Libri > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: frency70    22/01/2013    4 recensioni
[libri: Promessi vampiri di Beth Fantaskey]
con "Promessi Vampiri" abbiamo conosciuto Lucius ed Antanasia. nel secondo libro, "The Dark side", abbiamo scoperto le trame sottili di corte. ma come presegue la storia d'amore dei nostri due beniamini? il regno dei Vladescu-Dragomir ora è felice o c'è ancora chi trama nell'ombra?
ma la domanda più importante è: chi ha rapito il piccolo principe?
*** questa è la mia personale interpretazione di un eventuale seguito alla storia d'amore di Lucius ed Antansia. sperando che vi piaccia! ciao
frency70
Genere: Generale, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lucius ed Antanasia

Lucius ed Antanasia

  

1.

 
Lucius si svegliò alle prime luci dell’alba, si girò verso la moglie, ancora profondamente addormentata, e depose un bacio leggero sulla sue labbra chiuse.

Quindi si alzò, facendo piano, per non svegliarla.

Dopo pochi minuti era già vestito e pronto per affrontare una nuova giornata al comando del regno dei Vladescu-Dragomir.

Stava per ultimare le ultime azioni quotidiane quando la porta della camera padronale si spalancò con un sonoro tonfo ed una specie di folletto, dotato di grandi occhi scuri e capelli lucidi e neri, fece irruzione con tutta la vitalità e le energie che solo un bambino di quattro anni  riesce ad avere.

 

Lucius fece giusto in tempo ad afferrare suo figlio prima che si buttasse sul letto occupato dalla moglie.

< Roman, quante volte te lo devo dire che prima di entrare in una stanza bisogna annunciarsi? >

< Ma se mi annuncio come faccio a farvi una sorpresa? >

La logica semplice e lineare del piccolo principe non faceva una grinza e Lucius, suo malgrado, fu costretto ad arrendersi davanti all’evidenza dei fatti.

 

Da quando era nato il suo primogenito, tutte le regole ferree ed inossidabili del Re erano state smontate pezzo dopo pezzo, sguardo dopo sguardo.

Gli occhi di suo figlio erano in grado di fare ciò che nessun’altra arma era riuscita in tanti anni d’addestramento: costringerlo alla resa incondizionata!

Lucius era un padre severo e rigoroso. Non ammetteva comportamenti disdicevoli o capricci. Pretendeva il massimo rispetto e la miglior educazione ma, nonostante l’apparente austerità, in privato era affettuoso e giocava il più possibile con lui.

In futuro gli avrebbe insegnato a cavalcare, a tirare di scherma, a lottare e, più avanti, ad usare un paletto.

Ma, per il momento, si accontentava di strapazzarlo ed era profondamente felice.

 

Guardò sua moglie, ormai sveglia e seduta sul letto, appoggiata ai cuscini, intenta ad osservare i suoi due uomini.

Vide in lei tutto ciò che aveva sempre desiderato e molto di più.

Lei era l’amore della sua vita. Era amica, amante, complice, compagna, sostegno ed anche la madre dei suoi figli.

Di Roman Lucius Vladescu, nato quattro anni prima, ed ora in attesa del loro secondogenito.

Lasciò che il suo cucciolo d’uomo corresse dalla madre, quindi si avvicinò alla regina e riunì in un unico abbraccio i suoi due (quasi tre) tesori più preziosi.

 

< Roman, io devo andare a presenziare una riunione. Prenditi cura della mamma, mentre sono assente, ma non stancarla, ok? >

< Agli ordini papà! >

< Ottimo, soldato! Sei il mio campione! >

Antanasia sorrise nel vedere l’espressione compita del figlio, quindi mandò un bacio al volo al marito e lo lasciò andare.

 

Quando aveva sposato Lucius si era sentita amata come non mai.

Quando era diventata regina si era sentita finalmente degna d’essere la moglie di un uomo così…mmm…come l’aveva definito una volta Raniero? “ingombrante” come Lucius.

