Sei
ancora qui...Ormai non dovrei nemmeno stupirmi.
Entro
lentamente, come ogni giorno, e ti osservo. Sei chinato sui fiori.
I
suoi fiori...
Li
accarezzi delicatamente, percorrendo i contorni dei petali con i polpastrelli,
quasi tu riesca a trarne conforto.
Ma
io li sento, Cloud.
Sento
i tuoi singhiozzi che riecheggiano nella sala, turbandone il solenne silenzio.
Le
lacrime ti solcano il viso, congiungendosi sul mento e andando a morire sulle
ginocchia, ormai umide.
Io
rimango qui, nascosta dietro alla colonna. Riesco a percepire il freddo della
pietra sul petto.
Quanto
tempo è che vai avanti così? Ormai ho perso il conto...
Mesi?
Anni? Mi sembra un’eternità.
Vengo
ogni giorno in questa chiesetta abbandonata, sicura di trovarti.
La
mia supposizione, purtroppo, si rivela sempre giusta. Rimani inginocchiato
davanti ai suoi fiori, a rimpiangerla.
E
io, puntualmente sono qui, a soffrire con te. In silenzio.
Piango,
Cloud, piango anche io.
Perché
lo faccio?
Potrei
dirti che mi manca, che anche io avrei voluto salvarla quel giorno.
Che
quando ho visto la spada trapassarle il petto, mi si è aperto uno squarcio nel
cuore.
Che
era la mia migliore amica, dopotutto.
Ma
in realtà non piango per aver perso la tenera e dolce Aeris.
Queste
lacrime, Cloud, sono per te.
Sento
che ti stai allontanando, ergendo una barriera fatta di sofferenze e rimpianti.
Ma
perché?
Perché
continui a piangere per lei?
E’
morta.
Smettila
di rincorrere il suo fantasma, alla disperata ricerca del suo profumo.
Non
lo sentirai più, è morta.
Smettila
di farti del male. Di farmi del male.
Almeno
lasciami sopportare parte del tuo dolore, sfogati.
Urla,
piangi, prendimi a pugni se vuoi, dammi la colpa di tutto. Per me non ha
importanza, ma smettila di tornare qui ogni giorno.
Smettila
di accarezzare quei fiori.
...Ti
ricordi quando eravamo bambini?
Eri
sempre così forte, sicuro e coraggioso.
Io
ti osservavo da lontano, ammirandoti. Riuscivi a superarmi in tutto, ai miei
occhi eri irraggiungibile.
Ma
tu ti voltavi e mi tendevi la mano.
E
soprattutto, mi onoravi del tuo sorriso, tanto raro quanto bello. Sai, mi
faceva sentire speciale in qualche modo...
Ma
ora stai piangendo, e la tua schiena è talmente lontana che ormai si sta
confondendo nell’oscurità.
Voltati,
ti prego.
Voltati
e sorridimi, come un tempo...Tendimi la mano, permettimi di raggiungerti ancora
una volta e di aiutarti.
Ma
il Cloud che conoscevo un tempo è morto con lei, non è vero?
Lo
so, me lo dicesti una volta...
Rimani
qui, a marcire nel rimpianto di non averla salvata, attendendo la morte soltanto
per raggiungerla.
Sei
un egoista...
...Ma
potrei dire lo stesso di me.
Vorrei
che non l’avessi mai conosciuta, così...così ci sarei rimasta sempre e solo io.
La
tua Tifa.
Amica
d’infanzia, compagna di avventure, migliore amica... e magari un giorno, anche
la tua donna.
Sai,
ci pensavo spesso.
Fantasticavo
su una nostra possibile relazione, sul poterti avere soltanto per me.
Ci
immaginavo da sposati, con una famiglia...
Ero
troppo impegnata a sognare ad occhi aperti, per accorgermi che tu ti stavi innamorando.
Ti
stavi innamorando di lei.
Ora
tutte quelle false speranze hanno perso significato, fino a sembrarmi ridicole.
A
volte mi viene spontaneo chiedermi cosa sarebbe successo se fossi morta io al
suo posto.
Avresti
sofferto lo stesso così?
Mi
avresti tenuto sulla coscienza, dandoti la colpa della mia scomparsa?
Oppure,
dopo un po’ ti saresti ripreso e magari... Avresti messo su famiglia con Aeris?
Sono
una stupida a fare simili paragoni, dopotutto è lei che ami. Non me.
