Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: Mary West    22/01/2013    4 recensioni
[Clint/Coulson ~ random!moment ~ prompt ‘bersaglio’]
«Sarà meglio porre fine a questa grottesca conversazione prima di sfociare definitivamente nell’insensatezza.»
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

What the eye sees not, the heart craves not




Era piuttosto tardi quella sera e Phil come al solito era stato l’ultimo a lasciare l’ufficio. Stremato da quella giornata senza fine e senza interruzioni, varcò la soglia di casa con la sola e ferma intenzione di gettarsi sul letto e rimanervi fino alla mattina seguente.

Naturalmente, non fu possibile e l’agente Coulson ne acquisì la piena consapevolezza non appena varcò la soglia di casa e trovò il proprio salotto adibito a poligono di tiro.
Con un sospiro incredulo e un’espressione esasperata e stanca, chiuse la porta alle sue spalle con un tonfo che volesse render nota la sua presenza in casa ma il Falco, troppo impegnato a prendere la mira per centrare nel miglior modo possibile il bersaglio – un attimo, ma quelli erano i suoi pantaloni?! – non se ne curò più di tanto e non lo degnò di attenzione fin quando Phil si gettò sul divano davanti a lui.
“Barton” mormorò scuotendo il capo rassegnato e affranto. “Cosa ci fai ancora qui?”
Clint esibì uno dei suoi migliori sorrisi e inforcò un’altra freccia. Anche quella centrò il bersaglio.
“Le faccio compagnia, signore” replicò prendendo la mira per la terza. “Non mi sembra che le sia dispiaciuto, nelle ultime quattro settimane.”
“E mezzo” lo corresse Coulson cominciando a massaggiarsi gli occhi stancamente.
Il tono pacato e vagamente entusiasta con cui parlava di quel contorto e insensato affaire dava leggermente sui nervi a Phil perché faceva apparire sensata una cosa che di senso non ne aveva neanche un briciolo e se qualcuno fosse venuto a sapere anche solo come pettegolezzo infondato una qualche chiacchiera sulla possibilità di un’amicizia tra loro, Coulson era sicuro che l’avrebbe strangolato con la corda dell’arco a cui teneva tanto – e che in quel momento stava usando per fare centro nei quadri del salotto di casa sua.
“Sai” riprese cercando di attirare la sua attenzione, “la faccia di quella signorina in cui stai cercando di impiantare una freccia è stata dipinta da Degas. Ora, non io che sia così ingenuo da vagliare anche solo distrattamente l’ipotesi che tu abbia mai sentito parlare ad un corso di storia dell’arte che di certo non hai mai frequentato un uomo così noto, ma ti assicuro che non è esattamente il primo incompetente che passa e ci tengo molto, a quell’opera. Me l’ha regalata una persona a cui tengo molto.”
“Non te l’ha regalata la tua amica violoncellista?”
“Esattamente. E mi dispiacerebbe molto se si rovinasse... Marilyn l’ha comprato appositamente per me ad un’asta pagandolo una somma piuttosto elevata.”
Clint ascoltò il soliloquio con attenzione ed emise un qualche verso animale per confermare la cosa prima di centrare il pieno l’occhio sinistro della ballerina.
“Oh, fantastico” borbottò seccato Phil e si ritirò nella sua stanza per liberarsi di giacca e cravatta. Quando ebbe assunto un aspetto più umano e semplice, tornò in cucina e cominciò a mangiare vari avanzi davanti la televisione. Offeso da tutti quei quarantacinque minuti senza essere calcolato, Clint lo raggiunse – anche perché ormai aveva già centrato tutti i bersagli possibili e le ballerine erano finite.
“Cosa fai?” gli chiese perplesso. Phil aggrottò le sopracciglia e ingoiò un altro boccone di carne.
“Mi nutro” rispose tranquillo. “È un bisogno necessario di tutti gli essere umani, forse ne hai sentito parlare.”
“Ogni tanto me l’hanno accennato” replicò più a suo agio Clint, allungando una mano per infilarsi in bocca tre pezzi dal filetto. Phil lo guardò scettico, ma non disse niente.
“Sei stanco?” gli domandò dopo qualche istante. “Non mi hai ancora rimproverato per averti fregato di nuovo i pantaloni.”
Coulson bevve un lungo sorso d’acqua e roteò gli occhi al cielo.
“Sono molto stanco” spiegò posando il piatto nel lavabo. “Ho avuto quattro incontri importanti, uno per ogni Vendicatore, oggi. E a parte il Capitano” disse con voce reverente, “nessuno degli altri tre si è rivelato particolarmente facile da trovare. Ho preso tre aerei per parlare con Banner e Thor ancora non ha chiaro come funzionano le cose sulle Terra, il che è assurdo. Se non la smette di apparire in quel modo chiassoso sempre in New Mexico, la gente comincerà a sparlare e la principale caratteristica di una spia...”
“... è la discrezione” concluse Barton con un’espressione impaziente. “Lo so, me lo dici sempre.”
“E faccio bene” lo rimbeccò Phil deciso. “Visto e considerato che tu non la pensi allo stesso modo.”
“La discrezione conta poco in confronto ad una buona mira” ribatté convinto il Falco. “Non serve a niente sapere tenere la bocca chiusa se non sai colpire i punti giusti. Poco conta il silenzio quando si hanno altri modi, per centrare il bersaglio.”
Phil decise che era troppo stanco per i doppi sensi e lo ignorò.
“Stark era scomparso, invece” aggiunse, ricordando con un brivido quello che era stato costretto a fare pur di comunicare con quel folle.