Quando era diventata mamma si era sentita completamente realizzata, non perché in quel modo garantiva una continuità al regno dei Vladescu-Dragomir ma perché sentiva d’aver compiuto il miracolo per eccellenza.

Il suo cuore non si era dovuto dividere per poter amare entrambi, era raddoppiato, come era raddoppiato l’amore che Lucius provava per lei.

 

< Su, Roman, dobbiamo prepararci anche noi. >  disse Antanasia con dolcezza.

< Che cosa dobbiamo fare oggi? >

< io devo fare un salto in città, vieni con me? >

< No! Io voglio andare a cavallo!!! > La delusione nella voce del bimbo era palpabile.

< Roman, non si dice: “Voglio”… >

< Mammina, io vorrei tanto andare a fare un giro a cavallo… >

Il bimbo, (attore così consumato da essere meritevole del premio Oscar), aveva associato a quel “mammina” lo sguardo più convincente e cuccioloso che era riuscito a tirare fuori dal suo repertorio.

Antanasia si lasciò sfuggire un sorriso, quindi, dopo essersi preparata, lo accompagnò alle stalle, dove il fidato Emilian lo prese in consegna.

 

 

2.

 

< Raniero? Sono Lucius, devi venire subito qui. Se serve te lo impongo come un ordine del tuo Re, ma in realtà è da amico e da fratello che te lo sto chiedendo. >

< Di cosa si tratta? Antanasia sta…? > il tono allarmato di Lucius aveva fatto intuire a Raniero che qualcosa di grave doveva essere successo.

< Mia moglie sta bene. Piuttosto, porta anche Mindy, perché Antanasia avrà bisogno di lei,  mentre noi due saremo impegnati. >

< Sai bene che sarei venuto anche senza un ordine ufficiale, ma puoi dirmi che cosa succede? >

< Si tratta di Roman… >

< Che cosa gli è successo? >

< È stato rapito. >

E sulle ultime sillabe la voce di Lucius si ruppe in un singhiozzo trattenuto, quindi la comunicazione fu interrotta.

 

 

3.

 

Emilian aveva preso in consegna il piccolo Roman, sotto gli occhi amorevoli della madre, quindi lo aveva accompagnato alle stalle, dove il pony che aveva ricevuto per il suo quarto compleanno lo aspettava, docile e mansueto, in attesa d’essere coccolato e viziato dal suo padroncino.

Una felice mattina come tante. Una mattina di sole tiepido e carezzevole. Una mattina che avrebbe visto il sangue di Emilian sporcare la paglia delle stalle reali.

Nessuno seppe dire con esattezza che cosa fosse realmente accaduto.

La ricostruzione che venne fatta in seguito portò a capire poche ed inutili cose.

Emilian e Roman erano entrati nel box del pony reale, quindi avevano cominciato a prendersi cura dell’animale.

Una mezz’ora più tardi uno stalliere, senza destare alcun sospetto, s’era avvicinato per deporre del fieno nella mangiatoia del bel puledro, quindi, con un rapido movimento, aveva tirato fuori un bastone e l’aveva ripetutamente usato contro Emilian che, impotente, s’era accasciato a terra.

Solo dopo diverso tempo, un lamento soffocato aveva attirato l’attenzione di uno dei garzoni, che trovò Emilian steso a terra, con una profonda ferita alla testa, che sanguinava copiosamente.

La guardia del corpo venne subito soccorsa, quindi il Re e la Regina, convocati d’urgenza, furono informati dell’infelice sorte del loro primogenito.

Emilian non riuscì a dare una descrizione precisa dell’aggressore. Un uomo tarchiato, molto forte, di mezza età, col viso sporco e con occhi neri e lucidi, da folle.

Poteva essere chiunque.

Lucius ed Antanasia, senza proferir parola, si strinsero in un lungo abbraccio, cercando di darsi forza e conforto, per non cedere alla disperazione.

 

 

* * *

 

Lucius e Raniero erano già all’opera, tanto desiderosi di trovare il piccolo quanto ansiosi di farla pagare amaramente a chi aveva avuto la sfrontatezza di rapirlo.