Mi
asciugo un po’ le lacrime e mi sporgo per vederti.
Sei
ancora lì, ma stavolta ti sorreggi la testa con le mani. Il tuo pianto aumenta.
Torno
dietro alla colonna e mi accuccio, nascondendo il viso tra le braccia.
E’
straziante vederti così, non riesco a sopportarlo...
Cloud,
vorrei poterti dire che non ha senso
soffrirci così tanto, che non è stata colpa tua...che dovresti tornare ad
essere quello di un tempo, ma...
In
fondo, i miei sono soltanto capricci.
Non
riesco a farmene una ragione, che tu ormai appartieni a lei.
Vivi
nel suo ricordo e non c’è più spazio per nessun altra nel tuo cuore, o ciò che
ne rimane.
Ma
cosa ci posso fare?
Non
voglio smettere di sperare.
Io
ci credo davvero, Cloud, che un giorno abbandonerai questa prigione di lacrime
e torneremo insieme, come una volta.
Semplicemente
noi. Semplicemente Cloud e Tifa.
Senza
nessuna Aeris.
Ma
anche questo mi fa star male...Come posso pensare una cosa simile?
Come
posso essere così egoista da sperare che un giorno lei non conti più niente per
te?
Chiederti
di rendere futile il suo sacrificio, di cancellarla dalla tua memoria. Di farmi
prendere il suo posto.
Ma
lei merita il tuo amore. Il nostro amore.
Non
avrei mai immaginato di poter essere
così gelosa di un fantasma.
Sollevo
la testa e mi volto verso sinistra. Lo sguardo mi scivola sul nastro rosa che
mi legò Yuffie al braccio, molto tempo fa.
Un
modo per tenerci uniti... nel suo ricordo.
Perché?
Perché,
ora, quel nastro fa così male al cuore?
Riesco
a sentirti pronunciare il suo nome. La stai chiamando, Cloud?
Lei
non risponderà, lo sai.
Mi
alzo ed esco dal mio nascondiglio. Le lacrime ricominciano a scorrermi lungo le
guance, nel vederti stringere al petto
un fiore. E’ del suo colore preferito. Rosa.
-Cloud...-
il tuo nome mi esce dalle labbra in un sussurro.
Non
ti volti, rimani inginocchiato, ma i singhiozzi si interrompono.
No,
non voglio. Non voglio che tu smetta di piangere soltanto perché sono uscita
allo scoperto.
Non
sono un’estranea, Cloud. Sono io. Sono Tifa.
Avanzo
lentamente, facendo scricchiolare le assi di legno del pavimento.
Ho
la vista offuscata dalle lacrime e gli occhi mi bruciano, ma non importa.
Mi
inginocchio dietro di te e appoggio l’orecchio destro sotto le scapole. Riesco
a sentire che il tuo respiro è ancora irregolare.
Puoi
piangere Cloud. Puoi
piangere con me.
Faccio
scorrere le braccia intorno alla tua vita, titubante.
Stai
tremando.
-Mi
manca...- bisbigli, posando le mani sulle mie e chinandoti in avanti.
Cosa
posso dirti per rassicurarti?
Niente.
Perché
non c’è niente che io possa fare per farti stare meglio.
Dopotutto...
...io
non sono lei.
Questo
senso di impotenza mi opprime.
Però
posso provarci, Cloud. Posso provare a starti accanto, a darti la mia spalla
per piangere nella vana speranza che possa servire a qualcosa.
E
intanto potrei aspettare. Aspettare che
tu ti volta di nuovo, come ai vecchi tempi.
Che
tu mi porga la tua mano.
Che
tu mi sorrida ancora, facendomi sentire speciale. E poi ancora, ancora...
Aspettare di poterti vedere sorridere ogni giorno.
Sono
ingenua a sperarci ancora?
Forse.
Ma la speranza è l’unica cosa che mi è rimasta.
E
per te, Cloud, saprei aspettare una vita e anche di più.
Piccole note dell’autrice:
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Vorrei scusarmi con voi lettori se avete trovato qualche erroruccio. Purtroppo
mia sorella (nonché colei che mi corregge le fic ^^) è in vacanza, e io mi sono
dovuta arrangiare. Spero soltanto di non aver scritto una schifezza, ecco....
Al massimo fatemelo presente ^_^
Grazie mille per aver letto!
Un abbraccio,
Geko93 ^_^