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Autore: imtheonekeepingyoualive    23/01/2013    10 recensioni
La prima volta che accade, Stiles è appena tornato a casa da una festa ed odora di alcool, fumo, spensieratezza e quel profumo che è solamente la felicità di Stiles e Derek non riesce a dire di no, non quando Stiles è lì di fronte a lui e sta sorridendogli con quei grandi occhi scuri e quelle labbra.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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traduzione never enough Ahh, questa è ufficialmente la mia prima storia al di fuori dal fandom dei My Chemical Romance e maledizione a questo telefilm, perchè ormai fa parte della mia vita e non riesco a staccarmi da questo pairing. Ufficialmente prima fanfiction in questo fandom, oltretutto. Spero non risulti strana alla lettura, l'ho scritta in inglese e poi tradotta in italiano e a volte tutto questo cambio e ricambio finisce per far paura.

Grazie per esser qui <3




*





Derek sa che tutto questo è sbagliato. Ma non riesce a smettere. Non ora.

*

La prima volta che accade, Stiles è appena tornato a casa da una festa ed odora di alcool, fumo, spensieratezza e quel profumo che è solamente la felicità di Stiles e Derek non riesce a dire di no, non quando Stiles è lì di fronte a lui e sta sorridendogli con quei grandi occhi scuri e quelle labbra.

Derek lo bacia quando Stiles gli si fa vicino e lo tira verso di sé; apre la bocca per lasciar entrare la lingua dell'altro e gli stringe le braccia intorno alla vita. Derek non riesce a dire di no e, quando Stiles gli solleva la maglietta, Derek si limita a guardarlo e a lasciarlo fare; non riesce a smettere neppure quando finiscono per fare sesso, continua solamente a spingere, a gemere, a mordere e leccare ogni centimetro del corpo di Stiles che riesce a raggiungere; lo guarda, ansimando, e in quel momento ha paura, perchè riesce a sentire il suo controllo scivolargli fra le dita ma, allo stesso tempo, si sente meglio di quanto si sia mai sentito e non vuole assolutamente pensare a cosa quello possa voler dire; avvicina il viso a quello di Stiles e lo bacia, ingoiando i suoi gemiti.

*

La seconda volta, sono soli a casa di Stiles. Lo sceriffo sta facendo un doppio turno e Derek si è ritrovato di fronte alla casa di Stiles prima ancora di rendersene conto.

Derek lancia un'occhiata alla casa, il lupo dentro di lui eccitato e felice, e seriamente, sta quasi per sentirsi male. Non può stare qui. Tutto questo è sbagliato, troppo sbagliato. Le luci sono accese in casa, e Derek sa che Stiles sta guardando qualche stupido programma in tv dalle voci e dai suoni che riesce a sentire; deve andarsene prima che sia troppo tardi. Così fa un passo indietro, pronto per andarsene, quando la porta d'ingresso si apre e Stiles è lì, sorridente.

"Ehy, Derek. Vuoi entrare per una birra?"

Derek non gli chiede neppure come facesse a sapere che era lì; raddrizza la schiena ed entra.

Finiscono per fare sesso in camera di Stiles, sul suo letto, e Derek è circondato dal suo profumo, dalle sue cose e Stiles, Stiles, Stiles.

*

E' come se tutto ciò che Derek ha sempre saputo, gli fosse stato portato via. Non si era mai sentito così prima d'ora, come se stesse bruciando dentro; non in questa maniera, nemmeno durante la luna piena. Quando è con Stiles, gli sembra di essere ancora un giovane lupo che non sa nemmeno cosa sia avere controllo; tutto ciò che vuole è prenderlo e farlo suo; vuole annusarlo e morderlo, farlo tremare e gemere; vuole abbassare gli occhi e trovare quelli di Stiles incollati ai suoi, vuole entrargli dentro e non lasciarlo mai; e tutto ciò lo terrorizza perchè Derek non vuole provare niente, mai. Provare qualcosa significa essere deboli, ed un Alpha non può essere debole. Un Alpha deve essere freddo, distaccato e Stiles invece lo fa sentire come se fosse sempre sul punto di sciogliersi, come se potesse sempre essere parte di lui, entrare nel suo corpo, dentro, e Derek lo desidera. Lo desidera tanto, troppo.

Quando Stiles gli sorride ed apre le gambe, un brivido gli percorre la schiena e Derek deve chiudere gli occhi, la sensazione delle dita di Stiles fra i suoi capelli ed il suo respiro sulle labbra troppo forte per poterlo sopportare senza sgretolarsi, senza rompersi in milioni di piccoli pezzettini.

