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Autore: Kristye Weasley    24/01/2013    2 recensioni
One shot che racconta il primo incontro tra il Mastino Harvey Specter e la sua immancabile segretaria legale, Donna Paulsen. Dalla serie sappiamo che questi due sono legatissimi, hanno un rapporto estremamente speciale e che nessuno è ancora stato in grado di danneggiare. Ma come si sono conosciuti Harvey e Donna? La mia storiellina parla appunto della prima volta in cui si sono visti, in cui è scattata la scintilla tra di loro, che li rende una delle coppie più belle che ho visto. Spero vi piaccia, e soprattutto, viva Darvey!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando l’ennesima ragazza uscì dalla porta a vetri del suo ufficio, Harvey Specter si passò una mano sugli occhi, con la tentazione di farla finire tra i capelli impomatati di gel. Vero, era solo un associato, ma “infilzava più culi lui di un qualsiasi socio junior dello studio”. Eppure, evidentemente, tutto questo non bastava al socio fondatore della Pearson & Hartman, David Hartman, per farlo lavorare in pace.
Da solo.
Jessica era stata categorica, e se c’era una cosa sulla quale non transigeva erano gli ordini di David: era stato furbo, dopotutto. Lasciare il nome della donna per primo sulla porta la distraeva troppo per rendersi conto di com’era fatto l’ordine gerarchico dello studio. Non sapeva quante persone c’erano nella hall, quindi si prese quei pochi minuti di pausa per leggere qualche carta sparsa sulla scrivania. Le sue palle da basket e i suoi dischi erano sistemati nella maniera più ordinata possibile, ma la scrivania e il lavoro… Beh, quello erano un’altra storia. La sua pace, però, terminò nel giro di pochi minuti, quando sentì distintamente la porta a vetri aprirsi, e quando di sottecchi vide un completo grigio topo alquanto datato, fece finta di non aver notato la persona che lo stava guardando.
< Quella che se n’è appena andata era carina… >.
< Sto cercando un assistente legale, non sono ad un appuntamento al buio. Appena mi metterò a cercare moglie, sarai il primo che contatterò per sapere cosa ne pensa il tuo discutibile gusto estetico, Louis >.
Louis Litt arricciò le labbra in un sorrisetto sarcastico, cambiando il piede d’appoggio mentre parlava.
< Strano… Eppure, secondo la tua fama, non mi sorprenderebbe il contrario >.
< Sei diventato una casalinga? Complimenti amico, finalmente hai trovato la tua strada… > rispose Harvey senza alzare la testa dai suoi fogli. L’altro uomo rimase zitto per qualche istante, prima di sentirlo avvicinare alla scrivania e poggiare le mani sul piano liscio in mogano.
< Dovrai abbassare gli standard, Harvey… Non sei abbastanza bravo per lavorare da solo, come faccio io, e non sei nemmeno tanto fortunato da trovare una persona che ti faccia anche solo avvicinare alla mia bravura. E’ meglio che rinunci finché sei in tempo… >.
Solo in quel momento il ragazzo alzò la testa, intenzionato a dirne quattro al collega, quando qualcosa nella sua mano attirò la sua attenzione, e gli fece aggrottare le sopracciglia, spiazzato.
< Perché hai uno spazzolone in mano, Louis? >.
< Il mio gatto… Deve avere qualche problema alla vescica, ultimamente. Ricordati quello che ti ho detto, Harv > disse Litt allontanandosi, lasciando un sorriso molto più che divertito sul viso del Mastino, Harvey Specter. Tornò dunque alla causa finanziaria cui stava lavorando, una tipologia che proprio mal sopportava. Si pentì quasi di aver lasciato che Louis se ne andasse, ma tutti i suoi ragionamenti furono fermati dal bussare alla porta, e dal rumore di un paio di tacchi alti che entravano in ufficio, senza nemmeno chiedere il permesso.
Alzò lo sguardo, e rimase per un istante pietrificato di fronte alla donna dai capelli rossi che gli si era piazzata davanti. Doveva avere all’incirca la sua età, e ciò che lo colpì di più fu lo sguardo di maliziosa intelligenza che aveva negli occhi, anche se cercava di rimanere seria.
< Posso aiutarla? > chiese Specter spostando i documenti della causa Winchester su un lato “pulito” della scrivania.
