Un'altra sera passata a lavoro,tutti si approfittavano della sua buona volontà.
Due dei patologi di turno si erano ammalati,almeno così dicevano.
Sospirando firmò le ultime cartelle cliniche,avrebbe voluto buttarsi  a casa e dormire per una settimana.
In quell’ultima settimana Sherlock le aveva chiesto diverse parti del corpo,
Si alzò dalla  sedia  lentamente,forse avrebbe dovuto prendere un taxi,la stanchezza era troppa.
Un rumore sordo attirò la sua attenzione,veniva dal corridoio fuori dalla porta.
Facendo attenzione a dove metteva i piedi uscì lentamente dal obitorio,quello che vide le gettò addosso una grande scarica di adrenalina.
Sherlock era riverso sul pavimento,perdeva sangue da una ferita sulla fronte ed era tutto sporco di fango.
Con uno scatto si inginocchiò vicino all’uomo riverso sul pavimento e lo alzò di peso.
Lo trascinò verso una sedia e lo appoggiò sulla sedia,da un cassetto prese dei Sali e glieli avvicinò al naso,
Sherlock rinvenne con uno spasmo e tossì del sangue sul camice di Molly.
Molly non fece una piega e con fazzoletto pulì la bocca di Sherlock,si scostò un attimo per lasciarlo respirare e l’uomo aprì gli occhi,guardando Molly con lo stesso sguardo cristallino con cui la fissava tutti i giorni.
-Molly- esalò prima di mettersi a stento in piedi.
-Siediti -gli ordinò perentoria.
Provato dalla perdita di sangue e dalla stanchezza  fece come aveva detto lei.
-Si può sapere cosa cavolo è successo?-chiese stizzita all’uomo docile sulla sedia.
Senza neanche aspettare una risposta iniziò a disinfettare il taglio profondo sulla fronte.
-C’è stata una colluttazione con uno dei sospettati ed è spuntato un coltello,una giornata qualsiasi-disse scrollando le spalle.
-Una giornata come le altre?-chiese seccata.
-Una di questi giorni mi farai morire di crepa cuore-sospirò iniziando a fasciare la fronte del moro.
Sherlock aggrottò le sopraciglia:-Perché?-
Mi preoccupo perché ti amoavrebbe voluto dirgli,c’è l’aveva proprio sulla punta della lingua
-Io mi preoccupo per te,Sherlock,esattamente come John e Microft- gli spiegò senza guardarlo negli occhi.
Si sarebbe accontentata di una mezza verità.
-Non ho bisogno di gente che si preoccupi per me-disse stizzito.
-Tutti abbiamo bisogno di gente vicino a noi,anche di persone che ci amano - disse sorridendo.
-Tu mi ami?-chiese all’improvviso.
Molly lo guardò scioccata,non sapeva cosa rispondere,quindi rispose quello che sentiva.
-Ti amo-soffiò piano.
Sherlock sgranò leggermente  gli occhi.
Ovviamente sapeva dei sentimenti della patologa nei suoi confronti,ma una cosa era sentirsela dire ad alta voce.
Molly sembrava serena,se la sarebbe immaginata nervosa ma era solo arrossita ed aveva continuato come se nulla fosse a medicargli la ferita.
Aveva iniziato tranquillamente a medicargli la mano,dal canto suo Molly mostrava tranquillità ma dentro di lei era iniziata una grande tempesta di emozioni.
Come aveva potuto dire una cosa del genere?
Si sarebbe volentieri presa a schiaffi,non osava alzare lo sguardo dalla ferita al polso che stava curando.
Sherlock sentì farsi spazio  dentro di lui una strana voglia di afferrare il viso  e baciarla fino a far mancare il fiato ad entrambi.
Per la prima in tutta la sua vita avrebbe agito d’istinto.
Si mosse piano avvicinando il proprio viso a quello della patologa.
Molly alzò lo sguardo,accorgendosi che Sherlock era molto più vicino del normale.
Subito arrossì,fece per scostarsi ma la mano calda di Sherlock si appoggiò alla sua nuca,impedendoglielo.
Le labbra di Sherlock si poggiarono con poca delicatezza su quelle dischiuse di Molly,cogliendola completamente di sorpresa.
Molly rimase spiazzata una frazione di secondo,poi rispose con tutta la foga che aveva in corpo.
Mise le mani fra i capelli del moro,sentendoli serici e morbidi come si era sempre immaginata,la bocca era calda e sensuale,le sembrava davvero di vivere un sogno,ma il respiro accelerato e Sherlock che le accarezzava il collo erano troppo realistici per essere fasulli.
La bocca di Sherlock si spostò sulla sua mascella,mordicchiando un punto sensibile, le mani del moro si spostarono sui fianchi di Molly,manovrandola la fece sedere sul suo bacino a cavalcioni.
Molly si lasciò sfuggire un sospiro lussurioso prima di strofinarsi in modo poco casto.
Sherlock si staccò da lei ansante e disse con voce arrochita:
-Vieni a vivere a Baker Street-.
-Perché?Io ho una casa e un gatto!-protestò debolmente lei.
-Ho bisogno di una patologa che mi aiuti con gli esperimenti,poi John dice sempre che avrei bisogno di compagnia femminile- disse lui con fare ovvio.
-Ma..-provò a protestare lei.
-So benissimo che non arrivi a fine mese e che il tuo padrone di casa ti fa avance poco educate-sbuffò lui.
-Ma non hai parlato con John?-chiese tibutante.
- John ti adora,l’affitto sarebbe molto più basso e tu non avresti problemi ad arrivare a fine mese-borbottò lui.
Stava seguendo l’istinto e Molly sembrava dubitarne,avrebbe voluto portarla a casa e rinchiuderla in camera sua.
-Non penso che queste cose si facciano così in fretta-mormorò sovrappensiero.
- Molly Hooper,ti voglio a casa con me-dichiarò guardandola con sguardo penetrante.
A quelle parole Molly non fece altro che rispondere con un bacio.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Cari lettori,lettrici,cani,gatti e coccodrilli (?)
Io sono Alieno,voi chi siete da dove veniate?
Ok,sto leggermente impazzendo,ma devo tenere alto il livello di igiene mentale se non voglio essere ricoverata.
Ancora.
Questa è la mia prima fan fiction,sono moooolto agitata,quindi potrei fare cose di cui  potrei pentirmi.
Bene vi lascio andare a mangiare o a quello che dovete fare!
Ci vediamo alla prossima!