"Derek," la voce di Stiles è sottile e roca e Derek riapre gli occhi per poterlo guardare, sentendoli inumidirsi, non sa nemmeno perchè e per un secondo ha paura di stare per piangere (e se fosse un uomo che piange in generale, di sicuro ora starebbe singhiozzando e tutto ciò è semplicemente sbagliato) e sente il sangue raggelarglisi nelle vene, il suo cuore battere sempre più veloce, un po' come quando Stiles ha un attacco di panico e sa perfettamente che se Stiles fosse un lupo, potrebbe benissimo sentire l'odore della sua paura, quello amaro del terrore misto al sudore freddo. Ma forse non serve che Stiles sia un lupo perchè possa capirlo, possa comprendere ogni singola cosa che passa per la mente di Derek. Non gli è mai servito.

"Derek?" gli domanda, guardandolo negli occhi, le mani ancora fra i suoi capelli scuri e le gambe strette intorno ai suoi fianchi, così tanto strette che fanno quasi male. "Ehy Derek, è tutto okay. Tutto okay."

Derek cerca di respirare, ma è come se la sua gola fosse chiusa, come se non riuscisse, e allora si dimena, cerca di sfuggire alla presa di Stiles e ai suoi occhi, ringhiando.

"No, non fare così," Stiles sussurra e Derek non può non guardarlo, non riesce mai a non farlo. "Devi cercare di calmarti almeno un po', guarda, respira come faccio io, così," e Derek riesce a sentire, più che a vedere, quando Stiles prende un respiro profondo ed il suo petto si muove sotto al suo. Derek fa quello che gli dice, lo guarda e poi prende un lungo respiro profondo, lentamente, quasi dolorosamente, e si sente più debole che mai, ma Stiles è ancora lì, sotto di lui, caldo, nudo e docile come sempre e Derek sospira chiudendo gli occhi, abbassa la testa fino a che le sue labbra non sfiorano quelle dell'altro.

"Così," Stiles mormora e Derek annuisce.

Quando riprendono a fare sesso, Derek cerca di inghiottire tutti i suoni, i gemiti, i respiri e gli sguardi di Stiles.

*

Derek sa che è sbagliato. Lo sa allo stesso modo in cui sa che non dovrebbe fidarsi di Peter, anche ora dopo tutti questi mesi; nello stesso modo in cui sa che Stiles è troppo: troppo giovane, troppo chiacchierone, troppo buono, troppo importante.

Ma finiscono sempre per stare insieme, ogni notte, ogni momento libero speso uno nelle braccia dell'altro, e Derek sta cominciando ad abituarsi al fiume di parole che sembra sempre seguire Stile, alla sua bocca che non sta mai chiusa, alle sue gambe e braccia lunghe; sta cominciando a conoscere cose di lui che non avrebbe mai voluto, né sognato di sapere; sta cominciando a distinguere quando Stiles gli sorride per davvero, o quando sta scherzando, o quando il sarcasmo è la sua unica arma di difesa contro il mondo, contro il carattere corrosivo di Derek.

*

Quando Stiles rientra dal college per le vacanze estive con un profumo di fiori - troppo dolce, fruttato, l'odore di un'altra persona - addosso, Derek stringe i denti contro la sensazione del suo lupo che chiede di lasciarlo uscire così che possa marchiare Stiles, farlo di nuovo suo, e si limita a respirare il meno possibile, la casa piena di quel nuovo profumo che Derek non pensa, non pensa affatto, non sia per nulla come Stiles dovrebbe odorare.

Lo sapeva benissimo che lui e Stiles si stavano solo divertendo un po', che non era nulla di speciale, che è solo qualcosa in cui entrambi sono caduti senza nemmeno accorgersene; nulla di serio. Derek ne è consapevole.

Stiles ha una ragazza ora o, perlomeno, sta frequentando qualcuno, perchè profuma sempre di fiori, troppo dolce, per niente come Derek ricordava e Derek non riesce mai ad impedirsi di ringhiare quando gli si avvicina troppo. Non vorrebbe comportarsi così, non vuole che Stiles pensi che si sta dimostrando uno stronzo perchè è ferito, perchè Stiles era importante, perchè Stiles non lo è mai stato, non per lui, ma sente il lupo dentro di sé ululare e piangere e Derek si ritrova sempre a ringhiare, a rispondere male, ad essere a tanto così dall'uccidere qualcuno se solo si azzardasse a guardarlo troppo a lungo. E il fatto è che potrebbe anche finire per farlo, perchè la sua pazienza si sta esaurendo e sa che potrebbe anche scattare un giorno, una volta per tutte. E non riesce a sopportare il fatto che Stiles sembri sempre guardarlo, ultimamente; Derek non può fare una riunione con il branco senza sentirsi ad un secondo dal rompere un tavolo in due per la frustrazione; non può allenarsi con gli altri senza sentire gli occhi di Stiles puntati sulla sua schiena; è come se fosse intrappolato nella sua stessa pelle, nella sua casa, in quella maledetta città. Vorrebbe solo sbattere Stiles contro una parete e mangiarlo vivo.

