THE CALL
Seagull,
carry me
over
land and sea
to
my own folks,
that’s
where I wanna be...
Rod
Stewart (Every beat of my heart)
Ho paura.
Eppure aspettavo questo momento
da quando sono tornato a Bosco Atro, all’epoca della distruzione di Sauron e della
fine dell’Oscurità. Lo aspettavo e lo temevo, allo stesso tempo.
Ora il Bosco Atro è lontano,
l’ho lasciato alle mie spalle e non mi aspetterà più. Tutto ciò che vedo è
l’immenso specchio d’acqua che si stende dinnanzi ai Porti Grigi.
Mi chino a raccogliere un pugno
di sabbia e la lascio scorrere attraverso le dita in una ruvida carezza. Poi
alzo la testa e chiudo gli occhi, respirando profondamente l’odore della
salsedine (così diverso da come l’immaginavo !) mentre il vento mi scompiglia
con dolcezza i capelli e il sole mi scalda il viso. Come un bambino tendo le
braccia verso quella palla di fuoco per accoglierla come se fosse mia, un dono
creato per me e per nessun altro.
Spalanco gli occhi nel sentire
le grida dei gabbiani che volteggiano sopra la mia testa ; mi stanno
chiamando, mi invitano ad unirmi a loro, perché sanno che, nel profondo del mio
cuore, io stesso sono uno di loro.
Con un nodo alla gola immergo
una mano tremante nell’acqua fresca che avanza verso la riva e poi si retrae
come se volesse trascinarmi con sé a danzare con le onde, e ho paura, ho paura
perché so che mi basterà fare un passo e non potrò più tornare indietro.
Non ho dormito questa notte.
Nella trepidazione dell’attesa sono rimasto seduto sulla spiaggia ad osservare
la marea ritirarsi e non ho distolto lo sguardo dalla linea dell’orizzonte fino
a quando ho visto levarsi il sole.
L’alba sul mare...
Ho pianto davanti a quello
spettacolo troppo grande per i miei occhi da Elfo, e mentre le lacrime
scendevano, inarrestabili, ho ringraziato gli dei per avermi concesso di
ammirarlo.
Ma ora la gioia che ho provato
in quel momento si è mutata in un cupo timore.
Volgo la testa e incontro lo
sguardo del mio amico Gimli, che mi accompagnerà in quest’ultimo viaggio, anche
lui perso di fronte a tanta grandezza. I suoi occhi sono tranquilli, lui non ha
paura, non teme ciò che si lascia alle spalle.
Ma io sento ancora il richiamo
dei miei boschi, dei miei alberi, della mia casa, il luogo che mi ha protetto e
amato, e di cui io stesso sono parte. Eppure ho lasciato la foresta per placare
la mia sete di conoscenza e soddisfare quel desiderio di infinito che mi era
precluso dalle sue braccia frondose, poiché come una madre essa mi stringeva al
petto, soffocandomi e impedendomi di alzare gli occhi al cielo, di immaginarlo
rovesciato e poterlo toccare, per sentire il sale bruciare la mia pelle una
volta asciugate le carezze dell’acqua.
A poco a poco il desiderio si è
trasformato in un disperato bisogno che cresceva dentro di me senza che
riuscissi a dominarlo.
Così io, Legolas, principe del
Bosco Atro, sono fuggito da mia madre per seguire il richiamo di un’amante
lontanissima di cui anelavo assaporare le labbra salate.
Ho seguito il mio cuore in
subbuglio e ho lasciato la mia terra chinando la testa mentre me ne andavo,
poiché il desiderio non riusciva comunque a soffocare il dolore dell’abbandono.
E adesso sono qui, davanti a
quest’enorme distesa di cui porto negli occhi il colore, temendo e desiderando
la nuova vita che mi attende oltre l’orizzonte.
So chi troverò ad aspettarmi in
quella terra sconosciuta che raggiungerò al termine del mio lungo viaggio. Mio
padre, e coloro che l’hanno preceduto.
Troverò Frodo, il valoroso
Portatore dell’Anello, e il saggio Mithrandir e il nobile Elrond e la bella
Galadriel. E forse, se il tempo avrà avuto la clemenza di risparmiarlo, anche
il caro, vecchio Bilbo, che spero abbia lasciato un piccolo spazio per me nel
suo grande libro.
Loro mi riconosceranno perché io
non sarò cambiato, e nemmeno lo sarà il buon Gimli, che ora mi guarda con
impazienza.
Io ricambio il suo sguardo
sorridendo e lui capisce, allontanandosi di corsa, felice come un bambino.
Capisce che il momento è giunto.
Sospirando, guardo la barca
grigia che attende solo me per salpare, e per un lungo, terribile istante
vorrei fermare il corso del tempo e rimanere in bilico tra un malinconico
passato e un incerto futuro.
Lo vorrei, con tutto il cuore,
ma non posso.
Sto andando a casa.