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Autore: HarveyDubleFace    23/01/2013    3 recensioni
Louis+ Eleonor= Mia
qualcuno credeva che la loro storia dovesse essere raccontata, perchè non è da tutti i giorni una storia iniziata bene, finita male ma con un lieto fine voluto e cercato, dove le speranze erano quasi perse, e infine però è avvenuto.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNA VITA INSIEME***


Mia era seduta comodamente in una poltroncina di una qualsiasi sala d’aspetto di un comune dentista, eppure sapeva che quella sarebbe stata una giornata un po’ particolare, ma erano solo le nove di mattina quindi era tutto ancora inaspettato e sicuramente non poteva immaginare cosa sarebbe successo. Mia aveva solo 7 anni ma era una bambina sveglia per la sua età, aveva occhi azzurri e trecce castano chiaro, qualche lentiggine qua e là.
Mia aveva una passione, amava cantare e ballare, ma come tutte le bambine della sua età la sua passione era quella di sognare. Mia sognava tanto, forse fin troppo, ma era fatta così, e sicuramente avrebbe continuato a sognare, anche se le avessero infranto i sogni.
Il suo dentista amava avere nel suo studio un sottofondo musicale, era un tipo un po’ particolare, e a Mia piaceva molto ascoltare quelle canzoni così belle, quel giorno sentì una canzone nuova, non sapeva come si intitolava, non l’aveva mai sentita prima.
-mamma, mamma, ma chi canta questa canzone?-chiese Mia alla sua mamma che stava seduta proprio lì accanto a lei.
Si assomigliavano molto, entrambe avevano i capelli chiari, ma Mia aveva gli occhi azzurri, che non la accumunavano alla sua mamma.
-papà, questa canzone la canta papà- le rispose sua madre in un sussurro, che la bambina non senti neppurehttp://www.facebook.com/aurora.nicoletti?ref=tn_tnmn.
-chi la canta mamma?- chiese più insistente
–si chiamano one direction ma tu non eri neanche nata quando si sono sciolti.
Ora andiamo che il dentista ci aspetta, poi andiamo a prendere il gelato- disse alzandosi ed entrando nell’ambulatorio.
Era passata un oretta, mamma e figlia, erano appena uscite dal palazzo dov’era lo studio dentistico.
Stavano entrando nella gelateria poco lontana, quando Mia sentì di nuovo la stessa canzone di prima.
-mamma la senti la canzone, non è bellissima- disse ormai sognante.
-si è vero è molto bella- disse quelle parole con un velo di dispiacere.
-mamma ma sei triste?- chiese Mia
-no amore non potrei essere più felice della vita che ho, ma vedi mi manca una cosa che ormai manca da troppo tempo nella mia vita, e tu sei parte di quella cosa, o forse dovrei dire persona- sentenzio la madre con tono dolce.
-ma mamma allora non puoi cercare questa cosa, magari non ti ricordi dove l’hai messa, vuoi che quando andiamo a casa ti aiuto a cercarla?- disse la bambina curiosa, e senza accorgersi accendendo negli occhi della madre un pensiero.
-amore mio come farei senza di te- disse la madre abbracciandola-adesso ferma qui che io vado un attimo a pagare.
Mentre sua madre si allontanava Mia aveva iniziato a canticchiare quella canzone che da tutta la mattina la seguiva:
“I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if you do it’s you
they add up to
I’m in love with you
And all this little things”
All’ improvviso qualcuno si sedette di fronte a lei, aveva i suoi stessi occhi, ed era una situazione davvero singolare, Mia era la prima volte che vedeva quell’ uomo, cresciuto certo ma ancora molto bambino per certi tratti, eppure aveva la sensazione di conoscerlo come le sue tasche.
-ciao piccola, come stai?- le chiese questo strano tipo con un sorriso da un orecchio all’altro –è buono quel gelato, che gusto è? Volevo prenderne uno anch’io ma sai volevo sapere qual è il gusto più buono, e sono sicuro che tu lo sai”