Cercarono tracce ed indizi nelle stalle, parlarono con il personale, radunato nel cortile, adottarono ogni stratagemma e sotterfugio per carpire una qualsiasi informazione utile. Ogni attività in tutto il regno venne sospesa, per dare la priorità alla ricerca del bambino.

 

< Hanno già fatto una qualche richiesta di riscatto? > chiese Raniero

< No, nessun contatto dal rapitore. >

< Qualsiasi cifra pagala. Non farti nessuno scrupolo. Tutto il popolo sarà disposto a svuotarsi le tasche pur di rivedere in giro il piccolo. >

< Lo so Raniero, il  regno dei Vladescu si è trasformato, da quando ho sposato Antanasia. Non si respira più il terrore di una volta, ma un senso di giustizia. >

 

Dopo diverse ore,  senza ricevere alcuna richiesta di riscatto, la paura cominciò ad entrare nei loro cuori.

Forse lo scopo del rapimento non era un’estorsione ma una vendetta.

 

 

4.

 

Le ricerche infruttuose lasciarono entrare lo sconforto nell’anima di chi aveva a cuore la sorte del piccolo principe.

Chi poteva aver fatto una cosa del genere? Per quale ragione rapire un bimbo e non chiederne il riscatto?

Dopo molte ore di lavoro, di incontri, di parole urlate per la frustrazione, di silenzi carichi di angoscia e di paura, il Re venne a conoscenza di un suo suddito che covava dell’astio nei suoi confronti.

Era un vecchio devoto al poco compianto Vasile, che aveva sostenuto il malvagio piano di rivolta per sottomettere i Dragomir e ricreare, in questo modo, un impero del terrore sotto il dominio incontrastato dei Vladescu.

 

< Che tu sia maledetto Vasile! Anche dalla tomba riesci ad avvelenare il mio regno! Ma non ti permetterò di manipolarmi, nemmeno dall’aldilà! >

Detto questo, Lucius e Raniero trovarono l’uomo che aveva, di fatto, dato vita ai pensieri contorti di Vasile.

Il pusillanime cercò di scappare, ma dopo essere stato accerchiato dal re e da suo fratello, fu costretto a seguirli nella sala del consiglio, dove venne processato seduta stante.

Davanti a parecchi testimoni, confessò d’aver rapito il bimbo, ma si rifiutò categoricamente di rivelare dov’era stato portato.

Con una risata sguaiata, sprezzante del pericolo, lanciò uno sguardo di sfida al Re in persona.

Lucius, con  una mossa improvvisa, dettata dalla rabbia e dalla frustrazione, mise l’uomo con le spalle al muro, pronto ad infilzare con il suo paletto il cuore di quell’essere viscido.

Solo il grido di Raniero lo fermò.

< No, Lucius! Non farlo! Ci serve vivo.  È l’unico che può dirci dov’è tuo figlio. Se lo impali il segreto morirà con lui. >

il rapitore guardò con disprezzo il Re.

< Non puoi uccidermi, non adesso almeno, ma io so che mi distruggerai nel momento esatto in cui ti dirò dov’è il piccolo Roman. E finché non te lo dico mi farai vivere nel terrore. La mia vita è agli sgoccioli, tanto vale farla finita qui. Io morirò oggi, ma tu vivrai col rimorso di non aver fatto tutto il possibile per salvare tuo figlio. >

E detto questo si diede una spinta con le spalle finendo contro il paletto che Lucius teneva ancora all’altezza del suo cuore.

Solo un attimo, ed un fiotto di sangue sgorgò tra le mani impotenti del Re.

 

 

5.

 

< Che Dio abbia pietà di me! >

Lucius guardò il sangue che si stava raggrumando fra le sue mani. Gli occhi di Antanasia, ancora sbarrati per la velocità con cui l’uomo s’era ucciso, si posarono su suo marito, che alzò lo sguardo su di lei.

