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Autore: rose princess    22/01/2013    4 recensioni
Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla terra, che essa fa parte di noi come noi di essa. Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri. E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare, o lottiamo per cambiare. Alcuni non lo trovano mai, ma ci sono quelli che ne sono guidati.
[ Crossover Le 5 Leggende/Ribelle The Brave. La fanficton è incentrata su Merida. OOC Messo per scrupolo ]
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack Frost
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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[ Tre spazi= Cambio di POV ]

 

 

 And then I met you… Maybe everything change now

 

Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla terra, che essa fa parte di noi come noi di essa. Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri. E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare, o lottiamo per cambiare. Alcuni non lo trovano mai, ma ci sono quelli che ne sono guidati.

 

<< Merida, vieni! Dobbiamo andare. >>

 

La bambina si voltò, con la sua freccia in mano, e corse verso la voce di sua madre ma ad un tratto si fermò. Di fronte a lei, seduto sul ramo di un albero, vi era un ragazzo dai capelli bianchi, piuttosto giovane; teneva un mano uno strano bastone ricurvo. Quando lui notò che la bambina lo fissava, le fece un cenno di saluto con la mano, ma dallo sguardo non sembrava riporre molte speranze in quel gesto. 

Merida arrossì e lo salutò di rimando; il ragazzo spalancò gli occhi, sembrava sorpreso.

 

<< Tu mi vedi? >>

 

La bambina sentì una mano grande prendere la sua; si voltò di scatto e vide suo padre in piedi di fianco a lei. Poi si rigirò verso il ragazzo, il quale era rimasto fermo immobile spostando lo sguardo da Re Fergus a Merida.

 

<< Andiamo tesoro? >>

 

La piccola osservò il giovane, che le rivolse un ultimo sguardo prima di spiccare un balzo e volare via, seguito da qualche fiocco di neve e un alito di vento. 

Merida chiese al padre se lo avesse visto, ma il re rispose di non aver visto nulla. Inizialmente la bambina pensò che si trattasse di uno scherzo, ma alla fine si rese conto che il padre era serio e non aveva veramente notato il ragazzo dai capelli bianchi che era volato via.

 

 

 

Un raggio di accecante luce colpì in faccia la ragazza, la quale si girò dall'altra parte del letto.

 

<<  Merida! Una principessa si alza presto la mattina! >>

 

<< Mamma, ancora cinque minuti! >> Bofonchiò la ragazza, coprendosi il volto con la coperta dalla luce del sole che filtrava dalla finestra. Anche se finalmente la madre aveva cambiato idea sul matrimonio, non era cambiata per nulla. Era sempre la solita regina intransigente e noiosa.

 

Merida sentì un sospiro e poi la madre parlò: << D'accordo! Ma solo cinque minuti! >> 

 

La giovane sorrise; infondo un pochino Elinor era cambiata… Ma solo pochino. 

Era diventata più liberatoria: vedeva più di buon occhio le sue cavalcate con Angus, le lasciava possedere armi, anche se ancora non le poteva posare sul tavolo, le permetteva di fare quello che voleva, ma solo dopo aver fatto i compiti. E finalmente, lei e Merida litigavano molto meno di prima e si ascoltavano di più.

Cinque minuti dopo la ragazza si alzò, si lavò e si cambiò. Prima di scendere a fare colazione si girò verso la finestra e notò una strana luce bianca provenire dalla finestra, si avvicinò e vide della neve davanti ai vetri. A causa di tutti gli avvenimenti, il fidanzamento, l'incantesimo e la strega dagli occhi a palla, non si era resa conto che fossero passati tre mesi e che fosse arrivato l'inverno. Non vedeva l'ora di andare a cavalcare con Angus nella pianura che ora vedeva coperta di neve. 

Scese a fare colazione emozionatissima, salutò suo padre e i suoi tre fratellini; si sedette a tavola e iniziò a mangiare con i sorriso stampato sulla faccia.

 

<< Cosa ti rende così allegra Merida? >> Chiese Re Fergus.

