~Io&Te.
Ecco che posto la mia prima Fan-Fiction, o meglio
One-Shot, su questo sito. La categoria che ho scelto è stata quella di Twilight, anche se ho in preparazione
una Fic personale, originale, ed una su Harry Potter. Questa di Twilight parla
di un momento normale fra Edward e Bella, ho cercato di evidenziare
maggiormente le sensazioni provate da Bella, alcuni pensieri, insomma, ho
cercato di rappresentare in delle righe della normalità con un tocco mio,
diverso. In qualsiasi caso, spero vi piacerà. Se recensite mi fate un favore,
almeno so qual’è la vostra opinione su queste mie parole messe insieme, frasi,
periodi... =) E poi, si sa, le recensioni piacciono sempre, anche per
essere semplicemente lette. Dopo
tutte queste chiacchere, vi lascio alla mia prima One-Shot “Io&Te”.
~*~
Isabella Swan.
Nota come la taciturna, quella che sta sempre sulle sue, la minuta, la dolce,
la sfacciatamente sincera. Ecco cos’ero prima di incontrare te, Cullen. Tu, mio
bellissimo Angelo Dannato, tu, con quella tua perfezione, tu, con la tua
premura, il tuo amore, la tua moderazione.
E’ stato forse
il destino, quel giorno, a suggerirmi di raggiungere mio padre a Forks? E’
stata fortuna, la mia, o magari casualità? Non lo so, Edward. Però sono certa
di una cosa: se non mi fossi trasferita, la mia vita non sarebbe mai stata
veramente una vita. Perché io, adesso, non posso immaginare una mia qualsiasi
esistenza senza te, senza la luce che emani, senza tutte le piccole cose che mi
dai. Ho vissuto senza te, lo so, ma tu ancora non ti rendi conto della
sofferenza che mi ha portato la tua assenza.
Ed ora, mentre
tu mi guardi, alla pallida luce lunare, vedo nei tuoi occhi ambrati una
dolcezza infinita. Come hai potuto pensare, tempo fa, che io avrei potuto avere
paura di... te? No, non potrei essere mai spaventata dalla tua statuaria
presenza, dalla tua altezza imponente, dal tuo fisico sportivo, dai tuoi
muscoli lievi che corrono lungo le tue braccia e le tue gambe senza estrema
evidenza, dal tuo viso calmo, sereno, dal tuo portamento elegante, d’altri
tempi.
-A cosa
pensi?– Mi chiedi tu, insistendo con lo sguardo sui miei lineamenti. Ah, tu non
puoi leggere nella mia mente, non hai mai potuto. Mi piace sapere che non
potrai mai infrangere la mia Privacy. Io ricambio il tuo sguardo, e mi vedo
riflessa nei tuoi occhi, mentre una mia mano risale il tuo busto, giungendo al
tuo viso, infilandosi fra i tuoi capelli biondi.
-A te,
Cullen.- Ti rispondo, marcando il tuo cognome quasi con scherno, con giocosità,
con tenerezza. Mi piace chiamarti per cognome a volta, mi piace fingere estrema
formalità, mi piace recitare una parte a me non propria, stupirti, farti
ridere, sorridere.
-A come ti ho
rovinato la vita?- Continui tu con quella stessa storia. Sei convinto di essere
uno sbaglio, di essere una mia malezione. Ma, non capisci, che vorrei essere
maledetta in eterno, pur di stare con te? –O a come te la rovinerò?- Aggiungi,
inarcando un sopracciglio, scrutandomi. Sento i muscoli delle tue braccia,
salde intorno alla mia vita, tendersi e poi rilassarsi, a pari passo con il tuo
regolare respiro. Respiro, se tale si può chiamare.
-A quanto sai
essere idiota quando mi fai queste domande.- Soffiò sul tuo collo, come una
gatta appena irritata, ti faccio sorridere, porti la testa all’indietro. Così
mi istighi, Edward. Bacerei ogni millimetro quadrato del tuo collo, ti
riempirei di baci, lo sai, ma tu mi fermeresti. Avresti... paura.
