Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: BlueSkied    23/01/2013    3 recensioni
Poco dopo la caduta di Lord Voldemort, Frank e Alice Paciock vengono aggrediti da un gruppo di Mangiamorte fanatici e disperati. Augusta Paciock, madre di Frank, prende con sé il nipote, Neville, e rivede per la prima volta, in ospedale, figlio e nuora devastati dalla follia, oltre un confine immobile che non è né vita né morte e che non potrà più essere varcato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Paciock, Augusta Paciock, Frank Paciock, Neville Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'The secondaries'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il confine immobile





Era stata una giornata piatta al San Mungo. La Stregaccoglienza dietro al bancone all'ingresso si grattò il mento con una piuma d'oca, mentre sfogliava distrattamente l'ultimo numero del Settimanale delle Streghe. Soffocò uno sbadiglio e gettò la rivista sulla sedia vuota accanto a lei. Un rumore di passi attirò la sua attenzione: di fronte si trovò una strega di mezza età, con un lungo abito verde e un'aria di assoluta dignità. Si stringeva a una borsetta e aspettava educatamente che l'impiegata le rivolgesse per prima la parola. Questa rizzò la schiena e assunse un cipiglio professionale:
- Buongiorno. Dica pure- l'invitò. La donna più anziana fece qualche passo avanti:
- Buongiorno, mi chiamo Augusta Paciock. Ho appuntamento con il Guaritore Quirke- disse. Non ebbe bisogno di aggiungere altro. La strega al bancone arrossì e replicò subito, la noia sparita di colpo:
- Sì, signora Paciock, il Guaritore la sta aspettando nel suo ufficio, penultimo piano, prima porta a destra-
La signora abbassò appena il capo:
- La ringrazio- rispose, avviandosi verso le scale. La Stregaccoglienza esitò un attimo, poi disse, prima che l'altra andasse:
- Signora Paciock, volevo dirle...che la sua tragedia ci ha colpiti tutti-
- è molto gentile- fu la replica, pronunciata quasi in un sussurro.

Da diversi giorni, ormai, dichiarazioni di partecipazione, sgomento e dolore le erano state offerte. Certo, era stato un caso eclatante. Era passato appena un mese da quando l'intero mondo magico aveva festeggiato la misteriosa caduta di Colui-che-non-deve-essere-nominato, tutti ormai credevano di essere liberi da un incubo durato vent'anni. Invece no, e a farne le spese era stata proprio la sua famiglia. Augusta Paciock salì le scale lentamente, ogni passo faticoso come se stesse avanzando nel cemento fresco. Desiderava e temeva quel momento, non del tutto certa di essere pronta ad affrontarlo. In quei primi, terribili giorni, la sua priorità era stato il nipote, il piccolo Neville, ma adesso che lui era al sicuro con il resto della famiglia, lei aveva scelto di vedersela da sola con la parte peggiore e più crudele.
La salita le parve lunghissima, ma infine giunse al reparto giusto. Bussò appena alla porta indicatale e le fu subito dato il permesso di entrare. Il Guaritore si alzò sollecito dalla sua scrivania e le strinse la mano:
- Signora Paciock, benvenuta- l' accolse - Sono lieto di conoscerla, nonostante le circostanze-
La donna annuì e ringraziò, poi l'uomo giunse subito al punto:
- Venga, l'accompagno subito in reparto-
Mentre attraversavano le doppie porte che conducevano al reparto lungodegenti e percorrevano la corsia, il Guaritore le illustrò la situazione:
- Come le ho parzialmente spiegato per lettera, la situazione di suo figlio e sua nuora è assai complessa. Non sono in grado di dirci cosa abbiano subìto, il che rende la terapia più difficile. Tuttavia, crediamo che col tempo, si possa giungere a qualche piccolo miglioramento- spiegò, con tatto.
Augusta annuì quasi automaticamente. La sua mente si rifiutava di voler immaginare cosa fosse successo a Frank e Alice. Quell'idea era come una mosca che sbatteva contro un vetro, fastidiosa e inpensabile.
- C'è qualche possibilità di guarigione?- chiese, invece, con tono fermo.
- Non posso mentirle, signora. Allo stato attuale delle cose, è quasi totalmente da escludere- replicò il Guaritore. Lei se l'era aspettato, ma non poté impedirsi di rabbrividire. Il groppo in gola che soffocava da giorni tornò a stringersi, ma lei non diede alcun segno di turbamento. Annuì, ancora.