*

"Sei proprio un vero stronzo, lo sai?"

Derek sospira ed alza gli occhi al cielo perchè, beh, ovvio che dovesse incontrare Stiles proprio qui, nel bel mezzo di una strada; prima di richiudere la portiera della macchina con un po' più di forza del necessario, per poi appoggiarcisi contro, pronto ad affrontare Stiles e la sua espressione contrariata.

"Che cosa vuoi, Stiles?" gli domanda, "non ho tempo per queste cose."

"Eh, grazie dell'informazione," ribatte Stiles, sarcastico e secco, muovendosi da un piede all'altro, il suo corpo pieno di energia mal repressa e odorando come di rabbia, quell'odore amaro, fastidioso, un po' come la cenere, quell'odore che fa pensare Derek a sé stesso, alla sua vita, alla sua casa e sta innervosendosi anche lui ora, perchè tipico di Stiles, pensare di potergli incasinare la vita ogni volta che vuole.

Derek si limita a fissarlo, truce.

"Dì qualcosa! Qualsiasi cosa!" Stiles grida, muovendo le braccia intorno, le guance di un tenue colore rosa. Derek lo odia.

"Cosa vuoi da me, Stiles?" Derek ripete, facendo un passo avanti; Stiles singhiozza sorpreso e si sposta indietro d'istinto, prima di piantare i piedi ben per terra per poterlo guardare male. Sempre il solito incosciente, Derek pensa, non lo teme neanche più come dovrebbe.

"Voglio solo che mi tratti come una persona e non come un pezzo di mobilia!" Stiles urla, quasi tentando di spingere Derek indietro, ma senza riuscirci; e Derek può vedere che la gente sta cominciando a fissarli, a guardare e non possono discutere lì, nel bel mezzo di una strada, alla luce del giorno, non ora né mai.

"Sta zitto e sali in auto, Stiles," ringhia, e Stiles squittisce come se fosse un affronto, e Derek lo vede riaprire la bocca come se fosse pronto ad urlargli contro ancora un po', quindi lo afferra per il bavero della camicia e lo spinge in macchina, e subito le sue braccia e gambe troppo lunghe e l'odore di paura, rabbia, sorpresa e qualcos'altro che Derek non riesce a decifrare riempiono l'abitacolo.

Derek sbatte la portiera e fa partire l'auto prima ancora che Stiles si sia messo seduto per bene. Lo può comunque sentire borbottare cose e mentre cerca di sistemarsi i vestiti, tremolante e infreddolito.

"Questo si chiama rapimento, potrei chiamare mio padre e farti arrestare." gli dice Stiles, fulminandolo con lo sguardo, e Derek stringe la presa sul volante o altrimenti finirebbe per strozzarlo nei prossimi cinque secondi.

"Non sarebbe la prima volta," mormora di rimando e seriamente, può sentire quando Stiles alza gli occhi al cielo.

"Ancora questa storia? Ascolta, ti ho già chiesto scusa, è stato un errore ma sai anche tu che andando in giro conciato come te, con l'aria arcigna e la giacca di pelle nera - io direi che sembri più un cazzone, ma comunque, c'era. Un. Cadavere. Nella. Tua. Proprietà. Cosa credevi avrei fatto? L'avrei lasciato lì? Ehilà, figlio dello sceriffo, qua." Stiles cantilena, muovendo le mani come per mostrare il suo corpo e facendo pentire Derek di averlo fatto persino salire, Gesù Cristo. "E poi c'era anche Scott, perchè è sempre e solo colpa mia?"

Derek gli lancia uno sguardo e Stiles sospira.

"Sì, okay, hai ragione."

Entrambi rimangono in silenzio per qualche minuto, dopo quello, Derek teso ed infastidito e Stiles arrabbiato e nervoso, le ginocchia che si muovono velocemente su e giù. Derek pensa che finirà per strapparsi un braccio, se Stiles non la smette subito.

"Ascolta," Derek dice con un sospiro, due dita alla base del naso, come se stesse per venirgli un'emicrania, "qualsiasi cosa sia, non posso adesso."

Per un po', il silenzio permea l'interno dell'auto, Stiles intento a guardare fuori dal finestrino. Derek seriamente non aveva mai pensato che Stiles sapesse rimanere zitto per così tanto tempo di seguito, senza nemmeno aprir bocca. Ma sa che l'altro sta pensando, riconosce anche dal suo odore che si sta innervosendo ancora di più; lo sente dal battito del suo cuore, veloce e assordante nel silenzio che li circonda.

"Vuoi dire che non puoi parlare adesso, o non vuoi avere niente a che fare con..." dice, muovendo una mano fra di loro, gesticolando, "noi, qualsiasi cosa sia?"

