggero, attraversava le fronde degli alberi, mi accarezzava dolcemente il viso,
e continuava per il suo cammino.
Una foglia debole al suo passaggio si staccò, e cadde.

In quel momento lo ebbi. Ebbi il mio Déjà vu.
Ma non fu come me lo immaginai. Non mi fece sentire bene.
Il mio destino dunque, voleva che io mi ritrovassi li, in quello stato?

se io dovessi andarmene,
voglio che sia una brutta giornata, non una di quelle che ti fanno stare bene,
sarebbe triste


Non mi piacque, ma per qualche strana ragione, mi senti più leggera, più tranquilla.
Serena.
Tutto va, come deve andare.
Se il mondo aveva riservato qualche piano, per me, almeno lo stavo compiendo.
- ti prego portami via- sussurrai al vento.
Ma non mi ascoltò.

Arrivano come un soffio di vento, nemmeno te ne accorgi a volte, degli angeli. Spariscono cosi come sono arrivati.
Senza che tu possa aver fatto niente per fermarli, stringerli a te, chiedergli di rimanere.


Mi parve di rivederlo solo un'altra volta, qualche primavera dopo. Gli parlai anche
Gli dissi – mi manchi- e sperai che lui lo avesse sentito.
La verità è che lui non c’era mai stato.
Ne davanti al marmo scuro, ne quel pomeriggio primaverile.

- ho bisogno di qualcuno che me lo dica-
Ino mi sorrise per l’ennesima volta
- andrà tutto bene-

Sorrisi anche io


  
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