-limone e cioccolato, ma quello più buono e quello all’anguria, ma non dirlo a nessuno perché così nessuno lo prende e mangiamo io e la mamma- disse la bambina avvicinandosi al viso dell’ uomo.
-ok, acqua in bocca, ma la tua mamma dov’è?- chiese ancora lui.
-è quella li che sta venendo verso di noi con in vestito giallo, e le scarpe bianche, la vedi?- disse indicandogliela.
-lo sai che hai davvero una bella mamma, me la fai conoscere? Ma che maleducato che sono, non ti ho neanche detto come mi chiamo- si alzo in piedi e mimando un inchino disse- gentile donzella io so Louis Tomlinson, molto piacere di fare la sua conoscenza- disse con un sorriso.
-io sono Mia- disse la bambina molto tranquillamente.
-Mia..- sussurò Louis, in modo che la bambina non lo sentisse.
In quel momento arrivò anche la madre.
-Mia ma che succede? E poi che è questo signo…. Oh mio dio, Louis? Che ci fai qui?”-
-ciao Eleonor sono venuto a cercarti perché erano 7 anni che non ti vedevo, da quando la band si è sciolta più o meno, ma vedo che hai una famiglia adesso, che è il papà di questa pargoletta?- disse ignaro del fatto che fosse lui il padre.
-mm storia lunga, ma dimmi stai da qualche parte? Se vuoi puoi stare da noi tanto Mia di mattina va a scuola e io sono al lavoro, anzi se ti fermi da noi mi fai il favore di andarla a prendere a scuola-sputò Eleonor tutto d’un fiato.  
- non sto da nessuna parte, ma sei sicura che se sto da te non disturbo?- chiese dubbioso.
-se te lo chiedo evidentemente, non mi disturbi, scemo che sei- sorrise, sembrava una ragazzina innamorata.
Si avviarono tutti e tre verso casa, una volta arrivati, sistemarono le valige di Louis nella stanza degli ospiti. Era quasi mezzogiorno e Mia iniziava a lamentarsi che aveva fame, e sua madre sinceramente non sapeva cosa fare, Mia non mangiava niente a parte gelato, dolci di ogni tipo ma di mangiare qualcosa di sano non se ne parlava, tranne una cosa che la piccola Mia adorava: le CAROTE…
Si probabilmente la piccola Mia era figlia di Louis e lui ovviamente non lo sapeva.
-mamma mamma…fammi le carote dai ti prego- implorò Mia.
-uffa ma tesoro, ogni tanto cambiare e mangiare qualcosa che non sia arancione- ribattè Eleonor
-hei…ma che succede qui? Perché litigate così animatamente su cose arancioni?- chiese Lou entrando in cucina divertito.
-mamma non mi fa le carote- annuì Mia
-lei non vuole mangiare altro- ribattè la madre
-carote…ho sentito bene…lei mangia solo le carote…vieni qui piccola peste e abbracciami, tua madre non ha mai capito e non capirà mai niente sulle carote- disse tutto convinto
La bambina corse subito ad abbracciare Louis - grazie lou – disse – prego piccola, le carote te le faccio io che sono più buone-rispose con un sorriso.
Louis utilizzò tutta la sua capacità culinaria per preparare le carote, mentre cucinava cantava, cantava sempre la stessa canzone “little things”.
-Lou perché canti così bene questa canzone, sai che io e la mamma la ascoltiamo sempre, dice che gli ricorda il mio papà- disse la bambina mentre mangiava le carote.
- bè è mia o meglio nostra, tu conosci i one direction? La mamma te ne avrà parlato moltissimo spero!”
-veramente, la canti tu questa canzone, ma la mamma non mi dice mai niente-
-non è vero che non ti dico mai niente, e poi non ti ho mai parlato dei one direction perché non ne ho mai avuto l’occasione e poi non mi pareva il caso di ricordare una parte della mia vita che mi riporta indietro a quando tuo padre se ne andato per fare non so cosa in giro per il mondo- disse rivolgendosi più che altro a Louis.
-scusa se ho un lavoro- disse per difendersi
-io vado a giocare, perché le cose dei grandi non mi piacciono- disse dileguandosi la piccola
-ok, tesoro….e poi chi ti dice che mi riferisco a te?-
