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Autore: Nekotaku    23/01/2013    0 recensioni
"Guardo la mia pelle, è così nera che sembra la pelle di un morto".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Addio!

 
Io, che entro in una doccia squallida, la doccia di casa mia. Entro lì, e per la prima volta dopo tanto tempo, guardo me e non qualcun altro. In quiell' istante mi rendo conto che ho sbagliato e piango come una bambina che perde il suo giocattolo. Dicevo che era solo un periodo un po' depresso, ma mi guardo, mi rendo conto a che punto è arrivato l'atto di trascurarmi. Tutto questo per qualcuno, per qualcuno che amo e che mi amava. Guardo la mia pelle, è così nera che sembra la pelle di un morto. I morti hanno la pelle grigia e senza vita. Io ce l'avevo esattamente così. Prendo il bagno schiuma e cerco di levare quel putridume dal mio corpo. L'unica cosa che fino ad adesso aveva bagnato la mia pelle erano le lacrime. Centinaia di lacrime che avrebbero potuto dissetare un bambino.  Strofino, strofino sempre più forte, i minuti sembrano ore. Piango, piango infinitamente. Credo che la cosa che conta di più per una persona sia la dignità, in quell' istante mi son resa conto che l'avevo persa. E non in quell' istante, ma molto più tempo fa. Mi son resa conto che per tanto tempo non capivo che cosa ero diventata. Sapevo benissimo, che per esperienza, il trascurarmi è tipico dei miei momenti squallidi. Ma mai, mai e poi mai, ho dovuto sfregarmi via la "merda". Per un'ora intera, lì, senza un briciolo di dignità, continuavo a ripetere questa parola, "merda". Avevo della "merda" addosso, anzi no. La mia mente e il mio corpo erano entrambe costituite da puro sterco. Io, che per confondere le lacrime, mi buttavo l'acqua sul viso. In quella doccia ho promesso a me stessa che non sarei mai ritornata a quello stato. Continuando a sfregare, ho sempre più eliminato lo sterco sia dal mio corpo che dalla mia mente. è stato rivelatore. Non ritornerò mai più a quello stato, lo giuro. Ora scrivo per puro sfogo. In effetti tutto quello che scrivo è per sfogarmi da tutto  quello che mi reprime. è bello, più vado avanti e più sorrido, sento in me, ogni volta che scrivo, qualcosa che arde dentro di me e che cresce sempre più, senza sosta e che alla fine mi inonda. è la mia aurea, è la mia aurea che cambia ed io lo sento. Comunque, non arriverò mai più al punto tale di prendere il mio braccio e strofinarlo sul muro della doccia, facedolo diventare grigio e putrido. Quella doccia è diventata putrida da quando il mio piede e poi tutto il corpo è entrato in essa. Prima, tutto quello che mi circondava era putrido perchè la mia mente e il mio corpo lo erano. Ora, non sono solo pulita esteriormente, sono pulita dentro, sono felice, mentre scrivo ho i brividi e la pelle d'oca perchè mi sto sfogando, perchè mi sto riappropriando di me stessa, della mia libertà  e soprattutto della mia dignità, persa inconsciamente e ritrovata quando essa è diventata conscia. L'ultima frase che scrivo è questa:"Addio!".
   
 
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