< Amore… perdonami! >

< Lucius… >

La giovane regina si staccò dall’abbraccio di Mindy, che le era stata accanto per tutto il tempo, per andare a sorreggere il marito.

< Lo troveremo! Sta tranquillo! >

< Non ho potuto evitarlo…non volevo… > disse lui con voce strozzata.

< Lucius! Smettila di colpevolizzarti. Non ce l’avrebbe mai detto. Era un uomo malvagio. Ora tocca a noi fare la differenza! >

Le parole di Antanasia riuscirono a scuotere il re, che riprese il controllo delle sue emozioni e della situazione.

Guardò sua moglie con gratitudine, quindi, dopo averla stretta in un abbraccio, la lasciò andare per sedersi a tavolino e decidere la strategia più logica per ritrovare il suo primogenito.

 

Ogni persona disponibile fu coinvolta nelle ricerche ed ognuno fece la sua parte.

Cercarono ovunque, in ogni angolo del regno, ma del bimbo non c’era alcuna traccia.

 

Avviliti, si ritrovarono di nuovo nella sala del consiglio, senza parlare, per timore di dare voce alla loro paura più grande.

Fu Mindy a rompere il silenzio, parlando solo ad alta voce, senza rivolgersi a nessuno in particolare.

< Quello che non capisco, è come abbia fatto ad uscire dal castello con il bimbo senza che nessuno se ne sia accorto... >

Antanasia riprese lo stesso pensiero:

< Forse è qui che ci sbagliamo! Mindy ha ragione, è impossibile uscire dal castello senza essere visti. Roman deve essere nascosto qui, da qualche parte! >

Fu Lucuis a risponderle.

< Io e Raniero abbiamo controllato ogni stanza del castello, anche quelle segrete. Non c’è traccia di lui. >

< Sai cosa diceva Sherlock Holmes? Tolto l’impossibile, quello che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità! >

< Che cosa vuoi dire? >

< Che se è impossibile che Roman sia stato portato fuori da qui, deve essere dentro a queste mura! >

< Ma abbiamo già cercato ovunque… >

< In tutti i posti che tu e lui conoscete. Evidentemente ci deve essere una stanza, un ripostiglio, qualcosa di cui voi non siete a conoscenza o che forse è stato costruito apposta per non essere noto a nessuno… >

< Se quello che dici è vero, sono pronto a smontare queste mura, mattone dopo mattone! >

 

Dopo parecchie ore di lavoro e di ricerca, i due uomini, con le rispettive mogli, si ritrovarono in una delle cucine, per poter parlare senza essere osservati.

I pensieri, tenuti dentro al cuore, cominciarono a sfociare uno dietro l’altro, senza quasi capire chi fosse ad esprimerli.

< Non è possibile! Eppure deve pur essere da qualche parte! >

< Quanto tempo è passato? >

< Avrà fame e freddo… >

< Avrà paura? >

< È un Vladescu! Non ha paura! >

Quest’ultima frase fu pronunciata da Lucius, che guardò con occhi infuocati e cerchiati di scuro il volto di Mindy, che abbassò lo sguardo, mortificata.

Poi Lucius chiuse gli occhi, per non mostrare quello che in realtà provava dentro: frustrazione, odio verso quell’essere che ora marciva all’inferno, impotenza ed una grande, immensa paura. Paura che suo figlio fosse in pericolo, paura di perderlo, di arrivare troppo tardi.

Ma lui non sopportava la sensazione della paura, così, preso da un impeto di rabbia totale, prese un bottiglione di vino, posato su una credenza, e lo scagliò violentemente contro la parete opposta, facendo spegnere ogni mormorio.

I quattro rimasero a guardare la scia di quel liquido rosso come sangue che scendeva dalla parete fino al pavimento, per poi infiltrarsi tra le scanalature delle mattonelle.

Fu Raniero a rompere il silenzio.

