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Autore: Antilla    22/01/2013    1 recensioni
Chris è alle prese con una maratona di Harry Potter quando qualcuno bussa alla porta e gli sconvolge i piani.
***
Non vi aspettate nulla di serio. Non lo è.
Questa è perfetta per le situazioni in cui: "Questa è l'ultima e poi vado."
Enjoy!
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The red box


Repressi a stento un urlo quando sentii bussare alla porta: disturbare durante una maratona di Harry Potter era, a mia detta, una sorta di sacrilegio; persino la Diet Coke sul tavolino in vetro sembrò offendersi.
Sprofondai un altro po’ sul divano prima di alzarmi e arrancare verso la porta, sbuffando sonoramente. La spalancai con la mia massima espressione infastidita e minacciosa stampata sul viso.
Sulla soglia del mio appartamento non trovai nessuno da fulminare con lo sguardo, ma solo una scatola rossa perfettamente posizionata sullo zerbino.
Mi affacciai sul pianerottolo, osservando guardingo, alla ricerca della traccia del passaggio di qualcuno.
Calma piatta.
Raccolsi il pacchetto richiuso con un nastro di raso bianco e, una volta rientrato, lo poggia accanto alla lattina grigia. Lo fissai per minuti, ipotizzando i contenuti più assurdi e i mittenti più lontani. La targhetta ,che riportava il nome del destinatario, era stata compilata con una striscetta di quelle adesive stampabili e riportava il mio nome per intero. Christopher Paul Colfer.
Questo mi fece restringere il campo dei possibili mandanti a due categorie: quella dei fan fuori di testa e quella delle persone di cui conoscevo la grafia.
Non mi vergogno a confessare lo stato d’ansia e di terrore che si appropriò del mio corpo: potevo essere il ventiduenne più maturo del mondo – a sentire i miei ero ancora un bambino – ma certi cliché non avrebbero mai smesso di spaventarmi.
 
Courage” mi sentii dire dalla mia coscienza.
La ribattezzai Blaine Devon Anderson.
 
Allungai una mano tremante e afferrai il nastro pallido come il mio viso: lo tirai lentamente, sciogliendo il nodo all’angolo. Poi iniziai a sudare freddo e a umettarmi le labbra secche, smettendo di contare il numero delle volte che il mio pomo d’Adamo era sceso e risalito lungo la mia gola.
Scivolai dal divano al pavimento, verso il tavolino, e mi sedetti a gambe incrociate.
 
Courage” sentii ancora.
“Dio Blaine, taci!” gridai.
 
Stavo iniziando a parlare da solo e la cosa mi inquietava terribilmente: dovevo assolutamente aprire quella scatola.
Lo feci piano, trattenendo il respiro. Il coperchio provocò un piccolo rumore cadendo sulla lastra trasparente e questo bastò a farmi sobbalzare: ero teso come una corda di violino.
Mi sporsi ancora e scoprii che nella scatola c’era solo un pezzo di carta.
La paura lasciò il posto all’impeto, che me lo fece afferrare al volo.
 
“Sapevo che ti saresti spaventato a morte. Sei adorabile. Passo a prenderti domani alle nove. Dormi bene, amore. -Dare”
 
Signor Criss, lei è un Blaine morto. 
  
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