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Autore: TheSlayer    22/01/2013    8 recensioni
Due anime gemelle si trovano sempre. In ogni vita. In ogni era. In ogni situazione. E spesso il destino è beffardo e le mette alla prova.
Due anime gemelle sanno sempre chi sono quando si incontrano, ma questo non vuol dire che stare insieme sarà facile o semplice.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We were lovers in a past life,
I can see it in your green eyes.
[...] And I, I keep on falling for you
Time after time.

Capitolo 1 - Soulmates

Due anime gemelle si trovano sempre. In ogni vita. In ogni era. In ogni situazione. E spesso il destino è beffardo e le mette alla prova.
Due anime gemelle sanno sempre chi sono quando si incontrano, ma questo non vuol dire che stare insieme sarà facile o semplice.

“Forza, Meg, farai tardi!” Mi urlò Alexis, la mia compagna di stanza. Frequentavo il college a Londra e condividevo una stanza del dormitorio con la mia migliore amica. Lei era sempre puntuale, mentre io ero perennemente in ritardo. Non che lo facessi apposta. Non era colpa mia se i miei capelli quella mattina sembravano voler richiedere quindici minuti in più per asciugare.
“Arrivo!” Risposi dal bagno. “Lexi, comincia ad andare, io ti raggiungo!” Aggiunsi. Sapevo che la ragazza diventava intrattabile se arrivava in ritardo a lezione.
“Ok, ti tengo un posto di fianco a me!” Rispose. Sentii la porta di casa chiudersi, segno che Alexis se ne era andata. Tirai un sospiro di sollievo e finii di asciugare i capelli. Mi vestii in fretta e furia, recuperai la borsa con i libri e il computer dal mio letto e corsi fuori.
Riuscii a prendere l'autobus al volo, letteralmente saltandoci su all'ultimo secondo e trovai un posto dove sedermi. Recuperai l'iPhone, gli auricolari e cominciai ad ascoltare la musica.