< Perché il vino non forma una pozza? >

< Cosa? >

< Guarda Lucius, il vino scorre fino a metà pavimento, poi improvvisamente sparisce tra le mattonelle. Che cosa c’è qui sotto? >

< Che io sappia non c’è niente. Siamo al piano terra. >

< Eppure continuo a non capire… >

< Ma che cosa c’è da capire? >

Lucius cominciava a spazientirsi perché quella conversazione era assurda e non li avrebbe certo aiutati a ritrovare suo figlio.

Cominciò a camminare, sentendo per la prima volta sotto il suo peso il dislivello di alcune mattonelle.

Com’era quella cosa di Sherlock Holmes? Tolto l’impossibile resta la verità?

Quasi contemporaneamente i due fratelli di sangue si fissarono e, per la prima volta, un barlume di speranza comparve sui loro volti.

Si buttarono a capofitto sul pavimento e cominciarono a sollevare le mattonelle, buttandole in un angolo, e la facilità con cui riuscivano nell’intento alimentava la speranza che fosse la pista giusta.

Scavarono per diverso tempo, finché non trovarono una specie di botola, di cui nessuno di loro sapeva l’esistenza. La sollevarono, facendo attenzione che i detriti non cadessero all’interno del buco, poi Lucius infilò la testa nello stretto pertugio.

Riemerse poco dopo, con la delusione dipinta sul volto.

C’era solo qualche cianfrusaglia, che per qualcuno, evidentemente, era un tesoro.

La frustrazione si impadronì di ciascuno di loro, poi Antanasia ruppe il silenzio.

< Questo non è il posto giusto, ma non significa che sia il sistema sbagliato! >

< In che senso? >

< Se la servitù ha l’abitudine di nascondere i suoi tesori in posti così, forse dovremmo cominciare a cercare anche nelle altre stanze al pian terreno, forse tra tanti nascondigli c’è quello di Roman, forse… >

I tre presenti nella stanza la guardarono cercando di capire se credeva davvero che fosse una cosa facile, considerando le dimensioni del castello, ma prima di impedire alla speranza di spegnersi del tutto, Lucius disse:

< È possibile. Mia moglie ha ragione. Finora abbiamo ragionato secondo la nostra logica. La domanda che ci siamo fatti è stata:  “dove avrei potuto nascondere un bambino?”  ma la domanda giusta da porsi era… >

< …“dove avrebbe potuto nascondere un bambino, un servitore che non vuole farsi notare?” >

Era stato Raniero a terminare la frase al posto di Lucius, ma la fiammella della speranza appena accesa stava già per spegnersi, considerando che nessuno di loro aveva idea di quale fosse la risposta.

Poi Mindy cominciò a ragionare ad alta voce.

< Io non sono una nobile come voi. Io sono una popolana. Quindi, non potendo uscire dal castello con il figlio del re senza essere impalata, avrei cercato o creato un rifugio qui dentro al castello. >

< deve essere un posto abbastanza facile da raggiungere >

< ma non sotto gli occhi di tutti >

< dove eventuali rumori non destino sospetto >

< ma lontano da occhi indiscreti >

Dopo quel fiume di pensieri, rovesciati tutti insieme dai quattro adulti, calò nuovamente il silenzio.

Quindi fu Antanasia a prendere la parola, animata dalla speranza:

< Non sragioniamo. Che competenze aveva quell’uomo? Dove non avrebbe destato sospetti la sua presenza? >

< Era un fabbro. >

Dopo un istante di silenzio, quattro voci si sovrapposero per dire:

< Le fucine!!! >

Volarono attraverso il grande cortile interno, fino a raggiungere il luogo dove manovali e fabbri battevano martelli pesanti contro lame d’acciaio, provocando scintille e grugniti.

Quindi mandarono tutti fuori dalle varie postazioni e cominciarono a cercare segni di scavo. Avevano già cercato in precedenza in quei luoghi, ma solo dove conoscevano l’esistenza di possibili nascondigli.

Poi Lucius si avvicinò in un angolo, dove c’erano parecchi detriti ferrosi, li spostò con poca fatica e si ritrovò a fissare una porta apparentemente vecchia e poco sicura, ma con troppa poca polvere sopra.