-Scusami.-
Mormori, poco convinto del dispiacere che ammetti di portare in cuore. Lo so
che sei testardo, ottusissimo, convinto, sicuro. Mi piace la tua sicurezza. Ma
su questo discorso sei sempre stato
irremovibile. –Ti amo.- Mi sussurri, chinandoti sul mio orecchio, per farmi
udire meglio quelle dolci parole. Io rabbrividisco tutta, girando appena la
testa e baciandoti una guancia con leggerezza. Mi ami? Si, lo so, non dubito
delle tue parole.
-Ti amo
anch’io.- Dico nel tuo stesso tono, allontanando poi il viso dalla tua spalla,
dove mi sono poggiata per parlarti nell’orecchio. Tu mi guardi, io ti guardo.
Una tua mano risale al mio viso, scivola sul mio mento, alzi il mio volto
direzionato nella tua direzione, e lasci le tue dita muoversi sulla mia pelle
in delle dolci carezze, e quelle del tuo pollice si spostano sulle mie labbra,
delicatamente, amorevolmente. Poi, senza dire nulla, ti chini ulteriormente su
di me, posando le tue labbra sulle mie, in un delicato bacio, che poi abbandona
l’iniziale leggerezza, sfortunatamente non sempre ti lasci coinvolgere, Edward.
Sento le tue labbra schiudersi, invitando le mie a fare lo stesso, io
obbedisco, non potrei mai rifiutare, e lasciamo quella passione inebriarci per
qualche istante, mentre le nostre mani si stringono sui vestiti dell’altro, e
le mie dita si dilettano nell’affondare fra le tue soffici ciocche dorate di
capelli. Poi ti allontani, mettendo nuovamente quella barriera protettiva fra
noi, premendo il mio viso contro il tuo petto, sospirando mentre baci i miei
capelli rossicci.
Ero conosciuta
come la diffidente, la timida, l’insicura, Isabella Swan. Ed ora? Ora non lo
so, ma so che con te alle volte sono diversa. Perdo la timidezza in alcuni
istanti, divento caparbia, quasi quanto te, su alcune decisioni. Faccio sentire
la mia opinione. Non sono più l’agnello indifeso di cui tempo fa si innamorò un
leone. Una mia mano scivola sul tuo braccio, fermandosi a dieci centimetri
sotto la tua spalla, la guardo. Splende lì l’anello che mi hai donato, l’anello
della nostra promessa, che ci sposeremo. Ho finito la scuola, tra poco. E poi?
Cosa mi aspetta, Edward? Mi farai diventare come te? Si, me lo hai promesso. E
saremo sposati, Amore Mio.
-Mi fai morire
dalle risate, Bella.- Dici all’improvviso, spezzando quell’abbraccio con
lentezza, muovendo due o tre passi all’indietro, mentre un largo sorriso viene
sfoggiato dalla tua bocca perfetta. Io ti guardo, interdetta, e tu ti porti una
mano alle labbra, cominciando a ridacchiare. –Sono quasi due anni che ti
conosco, e posso dire che sei sempre più goffa. Bella, Bella, Bella...- Scuoti
la testa, continuando a ridere sotto i baffi.
-Cullen,
cosa...- Non mi fai terminare la frase, portandoti il dito indice alle labbra,
intimandomi il silenzio. Io mi azzittisco e tu, con allegria, indichi con
l’altra mano i miei piedi. Abbasso lo sguardo. Non mi sono accorta che il mio
piede era per metà immerso nell’ultima pozzanghera in tutto il prato dove mi
hai portata. Alzo il piede, schifata, tu te la ridi.
-Solo tu,
Bells.- Dici, tendendo una mano nella mia direzione per aiutarmi. Dannato. –Mi
devi insegnare questa tua goffaggine, assolutamente. Ti giuro, alle volte
vorrei essere come te...- Continui, ma una mia occhiata stizzita ti fa smettere
di sfottermi.
-Ti
detesto.-Sibilo, stringendo la tua mano, mettendomi al tuo fianco mentre
guardiamo entrambi la mia scarpa da ginnastica infangata.
-Si, anche io ti
amo.- Scuoti la testa, cominciando a camminare, io ti seguo, guardandoti
comunque con dolcezza. Si, anche io ti amo. Mi ripeto quelle parole,
direzionandole talvolta a te. Mio Angelo, mio Amore, mia Vita. Sei tutto per me,
Cullen, però una cosa te la dico... la
prossima volta evita le pozzanghere, per favore.