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Autore: Mari_BubblyGirls    21/01/2013    3 recensioni
A Doda.
A chiunque ha un amico o un'amica distante che a volte sente il bisogno fisico di abbracciare.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 A tutti coloro che hanno una persona distante che a volte sentono il bisogno fisico e urgente di abbracciare. 


Una bambina disattenta non si accorse che la palla di gelato sul cono stava per precipitare a terra.
“No!” pensai. “No girati, stai per perdere il tuo gelato!” Se fosse stato per me probabilmente le avrei gridato di stare attenta, ma purtroppo attorno giravano un sacco di persone.
Ecco, stava per cadere... No. La bimba si girò in tempo e velocemente rimediò facendo tornare il gelato al suo posto.
Sorrisi lievemente e mi girai osservando la vetrina del negozio che avevo alle spalle.. O almeno, tentando di osservarlo.
Strizzai gli occhi e presa da un attacco di euforia saltellai da una parte all'altra agitando le mani, poi tornai calma e mi guardai intorno sperando che la persona che stavo aspettando non mi avesse vista da lontano fare così.
Sbuffai guardando lo schermo del cellulare per sapere che ore fossero, e vedendo che erano passati già due minuti da quando l'avevo fatto l'ultima volta, iniziai a saltellare nervosamente.
Non facevo che passarmi una mano tra i capelli ricci e castani, scrutavo le persone con ansia, aspettavo di vedere quella persona... Inoltre una strana sensazione si impadroniva di me ripensando a ciò che mi aspettava quella serata.
Avrei finalmente visto dal vivo i miei idoli.
Chiusi ancora una volta gli occhi, inspirai ed espirai con calma, assaporando l'aria di Milano (non che fosse questa bellezza, ma mi serviva per calmarmi) e sorridendo come un'ebete.
Per un attimo mi chiesi cosa stessero pensando le persone che mi vedevano, ma scacciai subito il pensiero e scrollai le spalle. Mi domandai inoltre dove fossero finite Pie, Sara e Francesca, mi avevano mollato là dicendo di entrare un attimo in un negozio, ma ormai erano scomparse da dieci minuti.
Ma non mi interessava molto. Io stavo aspettando quella persona.
Avevo lo stomaco in subbuglio e dovevo assolutamente andare in bagno, ma me la trattenevo, chiedendomi come mi avrebbe trovata. Forse ero troppo grassa, troppo alta, troppo antipatica, o troppo sclerata, forse sorridevo troppo o troppo poco, insomma, non ero come lei si aspettava che fossi.
Avevo una paura matta, non sapevo cos'avrei potuto o dovuto fare appena l'avessi incontrata.. Cosa dovevo fare? Abbracciarla? Saltarle addosso? Oppure semplicemente dirle: “piacere Maria”?
..come se non ci conoscessimo già.
Lei sapeva già tutto di me, sarebbe stata una presa per il culo fare finta di niente come se l'una non avesse mai sentito parlare dell'altra.
Mi stavo torturando con questi pensieri, quando sentii una voce gridare il mio nome.
«Maria?»
Mi girai. Eccola. Doveva essere lei.
Mi scese un colpo e iniziai a tremare.
Da lontano la vidi sorridere con timidezza e borbottare un «ehm.. Maria?»
Io involontariamente annuii. Mi si strinse il cuore.
Con timidezza lei avanzò con fare incerto verso di me..
Il suo sorriso era splendido, mi sembrò che tutto il mondo si illuminasse. Di conseguenza sorrisi anch'io, e sentii il cuore ballare la conga in petto dalla gioia di incontrarla, finalmente.
Dato che ero mezzo matta, al settimo cielo saltellai verso di lei, la vidi chinare lo sguardo per ridere ma immediatamente tornò a guardarmi.
Adoravo già i suoi occhi. E poi sapevo la storia che si nascondeva dietro il suo sguardo, conoscevo i suoi pensieri, conoscevo il suo cuore, e quegli occhi brillavano cosa che diede la scossa al mio, di cuore.