Quando lessi “Questo autobus sta seguendo una deviazione” cominciò a salirmi il panico. No, la strada dal dormitorio al college era sempre la solita e ci mettevo sempre quindici minuti. Con una deviazione chissà quanto ci avrei messo!
Mi alzai e prenotai la fermata. Preferivo fare la strada rimanente a piedi. Tanto non era lontano. Sarei riuscita ad arrivare giusto in tempo per la lezione se avessi corso.
Scesi velocemente dall'autobus e cominciai a correre più in fretta che potevo verso il college.
Ovviamente inciampai in qualcosa e finii contro qualcuno.
“Tu non puoi stare qui!” Urlò l'uomo che mi aveva trattenuta dal cadere. Alzai lo sguardo sull'energumeno che era fermo davanti a me.
“L'ultima volta che ho controllato il marciapiede era pubblico.” Dissi ironicamente. Sapevo che il tizio di fronte a me era, come minimo, il doppio della mia taglia, sia in altezza che in larghezza, ma non riuscivo a trattenermi. Io e Lexi scherzavamo sempre su questa cosa: ero piuttosto sicura di non avere un filtro tra il cervello e la bocca.
“E di solito lo è, ma oggi la strada è chiusa per delle riprese.” Replicò l’energumeno. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
Mi guardai intorno e notai le transenne e il gruppo di persone, soprattutto ragazzine, che si erano ammassate intorno al perimetro chiuso. Cosa stava succedendo, la Regina aveva deciso di filmare un messaggio alla Nazione proprio davanti al mio college?
Recuperai il telefono dalla tasca e controllai se Lexi mi avesse mandato qualche messaggio per avvisarmi di questo disastro: nulla.
“Ma io devo andare al college, che è proprio là!” Esclamai. Magari avrebbe potuto farmi passare se avessi fatto gli occhi dolci, no?
“Certo, questa è proprio buona. Come se non ci avesse già provato nessun altro questa mattina. Lo so benissimo che sei una fan e queste sono scuse per incontrare quei cinque stronzetti.” Rispose l’energumeno con aria truce.
“Fan? Ma fan di cosa?” Domandai. Stavo cominciando ad alterarmi ed ero sicura di avere già perso l’inizio della lezione. Ottimo, tanto chi aveva bisogno di una laurea in Letteratura Inglese? Non io, apparentemente.
Improvvisamente tutte le ragazzine cominciarono ad urlare, assordandomi. Socchiusi gli occhi e mi guardai intorno. Anche l’energumeno della security era distratto da quello che stava succedendo.
Valutai velocemente la situazione: avrei potuto intrufolarmi nello spazio tra il tizio e la transenna e correre più veloce possibile per raggiungere l’entrata del college senza farmi vedere? O meglio, senza farmi arrestare? Decisi di sì, perché ero fatta così: la vita senza rischi non valeva la pena di essere vissuta, così misi in atto il mio piano. Cominciai a correre più veloce che potevo verso il portone d’ingresso che, secondo i miei calcoli, doveva essere distante solo di una decina di metri.
Nel farlo, però, intrappolai la borsa a tracolla da qualche parte, facendola cadere e spargendo tutti i fogli e i libri per terra.
“Dannazione!” Esclamai. Mi abbassai velocemente e raccolsi tutto quello su cui riuscivo a mettere le mani. Sapevo che era solo una questione di secondi prima che l’energumeno poco amichevole della security mi avrebbe raggiunta. Improvvisamente un pensiero balenò nella mia mente: e se quella fosse stata una manifestazione importante e i tizi della sicurezza erano armati ed autorizzati a sparare a vista?
Un altro paio di mani si aggiunse alle mie e cominciò a raccogliere gli ultimi fogli per terra.
Alzai lo sguardo, incrociando quello di un ragazzo molto carino con i capelli ricci castani, gli occhi verdi e un sorriso gentile. Smisi di fare tutto quello che stavo facendo per qualche secondo, incantata da quegli occhi.
“Questi devono essere tuoi.” Disse.
“Sì, grazie.” Risposi. Guardai alle mie spalle e notai l’energumeno che stava camminando velocemente verso di me.
“Vuoi un autografo?” Mi chiese il ricciolino. Perché mai avrei dovuto? Evitai di esprimere quel pensiero ad alta voce e, invece, infilai tutti i fogli nella borsa.
“No, grazie. Voglio solo andare a lezione.” Risposi e ricominciai a correre verso il portone di ingresso.
“Meg! Sei in ritardissimo!” Sibilò Lexi quando la raggiunsi in classe. Per fortuna la professoressa di Scrittura Creativa era impegnata a cercare di far funzionare la connessione tra il computer portatile e il proiettore.
“Lo so, sono stata bloccata da uno stupido gigante.” Mormorai. “C’era tutta la strada chiusa per le registrazioni di qualcosa e non volevano farmi passare.” Aggiunsi.
“Sì, era quello che cercavo di dirti questa mattina a colazione. Alle nove chiudevano la strada per le riprese del nuovo video dei One Direction.” Disse la mia amica. “Come hai fatto a passare?”
“Non lo vuoi sapere.”
“Meg, cos’hai fatto?”
“Ho rischiato di essere arrestata perché mi sono intrufolata al di là delle transenne e ho corso più veloce che potevo.” Spiegai. Lexi mi guardò con aria perplessa per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere a bassa voce.
“Sei unica.” Disse.
One Direction… certo, era quel gruppo di teenagers che cantavano e che erano famosi in tutto il mondo. Quindi il ricciolino era uno di loro, ecco perché mi sembrava di averlo già visto da qualche parte.
Quello, però, non spiegava la strana sensazione che avevo avuto quando avevo incrociato il suo sguardo. Come se quella scena fosse già successa. Ma era impossibile, perché io non avevo mai conosciuto nessun One Direction.