Era evidente che era stata aperta da poco.

< Che cosa c’è qui dentro? > Chiese ad uno dei servitori, che aspettava davanti all’ingresso dei locali.

< È il vecchio ripostiglio degli attrezzi. >

< Nient’altro? Ci sono solo scope ed attrezzi? >

< Ultimamente lo usava il vecchio fabbro per andare a riposare. >

< E voi non ci siete mai entrati? >

< No. Noi preferiamo andare a dormire a casa nostra, ma lui diceva che qui si stava più caldi. >

< Grazie. Puoi andare. >

Lucius non lasciò trapelare l’impazienza di scavare sotto quel giaciglio puzzolente ma, mentre il re stava ancora parlando, Raniero non ebbe più la forza d’aspettare e cominciò a buttare fuori tutto quello che c’era all’interno di quel tugurio, per poter accedere al pavimento.

Quindi cominciò a scavare con le mani, aiutato da Lucius che, nel frattempo, l’aveva raggiunto con un attrezzo per poter scavare meglio.

Dopo aver tolto uno strato di terra, incontrarono delle assi di legno e cominciarono a staccarle dalla loro sede, con l’ausilio di martelli e le mani nude.

Non appena si formò un varco abbastanza largo da poter vedere l’interno, Lucius infilò la testa per scoprire che avevano appena trovato l’ingresso di una vecchia fognatura.

Senza pensarci due volte allargò il buco finché non fu in grado di passare con tutto il corpo, quindi si calò all’interno del cunicolo poco profondo ma sufficientemente largo da potersi infilare.

Troppo alto, con il suo metro e novanta, il re strisciò per una ventina di metri quindi, con il cuore che martellava in testa, vide un sacco informe buttato in fondo a quella parete di terra e sporcizia.

Si avvicinò con cautela, scalciando un paio di topi che l’avevano raggiunto, infastiditi dal rumore.

Scostò appena la stoffa grezza di iuta per scoprire il corpo di suo figlio.

 

 

6.

 

In un primo momento l’immobilità di quel corpicino gli ghiacciò l’amina, poi un lieve movimento del torace del bimbo gli permise di riprendere una boccata d’aria e di riattivare il cuore, bloccato dal terrore.

La voglia di abbracciarlo forte e di gridare la sua scoperta furono tenute sotto controllo, per non spaventare il piccolo principe.

Con cautela, sollevò il bimbo addormentato, e lo cullò dolcemente.

< Roman? >

< Mmmm… >

< Roman, sono papà. >

< Papà? >

< Sì, cucciolo. Sono io. >

< E la mamma? >

< Ti sta aspettando fuori da qui. >

< Posso uscire ora? >

< Sì, ora sei libero. >

< Davvero? Quel signore ha detto che se avessi fatto rumore o se fossi scappato avrebbe ucciso te e la mamma… >

< Quel…signore non può più farci nulla di male >

< Grazie papà. >

< Per che cosa? >

< Per avermi trovato! >

< Sei stato bravo, bimbo mio. >

Padre e figlio si abbracciarono stretti, lasciando che il calore dei loro cuori si fondesse in un ondata di gioia pura.

Furono le voci dei loro cari a richiamarli alla realtà.

Lucius, tenendo stretto il figlio, arretrò fino all’imbocco del cunicolo, quindi fece in modo di far uscire prima Roman, che fu sommerso da braccia amorose, ed in seguito uscì anche lui, coperto di sporcizia e di terra, ma col viso così felice da non fare più caso a ciò che lo circondava.

Abbracciò il suo piccolo e sua moglie, lasciando che fossero le lacrime di gioia ad esprimere i suoi sentimenti.

Era incredibile come un cuore di pietra come il suo si fosse ammorbidito così in fretta per fare spazio all’amore di sua moglie e dei suoi figli.

Consapevole di quel pensiero, sorrise felice e depose un lunghissimo bacio sulle labbra sorridenti della donna che amava.