Derek digrigna i denti e cerca di tenere a bada il lupo dentro di lui.

"Non posso. E basta." 

Stiles nasconde il viso fra le mani, con un verso frustrato, piegandosi su sé stesso; Derek non riesce a non stringere la presa sul volante, il suo intero corpo si blocca alla vista di Stiles.

"Fanculo!" esclama, "fanculo! Fanculo tutto! E vaffanculo tu!" continua, la voce roca e rovinata, forse un po' troppo bagnata, più di quanto Derek possa sopportare. "Non so nemmeno cosa ci faccio ancora qui, perchè mi ostini a provarci. Pensavo che stavolta fosse diverso, ma no, la storia della mia vita. Cazzo."

Derek vorrebbe fermarlo, chiedergli cose, stringerlo e prendersi cura di lui; vorrebbe dirgli di calmarsi e di respirare perchè ovviamente Stiles sta avendo un attacco di panico nel bel mezzo del bosco, in macchina con Derek e Derek sta avendone uno tutto suo perchè non può lasciare che Stiles stia così; così decide di fermare l'auto e di girarsi verso di lui. Gli afferra le mani per evitare che continui ad artigliarsi la maglietta, i capelli, a graffiarsi la faccia ed il collo; quando Stiles alza gli occhi, Derek vede che sono bagnati, pieni di lacrime, come se fosse sul punto di piegarsi e cedere. Non può lasciare che accada, non può.

"Stiles, guardami," gli comanda, con la sua voce da Alpha che usa con gli altri lupi, "calmati e guardami, ascoltami."

Stiles mugugna qualcosa, un suono basso, come se stesse per protestare, ma Derek scuote la testa, stringendolo più forte. Stiles lo sta osservando in silenzio, i suoi occhi passano velocemente da un punto all'altro del viso di Derek, come se non riuscisse a scegliere dove fermarsi, come se non potesse scegliere e volesse guardare tutto in una volta sola. Derek ha le vertigini solo a guardarlo.

"Io," Stiles dice, tremolante e pallido, e Derek non riesce a resistere, deve sporgersi verso di lui, farglisi più vicino, "io non sono mai abbastanza," ripete, e Derek deve chiudere gli occhi quando sente quelle parole, perchè non può guardare Stiles in quel momento. "Tutti mi lasciano sempre," sussurra piano, e Derek sente il petto fargli male e vorrebbe dirgli no, non è vero, sei il più importante per me, ma Stiles sta ancora parlando, ogni parola finisce direttamente sulle labbra di Derek e sembra bruciare come fuoco vivo.

"Sono solo uno stupido umano, non sono mai forte abbastanza, mai bello abbastanza, mai intelligente abbastanza."

"Stiles, taci," gli ringhia Derek, mentre spinge le sue labbra contro quelle di Stiles, ingoiando tutte le sue parole, tutti i rumori, i dubbi. Stiles singhiozza e apre la bocca sotto la sua immediatamente, aggrappandosi ai vestiti di Derek, al suo viso, ai suoi capelli, baciandolo con una tale forza che Derek si sente sudare, geme, ansima e spinge la lingua nella bocca di Stiles, per assaporarlo, per rivendicarlo, per farlo suo. Suo. Suo.

"Stiles," Derek sussurra, e sembra quasi una confessione, un segreto, e Stiles trema sotto il suo tocco, quando Derek si spinge sopra di lui, fra le sue gambe e nelle sue braccia. Derek sa che tutto questo è sbagliato, è ancora sbagliato, non si merita Stiles, bello, intelligente, perfetto Stiles, ma non può fermarsi adesso. Non ora. Non ora che Stiles sta togliendo i vestiti ad entrambi, baciandolo come se volesse Derek tanto quanto Derek vuole lui, guardandolo con quest'espressione come di... Meraviglia, calore e amore, forse, o forse no, ma i suoi occhi brillano alla luce del sole e sono di questo bel colore dorato, come il fuoco, come ogni incubo di Derek, ma, per la prima volta in tanti anni, non gli sembra di star per morire circondato da fiamme e urla; si sente sicuro, protetto, voluto, amato.

Stiles è suo; gli sorride e lascia entrare Derek dentro di sé, come sempre; lascia che Derek lo tocchi, lo baci, lo guardi; lascia che Derek lo annusi, che ascolti il suo cuore, i suoi respiri, i suoi gemiti. Si aggrappa a lui, lo bacia e gli sussurra segreti che solo Derek può sapere come "sì, così," - come "stai qui," - e "non lasciarmi," - o "portami con te," - e "sì, tuo," quando Derek mormora mio contro le sue labbra umide.

E per la prima volta, stringe Stiles tanto quanto l'altro sta stringendolo e viene con la sua lingua fra le labbra, il battito del cuore di Stiles contro il suo.

E non ha paura.

   
 
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