“Oh, merda!” Sussurrai alla fine della lezione.
“Cosa? Cos’è successo?” Mi chiese Lexi, preoccupata.
“La chiavetta USB.” Spiegai. “E’ sparita! Non è nella mia borsa.”
“L’avrai lasciata a casa. Sei uscita di corsa questa mattina.”
“No, sono sicura di averla messa nella borsa ieri sera. Ho finito di scrivere, ho salvato e ho preparato tutto per oggi, perché sapevo che sarei stata in ritardo. Per un motivo o per l’altro lo sono sempre.” Dissi e sospirai. “Mi deve essere caduta quando si è rovesciata la borsa, prima.” Aggiunsi, emettendo un grugnito di frustrazione.
“Mi dispiace, Meg. Prova a parlare con la Professoressa Dunham e chiedile se le puoi inviare il tuo lavoro via mail.” Suggerì Lexi.
“Sì, penso che farò così, grazie.” Risposi. Avrei dovuto cominciare ad essere più attenta, lo sapevo. Solo che non riuscivo. Nella mia testa c’erano sempre troppi pensieri, troppe idee, troppa confusione.
La lezione terminò. Aspettai che tutti uscirono e mi avvicinai alla cattedra.
“Signorina Cooper, come posso esserle utile?” Mi domandò la professoressa.
“Signora Dunham, mi chiedevo se fosse possibile inviarle il mio lavoro via e-mail invece di consegnarle la chiavetta.” Dissi.
“Sa che preferisco ricevere i lavori in quel modo, ma sì, posso fare un’eccezione per questa volta. Cos’è successo?”
“L’ho persa.” Mormorai, sentendomi un disastro. “Stavo correndo a lezione, hanno chiuso la strada per le registrazioni di un video, mi si è rovesciata la borsa e non l’ho più trovata.” Spiegai velocemente.
La professoressa Dunham, una bella donna sulla cinquantina con lunghi capelli lisci e biondi, abbassò leggermente gli occhiali da vista e mi scrutò per qualche secondo.
“D’accordo, mi invii il suo lavoro via e-mail. Ma la prossima volta voglio la chiavetta sulla mia scrivania. Chiaro?” Domandò.
“Chiarissimo, professoressa. Grazie mille.” Risposi e uscii velocemente dalla classe, diretta alla prossima lezione.

