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Autore: ButterflyOfTheWords    23/01/2013    1 recensioni
Angelica vive in una cittadina sperduta dell'Italia del nord: il suo unico desiderio è, da sempre, quello di andare all'estero, lontano da quel luogo dimenticato. Poi, un giorno, arriva un ragazzo: Scott. Perché un americano ha scelto di rinchiudersi in un posto così? Angelica capisce ben presto che non le interessa: quando si scopre innamorata di lui, decide di rinunciare ai suoi sogni e di restare lì. Finché i suoi genitori non regalano a lei e Scott un viaggio in America, da fare prima del matrimonio che li unirà per sempre. E' allora che Scott diventa strano, sfuggente, che emergono comportamenti ambigui prima passati inosservati. Perché Angelica non può mai passare con lui le notti di luna piena? Perché sa così poco sul suo passato? Perché lui sembra non voler tornare a Beacon Hills? La ragazza è decisa a scoprirlo, ad arrivare in fondo all'anima del ragazzo che ama. Non sa a cosa sta andando incontro.
Dal testo:
" - Cosa sei, una specie di licantropo?
L’avevo visto irrigidirsi.
- Angy, per favore, non scherzare. – aveva detto, con quella sua cadenza strascicata. Avevo capito quanto tenesse alle sue tradizioni e avevo considerato l’argomento chiuso."
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jackson Whittemore, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'americano

Il sole filtrava lievemente attraverso le persiane di casa, arrivando a creare bizzarri disegni dorati sulla parete accanto al mio letto. Mi svegliai, uscendo da un torpore in cui ero rimasta per un po’, sommersa da quella fantastica inconsapevolezza che si prova alla fine della notte. Mi era sembrato di galleggiare, a lungo, senza pensieri. Poi piombai nella realtà: accanto a me dormiva Scott, con espressione beata e viso angelico. Appena il giorno prima mi aveva chiesto di sposarlo ed io non avevo potuto far altro che accettare. Stavamo insieme da due anni: quando lui si era trasferito in Italia, arrivando all’improvviso dall’America, ci eravamo conosciuti per caso, durante il mio turno di lavoro al bar della mia cittadina.
Mi ero stupita tantissimo che un ragazzo come lui, un americano, avesse deciso di lasciare gli Stati Uniti e di venire a vivere nel bel mezzo del nulla. C’erano le case, i boschi, le montagne. Nient’altro. Avevo sofferto tutta la vita per un isolamento così intenso da fuggire all’università con grande entusiasmo. In quel periodo ero a casa in pausa didattica, per preparare gli esami. La sera lavoravo nell’unico bar esistente, per racimolare qualcosa. All’epoca, il mio solo desiderio era andarmene. Forse ero giovane ed ingenua, per capire cosa avrei perso, lasciando la mia terra. Tuttavia ero quasi alla laurea e, con quello che avevo scelto, lì avrei trovato ben poco lavoro: studiavo lingue e sognavo di lasciare l’Italia, alla volta dell’Inghilterra, della Spagna, del mondo.
- Perché sei qui? Cosa ti ha costretto?
- La ricerca di un po’ di pace.
Scott non mi era stato molto simpatico, all’inizio. Forse proprio perché sembrava scappare da tutto quello che io avrei desiderato. Era fuggito da una vita fantastica, ai miei occhi.
Non sapevo che in realtà c’era molto di più.
Per alcune settimane ci eravamo ignorati: io studiavo, poi lavoravo o uscivo coi miei amici. Lui stava in un angolo, sempre con la solita coca cola e con un vecchio libro, che apriva e chiudeva, senza mai leggerlo davvero.  Una sera, però, avevo trovato il coraggio di parlargli un po’. Il libro era sparito nella sua borsa, mentre accettava l’ennesima bibita che gli portavo.
- Offre la casa. – gli avevo sorriso.
- Dai, scherzi? Perché?
- Solo gentilezza di noi provinciali. Sì, forse non vorrei, ma le mie origini sono radicate in me.
- Anche io vengo da una città piccola.
- Sei americano, che c’entra? E’ tutto diverso.
- No, qui è tutto diverso. Qui è tutto meglio. Un ottimo posto per ricominciare.
Aveva un sorriso sghembo che comunicava simpatia. Non me n’ero mai accorta.
- Comunque sono Angelica.
- Che bel nome! Il mio è Scott.
- Lo so, lo so benissimo. Qui le voci girano.
Era stato solo l’inizio di una serie di conversazioni come quella. Ogni giorno tornava, quasi fosse apposta per chiacchierare con me. Aspettava in silenzio, col suo libro, che io andassi a parlargli. Mi aveva raccontato della sua cara mamma, morta per un terribile incidente. Era l’unica persona che l’avesse mai amato. Era scappato dal suo passato, dopo averla salutata per l’ultima volta. Aveva lasciato l’unico amico che avesse, un certo Stiles. Lui gli aveva promesso che sarebbe venuto a trovarlo, ma la verità era che si sentiva in collera con lui, per la partenza improvvisa.
- Come mai hai scelto questo posto? Con tutti quelli che ci sono...
- Non lo so. Ho preso la cartina dell’Italia e ho puntato il dito, ad occhi chiusi. Dovevo fare tabula rasa, gettare nuove fondamenta.
Lui era un veterinario, aveva studiato in America e fatto tirocinio presso un brav’uomo della sua città, dal quale aveva sempre lavorato, fin da ragazzino.
Scott aveva aperto uno studio veterinario in città e io avevo cominciato a passare a trovarlo, con la scusa del mio “innato amore per i cani”, cosa assai falsa. In realtà lui l’aveva capito subito ed era stato al gioco.
Una sera, dopo il bar, mi aveva accompagnata a casa.
Sulla via buia, in salita, che portava alla mia villetta grigia, mi aveva presa per mano.
- Mi sento di nuovo vivo, Angy. Non provavo queste sensazioni da anni.
- Perché? – avevo sussurrato.
- Un giorno ti racconterò tutta la mia storia. Per ora conosci solo delle briciole. Ciò che conta è che tu sia qui, con me.
Mi aveva baciata ed io avevo capito di essermi innamorata.
 