 

Re Fergus… Beh, lui era rimasto lo stesso di sempre. Aveva smesso  di raccontare la storia di come avesse perso la gamba a causa dell'orso Mor'du, in compenso, però, continuava a narrare di sua moglie trasformata in orso e salvata dalla figlia e del fatto che la stessa ragazza avesse scongiurato una guerra tra clan che avrebbe distrutto il regno. 

 

Merida sorrise: << Beh, nevica! >>

 

<< Non starai pensando di andare a correre con il cavallo! >> Sentì dire dalla regina.

 

<< Per favore mamma! Ti prometto che starò poco fuori! >>

 

<< Mi dispiace Merida, ma nevica e ti puoi ammalare, senza contare che Angus non riuscirebbe a correre sul ghiaccio. Finireste per cadere entrambi. >> 

 

<< Ma è solo neve, mamma… >>

 

Intervenne Re Fergus: << Facciamo così Merida, tra qualche ora io, te, Harry, Hubert e Hamish andremo a fare una passeggiata, ma senza cavalli. >> A quelle parole i fratellini pestiferi emisero dei versetti emozionati.

I fratellini! Merida li continuava a definire '' le tre piccole pesti ''. Si erano aggiudicati il dolce della ragazza per un anno, ma difficilmente li mangiavano; infondo erano stati trasformati in orsi proprio a causa di un dolce! In compenso, continuavano a fare scherzi alla povera Moody, che ogni volta che li vedeva li fulminava con lo sguardo e metteva tutto ciò che era pericoloso in mano ai gemelli in cima alle credenze, pensando di scoraggiarli.

 

<< Fergus! >> Esclamò Elinor.

 

<< Oh andiamo donna! Lascia che si divertano finché sono giovani! >>

 

La regina provò a controbattere, ma non trovando le parole, si sedette con un sospiro. Merida invece saltò addosso a suo padre ringraziandolo; certo, non avrebbe avuto Angus, e ciò era un peccato, ma almeno poteva uscire. Era snervante rimanere rinchiusi nel palazzo! 

Finito di fare colazione la ragazza corse in camera sua, seguita da Elinor, e cercarono nell'armadio i vestiti più pesanti che aveva la principessa: alla fine la madre aveva vinto e le aveva detto che se non avesse indossato vestiti pesanti non sarebbe uscita con suo padre e le tre pesti. Ci mise parecchio a trovare una combinazione adatta, o meglio, che andasse bene alla regina.

 

<< No. Questo è troppo leggero… Questo non si abbina con lo scaldaspalle… Questo è bianco e non và bene con il mantello… >>

 

<< Mamma, basta che siano abbastanza pesanti! Anche se non vanno d'accordo non importa! >>

 

<< Vuoi andare in giro conciata come un buffone? >> E dopo quelle parole la madre ricominciava a buttare all'aria i vestiti alla ricerca di qualcosa che la figlia si potesse mettere. 

 

Dopo una mezz'oretta finalmente la donna optò per un abbigliamento semplice e caldo: calzoni di lana, sottogonna di cotone, scaldaspalle verde scuro, vestito e mantello. 

Aiutò Merida a mettersi l'abito, i calzoni e la sottogonna; poi uscì dalla camera dirigendosi verso la camera di Harry, Hubert e Hamish, probabilmente per coprirli come pinguini. 

La ragazza, sbuffando, si diresse verso la libreria. Doveva ammazzare il tempo in qualche modo e leggere pareva la scelta migliore.

I libri che lei possedeva erano pochi, la maggior parte erano enciclopedie sui tipi di armi, opere letterarie, spartiti musicali, libri sulla storia del regno, la maggior parte li aveva messi lì sua madre l'aveva costretta a leggerli quando ancora era fissata con le tradizioni.

Merida afferrò un libro o due sulle armi; un tonfo la fece girare. In terra vi era un libricino rilegato in pelle colorata di blu, con delle decorazioni molto semplici ma raffinate. Incuriosita, la ragazza, lo sollevò da terra e ne lesse il titolo: '' Miti e leggende di molto lontano ''.

