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Autore: Temari    22/01/2013    2 recensioni
Raccolta partecipante alla challenge 'I Cinque Minuti del Martedì' indetto da KoaChan e NonnaPapera.
#29 - "Strano..." Era il termine che continuava a spuntare sempre più frequentemente nella sua mente
La challenge è stata sospesa fino a data da destinarsi per questioni relative al forum che la gestisce. :)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Lives of Aaron and Keith'
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Salve a tutti! =D
Eccomi qui con il 9° capitoletto di questa raccolta/long a colpi di flashfic per la challenge. XD
Probabilmente non quello che ci si aspettava per questo capitolo, ma che ci volete fare--è andata così. *sente su di sé sguardi contrariati/omicidi*

Note:
prompt => Traccia
wordcount => 234 (in 15 minuti circa)

Ja ne,
Temari

Shards of Life




        «Hah...» Richiudendosi la porta alle spalle, Keith ci si appoggiò con tutto il peso, gli occhi serrati al punto da vedere puntini bianchi dietro le palpebre e il cuore che batteva in petto. «Idiota. Idiota, idiota!» Borbottò a denti stretti, «Che bisogno c'era di scappare a quel modo...?!»
        Non poteva credere di aver reagito così scortesemente alla domanda di Aaron—l'aveva colto alla sprovvista, vero, ma gli aveva solo chiesto se aveva voglia di andare a fare un giro con lui uno di quei giorni! Eppure era arrossito di botto ed aveva quasi rotto un bicchiere, prima di rispondere con un «N-non so, ti so dire... Ora è meglio che vada...» che gli era uscito roco e forzato, e fuggire di corsa.
        "No. Così non va..." Pensò Keith, dopo cinque minuti passati immobile nell'ingresso e senza un segno che i suoi nervi si sarebbero calmati a breve. C'era solo un modo per far sparire ogni traccia di agitazione—staccandosi infine dalla porta, il venticinquenne si diresse in camera a grandi passi ed una volta lì, prese il suo violino dalla custodia ed uno spartito a caso; tornato in salotto, preparò il leggio in acciaio placcato di nero e prese posizione.
        Il solo contatto del legno con le dita ed il viso lo calmò visibilmente e, una volta che le note iniziarono a vorticargli intorno come una coltre protettiva, finalmente Keith riuscì a pensare di nuovo chiaramente. "... Dovrei accettare l'invito..."



Note 2: se a qualcuno può interessare, il brano suonato a caso da Keith è questo.
 
   
 
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