-El non sono stupido so fare i calcoli, e sette anni fa noi stavamo insieme e non sono così tanto smemorato, mi ricordo che prima di partire per il tour eri strana e volevi dirmi una cosa ma io non ti ho dato ascolto, sono partito e quando sono tornato tu non c’eri più e io ci sono rimasto talmente male che ho pensati avessi una vita tua che non mi amassi più e che non fossimo più un noi, me ne sono fatto una ragione e sono andato avanti, ma poi sta mattina ti ho vista per caso e ho pensato di venire a salutarti poi ho visto lei, i suoi occhi così uguali hai miei, i suoi capelli così simili hai tuoi, che un’ immensa felicità mi ha invaso, non sapevo più cosa fare e così mi sono avvicinato a lei e adesso a te, non voglio più separarmi da te, e soprattutto non voglio più separarmi da lei, mi sono perso troppe cose della sua vita, le prime parole i primi passi, non voglio anche perdermi il primo brutto voto, la prima litigata tra amiche, il primo fidanzato che spero per lui arrivi più tardi possibile, io voglio far parte della sua vita voglio vivere la nostra vita tutti insieme- disse tutto d’un fiato e quasi con le lacrime.
-io..io..non ho parole, penso che si possa fare, non pensavo che l’avessi capito, invece…- El non riuscì a rispondere che lui la interruppè.
-diciamo che le carote mi hanno reso tutto più facile…ora però dobbiamo dirlo a lei…-disse
-cosa dovete dirmi- disse arrivando correndo catapultandosi tra le braccia di sua madre.
-bè vedi-iniziò El- ti ricordi quando ti ho fatto vedere la foto della mamma con la sua migliore amica..- la bambina annuì- si!? Bene in poche parole in quella foto tu sei nella mia pancia, ma io non lo sapevo ancora, e nemmeno il tuo papà-alzò lo sguardo per avere l’approvazione da Louis che annuì- quando l’ho scoperto stavo per dirglielo, ma lui doveva partire e nella fretta non c’è stato il tempo, così una volta da sola ho deciso di sparire con te, per diversi anni il tuo papà non ha avuto notizie di me e di te, fino a sta mattina quando per puro caso-disse mimando le virgolette, quel gesto fece sorridere Louis- lui ci ha trovate. Mia, forse è un po’ tardi, ma lui è il tuo papà!- disse con un po’ di insicurezza.
-papà- disse piangendo la piccola, che non si aspettava una cosa del genere in una giornata pressoché normale, dove un dentista, una canzone, un bar e le carote, potessero fargli conoscere il suo papà.
-Mia posso abbracciarti? Ti prego dimmi di si perché non sopporterei di perderti adesso che ti ho trovato- disse tra una valanga di emozioni che sono molto più indescrivibili di quanto si possa immaginare.
-si…papà- disse con i lacrimoni che le bagnavano il viso.
 È passato qualche mese da quando Louis, Eleonor e la piccola Mia si sono trasferiti a casa stylison, che ora è diventata casa stylisonder, però i Tomlinson regnano per superiorità numerica.
Oggi però è un giorno importante perché Lou ed El si sposano. Mia ha insistito tanto per fare la damigella d’onore…
La cerimonia è già iniziata ed a Louis sudano le mani dall’emozione, El è bellissima nel suo abito bianco e rosso. Mia non potrebbe essere più felice, e quando alle parole –vi dichiaro marito e moglie può baciare la sposa- Lou bacia El  le cose sono davvero perfette, e nessuno può rovinarle.
Perché alla fine siamo noi stessi che scegliamo come deve finire, se non facciamo niente per migliorarle e renderle belle è inutile sperare che cambino da sole.
 
 

 
 
Hello guys!!
Come va?? Io bene…questa è la prima one shot che scrivo, spero sia bella, che vi piaccia bè che dire leggete e fatemi sapere, lasciate una recensione (anche piccolina)… :D
Vabbè mi dileguo e vi lascio scrivere o leggere…quello che volete J
BESOS <3
AURORA

P.s.
Questo è il mio profilo face book se vi interessa
(http://www.facebook.com/aurora.nicoletti?ref=tn_tnmn)
   
 
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