 

<< Sembra carino. >>

 

Si sedette sul letto e lo aprì. Il libro era pieno di bellissime illustrazioni e parlava di credenze e leggende di popoli lontani, al di là dell'oceano, in una terra che ancora nessuno aveva visto. Per esempio, una di queste leggende era quella di un uomo anziano che la notte del 25 di Dicembre portava regali ai bambini di tutto il mondo, poi un coniglio che una Domenica l'anno nascondeva delle uova per far sì che i piccoli le trovassero, c'era anche un omino di sabbia che faceva fare bei sogni e una fata che raccoglieva i dentini. Merida lesse tutto, le piacevano le leggende e i miti, e, non si vergognava ad ammetterlo, un poco ci credeva; dopotutto aveva trasformato sua madre in un orso, aveva visto una strega, dei fuochi fatui, un corvo parlante e una scopa che si muoveva da sola, come poteva non credere nella magia e nelle leggende?! 

Ad un tratto, i suoi occhi si posarono su un'illustrazione che raffigurava un folletto adulto con una lancia in mano, impegnato nell'attaccare stalattiti e stalagmiti sui tetti delle case e sugli alberi, sotto di esso vi era una scritta molto bella '' Jack Frost: lo spirito della neve. '' 

Incuriosita la ragazza lesse il paragrafo riguardante Jack Frost: colui che portava le stagioni fredde, le giornate di neve e il vento; diceva la leggenda che il freddo che si sente sulla punta del naso d'inverno fosse un morso di Jack. Alcuni raccontavano di aver visto un lago ghiacciarsi in pochi secondi proprio sotto ai loro occhi, altri dicevano di aver assistito al congelamento dei vetri e il ghiaccio aveva un forma meravigliosa, come di fiori trasparenti.

 

<< Merida! >>

 

La ragazza sobbalzò sentendo suo padre bussare alla porta. Chiuse il libro e andò ad aprire la porta ritrovandosi di fronte Re Fergus e i tre fratellini.

 

<< Merida, non sei pronta? >> Le chiese il padre

 

<< Oh, scusa papà! Stavo leggendo e ho '' perso il contatto con la realtà ''. Arrivo. >> 

La ragazza si infilò lo scaldaspalle, si mise addosso il mantello e uscì con Hamish, Harry, Hubert e il padre, diretti nella foresta.

 

 

 

Jack sfiorò la superficie dell'acqua con il bastone e, in pochi secondi, il laghetto si congelò completamente. Il ragazzo ridacchiò tra sé e sé. Adorava far nevicare! Era di gran lunga meglio che tentare di intrufolarsi al Polo Nord con quegli stupidi yeti che lo cacciavano sempre.

Atterrò sulla patina di ghiaccio e osservò il suo operato. Oh, di sicuro qualcuno si sarebbe avventurato nella foresta e lui si sarebbe goduto qualche spettacolino di scivolate sul ghiaccio! Aveva appositamente congelato il terreno poiché sapeva che gli umani correvano sempre i rischi e non si sarebbero di certo lasciati sfuggire un'occasione per una bella camminatina nel bosco gelato. E, inutile dirlo, Jack era ansioso di vedere qualcuno picchiare il posteriore sul ghiaccio. 

Ad un tratto sentì delle voci e dei passi sulla neve. Sogghignando, lo spirito della neve si nascose su un ramo alto di un albero, pronto a farsi molte risate. 

Per primi dal sentiero spuntarono tre bambini dai capelli rossi, correvano come dei matti e ridevano, non ascoltando la vociona dell'uomo, anche lui dai capelli rossi, la barba e una gamba di legno, che li seguiva.

 

<< Ragazzi! Non correte, altrimenti poi ci vado io nei guai con Elinor. >>

 

Jack fu tentato di dire '' Ma sì! Correte pure! Cosa vi importa! '' ma rimase in silenzio quando vide arrivare una ragazza, avrà avuto sedici anni, con un lungo mantello nero e un vestito verde. I capelli, rossi come quelli dei quattro personaggi di prima e lunghi fino al fondoschiena, le ondeggiavano ad ogni movimento e alcune ciocche ribelli volavano in ogni direzione. 