“Potevi chiamare la sua ragazza” suggerì pacato Clint. “Non siete amici?” chiese piccato.
Phil sorrise maligno.
“Molto” replicò marcando la parola con arguzia, “e infatti mi ha aiutato lei a trovarlo.”
“E cos’avete detto?” domandò ancora. “Missioni nuove?”
“Non proprio” esitò Coulson serafico. Barton lo fulminò.
“Perché non vuoi dirmelo?” chiese chinandosi verso di lui, incapace di trattenere la sua curiosità e un pizzico di irritazione. “Voglio saperlo.”
“Per l’Amor del Cielo, Barton” replicò Phil roteando gli occhi al cielo. “Non puoi e non fare quella faccia perché tanto ho assegnato a Rives il ruolo di Guardiano della Sezione Top Secret e non puoi più sedurre la responsabile per farti entrare.”
“Uh” esclamò Clint con un sorriso innocente. “L’ho fatto?”
“Sì!” sbottò deciso Phil. “L’hai fatto.”
“Be’, ma solo perché tu ti ostini a fare il grande agente segreto” si lamentò l’altro con un tono capriccioso che fece sollevare a Coulson entrambe le sopracciglia. “Avanti, dimmelo.”
“No” ripeté convinto Phil. “Non se ne parla. Lo diresti a tutti nel giro di cinque minuti.”
“Non è vero” si difese Clint. “Be’, solo a Natasha” aggiunse poi notando lo sguardo di Phil. “Ma lei è a posto, lo dici anche tu.”
“Questo non c’entra” gli spiegò paziente Coulson. “Ci sono degli ordini.”
“Ah, ah” commentò deluso il Falco, mettendo su un broncio degno di un bambino di quattro anni a cui la mamma non ha comprato il giocattolo richiesto. “Sicuro. Come vuole, signore.”
“Se tu considerassi la discrezione prima tra le caratteristiche di una spia, lo sapresti” rincarò la dose Phil.
“Ma te l’ho detto!” esclamò testardo Barton. “Ci sono molti altri modi per ottenere qualcosa, se la si vuole centrare davvero. Pensavo di avertelo dimostrato.”
Phil assunse la sua migliore espressione distaccata e Clint sorrise malizioso e compiaciuto.
“Sei insopportabile, agente.”
“Oh, andiamo!” esclamò noncurante l’altro. “So che la pensi come me, anche se la tua maledetta posizione da pinguino di Fury ti obbliga a mantenere costantemente quella maschera di serietà e riservatezza.”
Il sopracciglio di Phil scattò verso l’alto e lui scossa la testa.
“Sarà meglio porre fine a questa grottesca conversazione prima di sfociare definitivamente nell’insensatezza, cosa che ho fatto fin troppo nelle ultime quattro settimane.”
“E mezzo” lo corresse preciso Barton.
Phil sollevò un sopracciglio incredulo.
“Che c’è?” domandò Clint adorabile. “Sto solo specificando. Sai che non sopporto l’imperfezione... non si abbina per niente bene alla mia carnagione.”
“Sì, come vuoi” gli concesse Phil stendendo i muscoli sopra la testa. “Credo che me ne andrò a letto.”
“Andiamo” intervenne subito Barton, scattando in piedi. “Cosa?” chiese poi, osservando con la sua migliore espressione innocente e abbandonata il suo superiore fissarlo con scetticismo. “Non hai fatto altro che offendermi tutta la sera, adesso che ubbidisco ai tuoi ordini senza lamentele, non ti sta bene. Deciditi.”
Phil decise che non aveva le forze per rispondere e così sospirò.
“Puoi dormire sul divano” lo blandì distrattamente.
“Oh, non credo proprio” lo contraddisse Barton seguendolo in corridoio e Phil osservò con esasperato affetto quel volto spigoloso dagli occhi profondi. “Abbiamo una scommessa in atto, signore. Lasci che le dimostri che ci sono molti modi, per ottenere quel che si vuole, e si accorgerà anche lei che la discrezione non serve affatto in determinate circostanze.”
Phil tentò di rispondere, spazientito, ma le labbra di Clint glielo impedirono e lui colse con un ghigno divertito e vagamente compiaciuto l'entusiasmo con cui il Falco le mosse sapientemente sopra le sue. La porta alle loro spalle si chiuse con un tonfo e nel buio della stanza la voce di Barton risuonò roca mentre le sue mani lo afferravano. 
“Si prepari a pagare caramente la sconfitta, signore. Perché l’unica cosa che conta nella vita è la mira e quella è tutto ciò che occorre, per centrare il bersaglio.”



















--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Buonasera Vendicatori. 
Lo so, non dovrei essere qui: dovrei essere a studiare, ma oggi ho già aperto il libro e studiato quasi tre pagine, quindi direi che è abbastanza. E naturalmente avevo anche detto che non avrei postato nulla prima dell'aggiornamento della long Venerdì, ma avevo questa shot già in cantiere da un po' e ormai la Clint/Coulson mi ha letteralmente fatta impazzire; avevo molta voglia di postare qualcosa su di loro e quindi eccomi qui. ^^
Non è niente di che, in realtà, e il finale continua a non convincermi, ma pazienza. 
Si tratta di un momento qualsiasi post-Avengers, pura quotidianetà prima di un'altra grande e avventurosa missione. *-*
Classica burocrazia: 

[1]: il titolo è l'equivalente inglese del detto italiano "Se occhio non mira, cuor non sospira";
[2]: Marilyn è il nome che ho dato alla violoncellista - quindi, non ufficiale - e che compare anche nella long; 
[3]: il What if è sempre dovuto al fatto che il mio adorato Coulson sia in vita. 

Approfitto per salutare e ringraziare sempre tutti quelli che mi seguono e che mi leggono. Grazie di cuore. 

Un bacio e alla prossima!
Mary. 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Mary West