“Che giornata!” Esclamai quella sera. Lexi ed io avevamo cucinato qualcosa di veloce prima di correre in biblioteca. Lei doveva studiare ed io avevo deciso di farle compagnia mentre cercavo di scrivere un racconto per il corso di Scrittura Creativa.
La biblioteca stava per chiudere ed eravamo le ultime due rimaste.
“Sono esausta! Non ce la faccio più!” Replicò Lexi, chiudendo il libro che stava studiando con un tonfo secco. “Altro che giornata! Che inferno!” Si sfogò.
“Va tutto bene?” Domandai.
“Sì, più o meno. Sono solo un po’ stressata. Avrei bisogno di una vacanza.”
“Perché non andiamo da qualche parte questo weekend? Visitiamo una città europea che non abbiamo mai visto.” Proposi.
“Meg, per quanto mi piacerebbe aiutarti con la tua lista di cose da fare prima dei trent’anni, un viaggio improvvisato in questo momento non fa per me.” Rispose la mia amica.
Sospirai e salvai quello che avevo scritto durante la serata. Spensi il computer e lo infilai nella borsa, pronta per tornare al dormitorio.
“Non lo proponevo solo per la mia lista, comunque. Ti farebbe bene staccare la spina per un paio di giorni.” Dissi.
“Lo so, scusami. Non ce l’ho con te. E’ solo che stanno succedendo troppe cose in una volta sola: gli esami, i racconti da scrivere, gli articoli, il trasloco… Matt.” Aggiunse.
“Cosa c’è che non va con Matt?” Chiesi. Stavamo camminando fuori dalla biblioteca verso la fermata dell’autobus.
“E’ un periodo strano.” Rispose Lexi dopo qualche minuto. “Siamo distanti e lui è… strano.”
“Hai provato a parlarci?”
“Sì, e tutte le volte la risposta è la stessa: ‘no, amore, non c’è niente che non va tra di noi.’ Poi mi bacia e finiamo per lasciarci trasportare e non ne parliamo più fino alla volta successiva.”
“Dovresti provare a parlarci in un luogo pubblico.” Suggerii. “Così non può eludere la domanda con il sesso. O almeno, non legalmente.”
Alexis si lasciò andare e cominciò a ridere per la mia battuta.
“Non mi hai mai detto perché hai lasciato Chris, poi.” Disse la ragazza dopo un po’. L’autobus non sembrava aver voglia di arrivare e il freddo mi stava facendo congelare le punte delle dita. Ovviamente avevo dimenticato di mettere i guanti in borsa.
“Non l’ho lasciato, perché non siamo mai stati insieme.” Puntualizzai.
“Lo so, ma stavate uscendo da un po’ e mi sembrava di capire che ti piacesse.”
Alzai le spalle e fissai una finestra del palazzo di fronte. C’era la luce accesa e si intravedeva una TV che trasmetteva una partita.
“Non eravamo compatibili.” Dissi.
“Meg, mi stai facendo preoccupare. L’hai piantato subito dopo essere andata a letto con lui, cos’è successo?”
“Niente di tragico, non preoccuparti. E’ solo che Chris ha strane manie. Ha cominciato ad insultarmi pesantemente mentre eravamo a letto e poi mi ha chiesto se, la prossima volta, avrebbe potuto legarmi e strozzarmi un po’.” Risposi. “Non ho quel tipo di perversioni, io.”
“Ma veramente? Chris? Oddio, sembrava così un ragazzo normale, quasi un po’ sfigato. Senza offesa, eh.” Commentò Lexi. Nel frattempo era finalmente arrivato l’autobus e salimmo. Nonostante fossero le dieci passate di sera, c’era pieno di gente e quella era una delle cose che mi piaceva di più di Londra: a qualunque ora del giorno e della notte, c’era sempre in giro qualcuno. Non eri mai sola.
“E invece ho scoperto che è un grande fan di tutte quelle cose lì. Sul suo comodino ho anche beccato la trilogia intera di ‘Cinquanta Sfumature di Grigio’. Ho pensato di mettere un po’ di distanza tra di noi prima che le cose cominciassero a diventare serie.”
“Mi sorprende che non ti abbia proposto di firmare un contratto per diventare la sua schiava.” Disse Lexi, facendomi ridere.
“Secondo me ci sarebbe arrivato.” Risposi.
Rimanemmo un po’ in silenzio, entrambe impegnate a controllare i nostri telefoni, mentre l’autobus continuava la sua corsa tra le strade illuminate di Londra.
“Capisco tutto, ma strozzarti?” Mi domandò improvvisamente Lexi mentre eravamo in ascensore per tornare in camera.
“Dice che aumenta la sensazione di piacere durante un rapporto.” Spiegai, alzando le spalle e assumendo un’espressione scettica. Lexi scoppiò a ridere, ma si bloccò quando vide una busta appesa alla porta della nostra camera. Era appesa con un pezzo di scotch e c’era scritto il mio nome: “Megan Cooper”.
“Sembra che ci sia dentro qualcosa.” Disse Lexi, con aria spaventata. “Dici che Chris ti ha recapitato qualche giochino erotico?”
“Ma figurati!” Esclamai, staccando la busta dalla porta e aprendola per entrare. Mi sedetti sul letto, facendo lo slalom tra gli scatoloni che Lexi ed io dovevamo riempire per trasferirci, e la aprii.
“Cos’è?” Mi domandò la mia amica, sedendosi di fianco a me e sbirciando da dietro la mia spalla.
“La mia chiavetta USB!” Dissi quando la tolsi dalla busta. “Qualcuno l’ha trovata e me l’ha restituita!”
Ero al settimo cielo. Mi spaventava il fatto che la chiavetta con i miei racconti e alcuni documenti personali fosse in giro per Londra.
“Chi è stato? C’è un biglietto, leggilo!”
“Ok, ok, calma.” Dissi e aprii il foglio che era inserito nella busta insieme alla mia chiavetta. “Ciao Megan, oltre ad essere molto carina, scrivi anche molto bene. Spero che non ti dispiaccia, ma mi sono preso la libertà di dare un’occhiata ai tuoi file per scoprire dove abiti e ridarti la chiavetta. Se vorrai mai ringraziarmi, questo è il mio numero. Harry xx” Lessi.



Buonasera!
Visto che ho terminato Another Life ho deciso che il Martedì sarà il giorno di questa nuova fan fiction!
L'ispirazione è una canzone di Ke$ha che si chiama Past Lives (il testo all'inizio del capitolo è un estratto).
Questa idea ce l'ho da un po' e dovevo trovare il modo giusto per scriverla perché è un po' complicata.
Dal capitolo 4 verranno introdotti anche dei flashback, chiamiamoli così, ma non vi svelo nulla per non rovinarvi la sorpresa.

Che dire? Spero tantissimo che vi piaccia!
Sono un po' emozionata dall'idea di pubblicare perché è abbastanza diversa da tutto ciò che scrivo di solito e quindi non ho idea se vi possa piacere o meno.
Grazie in anticipo se leggerete e, se avete voglia, mi farebbe tanto piacere leggere la vostra opinione (positiva o negativa che sia) su questa storia!

A Martedì per il prossimo capitolo!
Baci :*
- R.

p.s. Seguitemi su Twitter (@TheSlayerFF) per aggiornamenti sulle mie storie! Ricambio e mi fa davvero piacere conoscervi <
   
 
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