Il giovane rimase a osservarla da dietro, quei capelli lo ipnotizzavano. ( Chissà, magari poi era una racchia vedendola in viso! ) Non notò neppure che i tre fratellini erano scivolati almeno due volte, e che il padre, o almeno lui lo considerava tale, era finito in terra con qualche ramo in mano. 

Jack afferrò un pugno di neve, gli soffiò sopra donandogli una consistenza leggermente dura e la scagliò contro la ragazza.

 

<< Ahia! Harry! Hubert! Hamish! >> 

 

La giovane prese la neve e la lanciò verso il padre. Fu così che la situazione degenerò e la famiglia iniziò a prendersi a palle di neve. Jack scese dall'albero e prese a giocare con loro, grazie a quell'escamotage riuscì anche a vedere il volto della ragazza, anche se di sfuggita. Non pareva affatto male! Non che a Jack importasse più di tanto delle ragazze, infondo nessuno lo poteva vedere! 

I sei rimasero varie ore a giocare, fino a che il padre e i tre fratelli non si allontanarono, Jack non era riuscito a capire il perché, e la ragazza rimase sola. 

Jack si avvicinò furtivamente a lei, sapeva che non lo avrebbe visto, non lo vedeva nessuno, ma tentar non nuoce mai. Si mosse piano, attento a non fare rumore o a calpestare qualche ramo.

Era quasi arrivato quando lei si girò con l'arco in mano, puntato verso di lui. 

 

'' Accidenti. ''

 

 

 

Merida si sedette sulla riva del laghetto ghiacciato, togliendosi della neve rimasta sul vestito. Ad un tratto si era sentita qualcosa picchiare sulla testa, della neve; aveva subito incolpato i suoi fratelli e così era iniziata una lunga e stancante battaglia a palle di neve. Poco prima il re era andato a cercare i tre bambini, che, come loro solito, si erano nascosti nella foresta in vena di scherzi. Merida si era ritirata, preferendo restare lì. 

Ad un tratto la ragazza udì uno scricchiolio dietro di lei, allungò la mano sotto al mantello e si girò incoccando una freccia. Spalancò gli occhi.

 

 

 

Jack spalancò gli occhi. Nonostante la ragazza gli stesse puntando un'arma addosso, doveva ammettere che era piuttosto carina anche in viso. I capelli rossi mettevano in risalto gli occhi azzurri, sulla faccia vi era una spruzzata di lentiggini e il naso era piccolo e fine. Non aveva mai visto ragazze così carine. Le femmine che aveva visto o erano bambine o donne già formate e sposate, non gli era mai capitato di soffermarsi su adolescenti

 

 

 

Merida osservò il ragazzo al quale stava puntando l'arco. Era lo stesso giovane che dieci anni prima aveva  visto nel bosco il giorno del suo sesto compleanno; lo ricordava come se lo avesse visto qualche mese prima. Gli stessi capelli bianchi come la sua pelle, gli stessi pantaloni marroni, la stessa maglia bianca, lo scaldaspalle dello stesso colore delle braghe e lo stesso bastone ricurvo in cima. 

La ragazza abbassò le armi e disse:

 

<< Per rispondere alla tua domanda di dieci anni fa, si. >>

 

Merida vide il ragazzo voltarsi e poi, dopo aver notato che erano soli, assunse la suo solita aria perplessa e stupita allo stesso tempo. 

 

<< Si? >> Ripetè lui.

 

<< Si. Ti vedo. >>

 

Il giovane sorrise, quasi incredulo. 

<< Sei la prima che mi vede. >>

 

<< Sul serio? >> Merida si avvicinò a lui e gli tese la mano. << Mi chiamo Merida. Tu sei? >>

 

Lui strinse la mano alla ragazza, a quale notò che era gelata. << Jack Frost. >>

 

La giovane rimase interdetta. Possibile che fosse lo stesso Jack Frost, lo spirito della neve e del ghiaccio, di cui parlava la leggenda? Oppure era figlio di qualcuno a cui piacevano le leggende e che lo aveva chiamato così.

 

<< Jack Frost? Come lo spirito della neve. >>

 

<< Ah… Io sono lo spirito della neve. >>

 

<< Stai scherzando? >>

 

<< No Merida… >> La ragazza ebbe un fremito quando Jack pronunciò il suo nome. << … Hai presente quando ti ha colpito quella palla di neve? Ecco, te l'ho lanciata io.