Quando arrivarono ai letti giusti, celati da tendine, il Guaritore Quirke la precedette, parlò brevemente con un'infermiera, e le fece cenno di avanzare:
- Adesso deve essere molto forte, signora Paciock- le disse, aprendo le cortine e indietreggiando di un passo.
Frank era stato uno di quei figli che ogni madre desidera. Intelligente, con la testa sulle spalle e coraggioso. Studente modello, dodici G.U.F.O e il massimo dei voti al M.A.G.O, poi la carriera da Auror, cosa che aveva reso i suoi genitori ancora più orgogliosi.Come facevano in molti, lui e Alice si erano conosciuti a Hogwarts, e tutti potevano dire che non esistesse coppia meglio assortita. Alice era una ragazza delicata e gentile, il loro bambino la richiamava nel viso e nell'indole.
Tutto questo sembrava ora appartenere alla vita di qualcun altro.
Augusta si avvicinò a suo figlio, ma Frank rimase accasciato sul letto, il capo abbandonato sulla testiera del letto, la bocca semi aperta, dalla quale scendeva un sottile rivolo di saliva.
- Frank- lo chiamò sua madre, piano. L'uomo roteò gli occhi e la fissò con sguardo vuoto, del tutto demente. Non poteva riconoscerla. Lei non si diede per vinta:
- Frank, sono tua madre- ritentò, ma lui non si mosse. Cercò allora di toccarlo, però Frank si tirò a sedere di scatto, alzando le braccia sulla testa, come a proteggersi da nemici invisibili. Augusta si ritrasse e il Guaritore intervenne:
- Si agitano molto in presenza di estranei-
Il groppo nella gola di Augusta Paciock si era spostato nel petto e lì premeva, sul punto di esplodere nell'urlo di dolore e rabbia che lei avrebbe tanto voluto gettare.
Strinse le labbra tremanti, volgendosi verso la nuora. Alice sembrava più tranquilla: i suoi capelli erano diventati bianchi e il suo viso rotondo era già incavato. Sedeva sul materasso, cullando un cuscino. Non volendola spaventare, Augusta non si arrischiò a toccarla, però chiamò anche lei. Al sentire il suo nome, Alice alzò la testa, cercando la fonte della voce. I suoi occhi enormi indugiarono sulla suocera, anche lei senza riconoscerla, ma le tese il cuscino. Augusta lo accettò e imitandola, lo cullò, strappandole un sorriso vago e spento.
- Porterò Neville alla prossima visita- disse al Guaritore - Forse può aiutare almeno lei-
Quirke espresse la sua approvazione, e Augusta restituì il cuscino ad Alice. Osservò il figlio e la nuora, cominciando a capire.
Tra la vita e la morte ci sono mille confini sconosciuti, e i Mangiamorte avevano trascinato i suoi cari fino a quello più terribile, un confine immobile, da cui non si poteva tornare indietro, ma che non poteva neppure essere oltrepassato. Se fossero morti, con il tempo, l'avrebbe rielaborato, accettato, superato, per quanto straziante sarebbe stato il suo dolore.
Questo era impossibile da superare, l'avrebbe divorata giorno dopo giorno, come se fossero spariti senza lasciare traccia o fossero immersi in un sonno senza risveglio, vivi, ma assenti. E il sonno della ragione era oscuro quanto quello del corpo.

Alla fine, non ne poté più. Salutò con lo sguardo Frank e Alice e fece per uscire, quando la nuora si alzò. Le ficcò in mano qualcosa e rimase a guardarla, come ad aspettare un'approvazione. Augusta le mise cautamente una mano sulla spalla e le disse:
- Grazie, Alice cara- facendola sorridere ancora. Il nodo era sul punto di strapparsi, doveva andarsene.
Il Guaritore Quirke l'accompagnò nel percorso inverso, e salutandola, all'imbocco delle scale le disse:
- Non ci arrenderemo, signora Paciock. Faremo quanto è in nostro potere per aiutarli- le assicurò.
Augusta cominciò a scendere le scale, lentamente, ma a metà dovette fermarsi. La forza dimostrata in reparto stava crollando. Sentì qualcosa dentro di lei sfaldarsi e precipitare in un luogo lontanissimo, il nodo si spezzò e finalmente, la donna cominciò a piangere. Non aveva versato una lacrima dal giorno dell'aggressione. Ora suo figlio era dove lei e nessun altro poteva raggiungerlo. Le restava solo una cosa, Neville. Le sue fattezze galleggiarono nitide nella sua mente e le lacrime si placarono, lentamente. Doveva essere padre e madre per lui, adesso. Non poteva lasciarsi annegare nella disperazione, perchè c'era un'altra vita in ballo. Augusta Paciock restò parecchio su quel mezzanino, a riflettere, ma adesso sapeva cosa fare. Estrasse un fazzoletto dalla borsa e si asciugò attentamente gli occhi.Si accorse di non aver ancora guardato cosa Alice le avesse dato: era l' incarto vuoto di una Cioccorana. Lo studiò, come se fosse un tesoro inestimabile, poi lo ripose nella borsa. Riprese a scendere le scale, con calma.





Fine
    
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: BlueSkied