Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: emily colburn    24/01/2013    5 recensioni
Ci sono persone perse in un mare di inquietudine - attribuiscono ciò alla lettura vorace di autori russi o suicidi e al continuo ascolto di oscure e demoralizzanti perle della musica indie rock.
Altre si sentono troppo vecchie per scappare via dalla loro stessa vita - e troppo giovani per rimanerci ancora incastrate.
E le luci artificiali scoloriscono il cielo di catrame di una Londra che osserva impassibile vite spezzate.
"Noi siamo come le foglie secche, che cadono e non fanno rumore. Finché non le calpesti."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap1
Languore






capitolo 1




it doesn't matter what
any of us is looking for -
we'll never find it because
it's not even there.
hayden - dynamite walls




Il fumo della sigaretta di Virginia si alzò pigro verso il soffitto bianco di camera sua.
Virginia era triste che il soggetto delle sue riflessioni fosse il fumo. Era anche triste che il soffitto fosse così bianco. Le sarebbe piaciuto un po' di colore, ma sapeva di non poterlo avere. E forse era pure questo a renderla triste. Sapere di volere qualcosa, ma sapere anche di non poterlo avere.
Si stropicciò gli occhi e un po' di cenere le cadde sul cuscino. Lei non se ne accorse, era sdraiata, appena tornata dal turno al ristorante, aveva fame e a casa non c'era niente, era troppo pigra per uscire di nuovo e comprare qualcosa, per cui si fumava una sigaretta, anche se non le piaceva, si bruciava lo stomaco ed ecco che la fame passava, ed ecco che lei si rilassava, scioglieva i muscoli e i suoi pensieri si rincorrevano leggeri seguendo scie grigiastre e amarognole, che andavano su, verso l'alto, e si spezzavano poi contro il muro freddo della sua cameretta.
Sentì bussare e non ebbe neanche bisogno di rispondere che Mairead entrò. Aveva i capelli rossi tutti scompigliati e un sorriso enorme. Virginia le fece 'ciao' con la mano.
“Da quando fumi qua?”
“Da quando non ho palle di vedere nessuno dei coinquilini in giardino.”
Mairead non le diede torto. Si avvicinò a lei e le prese la sigaretta dalla bocca, quindi cominciò a fumare.
“Lo sai che il fumo fa male, vero?” Domandò Virginia, e le mostrò la scritta sulle sue Marlboro Light, smoking seriously harms you and others around you.
La cugina annuì. “Allora cosa facciamo stasera? Usciamo?”
Sì, ci vediamo con Milo e gli altri alle 9.30 a Camden Town. Poi vediamo in quale pub andare.” Virgina si stiracchiò e continuò: “Prima però fammi fare una doccia, puzzo di calamari fritti e tortilla española.”
Com'è andata a lavoro?”
Normale. Odio lavorare durante i pranzi, è fin troppo calmo.”
Con chi eri oggi?”
Patrick.”
Patrick era il suo capo. Aveva quarantasette anni ed era un bell'uomo. Aveva tre ristoranti, un bistrò e due pub solo a Londra. Virginia lavorava in uno dei suoi ristoranti, quello spagnolo in Eversholt Street, a metà strada tra Camden Town e Euston.
Le piaceva l'ambiente. Ogni volta che andava a Londra per incontrare sua zia Lucy, quella, Virgina e Mairead andavano a cenare a El Parador. Erano clienti abitudinarie. Poi, una volta trasferitasi dall'Italia, alla ricerca di un lavoro, Virginia aveva lasciato il suo cv lì e, nel giro di una settimana, aveva cominciato a lavorarci. E a odiare Patrick.
Ahia”, disse la rossa.
Già.” Patrick era dispotico, snob, tirchio, fin troppo sarcastico e tifava il Chelsea. Tra le varie cose aveva il vizio di licenziare i suoi dipendenti senza dare nemmeno una settimana di preavviso, ma così, da un giorno all'altro, e per motivi che solo a lui erano dati sapere. Virginia era certa che presto o tardi anche lei sarebbe stata licenziata, solo perché tifava il Manchester United.
Mairead finì la sigaretta in un respiro lungo e sospeso, pensierosa dietro ai suoi occhi chiari. “Nervosa per stasera?”
Lei scrollò le spalle. Sapeva di dover essere nervosa all'idea di rivedere Milo dopo tutti quei mesi di lontananza, ma per un motivo o per un altro non lo era per niente. Era tranquilla, serena, aveva voglia di abbracciarlo forte e baciarlo, portarlo a casa e finirci a letto, parlare per ore di quello che era successo nelle loro vite e di sogni al sapore di birra, e poi vederlo partire per Manchester e non vederlo per altri mesi.
Era sempre stato così con lui, fin da quando si erano incontrati un anno prima. Virginia era andata a Londra per qualche giorno ed era uscita a divertirsi la sera con sua cugina. L'aveva conosciuto in un pub, avevano preso in giro una band assurdamente incapace che quella sera suonava, si erano ubriacati e poi baciati. Si erano scambiati il numero di telefono, le email e facebook. E poi, nel corso di quei lunghi mesi, avevano continuato a scriversi e a vedersi quando entrambi andavano a Londra durante le vacanze.
A Virginia piaceva, piaceva un sacco. Non tanto da pensare ad una possibile quanto improbabile relazione a distanza, ma abbastanza da continuare a sentirlo e vederlo.
Milo era simpatico in un modo tutto suo, era un bravo musicista, aveva un adorabile accento del nord e viveva la vita come fosse ancora un adolescente. Era quel senso di spensieratezza che la faceva impazzire, quello che lei riusciva raramente a provare, troppo persa in un mare di inquietudine che era solita attribuire alla lettura vorace di autori russi e/o suicidi e al continuo ascolto di oscure e demoralizzanti perle della musica indie rock.
Controllò il cellulare per vedere che ore erano, quindi decise che era ora di darsi una mossa e una sistemata.










***








ok, sono tipo quattro mesi che ho in mente questa storia e ho provato decine e decine di volte a cominciarla, in modi tutti diversi, roba che, guardate, stavo per uscire fuori di testa. e finalmente ce l'ho fatta. finalmente sento d'avere preso la direzione giusta.
scusate per questo capitolo iniziale così corto, ma è una sorta di mini presentazione.
hmm, cosa dire. è vero che in questa storia ci saranno elementi fortemente autobiografici (mio dio, come suona importante questa cosa), ma ci tenevo anche a dire che si tratta soprattutto di eventi, cose simpatiche e interessanti da scrivere, perché, voglio dire, non è che sto qui a scrivere i fattacci miei, eh. per quello c'ho il diario segreto/moleskine. però sì, soprattutto per le persone con le quali sono tutta gossipy: troverete alcune cose che vi ho raccontato.
detto ciò, spero siate sopravvissuti a queste poche righe, cercherò d'aggiornare il più in fretta possibile.
la vostra,
dee.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: emily colburn