 

<< Ah, grazie. >> Commentò lei.

 

<< E tutta questa neve, beh, l'ho fatta scendere io. >>

 

Merida sorrise: << Davvero? >>

 

Jack si diresse verso un albero e ci mise sopra la mano; sul legno si creò una patina di ghiaccio dalla forma floreale. Merida commentò con un '' Wow ''.

 

<< Incredibile! Come fai a fare quelle cose? >>

 

<< Non lo so. >>

 

<< Come fai a non saperlo? >>

 

<< Credimi, non lo sò. >> Jack fece una piccola pausa, poi riprese: << Senti, Merida, in questi dieci anni cosa hai fatto? >>

 

Merida gli rivolse uno sguardo stranito, poi, dopo un:

 

<< Ho freddo, facciamo due passi? >> si incamminò verso l'iberno della foresta. Jack la seguì. 

Parlarono di tutto. La ragazza gli raccontò delle sue doti, della sua famiglia e dei pretendenti e sua madre trasformata in orsa. Le sembrava strano, ma con Jack si sentiva a suo agio. Parlava facilmente, cosa che non le capitava spesso; non che lei fosse timida, tutt'altro, semplicemente non parlava spesso con persone della sua età. ( o almeno così pareva Jack )

 

 

 

Jack seguì la giovane. Era strano, ma non voleva perdersi nemmeno un secondo con Merida! 

Si sentiva bene, e non era solo perché non gli era mai capitato di parlare con qualche umano, no! Si trattava di qualcos'altro. 

Lo spirito della neve ascoltò la principessa e non la interruppe quasi mai, se non per fare qualche domanda o chiedere '' Davvero? ''

 

<< E poi ho ricucito l'arazzo. Ho cavalcato con Angus fino a mia madre e… >

 

 

 

Rimasero insieme per molto, parlarono, giocarono e risero fino a che Merida non chiese a Jack di parlarle di lui; ma se ne pentì quasi subito a causa delle faccia che fece il ragazzo. Capì subito il perché di quella faccia: Jack non ricordava nulla della sua vita, sapeva solo che era nato dal ghiaccio e che la luna gli aveva detto il suo nome. ( Merida non stentava a credere che ci fosse un'entità pure nella luna! )

La giovane si fermò, raccolse un po' di neve e la lanciò contro il ragazzo che si voltò e la osservò:

 

<< Ehi! >>

 

Merida rise: << E' una piccola vendetta per prima! >>

 

<< Oh dai! Ci stai ancora pensando?! >> Allo sguardo convinto di Merida, Jack si rispose da solo: << A quanto pare si. >>

 

Prima che potesse dire altro, Merida afferrò un altro po' di neve e la scagliò ma lui fu più pronto e si alzò in volo, proprio come dieci anni prima.

 

<< Questo non è valido! Jack Frost torna subito giù! >>  Prima che la ragazza potesse dire altro, si vide arrivare qualcosa di bianco e particolarmente veloce che la fece cadere a terra. << Ahia! >> 

 

Merida si rialzò, levandosi dal viso della neve: << Non è valido nemmeno colpirmi con una palla di neve mentre voli! >>

 

La seconda palla di neve non riuscì a colpire la principessa perché lei si spostò e contrattaccò. I due risero e giocarono fino a che, da lontano, arrivò la voce di Re Fergus che chiamava sua figlia.

 

<< E' mio padre. Jack, io devo… MA CHE FAI?! >>

 

Il ragazzo la prese per mano e le sorrise, ma non un sorriso amichevole, un sorriso furbetto che non preannunciava niente di buono. 

Prima che Merida potesse dire altro sentì la terra allontanarsi dai piedi e un lieve venticello scompigliarle i capelli; dopo qualche minuto sotto ai piedi della ragazza vi era la foresta. 

La ragazza si sentiva libera quando cavalcava con Angus, ma ora che stava volando si rendeva conto di come fosse restrittivo andare a cavallo; inoltre Jack la teneva per mano, cosicché le sembrasse di volare da sola.