< Lei è Harvey Specter, giusto? > chiese lei indicandolo con un indice, e quando lo vide annuire, andò a sedersi al posto davanti a lui senza aspettare di essere invitata. Passarono qualche istante a fissarsi, come se si chiedessero l’un l’altro cosa facessero in quel posto, prima che la nuova arrivata interruppe il silenzio e l’immobilità della scena, passando un plico sotto il naso dell’uomo.
< Ehm… Sì, certo > rispose l’avvocato in un momento d’imbarazzo, facendo scorrere gli occhi scuri sui vari dati impressi sul curriculum vitae, sotto lo sguardo fiducioso della sua silenziosa interlocutrice.
< E’ firmata da Micheal Jordan, quella? > chiese la rossa indicando una delle tante palle di Harvey, ad una distanza tale che forse, nemmeno lui, sarebbe riuscito a notarla.
< Sì… Lei come fa a…? > cercò di rispondere il ragazzo, spostando lo sguardo dalla palla alla donna.
< Sa cosa le dico, Signora…>
< Signorina > lo interruppe subito, con un tono che non voleva repliche.
< Ok… Sa cosa le dico, Signorina Paulsen? Non so perché, ma voglio essere onesto, con lei… > cominciò, lanciando i fogli dall’altro lato della stanza, lasciando la rossa finalmente sorpresa.
< E’ vero, lo studio Pearson & Hartman ha detto che io, Harvey Specter, sta cercando una segretaria legale, e capisco che un sacco di uomini e donne sia venuti fino a questo piano per cercare di strapparmi un sì, o solo per avere prova di quanto si dice sul mio sorriso. Ho fatto come hanno voluto fino ad ora, ma sinceramente ora credo di dovervi quanto meno la verità. Io non ho bisogno di un assistente, posso fare il mio lavoro benissimo da solo, e se c’è una cosa che non sopporto è che qualcuno metta il naso nel mio lav… > disse Harv in quello strano monologo egocentrico, prima che Donna gli piantasse la mano aperta davanti al viso, zittendolo in un modo che il grande Harvey Specter non era mai stato costretto a subire.
L’espressione di Donna era un unico e contagioso sorriso, mentre appoggiava un gomito sul tavolo e la mano sulla propria guancia.
< Posso darti del Tu? > chiese con tono divertito, osservando lo stupore sul viso dell’uomo.
< Cosa…? No! >.
< Perfetto… Tutte queste parole su quel gran fico che sei, sul fatto di non aver bisogno di nessuno che ti aiuti… Le capisco perfettamente. Un giovane avvocato, con una grande carriera davanti e ancora nessuna sconfitta in aula, pensa di essere troppo furbo, troppo in gamba, e probabilmente anche troppo affascinante per aver bisogno di una mano. Sai, ho sempre pensato anche io lo stesso di me, e sai cosa ti dico? Avevo perfettamente ragione…
Il punto è, Harvey, che io non sono qui a dirti che avrai assolutamente bisogno di me, perché probabilmente questo non succederà mai, e io rimarrei seduta ad una scrivania a bermi cappuccini tutte le mattine. Non voglio dirti che cosa ti servirebbe, ma cosa potresti guadagnarci. Qui dovrebbe esserci qualcuno che faccia ciò che vuoi prima che tu abbia il tempo stesso per pensarlo. Dovrebbe esserci una persona che pensi esattamente come fai tu, che preveda le tue mosse e sia tanti passi davanti a te in modo da renderti tutto decisamente più facile. Dovrebbe esserci una persona che risponda alle tue esigenze ventiquattr’ore su ventiquattro, anche quando tu sei troppo pigro per fare ciò che ti serve. In sostanza, hai bisogno di un altro cervello come il tuo, e sebbene sia sempre troppo impegnato a rendermi fantastica… Quel cervello può essere il mio > concluse Donna con espressione vittoriosa di fronte al mutismo di Harvey, che lo osservava a bocca aperta, prima di riprendersi ed alzarsi dalla sua poltrona, per cercare di riprendere il controllo.
< Ok, Donna… Sono a tanto così dall’assumerti, ma prima devi fare una cosa per me >.
< Sentiamo… > disse la rossa appoggiandosi comodamente alla sua sedia, con un malcelato e voluto sguardo di sfida.
< Devi sorprendermi… Dimmi qualcosa che assolutamente non credo possibile >.
La Paulsen alzò lo sguardo al cielo, facendo una smorfia di riflessione mentre pensava, prima di tornare a guardare Harvey, sempre con i trentadue denti bene in mostra.
< Sai cosa si può fare con un apriscatole e qualche puntina? >
  
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