Col passare del tempo, andare in università era diventato un peso. Stavo via tutto il mese e tornavo solo un weekend ogni tanto. Non vedevo l’ora, solo per passare del tempo con lui. I miei genitori sembravano felici per me, anche i miei amici. Forse perché intravedevano la possibilità che per Scott abbandonassi tutti i miei desideri di partire.
Ed era stato così. Dopo la laurea, avevo trovato lavoro in un’azienda poco lontana dalla mia città, dove intrattenevo i rapporti con l’estero. Mi alzavo presto ogni mattina, ma la sera ero libera di fare tutto quello che mi piaceva e avevo la domenica e mezza giornata del sabato come giorni di riposo. Lavorare mi aveva soddisfatta fin da subito e non avevo mai sentito la mancanza di niente.
Scott mi era sempre stato accanto, anche se tra noi vigeva una particolare regola: le notti di luna piena mi aveva chiesto di non vederci mai. Lui pensava, per un’antica credenza della sua terra d’origine, che la luna piena potesse influire negativamente sul nostro rapporto. Così ognuno restava a casa sua, non ci telefonavamo, né ci cercavamo. Gli avevo creduto, pensando che gli americani fossero tutti così, un po’ strani. Una volta, poi, avevo provato a scherzarci su:
- Cosa sei, una specie di licantropo?
L’avevo visto irrigidirsi.
- Angy, per favore, non scherzare. – aveva detto, con quella sua cadenza strascicata. Avevo capito quanto tenesse alle sue tradizioni e avevo considerato l’argomento chiuso.
 
Smisi di ripensare al passato e osservai quel viso: aveva un colorito scuro, quasi fosse sempre abbronzato. Mi aveva raccontato di avere degli antenati in America Latina. I suoi capelli neri, tutti scompigliati, gli ricadevano leggermente sulla fronte, creando strani intrecci. Mi chinai a baciargli la punta del naso, come avevo fatto mille volte. Lo amavo così tanto.
 
Il sole era quasi calato, lasciando lunghe striature arancioni sul fiume. Scott, inginocchiato davanti a me, aveva stretto tra le sue mani la mia, prima di tirare fuori un anellino d’argento, intrecciato ad un filo sottile di brillantini luccicanti.
- Lo so, è poco. Non posso permettermi molto altro, adesso. Ma voglio sposarti, voglio che diventi mia moglie. Lo desideri anche tu?
Mi ero commossa, lasciando che calde lacrime bagnassero il nostro bacio, quello che suggellava una promessa, la più importante di tutte.
 
Sorrisi, al ricordo così vivo di quella proposta sincera. Il mio americano voleva sposarmi. Ero felice, non m’importava nient’altro.

Spazio all'autrice
Ciao :) dopo aver concluso la mia prima storia originale, ho pensato di provare con una Fan Fiction. Ho scelto Teen Wolf perché, dopo la fine della seconda stagione, mi sono appassionata tantissimo alla serie tv. Scott è uno dei personaggi che preferisco, ma mi sono del tutto innamorata anche di Jackson. Qui siamo parecchi anni dopo le prime due stagioni, quando Scott ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle e di andarsene. Ci sono nuovi personaggi e nel corso della Fan Fiction ne torneranno anche di vecchi...spero sia di vostro gradimento :) 
Un bacio
Chiara

  
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