Sfruttarono le correnti d'aria per salire in alto, oltre le nuvole; ora avevano ai piedi l'intero regno e le persone sembravano tutte formichine indaffarate . 

Passarono vicino al castello e notarono Moody indaffarata nello spalare neve da una delle torri. Jack e Merida le andarono di fianco.

 

<< Ciao Moody! >>

 

La balia alzò lo sguardo e sorrise: 

 

<< Salve princip… >>  La osservò meglio e, vedendola volare, ( Moody non vedeva Jack ) si mise ad urlare e scappò via.

Sia Merida che Jack risero, poi la ragazza si ricordò del padre.

 

<< Jack, mio padre… >>

 

<< Ok. Capito. >>

 

Lo spirito della neve tornò indietro  verso la foresta. Atterrarono alzando un filo di neve e la ragazza percepì subito la sensazione di non volare più, di avere di nuovo la terra sotto ai piedi. Si girò verso Jack e gli fece un sorriso furbetto, doveva rendergli il favore di qualche minuto prima.

 

<< Ci rivedremo Jack? >>

 

<< Certo. Ma ti verrò a cercare io. >>

 

<< D'accordo! >> La giovane corse verso la voce del padre nel folto della foresta. Fin da piccola si era pentita di non aver chiesto nulla a quel giovane che l'aveva affascinata, e finalmente ora c'era riuscita; non riusciva, però, a capire quella strana sensazione che l'aveva colta mentre volavano: la faceva sentire felice. Dentro di se sapeva cos'era, ma era troppo orgogliosa per dire che aveva avuto un colpo di fulmine!

 

 

 

Jack osservò la ragazza andare via. 

Volare con lei era stato emozionante, ma ancora di più lo era stato l'averla rincontrata dopo tanto tempo. Quando era una bambina, lo spirito si era stupito che avesse potuto vederlo, era rimasto allegro e spaventato allo stesso tempo; ma in quella piccola aveva percepito un qualcosa di speciale rispetto agli altri umani, magari era quella la causa del fatto che lui fosse visibile. 

Inizialmente aveva stentato a riconoscerla, anche se quei capelli rossi erano rimasti nella sua mente per tutti quei dieci anni, ma quando aveva capito di chi si trattava, il suo cuore aveva mancato un battito. 

Si sarebbero rivisti, assolutamente! Jack moriva dalla voglio di stare con lei, ma soprattutto voleva capire cos'era quella sensazione che lo aveva colto mentre volavano: lo faceva sentire felice. 

Non sapeva cosa fosse, ma, come avrebbe scoperto di li a poco grazie a Dentolina ( che ne sapeva sul mondo degli umani ), sulla terra era chiamato '' Colpo di fulmine '' o '' Innamoramento ''.


 

Alcuni dicono che al destino non si comanda, che il destino non è una cosa nostra. Ma io so che non è così: il nostro destino vive in noi… Bisogna soltanto avere il coraggio di vederlo!

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: 

Se siete arrivati fin qui vuol dire che mi devo commuovere! :D

Questo era un episodio iniziale di come Merida e Jack si sono incontrati, quando mi verrà l'ispirazione pubblicherò il resto, oppure scriverò altre storie sempre incentrate di loro. 
OOC messo solo per precauzione, poichè non riesco a mantenere i caratteri dei personaggi, per quanto mi sforzi! Il titolo lo cambierò quando me ne verrà in mente uno migliore. ^^
Se ho fatto qualche errore di grammatica mi scuso infinitamente, ma con il nuovo computer ( e con il fatto che questa Fiction è stata concepita in classe ) purtroppo me ne sarà scappato qualcuno.
Un enorme grazie a Black che mi ha sostenuta, ha corretto e mi ha espresso le sue opinioni riguardo a questa storiella senza arte ne parte. Thank you Blacky, sappi che sarà colpa tua se non piacerà a nessuno. <3 ( Schirzo! :D )
Spero vi sia piaciuta.
Se vi và lasciate una recensione, positiva o negativa che sia, ma vi prego solo di una cosa: se è negativa siate gentili ^^ 
Un bacione a tutti e a presto!

Rose

  
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