La adoravo, era già perfetta, anche se era un tantino imbarazzante trovarsela davanti dopo mesi che messaggiavamo.
Magari lei, così bella, così stupenda, non mi trovava come avrebbe voluto che fossi, io nella mia sgorbiaggine.
Una volta vicine smisi di saltellare e sorridendo a trentadue denti le chiesi un po' intimidita: «Erm... Ecco.. Io... Doda?»
Lei disse ridendo: «Ciao!»
Io presi tutto il coraggio di cui ero dotata e dissi quasi urlando: «..Posso abbracciarti?»
Lei scoppiò a ridere imbarazzata a sua volta e allargò le braccia.
Forse stava per dire “certo” ma non la lasciai neanche iniziare la frase, dato che mi fiondai su di lei.
Vedendola mi ero sentita imbarazzata, non so per quale motivo, avevo paura di essere giudicata.. anche se sapevo che con lei non sarebbe stato possibile. Lei era troppo speciale.
Ma la paura un minimo rimaneva comunque, e avevo paura.
Tra le sue braccia la paura andò letteralmente a fottersi. Era quello il mio posto con lei, la strinsi di più e lei ricambiò accarezzandomi la schiena con la mano.
Mi vennero in mente tutte le conversazioni, tutte le discussioni (?), tutte le parole, i “ti voglio bene” e gli abbracci a distanza. Mi venne in mente tutto questo e mi commossi. Mi venne in mente il suo grande cuore e pensai che non mi sarei mai più staccata. Mai più.
Invece dopo un po' aprii gli occhi (che involontariamente avevo chiuso.) e mi ritrovai Pie da lontano che mi guardava sorridendo e con mosse strane mi incitava a presentarla a lei, Sara e Fra.
Con un sorriso che non finiva più la lasciai andare, ma questa volta fu lei a rimanere attaccata. Io risi e le dissi che le avrei presentato qualche mia amica.
Lei allora mi lasciò andare con un sorriso che scaldò il mio cuore e le dissi balbettando (com'è mio solito fare quando sono imbarazzata): «Erm.. Sai, non sapevo cosa fare.. Invece..»
Lei annuì: «Anch'io.. Invece..»
«Già..»
Poi la guardai negli occhi. Ripensai a quanto bella e perfetta fosse, lei che si odiava. «Sono felicissima di averti finalmente incontrata.» Poi senza riflettere aggiunsi: «Mi sei mancata.»
Mi resi conto del senso di quella frase. Non ci eravamo mai viste in faccia .. come poteva essermi mancata?
.. Forse siamo destinati ad incontrare certe persone nella nostra vita, persone che hanno pezzetti della nostra anima. Forse io ero destinata ad incontrarla, forse all'inizio prima di nascere già ci conoscevamo e c'eravamo scambiate un pezzetto di cuore. L'una nel cuore dell'altra.
Lei sembrò capirmi, ricambiò lo sguardo e rispose: «Anche tu..»
Sì. Eravamo state fatte per incontrarci. Punto.
Io col cuore a mille mi avviai verso le mie amiche. Le presi la mano. «Doda, non te l'ho mai detto di persona.»
Lei si fermò e mi anticipò: «Ti voglio bene.»
Sussurrai: «Anch'io..». Poi la stritolai in un abbraccio.
LOOK AT ME NOW.
Questa è la mia prima os,
è la prima volta che non cambio i nomi alle persone (cioè Doda nella realtà è Doda, e così vale per pie sara e franci (?) (questa frase non ha senso.) (aspetta ma neanche il fatto che io metta una parentisi dentro una parentisi ha senso.. vabbe'.) ).
Doda la dedico tutta a te.
Ti voglio un bene dell'anima.
Ho provato ad immaginarmi come sarà quando ci incontreremo..
Forse non sarà così, forse sarà imbarazzante, ciò che so è che sarò felicissima, che si veda o meno, sarò felicissima.
Adios. C:
P. S. Doda, grazie di esserci. C: 
  
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