 

 

7.

 

< Congratulazioni ragazzi! >

Mindy guardò con malcelata invidio il fagottino che Antanasia stringeva fra le braccia.

Il piccolo Victor Ned Vladescu sbadigliò, stiracchiò il musetto, alla ricerca della mamma, poi riprese a dormire beatamente.

Lucius teneva in braccio il primogenito, intento ad osservare il fratellino appena nato e, nel frattempo, guardò sua moglie con orgoglio ed amore incondizionato.

Si allungò su di lei per donarle un casto bacio.

< Sei stata bravissima! Grazie, amore! >

Raniero si finse disgustato da quel quadretto amorevole, quindi sbottò:

< Pensavo che questa volta avreste fatto una femminuccia! Vi toccherà riprovarci, se volete una principessa! >

< Non escludo un terzo figlio, ma prima voglio vedere di che cosa siete capaci tu e Mindy! > disse Antanasia, sorridendo all’amica.

Raniero si voltò verso sua moglie e solo in quel momento vide il desiderio di maternità dipinto sul suo volto.

< Oh no! Io vado bene a fare lo zio, non voglio marmocchi fra i piedi! Dovrei rinunciare al surf ed alla mia vita da spiaggia e tu, Mindy, non credo che vorrai davvero avere a che fare con pannolini, poppate e ciucci da sterilizzare, vero? >

Lo sguardo speranzoso di lui venne incenerito da quello convinto di Mindy, che si vedeva già a spasso con una carrozzina.

< No! >

< Non credi che sia giunto il momento? >

< Ma…ma… >

Il panico che tutti poterono leggere sul volto di Raniero venne, piano piano, sostituito da una nuova consapevolezza.

Mindy era la donna della sua vita. Lo sapeva da tempo, da quando lei si era lasciata mordere, nonostante la paura che questa scelta le aveva sempre fatto.

Ed ora lei era lì, davanti a lui, che gli chiedeva di diventare una famiglia.

< Piccola, non so se ti rendi conto con chi vuoi avere un figlio, ma se è la mia collaborazioe che vuoi, l’avrai! …e speriamo che il diavoletto di casa non mi impedisca di partecipare alle gare di surf! >

< In che senso, scusa? Credi davvero di piantarmi in asso col bambino per andare a fare surf? >

< Non tutti i giorni, certo che no! Ma quando ci sono certe onde alte… >

Con molta discrezione e saggezza, si allontanò piano da sua moglie…

< Raniero Vladescu Lovatu! Vieni subito qui! >

< Prima dovrai prendermi!!! > e scappò via come un fulmine!

Mindy lo inseguì più veloce che poté, ma il vantaggio era già incolmabile.

Lucius ed Antanasia si guardarono sorridendo.

< Chi credi che vincerà? > chiese Lucius.

< Ovviamente Mindy! > rispose Antanasia.

< Non saprei, mio fratello corre molto forte… >

< Sì, è vero…ma Mindy sa essere convincente, quando vuole! >

< Voi donne e le vostre strategie! >

Lucius sorrise, scuotendo il capo.

< Qualcosa da ridire sulle strategie femminili? >

< Nulla, mia cara, assolutamente nulla. >

E, per chiudere la discussione, si protese verso di lei e la baciò con passione.

 

***

 

Ciao a tutti.

Mi sono voluta cimentare in una ff con protagonisti Lucius ed Antanasia perché ho amato i loro personaggi nei due libri che li riguardano.

Personalmente ho apprezzato più il secondo, forse perché la storia era meno prevedibile rispetto a quella del primo, ed ho cercato di immaginare un possibile seguito.

Spero di non aver stravolto i personaggi e d’avervi regalato un piccolo scorcio del favoloso regno dei Valdescu-Dragomir, così come me lo sono immaginata io, ovvero pieno d’amore! ^_____^

Se volete lasciarmi un commentino sarò più che felice di leggere le vostre opinioni.

Un abbraccio ed un morso a tutti! :P

Ciao

frency70 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: frency70