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Autore: Debbie_93    21/01/2013    1 recensioni
I fratelli Winchester lavorano ad un caso, che John ha affidato a Dean. Sam non è a conoscenza dei contatti fra il fratello e il padre, ma ne è insospettito.
Fic completamente scritta dal punto di vista di Dean.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Ci sono delle regole nella caccia, che molti seguono alla lettera e altri le infrangono non conoscendo i rischi a cui vanno in contro. Io posso dire di essere nel mezzo, la frase “fare di testa propria”, non rientra nel vocabolario di molti di noi. Un tempo esisteva un codice, che tutti rispettavano. Il nostro lavoro ci costava e il prezzo di pagare è molto alto. Personalmente penso che se non ci fossimo, il mondo sarebbe andato in malora da un pezzo, ma abbiamo resistito ed eccomi qua.
Non è un lavoro che si sceglie di fare, in un certo senso è un mestiere che si tramanda da generazioni. Se non sarei rientrato in questa categoria, forse avrei studiato e mi sarei ritrovato a fare il meccanico in una stazione di servizio, ma la storia era andata diversamente.
Prima di tutto non bisognava farsi cogliere alla sprovvista, se si veniva a conoscenza del punto esatto meglio studiare il luogo e bloccarne ogni via di fuga. Seconda cosa, un fucile carico, munizioni di riserva e una bella mira. Sbaglia un colpo e sei fregato. Terzo e importante, una  boccetta di acqua santa, mista a sale. Quarto e ultimo, un libretto di esorcismi perché sinceramente ne ricordo solo uno.
Detto questo possiamo far fare un viaggio di sola andata al bastardo.



 
“Sam, penso che dovremmo dare un’occhiata a quel vecchio caso. Questa storia non mi convince”.
Eravamo sulle tracce di un demone a cui papà aveva dato la caccia, quando ero ancora bambino. Si diceva che si nascondeva nei luoghi abbandonati come quelli di periferia, mi ricordavo che aveva un’estesa documentazione, ma non l’aveva mai preso. Nel suo diario avevo letto alcune coordinate e voleva che fossimo noi a concludere il lavoro. Sam non sapeva quasi nulla di alcune cose fra me e papà e sinceramente non glielo avrei mai detto. A papà avevo fatto quella promessa e l’avrei mantenuta, per nulla al mondo Sam doveva venirne a conoscenza.
Guardai mio fratello per vari istanti, continuava a sfogliare il diario leggendo e rileggendo le stesse cose, le stesse informazioni come se volesse captare qualcosa che non gli avevo detto. Non era stupido questo lo sapevo, ma mi ero assicurato che non scoprisse nulla. Notò la pagina strappata e tornai alla strada come se fosse nulla. Notai il suo sguardo su di me e quell’espressione interrogativa che si ritrovava.
“Papà non ti ha detto altro, come ucciderlo o qualcosa del genere?”, mi chiese, rivolgendo lo sguardo alla cartina e tornando alla strada.
“Te l’ho detto è sempre la solita procedura…”, m’interruppe dicendomi di svoltare a destra. Manning nel Colorado, una cittadina tranquilla o forse non troppo per gli strani fenomeni degli ultimi anni.
La sera precedente avevo dato un’occhiata ai giornali locali e stranamente fra gli articoli, si parlava di una serie di omicidi accaduti in circostanze misteriose, ma quando lessi del ritrovamento di tracce di zolfo mi ero ricordato di quella cosa e casualmente senza un preavviso specifico papà mi aveva chiamato.
“Penso Dean, che tu mi stia nascondendo qualcosa”, disse con tono provocatorio, richiudendo il diario e infilandolo nella sua cartella in pelle assieme al portatile.
Fermai la macchina e lo guardai, con espressione seria.
“Te l’ho detto! E’ tutto qua, quello che dobbiamo fare”, sapevo che Sam e papà non avevano passato dei momenti felici, specialmente quella volta. Non avevo mai visto mio fratello in quel mondo, quello che gli aveva detto e quello che aveva detto papà. Di una cosa ero certo, lui voleva trovarlo come me del resto, ma c’era una piccola differenza fra me e lui: io ero in leggero vantaggio.
Scosse il capo e sospirò.
“D’accordo, ma se scopro qualcosa mi dovrai dire la verità”, mi minacciò, aprendo lo sportello della Chevy.
Lo seguii con lo sguardo, spegnendo il motore e scesi anche io chiudendo lo sportello.
“Fratellino dimentichi una cosa”, gli feci presente, mostrando i documenti dell’FBI falsi. Sbuffò e tornò a prenderseli.
“Grazie”.
Ridacchiai leggermente, era adorabile quando se la prendeva per questo tipo di finezze, ma il bello era che poi si vendicava e questo era troppo esilarante.
Mi sistemai il distintivo nella tasca della giacca e lo seguii.
L’unico modo per saperne di più era parlare con la polizia, anche se avevo qualche dubbio sul fatto di trovare qualcosa di interessante. 








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Salve!
Vi ringrazio di aver letto la fic.
Sinceramente è da un pò che non scrivo questo tipo di fic e spero di aver reso l'idea dei personaggi. E' una versione dei fatti un pò diversa dall'originale. Ad ogni modo, spero vi sia piaciuta.
Alla prossima!

Debbie_93
   
 
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